A “1 Football Club”, su 1 Station Radio, è intervenuto Ivano Trotta, allenatore ed ex calciatore di Napoli e Juve.
Mister Trotta, il Napoli ha vinto lo Scudetto ai danni dell’Inter, con un punto in più rispetto alla squadra di Simone Inzaghi. Lei che ha fatto parte della prima ora del progetto De Laurentiis, che emozioni ha provato?
“È una grande emozione, perché comunque negli ultimi anni il Napoli ha vinto due Scudetti dopo un’attesa lunga trentatré anni. Non voglio dire che ci stiamo abituando a festeggiare, ma sono sensazioni davvero belle. Sono stati due Scudetti straordinari, ma arrivati in modi diversi: uno più dominato, l’altro più sofferto. Il Napoli è stato bravissimo a fare tanti punti, approfittando delle tante occasioni sprecate dall’Inter. Il Napoli, però, è stato lucido e ha saputo approfittarne. È sempre una grande emozione, in piccolo è ciò che abbiamo fatto noi tanti anni fa, ritornando in Serie A. L’importanza è diversa, certo, ma è stato un processo di crescita che ha portato a ciò che vediamo oggi. Un processo di crescita che, oltre a portare due Scudetti in tre stagioni e quindi a rafforzare la credibilità del club, ha inserito il Napoli nel gotha del calcio italiano. In passato, le squadre raccoglievano solo le briciole lasciate dalle big del Nord. Oggi, la questione Conte – con il tecnico che tratta per la sua permanenza sulla panchina azzurra – sta bloccando di fatto le panchine delle grandi, Milan e Juventus in primis. È una svolta epocale per il calcio italiano. Che bellezza, è proprio così. Una riflessione del genere, fino a qualche anno fa, non si sarebbe nemmeno immaginata. Il Nord dominava e basta. Oggi Napoli è una piazza ambita, anche perché, secondo me, è cambiato in parte anche il modo di ragionare del presidente. Al netto di qualche dissapore sul mercato di gennaio, credo che De Laurentiis quest’anno abbia deciso di investire per dare continuità al progetto Napoli, sia in Italia che in Europa. Il fatto che Conte stia approfondendo la possibilità di restare è un ottimo segnale per i tifosi, perché se rimane lui vuol dire che ci sono garanzie anche sul mercato. Quindi sarà una squadra fortissima. Il Napoli campione d’Italia è un capolavoro firmato da De Laurentiis, che dopo anni di gestione oculata, si è giocato tutto con Conte e ha portato a casa il secondo Scudetto, tenendo testa ai giganti ancora una volta".
Antonio Conte, dunque, ha rappresentato una svolta. Solo lui, dopo la scorsa stagione, avrebbe potuto fare qualcosa di così clamoroso a Napoli?
“Sì, solo Conte poteva fare qualcosa di così eclatante. Ci si aspettava un piazzamento in Champions, che sarebbe stato accolto con favore dalla piazza, ma vincere lo Scudetto… è stato incredibile. Di Lorenzo, in un’intervista, ha detto: ‘Sono rimasto perché Conte mi ha detto che aveva bisogno di me, ma poi ci siamo resi conto che noi avevamo bisogno di lui’. È una frase bellissima e significativa, e chi meglio del capitano può confermare che davvero la svolta è stata l’arrivo di Conte a Napoli. Non è stata una trattativa facile, perché è vero che Conte guadagna tanto, ma avrebbe potuto guadagnare tanto anche altrove. Il punto è che Conte, ovunque vada, porta risultati importanti e soprattutto immediati".
C’è un calciatore che l’ha colpito in modo particolare?
“Sicuramente Scott McTominay. Non solo è stato un centrocampista di grande impatto, ma è riuscito a imporsi alla prima stagione in Serie A venendo eletto MVP. Mi ricordo quando ho detto che era il centrocampista più forte della Serie A, anche più di Barella, e sono stato insultato sui social. Per me è un giocatore formidabile, e infatti è stato anche premiato per questo. Alla fine, ha rimesso le cose a posto, facendomi avere ragione!”.
Secondo lei, perché Conte avrebbe voluto lasciare Napoli per tornare alla Juventus?
“Non credo fosse davvero voglia di tornare alla Juventus. Penso più che altro che volesse andare via da Napoli perché sapeva di aver fatto qualcosa di straordinario. E nel momento in cui, secondo lui, c’era bisogno di rinforzi a gennaio, non è stato accontentato. Le imprese riescono una volta, e lui non voleva rovinare ciò che di buono era stato fatto quest’anno. Se ora resta, è perché quei sette-otto giocatori che lui pretende, arriveranno".
di Napoli Magazine
29/05/2025 - 11:13
A “1 Football Club”, su 1 Station Radio, è intervenuto Ivano Trotta, allenatore ed ex calciatore di Napoli e Juve.
Mister Trotta, il Napoli ha vinto lo Scudetto ai danni dell’Inter, con un punto in più rispetto alla squadra di Simone Inzaghi. Lei che ha fatto parte della prima ora del progetto De Laurentiis, che emozioni ha provato?
“È una grande emozione, perché comunque negli ultimi anni il Napoli ha vinto due Scudetti dopo un’attesa lunga trentatré anni. Non voglio dire che ci stiamo abituando a festeggiare, ma sono sensazioni davvero belle. Sono stati due Scudetti straordinari, ma arrivati in modi diversi: uno più dominato, l’altro più sofferto. Il Napoli è stato bravissimo a fare tanti punti, approfittando delle tante occasioni sprecate dall’Inter. Il Napoli, però, è stato lucido e ha saputo approfittarne. È sempre una grande emozione, in piccolo è ciò che abbiamo fatto noi tanti anni fa, ritornando in Serie A. L’importanza è diversa, certo, ma è stato un processo di crescita che ha portato a ciò che vediamo oggi. Un processo di crescita che, oltre a portare due Scudetti in tre stagioni e quindi a rafforzare la credibilità del club, ha inserito il Napoli nel gotha del calcio italiano. In passato, le squadre raccoglievano solo le briciole lasciate dalle big del Nord. Oggi, la questione Conte – con il tecnico che tratta per la sua permanenza sulla panchina azzurra – sta bloccando di fatto le panchine delle grandi, Milan e Juventus in primis. È una svolta epocale per il calcio italiano. Che bellezza, è proprio così. Una riflessione del genere, fino a qualche anno fa, non si sarebbe nemmeno immaginata. Il Nord dominava e basta. Oggi Napoli è una piazza ambita, anche perché, secondo me, è cambiato in parte anche il modo di ragionare del presidente. Al netto di qualche dissapore sul mercato di gennaio, credo che De Laurentiis quest’anno abbia deciso di investire per dare continuità al progetto Napoli, sia in Italia che in Europa. Il fatto che Conte stia approfondendo la possibilità di restare è un ottimo segnale per i tifosi, perché se rimane lui vuol dire che ci sono garanzie anche sul mercato. Quindi sarà una squadra fortissima. Il Napoli campione d’Italia è un capolavoro firmato da De Laurentiis, che dopo anni di gestione oculata, si è giocato tutto con Conte e ha portato a casa il secondo Scudetto, tenendo testa ai giganti ancora una volta".
Antonio Conte, dunque, ha rappresentato una svolta. Solo lui, dopo la scorsa stagione, avrebbe potuto fare qualcosa di così clamoroso a Napoli?
“Sì, solo Conte poteva fare qualcosa di così eclatante. Ci si aspettava un piazzamento in Champions, che sarebbe stato accolto con favore dalla piazza, ma vincere lo Scudetto… è stato incredibile. Di Lorenzo, in un’intervista, ha detto: ‘Sono rimasto perché Conte mi ha detto che aveva bisogno di me, ma poi ci siamo resi conto che noi avevamo bisogno di lui’. È una frase bellissima e significativa, e chi meglio del capitano può confermare che davvero la svolta è stata l’arrivo di Conte a Napoli. Non è stata una trattativa facile, perché è vero che Conte guadagna tanto, ma avrebbe potuto guadagnare tanto anche altrove. Il punto è che Conte, ovunque vada, porta risultati importanti e soprattutto immediati".
C’è un calciatore che l’ha colpito in modo particolare?
“Sicuramente Scott McTominay. Non solo è stato un centrocampista di grande impatto, ma è riuscito a imporsi alla prima stagione in Serie A venendo eletto MVP. Mi ricordo quando ho detto che era il centrocampista più forte della Serie A, anche più di Barella, e sono stato insultato sui social. Per me è un giocatore formidabile, e infatti è stato anche premiato per questo. Alla fine, ha rimesso le cose a posto, facendomi avere ragione!”.
Secondo lei, perché Conte avrebbe voluto lasciare Napoli per tornare alla Juventus?
“Non credo fosse davvero voglia di tornare alla Juventus. Penso più che altro che volesse andare via da Napoli perché sapeva di aver fatto qualcosa di straordinario. E nel momento in cui, secondo lui, c’era bisogno di rinforzi a gennaio, non è stato accontentato. Le imprese riescono una volta, e lui non voleva rovinare ciò che di buono era stato fatto quest’anno. Se ora resta, è perché quei sette-otto giocatori che lui pretende, arriveranno".