In Primo Piano
L'EDITORIALE - Antonio Petrazzuolo: "Sarri alla Juve, l'amore per il dio denaro che fa perdere credibilità, Napoli non lo perdonerà mai!"
17.06.2019 23:52 di Napoli Magazine

NAPOLI - Maurizio Sarri è il nuovo allenatore della Juventus. L'annuncio ufficiale, che ha deluso molti suoi fans, è arrivato durante una calda domenica pomeriggio. Un tradimento covato e maturato da oltre un mese, che si è concretizzato per la gioia dell'allenatore di Figline Valdarno, in ansia da diversi giorni per le piccole situazioni contrattuali da risolvere con il Chelsea. Quando i soldi chiamano, lui, da gran professionista, risponde. Tra l'altro ha sempre detto di volersi arricchire, per cui sarà entusiasta oltre ogni tipo di ragionamento per il triennale da 7 milioni di euro netti a stagione appena firmato. Anche a danno di perdere credibilità, perchè di fatto si è rimangiato le sue stesse parole. Poco importa se due anni prima, da solo, si era autoproclamato a capo di un intero popolo, perchè "il Napoli è l'unica squadra italiana che rappresenta una sola grande città" o se da (finto) Masaniello sottolineava che "il Napoli è arrivato secondo ma ha il pubblico campione d'Italia". Quel senso di fierezza, di appartenenza ai colori di Partenope, l'ha venduto, per qualcosa in più del triennale da 6,4 milioni di euro lordi a stagione percepiti dai Blues, dall'estate del 2018. E probabilmente con il sacco di dobloni si addormenterà ogni sera, stringendolo al petto, per paura che qualcuno glielo possa portare via, perchè più importante della stima di una intera tifoseria. E che fa se aveva sventolato il dito medio allo Juventus Stadium verso quelli che sarebbero diventati i suoi nuovi supporters o se si era inchinato davanti alla Curva B, che recentemente gli aveva perfino dedicato uno striscione dal titolo: "Sarri uno di noi". Nel calcio contano i soldi, bisogna ripeterlo ancora una volta, ed arricchirsi, per l'ormai ex Comandante, quasi come se in questi ultimi anni avesse guadagnato pochi spiccioli e non roboanti milioni di euro. Non fa niente, dunque, se sottolinei di essere nato a Napoli e di essere un tifoso azzurro sin dalla nascita, poco conta se pensi che per avere un rigore "bisogna avere la maglia a strisce". E se poi a Dimaro salti al coro "chi non salta juventino è" fa parte del gioco. Perchè prendersela? Non è grave nemmeno aver utilizzato l'astio verso ADL per aver accresciuto la propria fama di vate del bel calcio, pronto a dare l'assalto al potere, puntando alla presa del Palazzo. Non fa nulla che ora ci entri dalla porta principale. Nemmeno se, come Higuain, dopo averlo abbracciato da avversario allo Stadium, dopo aver perso lo scudetto nell'albergo a Firenze, sei passato all'altra sponda, via Chelsea. E' tutto "normale" per lui, che ora dovrà turarsi le orecchie quando voleranno inviti al Vesuvio per lavare i suoi ex tifosi con la lava, e dovrà voltarsi dall'altro lato se qualcuno definirà "colerosi", "terremotati", quelli che un tempo chiamava suoi concittadini mostrandosi "entusiasta di rappresentarli". Dalla tuta allo smoking, in un battito di ciglia: tante chiacchiere, per incantare la piazza. Ci è riuscito fino alla perla finale: la dedica ai napoletani della vittoria dell'Europa League con il Chelsea, che ha avuto onestamente il sapore della presa per i fondelli. Dedica che, per quanto mi riguarda, può tornare al mittente. Sarri ha scelto di tradire il Maurizio genuino, per amore del dio denaro. Una scelta discutibile, come discutibili sono quelli che prima lo apostrofavano "buzzurro" ed ora lo elogiano. I valori e la coerenza con se stessi sono importanti nella vita, più dei soldi. Forse lo capirà di conferenza in conferenza, quando non potrà negarsi ai microfoni, dove dovrà per forza di cose voltare le spalle al Napoli, primo avversario della squadra di Torino, per far vedere di "amare" e valorizzare la sua Juventus. Sarà una lotta costante, verbale e sul campo, gara dopo gara, avversari e nemici. Ecco perchè Napoli non lo perdonerà mai. E per noi, veri partenopei, fieri di esserlo realmente dalla nascita, e non a parole, tutto questo ha ben poco di "normale". Ha scelto di tradire prima se stesso e di conseguenza i napoletani, che lo avevano fatto diventare un'icona rivoluzionaria: Maurì, ognuno per la sua strada, a te tanti soldi, a noi la fedeltà, cà nisciun' è fess!

 

 

Antonio Petrazzuolo
 
 
Napoli Magazine
 
 
Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com
ULTIMISSIME IN PRIMO PIANO
TUTTE LE ULTIMISSIME
NOTIZIE SUCCESSIVE >>>
L'EDITORIALE - Antonio Petrazzuolo: "Sarri alla Juve, l'amore per il dio denaro che fa perdere credibilità, Napoli non lo perdonerà mai!"

di Napoli Magazine

17/06/2024 - 23:52

NAPOLI - Maurizio Sarri è il nuovo allenatore della Juventus. L'annuncio ufficiale, che ha deluso molti suoi fans, è arrivato durante una calda domenica pomeriggio. Un tradimento covato e maturato da oltre un mese, che si è concretizzato per la gioia dell'allenatore di Figline Valdarno, in ansia da diversi giorni per le piccole situazioni contrattuali da risolvere con il Chelsea. Quando i soldi chiamano, lui, da gran professionista, risponde. Tra l'altro ha sempre detto di volersi arricchire, per cui sarà entusiasta oltre ogni tipo di ragionamento per il triennale da 7 milioni di euro netti a stagione appena firmato. Anche a danno di perdere credibilità, perchè di fatto si è rimangiato le sue stesse parole. Poco importa se due anni prima, da solo, si era autoproclamato a capo di un intero popolo, perchè "il Napoli è l'unica squadra italiana che rappresenta una sola grande città" o se da (finto) Masaniello sottolineava che "il Napoli è arrivato secondo ma ha il pubblico campione d'Italia". Quel senso di fierezza, di appartenenza ai colori di Partenope, l'ha venduto, per qualcosa in più del triennale da 6,4 milioni di euro lordi a stagione percepiti dai Blues, dall'estate del 2018. E probabilmente con il sacco di dobloni si addormenterà ogni sera, stringendolo al petto, per paura che qualcuno glielo possa portare via, perchè più importante della stima di una intera tifoseria. E che fa se aveva sventolato il dito medio allo Juventus Stadium verso quelli che sarebbero diventati i suoi nuovi supporters o se si era inchinato davanti alla Curva B, che recentemente gli aveva perfino dedicato uno striscione dal titolo: "Sarri uno di noi". Nel calcio contano i soldi, bisogna ripeterlo ancora una volta, ed arricchirsi, per l'ormai ex Comandante, quasi come se in questi ultimi anni avesse guadagnato pochi spiccioli e non roboanti milioni di euro. Non fa niente, dunque, se sottolinei di essere nato a Napoli e di essere un tifoso azzurro sin dalla nascita, poco conta se pensi che per avere un rigore "bisogna avere la maglia a strisce". E se poi a Dimaro salti al coro "chi non salta juventino è" fa parte del gioco. Perchè prendersela? Non è grave nemmeno aver utilizzato l'astio verso ADL per aver accresciuto la propria fama di vate del bel calcio, pronto a dare l'assalto al potere, puntando alla presa del Palazzo. Non fa nulla che ora ci entri dalla porta principale. Nemmeno se, come Higuain, dopo averlo abbracciato da avversario allo Stadium, dopo aver perso lo scudetto nell'albergo a Firenze, sei passato all'altra sponda, via Chelsea. E' tutto "normale" per lui, che ora dovrà turarsi le orecchie quando voleranno inviti al Vesuvio per lavare i suoi ex tifosi con la lava, e dovrà voltarsi dall'altro lato se qualcuno definirà "colerosi", "terremotati", quelli che un tempo chiamava suoi concittadini mostrandosi "entusiasta di rappresentarli". Dalla tuta allo smoking, in un battito di ciglia: tante chiacchiere, per incantare la piazza. Ci è riuscito fino alla perla finale: la dedica ai napoletani della vittoria dell'Europa League con il Chelsea, che ha avuto onestamente il sapore della presa per i fondelli. Dedica che, per quanto mi riguarda, può tornare al mittente. Sarri ha scelto di tradire il Maurizio genuino, per amore del dio denaro. Una scelta discutibile, come discutibili sono quelli che prima lo apostrofavano "buzzurro" ed ora lo elogiano. I valori e la coerenza con se stessi sono importanti nella vita, più dei soldi. Forse lo capirà di conferenza in conferenza, quando non potrà negarsi ai microfoni, dove dovrà per forza di cose voltare le spalle al Napoli, primo avversario della squadra di Torino, per far vedere di "amare" e valorizzare la sua Juventus. Sarà una lotta costante, verbale e sul campo, gara dopo gara, avversari e nemici. Ecco perchè Napoli non lo perdonerà mai. E per noi, veri partenopei, fieri di esserlo realmente dalla nascita, e non a parole, tutto questo ha ben poco di "normale". Ha scelto di tradire prima se stesso e di conseguenza i napoletani, che lo avevano fatto diventare un'icona rivoluzionaria: Maurì, ognuno per la sua strada, a te tanti soldi, a noi la fedeltà, cà nisciun' è fess!

 

 

Antonio Petrazzuolo
 
 
Napoli Magazine
 
 
Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com