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L'EDITORIALE - Antonio Petrazzuolo: "Napoli, nel folle poker, la gioia devastante di Dries, l'affondo decisivo di Milik, l'Amin che non ti aspetti e l'assist ad Ancelotti in chiave Juve"
18.03.2019 23:05 di Napoli Magazine

NAPOLI - Vittoria rotonda contro l'Udinese, un 4-2 che non lascia spazio a rimorsi per gli avversari. Prima di analizzarla, però, un pensiero su David Ospina: dalla Tribuna Stampa ho temuto il peggio, per fortuna niente di grave, solo una grande paura. Il colombiano è cosciente e sta bene. Pronti, via, tutto molto bello. I due gol di vantaggio lasciavano presagire ad una passeggiata degli uomini di Ancelotti ed invece così non è stato. Da antologia il destro a giro di Younes, come l'assist di Mertens per il raddoppio di Callejon. Non da antologia l'inspiegabile stand-by che ha portato due volte di fila in rete l'Udinese, con Younes e Zielinski che hanno faticato a contenere Fofana e i due centrali Koulibaly e Maksimovic non esenti da colpe. Calo fisico o mentale? Opterei per la seconda ipotesi, perche' i due centrali erano freschi e riposati. In effetti anche lo stesso Ospina non era sembrato impeccabile, ma alla luce di quanto e' accaduto in seguito c'e' solo da fargli gli applausi. Certo è che quando si perde sangue, soprattutto dalla testa, anche con tutte le rassicurazioni del caso, opterei sempre per la sostituzione. L'eccesso di zelo, in questi casi, non è mai troppo. Chiamatemi fifone, ma la penso così. Sarà sicuramente un monito per il futuro, fermo restando che, conoscendolo, e ci tengo a sottolinearlo, nutro la massima fiducia nel dott. De Nicola, pertanto il mio non è un appunto nei suoi confronti ma una considerazione, che nasce spontanea e del tutto personale, non appena vedo uno schizzetto di sangue. Dopo questo momento inspiegabile, pero', la reazione c'e' stata, sebbene gli esterni non abbiano dato il contributo sperato: Malcuit e' cresciuto nel finale, mentre Ghoulam sta pian piano recuperando fiducia in se stesso. Ed allora a invertire la tendenza ci hanno pensato in due, Arek Milik e Dries Mertens, con la gentile collaborazione del sempre fondamentale Callejon. Il polacco ha segnato un gol pesantissimo, quando la partita era ancora in bilico. Reti del genere, nei momenti chiave, come gli chiedevo qualche settimana fa, fanno la differenza e stanno arrivando, per cui è giustissimo evidenziarlo. Infine il belga: ottima prestazione, grande concentrazione, assist e gol di sinistro. Tutto meritato, per l'impegno che ci mette e per come vive l'avventura all'ombra del Vesuvio, che lui stesso non reputa al capolinea. Dries è uno che infonde sempre il buon umore nello spogliatoio, sa essere un trascinatore prezioso e il pubblico sa come premiarlo. Nel post gara ho lanciato una simpatica provocazione ad Ancelotti: perchè non provare a dimezzare il distacco di -15 dalla Juventus? Il sorriso, in risposta, del mister c'è stato. Una rincorsa del genere, al di la' del cammino in salita in Europa League contro l'Arsenal, darebbe stimoli anche in campionato. Perche' in fondo e' pur sempre un gioco, e non bisogna mai dimenticarselo. C'è da lottare fino all'ultimo secondo in cui il pallone rotola.

 

 

Antonio Petrazzuolo
 
 
Napoli Magazine
 
 
Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com
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18/03/2024 - 23:05

NAPOLI - Vittoria rotonda contro l'Udinese, un 4-2 che non lascia spazio a rimorsi per gli avversari. Prima di analizzarla, però, un pensiero su David Ospina: dalla Tribuna Stampa ho temuto il peggio, per fortuna niente di grave, solo una grande paura. Il colombiano è cosciente e sta bene. Pronti, via, tutto molto bello. I due gol di vantaggio lasciavano presagire ad una passeggiata degli uomini di Ancelotti ed invece così non è stato. Da antologia il destro a giro di Younes, come l'assist di Mertens per il raddoppio di Callejon. Non da antologia l'inspiegabile stand-by che ha portato due volte di fila in rete l'Udinese, con Younes e Zielinski che hanno faticato a contenere Fofana e i due centrali Koulibaly e Maksimovic non esenti da colpe. Calo fisico o mentale? Opterei per la seconda ipotesi, perche' i due centrali erano freschi e riposati. In effetti anche lo stesso Ospina non era sembrato impeccabile, ma alla luce di quanto e' accaduto in seguito c'e' solo da fargli gli applausi. Certo è che quando si perde sangue, soprattutto dalla testa, anche con tutte le rassicurazioni del caso, opterei sempre per la sostituzione. L'eccesso di zelo, in questi casi, non è mai troppo. Chiamatemi fifone, ma la penso così. Sarà sicuramente un monito per il futuro, fermo restando che, conoscendolo, e ci tengo a sottolinearlo, nutro la massima fiducia nel dott. De Nicola, pertanto il mio non è un appunto nei suoi confronti ma una considerazione, che nasce spontanea e del tutto personale, non appena vedo uno schizzetto di sangue. Dopo questo momento inspiegabile, pero', la reazione c'e' stata, sebbene gli esterni non abbiano dato il contributo sperato: Malcuit e' cresciuto nel finale, mentre Ghoulam sta pian piano recuperando fiducia in se stesso. Ed allora a invertire la tendenza ci hanno pensato in due, Arek Milik e Dries Mertens, con la gentile collaborazione del sempre fondamentale Callejon. Il polacco ha segnato un gol pesantissimo, quando la partita era ancora in bilico. Reti del genere, nei momenti chiave, come gli chiedevo qualche settimana fa, fanno la differenza e stanno arrivando, per cui è giustissimo evidenziarlo. Infine il belga: ottima prestazione, grande concentrazione, assist e gol di sinistro. Tutto meritato, per l'impegno che ci mette e per come vive l'avventura all'ombra del Vesuvio, che lui stesso non reputa al capolinea. Dries è uno che infonde sempre il buon umore nello spogliatoio, sa essere un trascinatore prezioso e il pubblico sa come premiarlo. Nel post gara ho lanciato una simpatica provocazione ad Ancelotti: perchè non provare a dimezzare il distacco di -15 dalla Juventus? Il sorriso, in risposta, del mister c'è stato. Una rincorsa del genere, al di la' del cammino in salita in Europa League contro l'Arsenal, darebbe stimoli anche in campionato. Perche' in fondo e' pur sempre un gioco, e non bisogna mai dimenticarselo. C'è da lottare fino all'ultimo secondo in cui il pallone rotola.

 

 

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