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ON AIR - Rastelli: "Neres e Lang hanno dato nuove energie, crisi superata con grande responsabilità, in Coppa Italia mi aspetto rotazioni sia nel Napoli che nel Cagliari"
02.12.2025 11:55 di Napoli Magazine
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A "1 Football Club", programma radiofonico in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Massimo Rastelli, ex allenatore del Cagliari ed ex attaccante, fra le tante, di Napoli e Como. Di seguito, un estratto dell'intervista.

Mister, se tre indizi – come spesso si dice – fanno una prova, dopo le vittorie con Atalanta, Qarabag e soprattutto Roma possiamo dire che la crisi in casa Napoli sia stata archiviata?

“Superata brillantemente, con grande senso di responsabilità da parte di tutti. Si è rivisto il Napoli che tutti vorrebbero vedere: grintoso, tosto, determinato, pieno di energie e di voglia di fare risultato. Nonostante le difficoltà affrontate dall’inizio della stagione, tra infortuni e assenze, questa settimana così piena di segnali positivi permette di guardare al futuro con più ottimismo".

Ha menzionato ancora una volta il tema degli infortuni. Quando una squadra, già a fine novembre, conta 17 infortuni muscolari – alcuni giocatori si sono fermati due volte, altri hanno avuto problemi seri finendo sotto i ferri – di chi o cosa è la colpa?

“Dall’esterno è difficilissimo dare un giudizio oggettivo. Ho giocato a calcio e dico che di allenamento non è mai morto nessuno, te lo posso assicurare. Ho giocato vent’anni, ho affrontato tutte le preparazioni, l’avvento dei preparatori atletici, le nuove metodologie… e ti garantisco che non esiste un allenamento che ‘ti ammazza’. Credo ci siano una serie di fattori che possono portare un giocatore a infortunarsi: uno su tutti è la pressione di dover andare sempre oltre, di migliorarsi. Questo a volte ti porta ad avere infortuni. Ma non penso assolutamente a errori di preparazione o sovraccarichi, non è un problema riconducibile allo staff. È normale che il presidente abbia chiesto spiegazioni su un numero così alto di infortuni. Il confronto c’è sempre. Ma qui parliamo di un allenatore di primo livello e di uno staff di primissimo livello, con un monitoraggio continuo: i giocatori lavorano con i GPS, tutto è registrato. Ogni movimento viene controllato, ogni dato viene analizzato. A fine allenamento lo staff tecnico e l’allenatore hanno tutto: carichi, intensità, feedback dei calciatori. Per questo non credo a errori nei carichi di lavoro".

Ha allenato anche il Cagliari. L’anno scorso abbiamo visto un Napoli palesemente disinteressato alla Coppa Italia con un turnover di 11/11 tra campionato e Coppa. Oggi, con più alternative nonostante gli infortuni, crede che domani questa partita se la giocherà?

“La Coppa Italia in queste fasi non finali è sempre stata utilizzata da tutti per fare un po’ di turnover: dare minuti a chi ne ha pochi, rimettere in ritmo chi rientra da un infortunio, fare rotazioni. Succederà anche domani, sia per il Napoli sia per il Cagliari, che nel weekend avranno impegni importanti in campionato. Mi aspetto tanti cambi da entrambe le parti. Il Napoli, pur avendo degli infortunati, ha comunque la possibilità di ruotare cinque o sei giocatori e rimanere favorito per il passaggio del turno. L’aspetto fondamentale è l’approccio. Se prendi la partita sottogamba, puoi andare in difficoltà anche con una buona formazione. Se invece affronti l’impegno seriamente e rispetti l’avversario, anche cambiando molto, riduci il rischio di sorprese".

Mi riferisco al Rastelli attaccante: Neres è l’uomo copertina di questa svolta del Napoli?

“Sicuramente sì. Insieme a Lang sono i due giocatori che hanno dato nuove energie a questo Napoli, grazie anche al nuovo assetto tattico. Neres, oltre a dare ampiezza, è quello che gioca tra le linee e che si avvicina di più alla punta, riuscendo a dialogare e a fare superiorità. Lo stesso fa Lang: uno dei due si avvicina sempre alla punta centrale per dargli supporto. È chiaro che Neres, con i gol e gli strappi continui, in questo momento sta facendo davvero la differenza".

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A "1 Football Club", programma radiofonico in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Massimo Rastelli, ex allenatore del Cagliari ed ex attaccante, fra le tante, di Napoli e Como. Di seguito, un estratto dell'intervista.

Mister, se tre indizi – come spesso si dice – fanno una prova, dopo le vittorie con Atalanta, Qarabag e soprattutto Roma possiamo dire che la crisi in casa Napoli sia stata archiviata?

“Superata brillantemente, con grande senso di responsabilità da parte di tutti. Si è rivisto il Napoli che tutti vorrebbero vedere: grintoso, tosto, determinato, pieno di energie e di voglia di fare risultato. Nonostante le difficoltà affrontate dall’inizio della stagione, tra infortuni e assenze, questa settimana così piena di segnali positivi permette di guardare al futuro con più ottimismo".

Ha menzionato ancora una volta il tema degli infortuni. Quando una squadra, già a fine novembre, conta 17 infortuni muscolari – alcuni giocatori si sono fermati due volte, altri hanno avuto problemi seri finendo sotto i ferri – di chi o cosa è la colpa?

“Dall’esterno è difficilissimo dare un giudizio oggettivo. Ho giocato a calcio e dico che di allenamento non è mai morto nessuno, te lo posso assicurare. Ho giocato vent’anni, ho affrontato tutte le preparazioni, l’avvento dei preparatori atletici, le nuove metodologie… e ti garantisco che non esiste un allenamento che ‘ti ammazza’. Credo ci siano una serie di fattori che possono portare un giocatore a infortunarsi: uno su tutti è la pressione di dover andare sempre oltre, di migliorarsi. Questo a volte ti porta ad avere infortuni. Ma non penso assolutamente a errori di preparazione o sovraccarichi, non è un problema riconducibile allo staff. È normale che il presidente abbia chiesto spiegazioni su un numero così alto di infortuni. Il confronto c’è sempre. Ma qui parliamo di un allenatore di primo livello e di uno staff di primissimo livello, con un monitoraggio continuo: i giocatori lavorano con i GPS, tutto è registrato. Ogni movimento viene controllato, ogni dato viene analizzato. A fine allenamento lo staff tecnico e l’allenatore hanno tutto: carichi, intensità, feedback dei calciatori. Per questo non credo a errori nei carichi di lavoro".

Ha allenato anche il Cagliari. L’anno scorso abbiamo visto un Napoli palesemente disinteressato alla Coppa Italia con un turnover di 11/11 tra campionato e Coppa. Oggi, con più alternative nonostante gli infortuni, crede che domani questa partita se la giocherà?

“La Coppa Italia in queste fasi non finali è sempre stata utilizzata da tutti per fare un po’ di turnover: dare minuti a chi ne ha pochi, rimettere in ritmo chi rientra da un infortunio, fare rotazioni. Succederà anche domani, sia per il Napoli sia per il Cagliari, che nel weekend avranno impegni importanti in campionato. Mi aspetto tanti cambi da entrambe le parti. Il Napoli, pur avendo degli infortunati, ha comunque la possibilità di ruotare cinque o sei giocatori e rimanere favorito per il passaggio del turno. L’aspetto fondamentale è l’approccio. Se prendi la partita sottogamba, puoi andare in difficoltà anche con una buona formazione. Se invece affronti l’impegno seriamente e rispetti l’avversario, anche cambiando molto, riduci il rischio di sorprese".

Mi riferisco al Rastelli attaccante: Neres è l’uomo copertina di questa svolta del Napoli?

“Sicuramente sì. Insieme a Lang sono i due giocatori che hanno dato nuove energie a questo Napoli, grazie anche al nuovo assetto tattico. Neres, oltre a dare ampiezza, è quello che gioca tra le linee e che si avvicina di più alla punta, riuscendo a dialogare e a fare superiorità. Lo stesso fa Lang: uno dei due si avvicina sempre alla punta centrale per dargli supporto. È chiaro che Neres, con i gol e gli strappi continui, in questo momento sta facendo davvero la differenza".