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L'EDITORIALE - Antonio Petrazzuolo: "Napoli, nel buio delle seconde linee c'è luce solo per Neres e Simeone, ora nessuno chieda maggiore spazio perchè bisogna meritarselo!"
06.12.2024 23:55 di Napoli Magazine

NAPOLI - Fuori dalla Coppa Italia con un perentorio 3-1, peccato non averci creduto. Io ogni anno la Coppa Italia proverei sempre a vincerla, ma noto che spesso non sempre si riesce a considerarla come un titolo da conquistare con forza e decisione, a prescindere dal proprio percorso in campionato. Brava la Lazio a crederci, male il Napoli Bis, quello delle seconde linee che occorrono essenzialmente per allenare i titolari primi in classifica di Serie A con grande merito. Ma partiamo con ordine. Il turnover totale scelto da Conte per testare la bontà degli uomini della rosa non ha generato gli effetti desiderati. Se doveva essere un premio per chi aveva giocato meno, in base all'impegno profuso durante gli allenamenti, evidentemente il messaggio non è stato ben recepito. Dopo questa debacle è giusto che nessuno avanzi pretese, limitandosi essenzialmente a recitare il ruolo di sparring partner lautamente retribuito per i compagni che lottano centimetro dopo centimetro meritando la maglia da titolare. Nel complesso, lo dico subito, salvo solo Simeone per il gol e Neres per averlo propiziato, del resto non mi ha entusiasmato praticamente nulla. La linea difensiva del tutto inedita ha fatto acqua da tutte le parti. Distanza tra i reparti e consueti interventi horror del duo Rafa Marin-Juan Jesus, che sottolineano la necessità di tenere sotto una teca di vetro Rrahmani e Buongiorno, unitamente a Spinazzola ancora ben lontano dal concetto di gara agonistica, mentre Zerbin (che pure ha commesso degli errori) tentava di mettere una pezza all'occorrenza qua e là: questo è stata la fotografia che mi si è tristemente configurata davanti agli occhi. Passando al centrocampo, dove Gilmour ha inizialmente provato a recitare il ruolo del vice Lobotka (con discreti risultati) salvo poi soccombere sotto i colpi degli avversari, gli stessi Folorunsho e Ngonge non sono riusciti a ritagliarsi uno spazio decente in cui incidere, sbattendo spesso e volentieri dinanzi ai dirimpettai biancocelesti (non esaltanti, ma sicuramente più efficaci). Un pesce fuor d'acqua, ahimè, Jack Raspadori, letteralmente fluttuante al vento senza trovare un senso alla sua partita priva di conclusioni. Capitolo portiere: dopo l'intervento senza senso su Pedro, Caprile si è riscattato parando il rigore a Zaccagni, anche se devo dire che averlo visto rinviare in fallo laterale quando c'erano almeno tre compagni liberi da servire facilmente mi ha lasciato qualche perplessità. Si poteva passare il turno in Coppa Italia? Certo, magari non schierando undici titolari diversi dai soliti noti, scelta che, in assenza di coppe europee da disputare, posso leggere solo come un monito per la società per far capire che in prospettiva futura la coperta è corta. Chiaro che ora, senza coppe di alcun genere in calendario, tutti alzeranno ancor di più l'attenzione sul Napoli capolista. E questo aspetto non deve spaventare nessuno. E' vero che si stanno ponendo le basi per il futuro, e che si sta costruendo una squadra rinnovata nell'anima e nei concetti da perseguire sotto la guida del proprio allenatore, ma è pur vero che l'appetito vien mangiando e non deve esserci alcun timore di mostrare le proprie qualità da qui fino al termine della stagione, a prescindere dalle battute d'arresto che possono verificarsi. Avanti senza paura, quindi, pecchè chi nun ten' coraggio non se cocca cu' 'e femmen' bell'!

Antonio Petrazzuolo

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Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com
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06/12/2024 - 23:55

NAPOLI - Fuori dalla Coppa Italia con un perentorio 3-1, peccato non averci creduto. Io ogni anno la Coppa Italia proverei sempre a vincerla, ma noto che spesso non sempre si riesce a considerarla come un titolo da conquistare con forza e decisione, a prescindere dal proprio percorso in campionato. Brava la Lazio a crederci, male il Napoli Bis, quello delle seconde linee che occorrono essenzialmente per allenare i titolari primi in classifica di Serie A con grande merito. Ma partiamo con ordine. Il turnover totale scelto da Conte per testare la bontà degli uomini della rosa non ha generato gli effetti desiderati. Se doveva essere un premio per chi aveva giocato meno, in base all'impegno profuso durante gli allenamenti, evidentemente il messaggio non è stato ben recepito. Dopo questa debacle è giusto che nessuno avanzi pretese, limitandosi essenzialmente a recitare il ruolo di sparring partner lautamente retribuito per i compagni che lottano centimetro dopo centimetro meritando la maglia da titolare. Nel complesso, lo dico subito, salvo solo Simeone per il gol e Neres per averlo propiziato, del resto non mi ha entusiasmato praticamente nulla. La linea difensiva del tutto inedita ha fatto acqua da tutte le parti. Distanza tra i reparti e consueti interventi horror del duo Rafa Marin-Juan Jesus, che sottolineano la necessità di tenere sotto una teca di vetro Rrahmani e Buongiorno, unitamente a Spinazzola ancora ben lontano dal concetto di gara agonistica, mentre Zerbin (che pure ha commesso degli errori) tentava di mettere una pezza all'occorrenza qua e là: questo è stata la fotografia che mi si è tristemente configurata davanti agli occhi. Passando al centrocampo, dove Gilmour ha inizialmente provato a recitare il ruolo del vice Lobotka (con discreti risultati) salvo poi soccombere sotto i colpi degli avversari, gli stessi Folorunsho e Ngonge non sono riusciti a ritagliarsi uno spazio decente in cui incidere, sbattendo spesso e volentieri dinanzi ai dirimpettai biancocelesti (non esaltanti, ma sicuramente più efficaci). Un pesce fuor d'acqua, ahimè, Jack Raspadori, letteralmente fluttuante al vento senza trovare un senso alla sua partita priva di conclusioni. Capitolo portiere: dopo l'intervento senza senso su Pedro, Caprile si è riscattato parando il rigore a Zaccagni, anche se devo dire che averlo visto rinviare in fallo laterale quando c'erano almeno tre compagni liberi da servire facilmente mi ha lasciato qualche perplessità. Si poteva passare il turno in Coppa Italia? Certo, magari non schierando undici titolari diversi dai soliti noti, scelta che, in assenza di coppe europee da disputare, posso leggere solo come un monito per la società per far capire che in prospettiva futura la coperta è corta. Chiaro che ora, senza coppe di alcun genere in calendario, tutti alzeranno ancor di più l'attenzione sul Napoli capolista. E questo aspetto non deve spaventare nessuno. E' vero che si stanno ponendo le basi per il futuro, e che si sta costruendo una squadra rinnovata nell'anima e nei concetti da perseguire sotto la guida del proprio allenatore, ma è pur vero che l'appetito vien mangiando e non deve esserci alcun timore di mostrare le proprie qualità da qui fino al termine della stagione, a prescindere dalle battute d'arresto che possono verificarsi. Avanti senza paura, quindi, pecchè chi nun ten' coraggio non se cocca cu' 'e femmen' bell'!

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