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UNDER 21 - Lorenzo Insigne: "La maglia numero 10? Tutta la squadra ha voluto darla a me"
17.06.2013 19:37 di Napoli Magazine Fonte: Corriere dello Sport


TEL AVIV (ISRAELE) - Insigne è soddisfatto delle parole di Benitez e nella conferenza stampa di vigilia della sfida contro la Spagna, gara che vale l'Europeo Under 21 ha voluto esprimere tutto il suo orgoglio per i complimenti del suo nuovo allenatore: «Sono frasi che fanno molto piacere anche se io in questo momento sono concentrato soprattutto sulla sfida di domani contro le "Furie Rosse". Al Napoli e a Benitez tornerò a pensare dopo la fine dell'Europeo».



LA SFIDA CON LA SPAGNA - Il talento del Napoli ha poi parlato al sito dell'Uefa:  «Arrivare ad una finale Under 21 è un'emozione incredibile. Abbiamo fatto tanto per arrivare fino a qui grazie sia a Ferrara che era prima sulla panchina e ha dato un grosso contributo e a mister Mangia, che è stato per noi fondamentale. Ci ha aiutato tanto, soprattutto a formare un grande gruppo perché la forza di questa squadra non è il singolo, ma sono tutti e 23 i giocatori. Siamo sempre uniti, chiunque scende in campo aiuta a mantenere sempre grande serenità e concentrazione». Parola di Lorenzo Insigne che in un'intervista al sito dell'Uefa esprime tutta la sua gioia per aver centrato la finale degli Europei di categoria. Ora però ci sarà l'impegno più difficile, quello contro la Spagna. Insigne da questo punto di vista non è affatto preoccupato: «Non credo ci siano particolari differenze, noi siamo un'ottima squadra e anche loro hanno giocatori molto importanti che sono stati in Nazionale maggiore. Siamo arrivati fino alla finale e chi è più bravo vincerà».



IL PERICOLO E LE CONDIZIONI FISICHE - Ricetta facile quella del talento partenopeo che però non vuole pensare a quelli che danno per favorita la Spagna: «A noi non interessa. L'importante è scendere in campo martedì e pensare esclusivamente a noi stessi. Siamo tutti uniti e cercheremo di dare il massimo per vincere. Pericolo numero 1? Isco perché ha una marcia in più. Le mie condizioni fisiche? Sono partito bene segnando contro l'Inghilterra il gol che ci ha permesso di vincere, poi contro Israele ho subito un forte colpo. Pensavo di essermi rotto qualcosa, talmente era forte il dolore. Dai controlli, fortunatamente, non è emerso nulla di grave. I dottori, i fisioterapisti e tutto lo staff mi hanno dato una grande mano a recuperare. Non pensavo più di giocare, ma fino alla fine mi hanno supportato, mi hanno curato e mi hanno trasmesso serenità. È grazie a loro che ho giocato la semifinale».



IL RAPPORTO CON MANGIA E LA NUMERO 10 - Insigne si concentra poi su Mangia, sul rapporto con il ct: «Con lui mi sono sempre trovato bene, sin dall'inizio. Ci siamo parlati con chiarezza in ritiro e mi è sembrato fin dal primo istante una persona seria e corretta. È un grande allenatore, una brava persona soprattutto nel rapporto con i giocatori, non solo con undici ma con tutti e ventitre. Si fa voler bene e non fa sentire nessuno escluso. Se c'è una frase che mi ripete più spesso? "Gioca come sai perché sei forte e hai talento. Non pensare a nessuno, pensa solo a quello che ti dico e continua così"». Per quanto riguarda i comportamenti Insigne ammette ancora qualche lacuna: «Devo cercare di stare più calmo, per esempio quando la squadra va in difficoltà o inizia a non "girare" bene. Devo fare semplicemente tutto quello che ho in mente quando ho la palla. Io numero 10? I numeri di maglia li abbiamo scelti in base alle presenze, ma quando è stato il momento di consegnare la numero 10, tutta la squadra ha voluto darlo a me. I miei compagni mi danno tanto fiducia e sono molto contento perché prima di esser compagni di squadra siamo tutti amici fuori dal campo. Indossare questa maglia non la vivo come una responsabilità, sono solo contento che abbiano fatto questa scelta e io mi sto impegnando al massimo sul campo per dar loro ragione della loro decisione. Un po' di agitazione è normale ci sia prima di partite importanti, però cerco sempre di stare tranquillo, di non pensarci troppo».



«SPERIAMO DI VINCERE» - Infine una battuta sull'esperienza in Israele: «È un tassello in più che ti permette di arrivare fino alla nazionale maggiore. Parlando anche con l'allenatore, eravamo entrambi d'accordo che venire qua e disputare un Europeo U21 fosse importante per la mia crescita. Sono contento di esser qui, siamo arrivati fino alla finale e ce la giocheremo per vincere il trofeo. Se dovessimo vincere la Coppa sarà certamente un'emozione bellissima, non solo per me ma anche per tutti i miei compagni e per lo staff. Spero che andrà bene».


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UNDER 21 - Lorenzo Insigne: "La maglia numero 10? Tutta la squadra ha voluto darla a me"

di Napoli Magazine

17/06/2013 - 19:37


TEL AVIV (ISRAELE) - Insigne è soddisfatto delle parole di Benitez e nella conferenza stampa di vigilia della sfida contro la Spagna, gara che vale l'Europeo Under 21 ha voluto esprimere tutto il suo orgoglio per i complimenti del suo nuovo allenatore: «Sono frasi che fanno molto piacere anche se io in questo momento sono concentrato soprattutto sulla sfida di domani contro le "Furie Rosse". Al Napoli e a Benitez tornerò a pensare dopo la fine dell'Europeo».



LA SFIDA CON LA SPAGNA - Il talento del Napoli ha poi parlato al sito dell'Uefa:  «Arrivare ad una finale Under 21 è un'emozione incredibile. Abbiamo fatto tanto per arrivare fino a qui grazie sia a Ferrara che era prima sulla panchina e ha dato un grosso contributo e a mister Mangia, che è stato per noi fondamentale. Ci ha aiutato tanto, soprattutto a formare un grande gruppo perché la forza di questa squadra non è il singolo, ma sono tutti e 23 i giocatori. Siamo sempre uniti, chiunque scende in campo aiuta a mantenere sempre grande serenità e concentrazione». Parola di Lorenzo Insigne che in un'intervista al sito dell'Uefa esprime tutta la sua gioia per aver centrato la finale degli Europei di categoria. Ora però ci sarà l'impegno più difficile, quello contro la Spagna. Insigne da questo punto di vista non è affatto preoccupato: «Non credo ci siano particolari differenze, noi siamo un'ottima squadra e anche loro hanno giocatori molto importanti che sono stati in Nazionale maggiore. Siamo arrivati fino alla finale e chi è più bravo vincerà».



IL PERICOLO E LE CONDIZIONI FISICHE - Ricetta facile quella del talento partenopeo che però non vuole pensare a quelli che danno per favorita la Spagna: «A noi non interessa. L'importante è scendere in campo martedì e pensare esclusivamente a noi stessi. Siamo tutti uniti e cercheremo di dare il massimo per vincere. Pericolo numero 1? Isco perché ha una marcia in più. Le mie condizioni fisiche? Sono partito bene segnando contro l'Inghilterra il gol che ci ha permesso di vincere, poi contro Israele ho subito un forte colpo. Pensavo di essermi rotto qualcosa, talmente era forte il dolore. Dai controlli, fortunatamente, non è emerso nulla di grave. I dottori, i fisioterapisti e tutto lo staff mi hanno dato una grande mano a recuperare. Non pensavo più di giocare, ma fino alla fine mi hanno supportato, mi hanno curato e mi hanno trasmesso serenità. È grazie a loro che ho giocato la semifinale».



IL RAPPORTO CON MANGIA E LA NUMERO 10 - Insigne si concentra poi su Mangia, sul rapporto con il ct: «Con lui mi sono sempre trovato bene, sin dall'inizio. Ci siamo parlati con chiarezza in ritiro e mi è sembrato fin dal primo istante una persona seria e corretta. È un grande allenatore, una brava persona soprattutto nel rapporto con i giocatori, non solo con undici ma con tutti e ventitre. Si fa voler bene e non fa sentire nessuno escluso. Se c'è una frase che mi ripete più spesso? "Gioca come sai perché sei forte e hai talento. Non pensare a nessuno, pensa solo a quello che ti dico e continua così"». Per quanto riguarda i comportamenti Insigne ammette ancora qualche lacuna: «Devo cercare di stare più calmo, per esempio quando la squadra va in difficoltà o inizia a non "girare" bene. Devo fare semplicemente tutto quello che ho in mente quando ho la palla. Io numero 10? I numeri di maglia li abbiamo scelti in base alle presenze, ma quando è stato il momento di consegnare la numero 10, tutta la squadra ha voluto darlo a me. I miei compagni mi danno tanto fiducia e sono molto contento perché prima di esser compagni di squadra siamo tutti amici fuori dal campo. Indossare questa maglia non la vivo come una responsabilità, sono solo contento che abbiano fatto questa scelta e io mi sto impegnando al massimo sul campo per dar loro ragione della loro decisione. Un po' di agitazione è normale ci sia prima di partite importanti, però cerco sempre di stare tranquillo, di non pensarci troppo».



«SPERIAMO DI VINCERE» - Infine una battuta sull'esperienza in Israele: «È un tassello in più che ti permette di arrivare fino alla nazionale maggiore. Parlando anche con l'allenatore, eravamo entrambi d'accordo che venire qua e disputare un Europeo U21 fosse importante per la mia crescita. Sono contento di esser qui, siamo arrivati fino alla finale e ce la giocheremo per vincere il trofeo. Se dovessimo vincere la Coppa sarà certamente un'emozione bellissima, non solo per me ma anche per tutti i miei compagni e per lo staff. Spero che andrà bene».


Fonte: Corriere dello Sport