Arrigo Sacchi, ex allenatore, ha rilasciato alcune dichiarazioni durante la trasmissione sportiva Radio Goal su Radio Kiss Kiss Napoli. Ecco quanto evidenziato da "Napoli Magazine": “Maradona è stato un genio del calcio. Uno dei fuoriclasse che ha scritto la storia del calcio mondiale. L'unico modo per poterlo fermare era giocare di squadra. Lui era l'eccezione a qualunque regola. Era un professionista con generosità e un'estrema qualità. Maradona era il non plus ultra. Giocava con la squadra e per la squadra. Non sempre si allenava però ripagava tutti. C'era feeling con tutti i suoi compagni. Mi ricordo che lui mi telefonò e mi disse di venire a Napoli. Mi disse che con Maradona e Careca in squadra, si partiva già con un gol di vantaggio. Per me però era restare dov'ero. Sono dell'idea che se stai bene in un posto, devi restare lì. Quando giocavi contro Maradona, da una parte ti caricavi al massimo, perché sapevi che stavo giocando contro il giocatore più forte del mondo. Contro di noi segnò un gol da fuori area di testa, da 10 metri di distanza. Riusciva a spostare i giganti in campo. Grande avversario e grandi onori. Lui poteva nobilitare una partita inguardabile. Maradona ha permesso al calcio di aggiornarsi, di evolversi, di andare avanti. Gli faccio tanti auguri di buon compleanno. Mondiale negli USA? Quando si fanno le cose al massimo delle possibilità, quella sarà sempre una vittoria, e non si avranno mai rammarichi. Io non ho rammarichi. C'è sempre un rapporto tra la grandezza dei sogni e la grandezza dei risultati, ma mai avrei pensato di avere dei riconoscimenti che sono andati oltre il sogno".
di Napoli Magazine
30/10/2024 - 15:10
Arrigo Sacchi, ex allenatore, ha rilasciato alcune dichiarazioni durante la trasmissione sportiva Radio Goal su Radio Kiss Kiss Napoli. Ecco quanto evidenziato da "Napoli Magazine": “Maradona è stato un genio del calcio. Uno dei fuoriclasse che ha scritto la storia del calcio mondiale. L'unico modo per poterlo fermare era giocare di squadra. Lui era l'eccezione a qualunque regola. Era un professionista con generosità e un'estrema qualità. Maradona era il non plus ultra. Giocava con la squadra e per la squadra. Non sempre si allenava però ripagava tutti. C'era feeling con tutti i suoi compagni. Mi ricordo che lui mi telefonò e mi disse di venire a Napoli. Mi disse che con Maradona e Careca in squadra, si partiva già con un gol di vantaggio. Per me però era restare dov'ero. Sono dell'idea che se stai bene in un posto, devi restare lì. Quando giocavi contro Maradona, da una parte ti caricavi al massimo, perché sapevi che stavo giocando contro il giocatore più forte del mondo. Contro di noi segnò un gol da fuori area di testa, da 10 metri di distanza. Riusciva a spostare i giganti in campo. Grande avversario e grandi onori. Lui poteva nobilitare una partita inguardabile. Maradona ha permesso al calcio di aggiornarsi, di evolversi, di andare avanti. Gli faccio tanti auguri di buon compleanno. Mondiale negli USA? Quando si fanno le cose al massimo delle possibilità, quella sarà sempre una vittoria, e non si avranno mai rammarichi. Io non ho rammarichi. C'è sempre un rapporto tra la grandezza dei sogni e la grandezza dei risultati, ma mai avrei pensato di avere dei riconoscimenti che sono andati oltre il sogno".