NAPOLI - C’è da mordersi le mani per quel tiro del Cholito con il pallone che - ultimo atto della sfida con l’Inter - ha sfiorato e forse perfino toccato la traversa della porta di Sommer. Una vittoria avrebbe ricacciato lontano in classifica, assieme ai nerazzurri di Inzaghi, tutta la muta di inseguitrici che braccano gli azzurri e che stazionano ora a un solo punto di distanza dalla vetta. In ogni caso non ci si può lamentare per come è andata a finire perché se Calhanoglu non avesse sbagliato il rigore, il primo errore nei 18 penalties calciati nella sua carriera in Italia, staremmo ora a discutere di una sconfitta che sarebbe stata ingiusta e immeritata, contrariamente a quello che sostiene l’allenatore dell’Inter, Simone Inzaghi il quale ha parlato di un netto dominio della sua squadra che avrebbe meritato inequivocabilmente la vittoria. La prima fase del ciclo terribile - non dimentichiamo che un altro trittico di impegni non proprio agevole attende il Napoli dopo la sosta per le partite delle Nazionali - si è dunque conclusa con un bilancio più che onorevole. Certo pesa in maniera negativa la sconfitta interna con l’Atalanta, non tanto per la mancata conquista di punti, che pure sarebbero stati utilissimi, quanto per il modo traumatico in cui si è materializzata, con una squadra, il Napoli, apparsa irriconoscibile e deconcentrata. D’altro canto non si può non guardare con soddisfazione alle due prestazioni di San Siro, con la netta vittoria sul Milan e il pareggio di domenica scorsa con l’Inter che mantengono il Napoli in testa alla classifica in un momento importante del campionato in cui le forze in campo si vanno delineando in maniera sempre più chiara e definita. Conta moltissimo sul piano morale prima ancora che su quello materiale l’aver giocato fuori casa nel girone d’andata con Juventus, Milan e Inter senza uscire mai battuti. Ora un altro ciclo delicato attende Antonio Conte e i suoi ragazzi dopo la sosta. Arriverà subito al Maradona una Roma carica di voglia di riscatto e con un nuovo allenatore in panchina. Poi si dovrà andare a giocarsela in trasferta contro il Torino e infine ci sarà la sfida in casa con la Lazio che pure sta mantenendo un passo marziale, mandando spesso ko le proprie avversarie. Il Napoli ha comunque dimostrato in maniera chiara di avere una struttura solida, con una rosa affidabile e con un allenatore in panchina che sta confermando ancora una volta tutto il suo valore. Conte ha cambiato i connotati della squadra che ora appare sempre concentrata, con i giocatori impegnati ad aiutarsi gli uni con gli altri e animati da una fierezza e uno spirito agonistico che non si vedevano dai tempi di Spalletti. E un gruppo così può davvero arrivare dappertutto, anche più avanti di dove a inizio stagione nessuno avrebbe osato sperare.
Mario Zaccaria
Napoli Magazine
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di Napoli Magazine
12/11/2024 - 23:00
NAPOLI - C’è da mordersi le mani per quel tiro del Cholito con il pallone che - ultimo atto della sfida con l’Inter - ha sfiorato e forse perfino toccato la traversa della porta di Sommer. Una vittoria avrebbe ricacciato lontano in classifica, assieme ai nerazzurri di Inzaghi, tutta la muta di inseguitrici che braccano gli azzurri e che stazionano ora a un solo punto di distanza dalla vetta. In ogni caso non ci si può lamentare per come è andata a finire perché se Calhanoglu non avesse sbagliato il rigore, il primo errore nei 18 penalties calciati nella sua carriera in Italia, staremmo ora a discutere di una sconfitta che sarebbe stata ingiusta e immeritata, contrariamente a quello che sostiene l’allenatore dell’Inter, Simone Inzaghi il quale ha parlato di un netto dominio della sua squadra che avrebbe meritato inequivocabilmente la vittoria. La prima fase del ciclo terribile - non dimentichiamo che un altro trittico di impegni non proprio agevole attende il Napoli dopo la sosta per le partite delle Nazionali - si è dunque conclusa con un bilancio più che onorevole. Certo pesa in maniera negativa la sconfitta interna con l’Atalanta, non tanto per la mancata conquista di punti, che pure sarebbero stati utilissimi, quanto per il modo traumatico in cui si è materializzata, con una squadra, il Napoli, apparsa irriconoscibile e deconcentrata. D’altro canto non si può non guardare con soddisfazione alle due prestazioni di San Siro, con la netta vittoria sul Milan e il pareggio di domenica scorsa con l’Inter che mantengono il Napoli in testa alla classifica in un momento importante del campionato in cui le forze in campo si vanno delineando in maniera sempre più chiara e definita. Conta moltissimo sul piano morale prima ancora che su quello materiale l’aver giocato fuori casa nel girone d’andata con Juventus, Milan e Inter senza uscire mai battuti. Ora un altro ciclo delicato attende Antonio Conte e i suoi ragazzi dopo la sosta. Arriverà subito al Maradona una Roma carica di voglia di riscatto e con un nuovo allenatore in panchina. Poi si dovrà andare a giocarsela in trasferta contro il Torino e infine ci sarà la sfida in casa con la Lazio che pure sta mantenendo un passo marziale, mandando spesso ko le proprie avversarie. Il Napoli ha comunque dimostrato in maniera chiara di avere una struttura solida, con una rosa affidabile e con un allenatore in panchina che sta confermando ancora una volta tutto il suo valore. Conte ha cambiato i connotati della squadra che ora appare sempre concentrata, con i giocatori impegnati ad aiutarsi gli uni con gli altri e animati da una fierezza e uno spirito agonistico che non si vedevano dai tempi di Spalletti. E un gruppo così può davvero arrivare dappertutto, anche più avanti di dove a inizio stagione nessuno avrebbe osato sperare.
Mario Zaccaria
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