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G-FACTOR - Gianfranco Lucariello su "NM": "Napoli, ADL, l’arma play off e una preghiera a Gattuso"
01.08.2020 16:42 di Napoli Magazine

NAPOLI - Molte battaglie sanguinose, un'iradiddìo don Aurelio, mai così scatenato prima d'ora su tutti i fronti. E non le manda mica a dire il patron che quando parte a testa bassa piazza colpi che lasciano il segno e fanno male. È vero che dopo gli anni di apprendistato don Aurelio ha ormai acquisito una totale e profonda conoscenza del mondo del nostro calcio, delle poche cose belle che riesce ancora ad offrire e di tutto quello che non funziona e che hanno retrocesso il calcio italiano tra i peggiori a livello continentale, sia per il pessimo spettacolo offerto dai club sul terreno di gioco che per le condizioni economico-finanziarie di questo apparato che detiene la quarta-quinta posizione tra le grandi industrie del Paese. Ma gli introiti non sono sufficientemente tali da poter adeguare spettacolo e risultati sul piano europeo, a meno che quest'anno Madama la Juve non vinca la Champions che non riesce a vincere. Ma c'è un discorso parecchio importante che riguarda il campionato di calcio di serie A, in cui la Juve imperversa da una decina d'anni senza che nessuno sia in grado di interrompere la sua ormai stucchevole marcia. È la gente non ne può più, tanto vince sempre Madama. Controcorrente, un'idea però Aurelio l'ha avuta, ed è come aver acceso la miccia di un congegno ad alto potenziale nella bagarre del calcio italiano, i play off, una rivoluzione in un football che non crea più emozioni. Apriti cielo. Il progetto ha fatto esplodere "scienziati e sapientoni” legatissimi alle vecchie regole che nella mediocrità del nostro calcio hanno finora contribuito a consegnare un bel numero di scudetti alla Juve. Ed è anche comprensibile la reazione della Vecchia Signora che dei play off non ne vuole sapere per evitare spiacevoli eventuali sorprese nella lotteria degli spareggi. Un altro fronte di battaglia in cui don Aurelio è impegnatissimo riguarda la piattaforma tv che il patron vuole avviare alla Lega per aumentarne gli introiti. Tutti d'accordo? Macchè. C'è chi sta orientando diversamente le società. La Juve - guarda caso - non ha preso parte alle riunioni organizzate dal patron azzurro, ora lanciatissimo in un'altra battaglia, quella di far cambiare sede alla supersfida col Barcellona programmata al Camp Nou per l'8 agosto, a causa della pandemia che si è riaccesa proprio in Catalogna. In questo lasso di tempo il Napoli si ripresenta al San Paolo contro la Lazio di Ciro Immobile che bussa a gol per battere il record di 36 reti detenuto da Higuain in maglia azzurra. Ma per Gattuso e i suoi giocatori, speriamo definitivamente rientrati quest'ultimi dagli svaghi isolani e partenopei, il match rappresenta la prova generale della partita dentro-fuori col Barcellona. Una preghiera comune a Gattuso: lasci a casa Milik. Non si può giocare ancora in dieci come è successo finora, facendo arrabbiare di brutto don Aurelio che a fine mese apre comunque le casse per saldare gli stipendi. Non sarebbe d'altronde un caso se gli venisse in testa una bella pensata, quella di ripercorrere uno straordinario copione del grande Eduardo, quale?, "Non ti pago”, certo, una strana idea, però però...

 

 

Gianfranco Lucariello

 

Napoli Magazine

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com

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01/08/2024 - 16:42

NAPOLI - Molte battaglie sanguinose, un'iradiddìo don Aurelio, mai così scatenato prima d'ora su tutti i fronti. E non le manda mica a dire il patron che quando parte a testa bassa piazza colpi che lasciano il segno e fanno male. È vero che dopo gli anni di apprendistato don Aurelio ha ormai acquisito una totale e profonda conoscenza del mondo del nostro calcio, delle poche cose belle che riesce ancora ad offrire e di tutto quello che non funziona e che hanno retrocesso il calcio italiano tra i peggiori a livello continentale, sia per il pessimo spettacolo offerto dai club sul terreno di gioco che per le condizioni economico-finanziarie di questo apparato che detiene la quarta-quinta posizione tra le grandi industrie del Paese. Ma gli introiti non sono sufficientemente tali da poter adeguare spettacolo e risultati sul piano europeo, a meno che quest'anno Madama la Juve non vinca la Champions che non riesce a vincere. Ma c'è un discorso parecchio importante che riguarda il campionato di calcio di serie A, in cui la Juve imperversa da una decina d'anni senza che nessuno sia in grado di interrompere la sua ormai stucchevole marcia. È la gente non ne può più, tanto vince sempre Madama. Controcorrente, un'idea però Aurelio l'ha avuta, ed è come aver acceso la miccia di un congegno ad alto potenziale nella bagarre del calcio italiano, i play off, una rivoluzione in un football che non crea più emozioni. Apriti cielo. Il progetto ha fatto esplodere "scienziati e sapientoni” legatissimi alle vecchie regole che nella mediocrità del nostro calcio hanno finora contribuito a consegnare un bel numero di scudetti alla Juve. Ed è anche comprensibile la reazione della Vecchia Signora che dei play off non ne vuole sapere per evitare spiacevoli eventuali sorprese nella lotteria degli spareggi. Un altro fronte di battaglia in cui don Aurelio è impegnatissimo riguarda la piattaforma tv che il patron vuole avviare alla Lega per aumentarne gli introiti. Tutti d'accordo? Macchè. C'è chi sta orientando diversamente le società. La Juve - guarda caso - non ha preso parte alle riunioni organizzate dal patron azzurro, ora lanciatissimo in un'altra battaglia, quella di far cambiare sede alla supersfida col Barcellona programmata al Camp Nou per l'8 agosto, a causa della pandemia che si è riaccesa proprio in Catalogna. In questo lasso di tempo il Napoli si ripresenta al San Paolo contro la Lazio di Ciro Immobile che bussa a gol per battere il record di 36 reti detenuto da Higuain in maglia azzurra. Ma per Gattuso e i suoi giocatori, speriamo definitivamente rientrati quest'ultimi dagli svaghi isolani e partenopei, il match rappresenta la prova generale della partita dentro-fuori col Barcellona. Una preghiera comune a Gattuso: lasci a casa Milik. Non si può giocare ancora in dieci come è successo finora, facendo arrabbiare di brutto don Aurelio che a fine mese apre comunque le casse per saldare gli stipendi. Non sarebbe d'altronde un caso se gli venisse in testa una bella pensata, quella di ripercorrere uno straordinario copione del grande Eduardo, quale?, "Non ti pago”, certo, una strana idea, però però...

 

 

Gianfranco Lucariello

 

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