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MR Z - Napoli, il fascino della vittoria
17.05.2022 23:51 di Napoli Magazine

NAPOLI - Il campionato è (quasi) finito. Il Napoli si è classificato terzo ed ha acquisito il diritto a partecipare alla Champions League del prossimo anno, dopo due anni di astinenza forzata. Insigne ha salutato i suoi tifosi in una bella domenica di festa e di nostalgia in occasione della quale insieme a quelle al capitano in campo, molte lacrime sono state versate anche sugli spalti. La parte finale della stagione è stata contrassegnata da una delusione che non si può nascondere perché fino a qualche settimana fa il Napoli era legittimamente in corsa per il titolo. Poi gli scivoloni con la Fiorentina, la Roma e l’Empoli hanno costretto la squadra ad alzare bandiera bianca. La delusione che ne è scaturita è venuta naturale, ma Spalletti con toni anche troppo accesi ha più volte rimbeccato i tifosi e soprattutto i giornalisti (???) accusando questi ultimi di aver fomentato le reazioni della gente e soprattutto di non aver adeguatamente magnificato la conquista della qualificazione alla Champions, unico traguardo che era stato messo nel mirino a inizio stagione. De Laurentiis, dal canto suo – e questa è l’accusa principale che gli viene mossa dal popolo e che spiega anche i fischi impietosi dai quali è stato subissato in occasione del saluto a Insigne sul terreno di gioco del Maradona – è ben felice di aver portato nelle casse della Società un bel gruzzolo di denari (i 21,6 milioni del terzo posto, più una cifra ben superiore ma impossibile al momento da quantificare con esattezza, derivante alla partecipazione alla Champions League) che assieme ai vigorosi tagli degli stipendi dei calciatori, farà tornare il bilancio in linea di galleggiamento. La gente si chiede: si può essere felici e soddisfatti ‘solo’ per la partecipazione alla Champions? Accontenta davvero i tifosi la possibilità di ospitare al Maradona una ‘grande’ del calcio internazionale che sicuramente capiterà nel girone del Napoli o i sostenitori azzurri, fregandosene del famoso spirito decubertiano, si sono stancati di partecipare soltanto e desiderano ardentemente cominciare anche a vincere? De Laurentiis spiega quando può che il Napoli lo si può mantenere soltanto grazie alle sue strategie e che spese dissennate porterebbero inevitabilmente in poco tempo al fallimento. Il suo ragionamento è: preferite avere una squadra di vertice che ogni anno può puntare – talvolta anche riuscendo a realizzare il disegno - a calcare la scena europea più prestigiosa o invece è meglio imboccare la strada delle spese pazze nel tentativo di vincere uno scudetto e con la certezza di finire a mare con tutti i panni? Ma il popolo ribatte: si è capito che con te, caro De Laurentiis, questo è il massimo che possiamo ottenere; allora fatti da parte, vendi la Società e lasciala in mano a chi – gruppo italiano o straniero che sia – abbia la forza di spendere come fanno ad esempio Juventus, Inter e Milan in modo che possiamo realisticamente coltivare il nostro sogno. Mi sembra una situazione in cui tutti hanno ragione e tutti hanno torto. Certo l’ideale sarebbe che al posto di De Laurentiis la Società l’avesse in mano uno sceicco ricco sfondato per il quale una campagna acquisti da 250-300 milioni di euro rappresenterebbe l’investimento del guadagno di un giorno di estrazione del petrolio dai suoi pozzi. Ma certezze che simili compratori ci siano in giro e soprattutto che siano interessati al Napoli non ce ne sono affatto. Perciò non rimane che prendere ciò che si ha, cercando di ottenere il massimo possibile con quello che passa il convento. Diverso è il discorso che riguarda Spalletti. Lui magnifica la stagione (quasi) conclusa e giustamente difende i propri calciatori sostenendo che hanno lavorato sodo (e chi lo nega?), che si sono comportati sempre con grande professionalità (e chi lo nega?) e che hanno ottenuto un gran bel risultato (e chi lo nega?). Però i tifosi – e noi con loro – ritengono che qualcosa in più avrebbe potuto e dovuto esser fatto. Ad esempio arrivare a lottare con Inter e Milan fino all’ultima giornata e caso mai perdere lo scudetto sul filo di lana sarebbe stato già qualcosa in più. Per non parlare dell’Europa League. La finale se la giocheranno domani sera Eintracht Francoforte (i tedeschi sono undicesimi in classifica nella Bundesliga) e Glasgow Rangers (gli scozzesi sono secondi dietro al Celtic in un mediocre campionato con sole 12 squadre partecipanti), non proprio due corazzate del calcio internazionale. E non ci venga a dire Spalletti che conquistare un simile trofeo (che avrebbe sicuramente soddisfatto e non poco i tifosi e anche De Laurentiis, visto che la Società vincitrice si mette in saccoccia oltre 20 milioni di euro, oltre a garantirsi la qualificazione alla Champions League) non fosse un traguardo raggiungibile, considerato chi è arrivato fino in fondo.

 


Mario Zaccaria

 

Napoli Magazine 

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com

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MR Z - Napoli, il fascino della vittoria

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17/05/2024 - 23:51

NAPOLI - Il campionato è (quasi) finito. Il Napoli si è classificato terzo ed ha acquisito il diritto a partecipare alla Champions League del prossimo anno, dopo due anni di astinenza forzata. Insigne ha salutato i suoi tifosi in una bella domenica di festa e di nostalgia in occasione della quale insieme a quelle al capitano in campo, molte lacrime sono state versate anche sugli spalti. La parte finale della stagione è stata contrassegnata da una delusione che non si può nascondere perché fino a qualche settimana fa il Napoli era legittimamente in corsa per il titolo. Poi gli scivoloni con la Fiorentina, la Roma e l’Empoli hanno costretto la squadra ad alzare bandiera bianca. La delusione che ne è scaturita è venuta naturale, ma Spalletti con toni anche troppo accesi ha più volte rimbeccato i tifosi e soprattutto i giornalisti (???) accusando questi ultimi di aver fomentato le reazioni della gente e soprattutto di non aver adeguatamente magnificato la conquista della qualificazione alla Champions, unico traguardo che era stato messo nel mirino a inizio stagione. De Laurentiis, dal canto suo – e questa è l’accusa principale che gli viene mossa dal popolo e che spiega anche i fischi impietosi dai quali è stato subissato in occasione del saluto a Insigne sul terreno di gioco del Maradona – è ben felice di aver portato nelle casse della Società un bel gruzzolo di denari (i 21,6 milioni del terzo posto, più una cifra ben superiore ma impossibile al momento da quantificare con esattezza, derivante alla partecipazione alla Champions League) che assieme ai vigorosi tagli degli stipendi dei calciatori, farà tornare il bilancio in linea di galleggiamento. La gente si chiede: si può essere felici e soddisfatti ‘solo’ per la partecipazione alla Champions? Accontenta davvero i tifosi la possibilità di ospitare al Maradona una ‘grande’ del calcio internazionale che sicuramente capiterà nel girone del Napoli o i sostenitori azzurri, fregandosene del famoso spirito decubertiano, si sono stancati di partecipare soltanto e desiderano ardentemente cominciare anche a vincere? De Laurentiis spiega quando può che il Napoli lo si può mantenere soltanto grazie alle sue strategie e che spese dissennate porterebbero inevitabilmente in poco tempo al fallimento. Il suo ragionamento è: preferite avere una squadra di vertice che ogni anno può puntare – talvolta anche riuscendo a realizzare il disegno - a calcare la scena europea più prestigiosa o invece è meglio imboccare la strada delle spese pazze nel tentativo di vincere uno scudetto e con la certezza di finire a mare con tutti i panni? Ma il popolo ribatte: si è capito che con te, caro De Laurentiis, questo è il massimo che possiamo ottenere; allora fatti da parte, vendi la Società e lasciala in mano a chi – gruppo italiano o straniero che sia – abbia la forza di spendere come fanno ad esempio Juventus, Inter e Milan in modo che possiamo realisticamente coltivare il nostro sogno. Mi sembra una situazione in cui tutti hanno ragione e tutti hanno torto. Certo l’ideale sarebbe che al posto di De Laurentiis la Società l’avesse in mano uno sceicco ricco sfondato per il quale una campagna acquisti da 250-300 milioni di euro rappresenterebbe l’investimento del guadagno di un giorno di estrazione del petrolio dai suoi pozzi. Ma certezze che simili compratori ci siano in giro e soprattutto che siano interessati al Napoli non ce ne sono affatto. Perciò non rimane che prendere ciò che si ha, cercando di ottenere il massimo possibile con quello che passa il convento. Diverso è il discorso che riguarda Spalletti. Lui magnifica la stagione (quasi) conclusa e giustamente difende i propri calciatori sostenendo che hanno lavorato sodo (e chi lo nega?), che si sono comportati sempre con grande professionalità (e chi lo nega?) e che hanno ottenuto un gran bel risultato (e chi lo nega?). Però i tifosi – e noi con loro – ritengono che qualcosa in più avrebbe potuto e dovuto esser fatto. Ad esempio arrivare a lottare con Inter e Milan fino all’ultima giornata e caso mai perdere lo scudetto sul filo di lana sarebbe stato già qualcosa in più. Per non parlare dell’Europa League. La finale se la giocheranno domani sera Eintracht Francoforte (i tedeschi sono undicesimi in classifica nella Bundesliga) e Glasgow Rangers (gli scozzesi sono secondi dietro al Celtic in un mediocre campionato con sole 12 squadre partecipanti), non proprio due corazzate del calcio internazionale. E non ci venga a dire Spalletti che conquistare un simile trofeo (che avrebbe sicuramente soddisfatto e non poco i tifosi e anche De Laurentiis, visto che la Società vincitrice si mette in saccoccia oltre 20 milioni di euro, oltre a garantirsi la qualificazione alla Champions League) non fosse un traguardo raggiungibile, considerato chi è arrivato fino in fondo.

 


Mario Zaccaria

 

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