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L'EDITORIALE - Antonio Petrazzuolo: "Napoli, ancora a mezzogiorno un passettino col freno a mano tirato, ma nelle ultime nove finali può succedere sempre di tutto"
17.03.2025 12:23 di Napoli Magazine

NAPOLI - A Venezia un punto che muove di poco la classifica del Napoli ed allunga a -3 il ritardo dalla capolista Inter. Peccato perchè per le occasioni create, dal palo di Raspadori alle spizzate di testa di Lukaku e McTominay, senza dimenticare il tiro alto di Simeone, il match avrebbe potuto incanalarsi tranquillamente sui binari della vittoria ed invece, nel computo delle azioni, vanno registrati anche due provvidenziali salvataggi di Rrahmani e Meret. E' pur vero che il campo arido (nonostante le 4 "innaffiatine") non ha favorito la fluidità delle giocate e che l'arbitro Mariani, che spesso ha dimenticato il cartellino giallo nel suo taschino, ha concesso costantemente entrate dure dei padroni di casa, lasciandole del tutto impunite. Nelle ultime sette partite, una vittoria, cinque pareggi e una sconfitta, un pò poco per gli uomini di Conte, che comunque ora non devono commettere l'errore di gettare il "pallone" al vento. Può succedere ancora di tutto, considerando gli impegni tripli dell'Inter (soprattutto nel mese di aprile) e il calendario non semplice dell'Atalanta. Sta di fatto che l'orario delle 12:30 continua a non giovare al Napoli, inutile ricordare che scendere in campo a mezzogiorno comporta tutta una serie di squilibri mentali (per i bioritmi), fisici (per i muscoli) e di cibo (colazione, pranzo o nessuno dei due?): in questa stagione ben 4 volte gli azzurri si sono ritrovati a giocare in quest'orario anomalo, perdendo tre volte (in casa con l'Atalanta, a Como e a Venezia) e riuscendo a vincere solo ad Empoli di misura. L'Inter, ad esempio, con la "scusa" degli impegni in Champions e in Coppa Italia non ha mai giocato alla mezza, mentre all'Atalanta è capitato appena 2 volte (con due vittorie contro Napoli e Udinese). Possibile che nessuno dica nulla a riguardo? Tornando al campo, resta il rammarico per le occasioni create. Probabilmente qualche sostituzione, con il risultato inchiodato sullo zero a zero, poteva essere anticipata. Per esempio, in una sfida del genere, meglio fisico e tattica che doppio play: inserire Billing o Anguissa, con uno tra Lobotka e Gilmour, forse avrebbe potuto smuovere prima le acque, così come Simeone al posto del volenteroso Lukaku (che si è visto negare la gioia del gol davvero per pochi millimetri grazie al guizzo del prodigioso Radu). La difesa non ha corso grossi rischi, con Rrahmani sugli scudi, mentre McTominay e Politano, a lungo andare, hanno perso un pò di brillantezza e lucidità dopo una gara molto generosa. Tocchi di classe di Spinazzola, buona volontà di Okafor. Con la forza del gruppo si può ancora rosicchiare qualcosa da questa stagione che viaggia sul filo del rasoio ed in cui ogni piccolo errore può far pendere l'ago della bilancia da una parte o dall'altra. Con la sosta è tempo di riordinare le idee, senza i Nazionali a Castel Volturno, ma con la testa già rivolta al big match contro il Milan al Maradona. Nulla è perduto. Bisogna crederci.

 
Antonio Petrazzuolo
 
Napoli Magazine
 
Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com
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17/03/2025 - 12:23

NAPOLI - A Venezia un punto che muove di poco la classifica del Napoli ed allunga a -3 il ritardo dalla capolista Inter. Peccato perchè per le occasioni create, dal palo di Raspadori alle spizzate di testa di Lukaku e McTominay, senza dimenticare il tiro alto di Simeone, il match avrebbe potuto incanalarsi tranquillamente sui binari della vittoria ed invece, nel computo delle azioni, vanno registrati anche due provvidenziali salvataggi di Rrahmani e Meret. E' pur vero che il campo arido (nonostante le 4 "innaffiatine") non ha favorito la fluidità delle giocate e che l'arbitro Mariani, che spesso ha dimenticato il cartellino giallo nel suo taschino, ha concesso costantemente entrate dure dei padroni di casa, lasciandole del tutto impunite. Nelle ultime sette partite, una vittoria, cinque pareggi e una sconfitta, un pò poco per gli uomini di Conte, che comunque ora non devono commettere l'errore di gettare il "pallone" al vento. Può succedere ancora di tutto, considerando gli impegni tripli dell'Inter (soprattutto nel mese di aprile) e il calendario non semplice dell'Atalanta. Sta di fatto che l'orario delle 12:30 continua a non giovare al Napoli, inutile ricordare che scendere in campo a mezzogiorno comporta tutta una serie di squilibri mentali (per i bioritmi), fisici (per i muscoli) e di cibo (colazione, pranzo o nessuno dei due?): in questa stagione ben 4 volte gli azzurri si sono ritrovati a giocare in quest'orario anomalo, perdendo tre volte (in casa con l'Atalanta, a Como e a Venezia) e riuscendo a vincere solo ad Empoli di misura. L'Inter, ad esempio, con la "scusa" degli impegni in Champions e in Coppa Italia non ha mai giocato alla mezza, mentre all'Atalanta è capitato appena 2 volte (con due vittorie contro Napoli e Udinese). Possibile che nessuno dica nulla a riguardo? Tornando al campo, resta il rammarico per le occasioni create. Probabilmente qualche sostituzione, con il risultato inchiodato sullo zero a zero, poteva essere anticipata. Per esempio, in una sfida del genere, meglio fisico e tattica che doppio play: inserire Billing o Anguissa, con uno tra Lobotka e Gilmour, forse avrebbe potuto smuovere prima le acque, così come Simeone al posto del volenteroso Lukaku (che si è visto negare la gioia del gol davvero per pochi millimetri grazie al guizzo del prodigioso Radu). La difesa non ha corso grossi rischi, con Rrahmani sugli scudi, mentre McTominay e Politano, a lungo andare, hanno perso un pò di brillantezza e lucidità dopo una gara molto generosa. Tocchi di classe di Spinazzola, buona volontà di Okafor. Con la forza del gruppo si può ancora rosicchiare qualcosa da questa stagione che viaggia sul filo del rasoio ed in cui ogni piccolo errore può far pendere l'ago della bilancia da una parte o dall'altra. Con la sosta è tempo di riordinare le idee, senza i Nazionali a Castel Volturno, ma con la testa già rivolta al big match contro il Milan al Maradona. Nulla è perduto. Bisogna crederci.

 
Antonio Petrazzuolo
 
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