NAPOLI - Una vittoria non banale, un 5-0 che ha liquidato rapidamente il Palermo proiettando il Napoli agli Ottavi di Coppa Italia contro la Lazio. Conte è riuscito a farsi strada lì dove i suoi predecessori avevano fallito, ovvero applicare un ampio turnover nella coppa nazionale ed ottenere lo stesso risultato (se non migliore) di quanto conseguito nelle partite di campionato. Di sicuro la settimana tipo può averlo aiutato, ma il carattere e lo spirito di gruppo raggiunti, che sono ormai elementi palpabili in quasi tutti i membri della rosa, lasciano ben sperare per il futuro. "Testa bassa e pedalare", il motto del tecnico, ribadito anche in sala stampa dopo la cinquina rifilata ai siciliani. Per carità, il mister fa benissimo a tenere tutti sulla corda invitando l'intero ambiente alla massima concentrazione in vista delle prossime sfide di campionato, ma appare ormai chiaro che questa squadra è davvero forte. E' inutile perdersi in troppi giri di parole. In attesa che Lukaku arrivi al top della condizione (ricordando che nel frattempo ha servito un assist al bacio per McTominay), con Kvara alla ricerca del miglior se stesso, a partecipare alla festa del gol ci hanno pensato due elementi che finora avevano collezionato poco minutaggio: Ngonge (con una doppietta realizzata anche grazie alla gentile collaborazione del non reattivissimo Sirigu, ma da encomiare perchè il belga ha concluso in porta di prima intenzione senza cercare inutili ricami) e Neres (di lui si temeva che non potesse reggere ancora l'impegno da titolare, ed ha sicuramente smentito pure i piu' scettici con la sua classe e velocità). Se poi, grazie al'esterno brasiliano, trova il gol perfino il più criticato del gruppo, Juan Jesus, ecco che l'aureola sulla testa di Conte inizia a configurarsi. Mi è piaciuto, inoltre, l'esperimento del doppio playmaker: ottimo Lobotka, ed ormai non fa più notizia, e davvero bravo Gilmour, per calma ed intelligenza nello smistare i palloni. Tant'è che lo stesso Anguissa, successivamente, si è integrato molto bene con lo scozzese. Non mi hanno invece entusiasmato sia Simeone (troppo imbottigliato in avanti) e Raspadori (nonostante abbia messo lo zampino nel gol di Neres), da loro è lecito attendersi più sfrontatezza nel puntare la porta avversaria e meno palloni portati a spasso per il campo. Di qualità, inoltre, il contributo offerto da Spinazzola, mentre gli errori commessi (dopo 50 minuti attenti) da Rafa Marin, sinceramente, non sono riuscito a digerirli. Era l'occasione per dimostrare di essere a livello dei compagni di reparto ed invece ha ancora bisogno di lavorare tantissimo. Lo stesso Mazzocchi, come da sua stessa ammissione dopo gli ampi sorrisi mostrati in Press Conference, avrebbe potuto evitare qualche piccola distrazione, ma con tutto il bene, sottolineando pure le buone uscite in presa alta di Caprile, va sempre ribadito che il Napoli ha vinto 5-0, con un McTominay che sembra sempre di più un piccolo Gerrard ed una squadra che lascia poco margine d'azione agli avversari. Le uniche note veramente stonate, a mio avviso, oltre ai petardi lasciati esplodere nel secondo tempo dagli appena sopraggiunti supporters del Palermo (per un gemellaggio con i fans della Roma ed anti Catania, la cui tifoseria è amica di quella partenopea, ragionamento che - come concetto di sport - fatico sinceramente a comprendere), sono state suonate dal tecnico Dionisi: assistere al suo recriminare un rigore (che non c'era), sminuendo il rosso giustamente sventolato a Vasic per il colpo da karate su Gilmour, oltre che l'aver candidamente sorvolato sull'atteggiamento dei propri tifosi in merito alle esplosioni in campo, mi ha lasciato alquanto perplesso. Dopo 5 gol, c'è solo una cosa da fare: chiedere scusa per la sconfitta rotonda e complimentarsi con gli avversari, senza se e senza ma. Tutto il resto è palcoscenico. E noi siamo già oltre, con la testa al campionato, e la convinzione che questo Napoli può regalare ancora tanti gol ed emozioni ai propri appassionati.
Antonio Petrazzuolo
di Napoli Magazine
27/09/2024 - 23:55
NAPOLI - Una vittoria non banale, un 5-0 che ha liquidato rapidamente il Palermo proiettando il Napoli agli Ottavi di Coppa Italia contro la Lazio. Conte è riuscito a farsi strada lì dove i suoi predecessori avevano fallito, ovvero applicare un ampio turnover nella coppa nazionale ed ottenere lo stesso risultato (se non migliore) di quanto conseguito nelle partite di campionato. Di sicuro la settimana tipo può averlo aiutato, ma il carattere e lo spirito di gruppo raggiunti, che sono ormai elementi palpabili in quasi tutti i membri della rosa, lasciano ben sperare per il futuro. "Testa bassa e pedalare", il motto del tecnico, ribadito anche in sala stampa dopo la cinquina rifilata ai siciliani. Per carità, il mister fa benissimo a tenere tutti sulla corda invitando l'intero ambiente alla massima concentrazione in vista delle prossime sfide di campionato, ma appare ormai chiaro che questa squadra è davvero forte. E' inutile perdersi in troppi giri di parole. In attesa che Lukaku arrivi al top della condizione (ricordando che nel frattempo ha servito un assist al bacio per McTominay), con Kvara alla ricerca del miglior se stesso, a partecipare alla festa del gol ci hanno pensato due elementi che finora avevano collezionato poco minutaggio: Ngonge (con una doppietta realizzata anche grazie alla gentile collaborazione del non reattivissimo Sirigu, ma da encomiare perchè il belga ha concluso in porta di prima intenzione senza cercare inutili ricami) e Neres (di lui si temeva che non potesse reggere ancora l'impegno da titolare, ed ha sicuramente smentito pure i piu' scettici con la sua classe e velocità). Se poi, grazie al'esterno brasiliano, trova il gol perfino il più criticato del gruppo, Juan Jesus, ecco che l'aureola sulla testa di Conte inizia a configurarsi. Mi è piaciuto, inoltre, l'esperimento del doppio playmaker: ottimo Lobotka, ed ormai non fa più notizia, e davvero bravo Gilmour, per calma ed intelligenza nello smistare i palloni. Tant'è che lo stesso Anguissa, successivamente, si è integrato molto bene con lo scozzese. Non mi hanno invece entusiasmato sia Simeone (troppo imbottigliato in avanti) e Raspadori (nonostante abbia messo lo zampino nel gol di Neres), da loro è lecito attendersi più sfrontatezza nel puntare la porta avversaria e meno palloni portati a spasso per il campo. Di qualità, inoltre, il contributo offerto da Spinazzola, mentre gli errori commessi (dopo 50 minuti attenti) da Rafa Marin, sinceramente, non sono riuscito a digerirli. Era l'occasione per dimostrare di essere a livello dei compagni di reparto ed invece ha ancora bisogno di lavorare tantissimo. Lo stesso Mazzocchi, come da sua stessa ammissione dopo gli ampi sorrisi mostrati in Press Conference, avrebbe potuto evitare qualche piccola distrazione, ma con tutto il bene, sottolineando pure le buone uscite in presa alta di Caprile, va sempre ribadito che il Napoli ha vinto 5-0, con un McTominay che sembra sempre di più un piccolo Gerrard ed una squadra che lascia poco margine d'azione agli avversari. Le uniche note veramente stonate, a mio avviso, oltre ai petardi lasciati esplodere nel secondo tempo dagli appena sopraggiunti supporters del Palermo (per un gemellaggio con i fans della Roma ed anti Catania, la cui tifoseria è amica di quella partenopea, ragionamento che - come concetto di sport - fatico sinceramente a comprendere), sono state suonate dal tecnico Dionisi: assistere al suo recriminare un rigore (che non c'era), sminuendo il rosso giustamente sventolato a Vasic per il colpo da karate su Gilmour, oltre che l'aver candidamente sorvolato sull'atteggiamento dei propri tifosi in merito alle esplosioni in campo, mi ha lasciato alquanto perplesso. Dopo 5 gol, c'è solo una cosa da fare: chiedere scusa per la sconfitta rotonda e complimentarsi con gli avversari, senza se e senza ma. Tutto il resto è palcoscenico. E noi siamo già oltre, con la testa al campionato, e la convinzione che questo Napoli può regalare ancora tanti gol ed emozioni ai propri appassionati.
Antonio Petrazzuolo