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GOLAZO - Adolfo Mollichelli su "NM": "Napoli, questione di feeling"
04.09.2019 16:42 di Napoli Magazine

NAPOLI - Tempo di Nazionale, tempo di riflessioni. Cartoline dal campionato che ha celebrato le prime due giornate - ci si rivede a metà settembre - tra pomeriggi afosi e serate tarde più o meno stellate. Il calcio è bello perché strano, vale anche il calcio è strano perciò è bello. Sfuggente come l'ex bibitaro che s'atteggia a statista. Ma questa è un'altra storia, e brutta anche. Tre squadre a punteggio pieno: la Vecchia Signora che seduta al piano tenterà di suonare la nona di Beethoven, la Beneamata che è la squadra più cinese d'Italia e, sorpresa, non c'è il Napoli bensì il vecchio Toro guidato dallo Spinoza della panchina. Ed a proposito di tecnici, meraviglia come Montella, detto l'aeroplanino, stia ancora in volo: la Fiorentina non vince una partita dal mese di febbraio! Madonna dell'Incoroneta, direbbe Banfi. Strana storia quella di Sarri allenatore in contumacia. Ha scelto di abbracciare la Signora ma non può starle vicino, colpito al petto dal troppo fumo: quello delle millanta sigarette e quello di Londra. Avrà pensato il buon Maurizio, ex comandante di una squadra e di un movimento pseudorivoluzionario nato apposta per lui, che qualche jastemma di troppo dalle parti del golfo più bello del mondo abbia pure contribuito ad influire sulla sua condizione di salute. Insomma, non è vero ma ci credo. S'è avuto modo così di ascoltare in giacca e cravatta il buon Martusciello per la gioia particolare di tutta Ischia, Lacco Ameno in testa. Rivediamo in flash back lo scontro tra la Signora ed il Ciuccio. Due partite in una con botta di culo (scusatemi) finale. Ma alcune cosine vanno dette. La prima: Sopracciglio Alzato ha sbagliato schema e formazione iniziale. Fabian Ruiz nel tre-uno terminale perde forza, sostanza ed inventiva. Quando Sopracciglio Alzato ha dirottato sul suo schema preferito: quattro-quattro-due, ha ripreso in pugno la partita. Intanto, per un'ora abbondante la Signora aveva maramaldeggiato e avrebbe potuto risolvere la questione portandosi sul cinque a zero addirittura se Meret non avesse fatto il fenomeno e se Khedira fosse stato più lucido sotto porta. Convenite? Immagino di sì. C'è poi da valutare il particulare. S'era intuito dal labiale che Allan - che prega sempre ad inizio partita - stavolta aveva sussurrato chiaro e tondo: Maronna mia, mannammella bbona, magari ripensando al flop di Firenze. Insomma, il guerriero è stanco e lui lo sa. Ma Sopracciglio Alzato non se n'era avveduto ed aveva deciso di rinunciare in partenza a quel genietto macedone che risponde al nome di Elmas. Ed è stato lì, nel cuore del duo imperfetto di centrocampo (il brasiliano più Zielinski) che la Signora ha infierito con i suoi maggiordomi che poi decideranno a fine cena di non correre più tra i tavolini perché terribilmente stanchi. E poi, quel cliente arrivato quasi in chiusura del locale - el señor Lozano - quante pretese e che rompiscatole. Venuto addirittura dall'Olanda. Quel folletto sbocciato nel Pachuca che si fa chiamare el Chucky la bambola assassina. Messico e nuvole di gol, finte e tant'altro, un fior di giocatore il primo giocatore con sombrero che sia mai approdato in Italia. Considero i centrali di difesa i perni supremi di una squadra nel calcio contemporaneo. Nella notte dello Stadium ho constatato il flop (inimmaginabile, ma fino ad un certo punto) delle coppie Manolas-Koulibaly e Bonucci-de Ligt. Questione d'intesa per entrambe, naturalmente. Amici e conoscenti che, bontà loro, mi riconoscono un po' di competenza maturata tra mondiali, europei e sfide Campioni-Champions vissuti da inviato speciale, mi avevano chiesto: con Manolas e Koulibaly insieme e chi passerà mai? A loro avevo fatto presente che il greco venuto dalla Roma, marcatore implacabile sull'uomo, quasi mai in passato ha giocato di reparto col compagno di fianco. E che di maestri de la defensa come Albiol ce ne sono pochi. Quanto a Koulibaly sta pagando in questo avvio di campionato le fatiche della coppa d'Africa, è umano anche il gigante d'ebano. Il duo centrale della Signora pagherà un duro prezzo alla perdita per infortunio della roccia Chiellini almeno fino a quando l'olandesone (che per ora non vola) non avrà compreso le difficoltà tattiche che l'italico calcio propone in ogni match. Ogni tanto càpita di vedere atti di sportività su un campo di calcio. Chiellini che con le stampelle raggiunge e conforta Koulibaly ancora incredulo e addolorato per la svirgolata che ha sancito la vittoria juventina è stato uno di questi. Tutto molto bello, avrebbe commentato il mio amicone Bruno Pizzul. La Beneamata che s'è affidata ai vecchi nemici Marotta e Conte è a punteggio pieno e c'era da aspettarselo grazie al calendario iniziale più che favorevole. Già si vede la mano di Antonio da Lecce, altro che Barocco: praticità, ossesso della perfezione, macinatore di chilometri nella zona riservata, molti di più di quelli percorsi in campo dai suoi giocatori che guida con gesti continui ed urla da manicomio. Ed anche novello guaritore. Perché non c'è sfizio a ripetere: Lazaro, alzati e cammina e allora ecco che ti fa risorgere un ectoplasma come Candreva! Il gran colpo della Beneamata è Sensi che s'è preso la squadra tra le mani con la sagacia tattica e l'imprevedibilità mostrate nel Sassuolo. Più di Lukaku che mi sta simpatico e però considero un po' impacciato nei movimenti. La butto giù, un Petagna di colore, forse qualcosa in più.     .    

 

 

Adolfo Mollichelli

 

Napoli Magazine

 

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GOLAZO - Adolfo Mollichelli su "NM": "Napoli, questione di feeling"

di Napoli Magazine

04/09/2024 - 16:42

NAPOLI - Tempo di Nazionale, tempo di riflessioni. Cartoline dal campionato che ha celebrato le prime due giornate - ci si rivede a metà settembre - tra pomeriggi afosi e serate tarde più o meno stellate. Il calcio è bello perché strano, vale anche il calcio è strano perciò è bello. Sfuggente come l'ex bibitaro che s'atteggia a statista. Ma questa è un'altra storia, e brutta anche. Tre squadre a punteggio pieno: la Vecchia Signora che seduta al piano tenterà di suonare la nona di Beethoven, la Beneamata che è la squadra più cinese d'Italia e, sorpresa, non c'è il Napoli bensì il vecchio Toro guidato dallo Spinoza della panchina. Ed a proposito di tecnici, meraviglia come Montella, detto l'aeroplanino, stia ancora in volo: la Fiorentina non vince una partita dal mese di febbraio! Madonna dell'Incoroneta, direbbe Banfi. Strana storia quella di Sarri allenatore in contumacia. Ha scelto di abbracciare la Signora ma non può starle vicino, colpito al petto dal troppo fumo: quello delle millanta sigarette e quello di Londra. Avrà pensato il buon Maurizio, ex comandante di una squadra e di un movimento pseudorivoluzionario nato apposta per lui, che qualche jastemma di troppo dalle parti del golfo più bello del mondo abbia pure contribuito ad influire sulla sua condizione di salute. Insomma, non è vero ma ci credo. S'è avuto modo così di ascoltare in giacca e cravatta il buon Martusciello per la gioia particolare di tutta Ischia, Lacco Ameno in testa. Rivediamo in flash back lo scontro tra la Signora ed il Ciuccio. Due partite in una con botta di culo (scusatemi) finale. Ma alcune cosine vanno dette. La prima: Sopracciglio Alzato ha sbagliato schema e formazione iniziale. Fabian Ruiz nel tre-uno terminale perde forza, sostanza ed inventiva. Quando Sopracciglio Alzato ha dirottato sul suo schema preferito: quattro-quattro-due, ha ripreso in pugno la partita. Intanto, per un'ora abbondante la Signora aveva maramaldeggiato e avrebbe potuto risolvere la questione portandosi sul cinque a zero addirittura se Meret non avesse fatto il fenomeno e se Khedira fosse stato più lucido sotto porta. Convenite? Immagino di sì. C'è poi da valutare il particulare. S'era intuito dal labiale che Allan - che prega sempre ad inizio partita - stavolta aveva sussurrato chiaro e tondo: Maronna mia, mannammella bbona, magari ripensando al flop di Firenze. Insomma, il guerriero è stanco e lui lo sa. Ma Sopracciglio Alzato non se n'era avveduto ed aveva deciso di rinunciare in partenza a quel genietto macedone che risponde al nome di Elmas. Ed è stato lì, nel cuore del duo imperfetto di centrocampo (il brasiliano più Zielinski) che la Signora ha infierito con i suoi maggiordomi che poi decideranno a fine cena di non correre più tra i tavolini perché terribilmente stanchi. E poi, quel cliente arrivato quasi in chiusura del locale - el señor Lozano - quante pretese e che rompiscatole. Venuto addirittura dall'Olanda. Quel folletto sbocciato nel Pachuca che si fa chiamare el Chucky la bambola assassina. Messico e nuvole di gol, finte e tant'altro, un fior di giocatore il primo giocatore con sombrero che sia mai approdato in Italia. Considero i centrali di difesa i perni supremi di una squadra nel calcio contemporaneo. Nella notte dello Stadium ho constatato il flop (inimmaginabile, ma fino ad un certo punto) delle coppie Manolas-Koulibaly e Bonucci-de Ligt. Questione d'intesa per entrambe, naturalmente. Amici e conoscenti che, bontà loro, mi riconoscono un po' di competenza maturata tra mondiali, europei e sfide Campioni-Champions vissuti da inviato speciale, mi avevano chiesto: con Manolas e Koulibaly insieme e chi passerà mai? A loro avevo fatto presente che il greco venuto dalla Roma, marcatore implacabile sull'uomo, quasi mai in passato ha giocato di reparto col compagno di fianco. E che di maestri de la defensa come Albiol ce ne sono pochi. Quanto a Koulibaly sta pagando in questo avvio di campionato le fatiche della coppa d'Africa, è umano anche il gigante d'ebano. Il duo centrale della Signora pagherà un duro prezzo alla perdita per infortunio della roccia Chiellini almeno fino a quando l'olandesone (che per ora non vola) non avrà compreso le difficoltà tattiche che l'italico calcio propone in ogni match. Ogni tanto càpita di vedere atti di sportività su un campo di calcio. Chiellini che con le stampelle raggiunge e conforta Koulibaly ancora incredulo e addolorato per la svirgolata che ha sancito la vittoria juventina è stato uno di questi. Tutto molto bello, avrebbe commentato il mio amicone Bruno Pizzul. La Beneamata che s'è affidata ai vecchi nemici Marotta e Conte è a punteggio pieno e c'era da aspettarselo grazie al calendario iniziale più che favorevole. Già si vede la mano di Antonio da Lecce, altro che Barocco: praticità, ossesso della perfezione, macinatore di chilometri nella zona riservata, molti di più di quelli percorsi in campo dai suoi giocatori che guida con gesti continui ed urla da manicomio. Ed anche novello guaritore. Perché non c'è sfizio a ripetere: Lazaro, alzati e cammina e allora ecco che ti fa risorgere un ectoplasma come Candreva! Il gran colpo della Beneamata è Sensi che s'è preso la squadra tra le mani con la sagacia tattica e l'imprevedibilità mostrate nel Sassuolo. Più di Lukaku che mi sta simpatico e però considero un po' impacciato nei movimenti. La butto giù, un Petagna di colore, forse qualcosa in più.     .    

 

 

Adolfo Mollichelli

 

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