NAPOLI - Ad un passo dal "paradiso" in un clima infernale tra la lotta scudetto e il caso Conte. Il Napoli arriva alla curva finale del campionato con la straordinaria opportunità di vincere lo scudetto e all'orizzonte c'è un finale di stagione che si preannuncia appassionante ma rovente, ad alta tensione dentro e fuori dal campo per il popolo azzurro. Il gol di Orsolini ha consegnato al Napoli un pezzo di tricolore e adesso il destino è nelle mani dei partenopei e la pressione è tutta sull'Inter. Aspettando il campo, è d'obbligo fare chiarezza sulla vicenda dello sfogo di Antonio Conte. Aurelio De Laurentiis è stato bravo a rimandare le valutazioni a giugno e così a depressurizzare il clima dopo le dichiarazioni del tecnico, deludendo le aspettative di chi si aspettava un botta e risposta destabilizzante per l'ambiente. E' chiaro che le parole di Conte non passano inosservate e sono state un fiume in piena. Ma la chiave di lettura non è quella dell'annuncio di un addio come qualcuno ha inteso o volutamente fatto credere, quanto piuttosto una strategia per spostare le pressioni su di sé rispetto alla squadra e far capire, intanto, che lui è disposto a restare ma chiede garanzie per il doppio impegno campionato-Champions.
Avevamo già detto che di questo Napoli, con o senza scudetto, rimarranno non più di 12-13 calciatori al massimo. Conte ha già posto l'esigenza di un mercato che dovrà passare da una decina di innesti, di cui 4-5 operazioni importanti e altrettante di ottimo livello, definiamoli acquisti medio-alti, per alzare la qualità dell'organico. Conte e De Laurentiis si vedranno a fine stagione e il presidente del Napoli potrà presentarsi all'appuntamento con una disponibilità che avrà il Napoli in estate che non ha eguali in Serie A. Per intendersi parliamo, nei fatti e non nei teoremi di Pitagora, di 75 milioni già incassati per Kvara, i 75 che dovrebbero arrivare dalla cessione di Osimhen, 80 milioni della qualificazione Champions, 78 milioni che verranno garantiti dai diritti tv, oltre ai 55 milioni dei riscatti di elementi fuori dai piani del club (Lindstrom, Cajuste, Natan, Zerbin e Caprile) e altrettanti potrebbero arrivarne dai possibili partenti di questo Napoli (Ngonge, Simeone, Raspadori, Rafa Marin). Morale della favola circa 400 milioni. Una parte andrà a copertura del fondo di riserva in bilancio, una parte servirà per il centro sportivo ma una larga parte potrà essere impiegata per il mercato, una cifra tra i 150 e i 200 milioni. Se la questione è sui numeri l'accordo Conte-De Laurentiis si troverebbe in 2 minuti.
Il punto è un altro: Conte non ha gradito che a gennaio sia stato ceduto Kvara e che non sia arrivato praticamente nessuno per sostituirlo, perché Okafor riempie la rosa ma ha avuto problemi, non è stato impiegato quasi mai e non è stata una intuizione felice e nemmeno adeguata a quello che andava fatto. E allora attenzione al vero quesito che si pone in seguito al ragionamento fatto da Conte: chi è il destinatario? Se lo scenario era spendere 60 milioni per Garnacho ha fatto bene De Laurentiis a non spenderli perché non avrebbe fatto la differenza e avrebbe buttato via una barca di soldi per un acquisto mediatico caldeggiato da esperti che hanno visto qualche spezzone su YouTube ma nemmeno lo hanno mai visto giocare. Altrettanto oggettivo è che qualcuno doveva comunque arrivare ed è stato un mercato sbagliato. E allora la vicenda impone di monitorare anche l'operato di Giovanni Manna, che si è assunto in una conferenza stampa la responsabilità del mercato di gennaio. Manna ha dichiarato prima di Monza, per la prossima stagione: "Abbiamo visto e parlato con tanti calciatori". Ora verrebbe da chiedersi se il mercato a cui sta lavorando Manna è in linea con le aspettative e le indicazioni di Conte. Mi limito a dire che i vari Noa Lang, Paixao, e altri giovani di cui si parla, non sono una priorità dei piani di Conte, che vuole calciatori pronti, fatti, finiti e in grado di fare la differenza subito. Diciamola con stile così per evidenziare che si tratta di due visioni diverse. Ma c'è di più: dopo la debacle di Verona, c'è voluto l'intervento di De Laurentiis per dare una svolta al mercato del Napoli e dice la verità De Laurentiis quando preannuncia che lui ha la volontà di fare un Napoli forte per la prossima stagione. Dopo Verona c'è stata la disponibilità totale di De Laurentiis a mettere mano ai fondi di riserva in un mercato in cui non erano arrivati i soldi di Osimhen e qualcun altro aveva una visione più "pragmatica" e riteneva si dovessero blindare i conti e non aprire insomma il forziere del club. Quindi De Laurentiis, al contrario della narrazione di questi giorni, è più in sintonia con le aspettative di Conte di quanto non possa sembrare. Sono altri che dovranno mettersi al passo, avere coraggio e pensare in grande, alzare l'asticella e adeguarsi. E in un'estate in cui il Napoli avrà una tale potenza di fuoco a disposizione, sarebbe un peccato perdere Conte, immaginare di fare un mercato di scommesse come 10-15 anni fa e dover ripartire con un altro progetto. Ora stop alle polemiche, è il momento di concentrarsi sull'assalto al quarto scudetto.
Emanuele Cammaroto
Napoli Magazine
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di Napoli Magazine
23/04/2025 - 13:00
NAPOLI - Ad un passo dal "paradiso" in un clima infernale tra la lotta scudetto e il caso Conte. Il Napoli arriva alla curva finale del campionato con la straordinaria opportunità di vincere lo scudetto e all'orizzonte c'è un finale di stagione che si preannuncia appassionante ma rovente, ad alta tensione dentro e fuori dal campo per il popolo azzurro. Il gol di Orsolini ha consegnato al Napoli un pezzo di tricolore e adesso il destino è nelle mani dei partenopei e la pressione è tutta sull'Inter. Aspettando il campo, è d'obbligo fare chiarezza sulla vicenda dello sfogo di Antonio Conte. Aurelio De Laurentiis è stato bravo a rimandare le valutazioni a giugno e così a depressurizzare il clima dopo le dichiarazioni del tecnico, deludendo le aspettative di chi si aspettava un botta e risposta destabilizzante per l'ambiente. E' chiaro che le parole di Conte non passano inosservate e sono state un fiume in piena. Ma la chiave di lettura non è quella dell'annuncio di un addio come qualcuno ha inteso o volutamente fatto credere, quanto piuttosto una strategia per spostare le pressioni su di sé rispetto alla squadra e far capire, intanto, che lui è disposto a restare ma chiede garanzie per il doppio impegno campionato-Champions.
Avevamo già detto che di questo Napoli, con o senza scudetto, rimarranno non più di 12-13 calciatori al massimo. Conte ha già posto l'esigenza di un mercato che dovrà passare da una decina di innesti, di cui 4-5 operazioni importanti e altrettante di ottimo livello, definiamoli acquisti medio-alti, per alzare la qualità dell'organico. Conte e De Laurentiis si vedranno a fine stagione e il presidente del Napoli potrà presentarsi all'appuntamento con una disponibilità che avrà il Napoli in estate che non ha eguali in Serie A. Per intendersi parliamo, nei fatti e non nei teoremi di Pitagora, di 75 milioni già incassati per Kvara, i 75 che dovrebbero arrivare dalla cessione di Osimhen, 80 milioni della qualificazione Champions, 78 milioni che verranno garantiti dai diritti tv, oltre ai 55 milioni dei riscatti di elementi fuori dai piani del club (Lindstrom, Cajuste, Natan, Zerbin e Caprile) e altrettanti potrebbero arrivarne dai possibili partenti di questo Napoli (Ngonge, Simeone, Raspadori, Rafa Marin). Morale della favola circa 400 milioni. Una parte andrà a copertura del fondo di riserva in bilancio, una parte servirà per il centro sportivo ma una larga parte potrà essere impiegata per il mercato, una cifra tra i 150 e i 200 milioni. Se la questione è sui numeri l'accordo Conte-De Laurentiis si troverebbe in 2 minuti.
Il punto è un altro: Conte non ha gradito che a gennaio sia stato ceduto Kvara e che non sia arrivato praticamente nessuno per sostituirlo, perché Okafor riempie la rosa ma ha avuto problemi, non è stato impiegato quasi mai e non è stata una intuizione felice e nemmeno adeguata a quello che andava fatto. E allora attenzione al vero quesito che si pone in seguito al ragionamento fatto da Conte: chi è il destinatario? Se lo scenario era spendere 60 milioni per Garnacho ha fatto bene De Laurentiis a non spenderli perché non avrebbe fatto la differenza e avrebbe buttato via una barca di soldi per un acquisto mediatico caldeggiato da esperti che hanno visto qualche spezzone su YouTube ma nemmeno lo hanno mai visto giocare. Altrettanto oggettivo è che qualcuno doveva comunque arrivare ed è stato un mercato sbagliato. E allora la vicenda impone di monitorare anche l'operato di Giovanni Manna, che si è assunto in una conferenza stampa la responsabilità del mercato di gennaio. Manna ha dichiarato prima di Monza, per la prossima stagione: "Abbiamo visto e parlato con tanti calciatori". Ora verrebbe da chiedersi se il mercato a cui sta lavorando Manna è in linea con le aspettative e le indicazioni di Conte. Mi limito a dire che i vari Noa Lang, Paixao, e altri giovani di cui si parla, non sono una priorità dei piani di Conte, che vuole calciatori pronti, fatti, finiti e in grado di fare la differenza subito. Diciamola con stile così per evidenziare che si tratta di due visioni diverse. Ma c'è di più: dopo la debacle di Verona, c'è voluto l'intervento di De Laurentiis per dare una svolta al mercato del Napoli e dice la verità De Laurentiis quando preannuncia che lui ha la volontà di fare un Napoli forte per la prossima stagione. Dopo Verona c'è stata la disponibilità totale di De Laurentiis a mettere mano ai fondi di riserva in un mercato in cui non erano arrivati i soldi di Osimhen e qualcun altro aveva una visione più "pragmatica" e riteneva si dovessero blindare i conti e non aprire insomma il forziere del club. Quindi De Laurentiis, al contrario della narrazione di questi giorni, è più in sintonia con le aspettative di Conte di quanto non possa sembrare. Sono altri che dovranno mettersi al passo, avere coraggio e pensare in grande, alzare l'asticella e adeguarsi. E in un'estate in cui il Napoli avrà una tale potenza di fuoco a disposizione, sarebbe un peccato perdere Conte, immaginare di fare un mercato di scommesse come 10-15 anni fa e dover ripartire con un altro progetto. Ora stop alle polemiche, è il momento di concentrarsi sull'assalto al quarto scudetto.
Emanuele Cammaroto
Napoli Magazine
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