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G-FACTOR - G. Lucariello su "NM": "Napoli, ora niente scherzi"
01.05.2021 18:24 di Napoli Magazine

NAPOLI - Niente scherzi, fronte comune, tutti uniti. Se pensiamo che con il Cagliari sarà una passeggiata, beh, siamo fuori di testa: finiamo a mare con tutti i burattini, mandando a monte il miracolo azzurro fatto di dedizione, di sforzi infiniti, di attaccamento alla maglia, di amore e di sacrifici fisici e mentali che finora costituiscono le componenti della rinascita del Napoli, dopo il periodo di crisi. Insomma occhio al Cagliari che al Tempio di Fuorigrotta viene per fare risultato necessario agli isolani per dare forza alla lotta per la salvezza. Per la squadra di Semplici è un match da battaglia, i rossoblù vantano dei buonissimi risultati nelle ultime cinque partite e vogliono rafforzare la loro posizione laggiù in classifica per venir fuori dai problemi. E il Napoli?, vuole continuare a volare sulla spinta di un intero gruppo inarrendevole che si sta battendo con il coltello tra i denti sfoderando soprattutto un gioco di primissimo livello, tale da far capovolgere pareri e critiche negative di qualche tempo fa. Per Gattuso apparentemente non è cambiato nulla, tira avanti per la sua strada e bada al sodo: Ringhio affronta e tiene a bada l’ebrezza dell’alta classifica frenando facili entusiasmi e presunte pericolose convinzioni di superiorità del gruppo azzurro nei confronti di avversari come il Cagliari, voglioso a sua volta di tornarsene in Sardegna con qualche punto in più. “Non abbiamo fatto ancora niente”, ha fatto presente Gattuso che non molla e che stimola gli azzurri riportandoli con i piedi per terra. D’altronde mancano cinque partite alla conclusione della stagione e non si può che continuare nell’accelerazione finora espressa. Insomma è proibito rilassarsi, considerando pure che da qui alla fine gli avversari sono di bassa classifica e che combatteranno tutti con il coltello tra i denti. Ecco perché il timoniere tiene tutti sulla corda, il Napoli è in zona Champions e ci deve restare: città e popolo azzurro meritano d’altronde di far parte dell’élitè del calcio europeo con una squadra di altissimo livello. Altro che ricostruzione e rifondazione: vanno fatte le operazioni utili e necessarie per migliorare questa squadra senza compromettere il livello raggiunto e senza sfasciare i ranghi. Non c’è bisogno di stravolgere un gruppo che avrà bisogno in futuro di una messa a punto ragionata, evitando di guardare esclusivamente il profitto. Napoli vuole vincere, è questo il denominatore che deve alimentare i pensieri di don Aurelio per rendere realizzabili i sogni della gente e della città in riva al Golfo. Tutto è nelle mani del patron e nella sua capacità negli investimenti per portare il club a guerreggiare ad armi pari con le grandissime, dipende anche dal bilancio e da altri capitoli nient’affatto trascurabili. Tra quelli primari c’è naturalmente l’unità di gruppo e cioè squadra, club e popolo azzurro: tutti insieme altrimenti non si andrà mai da nessuna parte. E c’è anche l’infinito tormentone tra Adl e Gattuso. Possibile che non riescano a stringersi di nuovo la mano? E’ possibile sì, Dio non voglia non è che don Aurelio si è calcisticamente innamorato di Spalletti, come successe con Mazzarri, Benitez, Sarri e Ancelotti? Di Spalletti non si discutono le qualità tecnico-tattiche ma non si può non rilevare quanto sia caratterialmente spigoloso e rompiscatole. A Roma ed a Milano - alla guida dei giallorossi e poi dell’Inter - nessuno ha pianto per il suo addio. Insomma non è difficile ipotizzare che il terribile Lucianino e don Aurelio non siano per niente compatibili. D’altronde il caso Totti e quelli di Perisic e Icardi sono le macerie che il toscano si è lasciato alle sue spalle. Tutto ciò mentre si profila l’addio più che probabile da parte di Gattuso a fine campionato: chiacchiere a parte, Ringhio lascerà il Napoli in Champions tra infiniti rimpianti: lacrime di coccodrillo.

 

 

Gianfranco Lucariello

 

Napoli Magazine

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com

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NAPOLI - Niente scherzi, fronte comune, tutti uniti. Se pensiamo che con il Cagliari sarà una passeggiata, beh, siamo fuori di testa: finiamo a mare con tutti i burattini, mandando a monte il miracolo azzurro fatto di dedizione, di sforzi infiniti, di attaccamento alla maglia, di amore e di sacrifici fisici e mentali che finora costituiscono le componenti della rinascita del Napoli, dopo il periodo di crisi. Insomma occhio al Cagliari che al Tempio di Fuorigrotta viene per fare risultato necessario agli isolani per dare forza alla lotta per la salvezza. Per la squadra di Semplici è un match da battaglia, i rossoblù vantano dei buonissimi risultati nelle ultime cinque partite e vogliono rafforzare la loro posizione laggiù in classifica per venir fuori dai problemi. E il Napoli?, vuole continuare a volare sulla spinta di un intero gruppo inarrendevole che si sta battendo con il coltello tra i denti sfoderando soprattutto un gioco di primissimo livello, tale da far capovolgere pareri e critiche negative di qualche tempo fa. Per Gattuso apparentemente non è cambiato nulla, tira avanti per la sua strada e bada al sodo: Ringhio affronta e tiene a bada l’ebrezza dell’alta classifica frenando facili entusiasmi e presunte pericolose convinzioni di superiorità del gruppo azzurro nei confronti di avversari come il Cagliari, voglioso a sua volta di tornarsene in Sardegna con qualche punto in più. “Non abbiamo fatto ancora niente”, ha fatto presente Gattuso che non molla e che stimola gli azzurri riportandoli con i piedi per terra. D’altronde mancano cinque partite alla conclusione della stagione e non si può che continuare nell’accelerazione finora espressa. Insomma è proibito rilassarsi, considerando pure che da qui alla fine gli avversari sono di bassa classifica e che combatteranno tutti con il coltello tra i denti. Ecco perché il timoniere tiene tutti sulla corda, il Napoli è in zona Champions e ci deve restare: città e popolo azzurro meritano d’altronde di far parte dell’élitè del calcio europeo con una squadra di altissimo livello. Altro che ricostruzione e rifondazione: vanno fatte le operazioni utili e necessarie per migliorare questa squadra senza compromettere il livello raggiunto e senza sfasciare i ranghi. Non c’è bisogno di stravolgere un gruppo che avrà bisogno in futuro di una messa a punto ragionata, evitando di guardare esclusivamente il profitto. Napoli vuole vincere, è questo il denominatore che deve alimentare i pensieri di don Aurelio per rendere realizzabili i sogni della gente e della città in riva al Golfo. Tutto è nelle mani del patron e nella sua capacità negli investimenti per portare il club a guerreggiare ad armi pari con le grandissime, dipende anche dal bilancio e da altri capitoli nient’affatto trascurabili. Tra quelli primari c’è naturalmente l’unità di gruppo e cioè squadra, club e popolo azzurro: tutti insieme altrimenti non si andrà mai da nessuna parte. E c’è anche l’infinito tormentone tra Adl e Gattuso. Possibile che non riescano a stringersi di nuovo la mano? E’ possibile sì, Dio non voglia non è che don Aurelio si è calcisticamente innamorato di Spalletti, come successe con Mazzarri, Benitez, Sarri e Ancelotti? Di Spalletti non si discutono le qualità tecnico-tattiche ma non si può non rilevare quanto sia caratterialmente spigoloso e rompiscatole. A Roma ed a Milano - alla guida dei giallorossi e poi dell’Inter - nessuno ha pianto per il suo addio. Insomma non è difficile ipotizzare che il terribile Lucianino e don Aurelio non siano per niente compatibili. D’altronde il caso Totti e quelli di Perisic e Icardi sono le macerie che il toscano si è lasciato alle sue spalle. Tutto ciò mentre si profila l’addio più che probabile da parte di Gattuso a fine campionato: chiacchiere a parte, Ringhio lascerà il Napoli in Champions tra infiniti rimpianti: lacrime di coccodrillo.

 

 

Gianfranco Lucariello

 

Napoli Magazine

 

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