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GOLAZO - Adolfo Mollichelli su "NM": "Sospesi, aspettando Godot"
24.02.2021 12:10 di Napoli Magazine

NAPOLI - Sospesi. Aspettando Godot. E contando le sberle che sono diventate troppe. Sospesi nel silenzio che non è quello degli innocenti. Muti, perché si ha timore perfino di parlare, di decidere. Tappata la bocca a Ringhio ed a tutti i suoi. Naturalmente, zitto e muto anche il presidente. L'interrogativo principe è: che cosa fare? In una bolla, in un cul de sac. Forse si è parlato troppo prima: Benitez, il più invocato. Nisba e lo si sapeva. Si sfoglia la margherita avendo definitivamente chiuso l'incartamento per il rinnovo del contratto. Giusto, in fin dei conti. I risultati sono quelli che sono. Sarebbe stato lecito, però, un mea culpa da parte di tutta l'area tecnica (c'è sempre?). Al di là dell'andamento lento della squadra, appare evidente che sono stati commessi errori di valutazione negli acquisti. E non si è avuto magari il coraggio di dire sì ad alcune cessioni eccellenti che avrebbero fruttato un po' di grana ed avrebbero consentito acquisti mirati. A proposito di valutazioni errate: sicuro che Osimhen (ragazzo, torna presto) valga settanta milioni? Con tale cifra non si sarebbero potuti acquistare due ottimi elementi? E' il senno di poi, questo ragionamento? Certamente non è stocastico farlo. Poi certo, si resta disorientati per i troppi bassi ed i rari alti che stanno caratterizzando una stagione che non è eccessivo definire deprimente. Colpa un po' di tutti, in particolare di coloro che scendono in campo e spesso non sanno che cosa fare, come fare per evitare situazioni imbarazzanti che finiscono quasi sempre con l'essere punite dagli avversari. Possibile che tutte le altre squadre abbiano in rosa gente più scaltra? Eppure corrono, si battono gli azzurri. Non si può dire che manchi l'impegno, seppure confusionario: quasi una lotta impari con sé stessi. Il vorrei ma non posso che esula da qualsiasi considerazione tecnica. Silenzio e pedalare. L'ordine venuto dall'alto immagino sia stato perentorio. Ed a ragione. Continuando così, c'è il rischio di non centrare, per la seconda volta consecutiva, la qualificazione alla Champions che sarebbe drammatica: una cinquantina di milioni che andrebbero in fumo e proprio nel periodo pandemico che costringerà un po' tutte le società a stringere i cordoni della borsa, allentati in passato in maniera scriteriata e direi offensiva sul piano etico. Un esempio per tutti: l'Inter potrebbe trovarsi a fine maggio con lo scudetto sul petto e una società in fallimento. Bisognerà ridisegnare il futuro prossimo, sperando che ci sia almeno il conforto dell'Europa che conta, non soltanto dal punto di vista economico. E così, zitti e muti ci si avvia all'impegno col Granada che potrebbe lasciare il pass per il proseguimento almeno nell'Europa minore. Non sarà facile. Rimontare due gol subiti all'andata risulta impresa improba per una squadra che da un po' a questa parte incassa troppi gol, molti dei quali evitabili, con o senza Koulibaly e ciò lascia meditare. Leggo di partite della svolta - quale? - cioè quella con gli spagnoli e quella con il Benevento e resto perplesso. Ma avete visto come lottano i giallorossi di Pippo Inzaghi anche in dieci contro undici? Okay, andiamo a svoltare.

 

 

Adolfo Mollichelli

 

Napoli Magazine

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com

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24/02/2024 - 12:10

NAPOLI - Sospesi. Aspettando Godot. E contando le sberle che sono diventate troppe. Sospesi nel silenzio che non è quello degli innocenti. Muti, perché si ha timore perfino di parlare, di decidere. Tappata la bocca a Ringhio ed a tutti i suoi. Naturalmente, zitto e muto anche il presidente. L'interrogativo principe è: che cosa fare? In una bolla, in un cul de sac. Forse si è parlato troppo prima: Benitez, il più invocato. Nisba e lo si sapeva. Si sfoglia la margherita avendo definitivamente chiuso l'incartamento per il rinnovo del contratto. Giusto, in fin dei conti. I risultati sono quelli che sono. Sarebbe stato lecito, però, un mea culpa da parte di tutta l'area tecnica (c'è sempre?). Al di là dell'andamento lento della squadra, appare evidente che sono stati commessi errori di valutazione negli acquisti. E non si è avuto magari il coraggio di dire sì ad alcune cessioni eccellenti che avrebbero fruttato un po' di grana ed avrebbero consentito acquisti mirati. A proposito di valutazioni errate: sicuro che Osimhen (ragazzo, torna presto) valga settanta milioni? Con tale cifra non si sarebbero potuti acquistare due ottimi elementi? E' il senno di poi, questo ragionamento? Certamente non è stocastico farlo. Poi certo, si resta disorientati per i troppi bassi ed i rari alti che stanno caratterizzando una stagione che non è eccessivo definire deprimente. Colpa un po' di tutti, in particolare di coloro che scendono in campo e spesso non sanno che cosa fare, come fare per evitare situazioni imbarazzanti che finiscono quasi sempre con l'essere punite dagli avversari. Possibile che tutte le altre squadre abbiano in rosa gente più scaltra? Eppure corrono, si battono gli azzurri. Non si può dire che manchi l'impegno, seppure confusionario: quasi una lotta impari con sé stessi. Il vorrei ma non posso che esula da qualsiasi considerazione tecnica. Silenzio e pedalare. L'ordine venuto dall'alto immagino sia stato perentorio. Ed a ragione. Continuando così, c'è il rischio di non centrare, per la seconda volta consecutiva, la qualificazione alla Champions che sarebbe drammatica: una cinquantina di milioni che andrebbero in fumo e proprio nel periodo pandemico che costringerà un po' tutte le società a stringere i cordoni della borsa, allentati in passato in maniera scriteriata e direi offensiva sul piano etico. Un esempio per tutti: l'Inter potrebbe trovarsi a fine maggio con lo scudetto sul petto e una società in fallimento. Bisognerà ridisegnare il futuro prossimo, sperando che ci sia almeno il conforto dell'Europa che conta, non soltanto dal punto di vista economico. E così, zitti e muti ci si avvia all'impegno col Granada che potrebbe lasciare il pass per il proseguimento almeno nell'Europa minore. Non sarà facile. Rimontare due gol subiti all'andata risulta impresa improba per una squadra che da un po' a questa parte incassa troppi gol, molti dei quali evitabili, con o senza Koulibaly e ciò lascia meditare. Leggo di partite della svolta - quale? - cioè quella con gli spagnoli e quella con il Benevento e resto perplesso. Ma avete visto come lottano i giallorossi di Pippo Inzaghi anche in dieci contro undici? Okay, andiamo a svoltare.

 

 

Adolfo Mollichelli

 

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