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FOCUS AZZURRO - Cammaroto su "NM": "Napoli, vinci per farti subito perdonare! Gli scenari all'orizzonte"
09.11.2019 17:20 di Napoli Magazine

NAPOLI - Peggio di quell'estate del 2004. L'ammutinamento di martedì scorso e la bufera del dopo Salisburgo decretano uno dei punti più bassi della storia calcistica del Napoli. Per fortuna non siamo di nuovo sprofondati nel pantano della B o della C eppure la vergogna e l'imbarazzo di questi giorni ricordano per tanti aspetti quelle assurde settimane di luglio e agosto in cui non sapevamo nemmeno se ci sarebbe stato più il calcio a Napoli, se la squadra l'avrebbe presa Gaucci, Pozzo o De Laurentiis. Ma stavolta i conti del club sono sin troppo in regola, e lo "sprofondo" è quello provocato dalla follia di una squadra che ha rifiutato di andare in ritiro, non a "pane e acqua" in montagna ma in un albergo, in città, e con un lauto stipendio milionario. Se questa era una "punizione" vorrebbero essere in tanti ad essere puniti in una suite con un assegno a nove zeri. De Laurentiis lo si può sostenere e condividere oppure criticare (ma in modo civile), nessun tesserato tuttavia ha il diritto di mettere in discussione le decisioni di un club, tanto più di una società come il Napoli che paga con regolarità gli stipendi ed è in Champions League. Non si può accettare quello che è accaduto e non si può consentire che una piazza e una tifoseria come Napoli venga mortificata in quel modo. Siamo di fronte a una figuraccia che si poteva evitare e non ha nessun senso, perché un ritiro per ritrovare concentrazione è una cosa normale e ci può stare, non significa andare in miniera sotto terra. E allora la quiete di queste ore è l'inevitabile tregua prima della tempesta finale, che per forza dovrà esserci. C'è una squadra che a gennaio potrebbe avere già la prima sforbiciata con due o tre cessioni, giuste e inevitabili. Ad oggi l'esperienza di Ancelotti a Napoli sembrerebbe già sancita. Circolano i primi nomi, auguriamoci che non siano quelli perchè Gasperini è un maestro all'Atalanta ma Bergamo non è Napoli e in una big ha già toppato, Spalletti vuole la luna ma non ha mai vinto niente, De Biasi no comment, per assurdo soltanto uno come Gattuso potrebbe avere una sua dimensione in una piazza che ha bisogno di un domatore di leoni su quella panchina. Mi arrivano voci concrete che la storia di Callejon e Mertens sia sul serio ai titoli di coda e che la Cina a gennaio è più di una suggestione, di certo questa rivolta ha stroncato i discorsi sul rinnovo. Insigne torna al centro dei rumors per un addio a giugno, probabile ma complicato per le cifre che ballano. Allan potrà essersi scusato ma sembrerebbe virtualmente fuori dal progetto, e di fatto dopo il mancato volo per Parigi la sua esperienza in azzurro non è stata entusiasmante. Si muovono le acque anche per Koulibaly ma qui attenzione perchè si rischia di svalutare un capitale che ieri potevi vendere a 120 milioni e oggi rischia di sprofondare a nemmeno la metà. Ci sarà tempo per capire chi e quanti saranno gli epurati, ora bisogna tornare in campo e affrontare la protesta della gente, delusa, offesa per questo teatrino. Ancelotti è all'ultima chiamata, i calciatori pure ma non si può cacciarli in 25 e allora si aspetta un sussulto di orgoglio e dignità. Napoli e il Napoli non meritano quella vergogna, tornare a lottare e vincere è un dovere. E' il momento di pedalare, l'unica via per farsi perdonare è smettere di fare i bambini e tornare a dimostrarsi uomini veri.

 

 

Emanuele Cammaroto

 

Napoli Magazine

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com

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09/11/2024 - 17:20

NAPOLI - Peggio di quell'estate del 2004. L'ammutinamento di martedì scorso e la bufera del dopo Salisburgo decretano uno dei punti più bassi della storia calcistica del Napoli. Per fortuna non siamo di nuovo sprofondati nel pantano della B o della C eppure la vergogna e l'imbarazzo di questi giorni ricordano per tanti aspetti quelle assurde settimane di luglio e agosto in cui non sapevamo nemmeno se ci sarebbe stato più il calcio a Napoli, se la squadra l'avrebbe presa Gaucci, Pozzo o De Laurentiis. Ma stavolta i conti del club sono sin troppo in regola, e lo "sprofondo" è quello provocato dalla follia di una squadra che ha rifiutato di andare in ritiro, non a "pane e acqua" in montagna ma in un albergo, in città, e con un lauto stipendio milionario. Se questa era una "punizione" vorrebbero essere in tanti ad essere puniti in una suite con un assegno a nove zeri. De Laurentiis lo si può sostenere e condividere oppure criticare (ma in modo civile), nessun tesserato tuttavia ha il diritto di mettere in discussione le decisioni di un club, tanto più di una società come il Napoli che paga con regolarità gli stipendi ed è in Champions League. Non si può accettare quello che è accaduto e non si può consentire che una piazza e una tifoseria come Napoli venga mortificata in quel modo. Siamo di fronte a una figuraccia che si poteva evitare e non ha nessun senso, perché un ritiro per ritrovare concentrazione è una cosa normale e ci può stare, non significa andare in miniera sotto terra. E allora la quiete di queste ore è l'inevitabile tregua prima della tempesta finale, che per forza dovrà esserci. C'è una squadra che a gennaio potrebbe avere già la prima sforbiciata con due o tre cessioni, giuste e inevitabili. Ad oggi l'esperienza di Ancelotti a Napoli sembrerebbe già sancita. Circolano i primi nomi, auguriamoci che non siano quelli perchè Gasperini è un maestro all'Atalanta ma Bergamo non è Napoli e in una big ha già toppato, Spalletti vuole la luna ma non ha mai vinto niente, De Biasi no comment, per assurdo soltanto uno come Gattuso potrebbe avere una sua dimensione in una piazza che ha bisogno di un domatore di leoni su quella panchina. Mi arrivano voci concrete che la storia di Callejon e Mertens sia sul serio ai titoli di coda e che la Cina a gennaio è più di una suggestione, di certo questa rivolta ha stroncato i discorsi sul rinnovo. Insigne torna al centro dei rumors per un addio a giugno, probabile ma complicato per le cifre che ballano. Allan potrà essersi scusato ma sembrerebbe virtualmente fuori dal progetto, e di fatto dopo il mancato volo per Parigi la sua esperienza in azzurro non è stata entusiasmante. Si muovono le acque anche per Koulibaly ma qui attenzione perchè si rischia di svalutare un capitale che ieri potevi vendere a 120 milioni e oggi rischia di sprofondare a nemmeno la metà. Ci sarà tempo per capire chi e quanti saranno gli epurati, ora bisogna tornare in campo e affrontare la protesta della gente, delusa, offesa per questo teatrino. Ancelotti è all'ultima chiamata, i calciatori pure ma non si può cacciarli in 25 e allora si aspetta un sussulto di orgoglio e dignità. Napoli e il Napoli non meritano quella vergogna, tornare a lottare e vincere è un dovere. E' il momento di pedalare, l'unica via per farsi perdonare è smettere di fare i bambini e tornare a dimostrarsi uomini veri.

 

 

Emanuele Cammaroto

 

Napoli Magazine

 

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