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MR Z - Napoli, quarto attacco della serie A: ora bisogna rimediare...
19.02.2019 19:06 di Napoli Magazine

NAPOLI - Il problema del gol è un problema serio. E lo è molto di più di quanto appare in questa fase della stagione. Il Napoli ha il quarto attacco del campionato. Gli azzurri in questa speciale classifica sono alle spalle di Juventus, Atalanta e Roma. Se comparato con quello relativo ai gol subiti (il Napoli è dietro solo a Juventus e Inter), il dato non costituisce fonte di particolare preoccupazione. La squadra di Ancelotti, infatti, è nettamente al secondo posto in classifica, nonostante sia quarta per gol segnati e terza per quelli subiti, il che testimonia che in un contesto come quello del calcio moderno la matematica può anche essere messa in discussione. Due più due non sempre fa quattro. Ciò che conta è il dato medio, perché vincere o perdere tutte le partite 5-0 piuttosto che 1-0, per fare un discorso un po' estremizzato, può dar luogo a un convincimento falsato. Insomma il Napoli mostra una sano e pragmatico equilibrio tra i reparti e questo lo si vede anche interpretando i freddi numeri e le statistiche. E allora? Qual è il problema dell'attacco? Le difficoltà con le quali, soprattutto negli ultimi tempi, riescono a concretizzare sotto porta le punte si deve inevitabilmente guardare più in prospettiva che facendo riferimento a oggi. Il Napoli, lo si è capito, conclusasi la felice stagione legata a Mertens cannoniere, un attaccante esterno felicemente prestato all'attacco per causa di forza maggiore, ha bisogno di trovare un goleador che sia in grado di realizzare 25-30 gol a campionato. E questi gol, tornando all'importanza delle statistiche e della matematica, vanno spalmati in maniera regolare sulle presenze. Non servono raffiche di triplette e di doppiette. Per i goleador importante è soprattutto con una sola marcatura far vincere, quando serve, la propria squadra per 1-0. Il Napoli attuale non ha un uomo con tali caratteristiche. L'importante è segnare con continuità e rappresentare un punto di riferimento sicuro per tutta la squadra. L'ultimo, in ordine di tempo, è stato Mertens. Prima di lui Higuain. Milik è un'ottima punta ma con caratteristiche leggermente diverse da quelle del killer d'area di rigore. Il polacco, giocando con continuità, è certamente in grado di arrivare più o meno a quota 20, ma ci vuole un qualcosa in più che il Napoli, se vorrà coltivare ambizioni importanti, dovrà sicuramente darsi il prossimo anno. Proprio per questo la difficoltà a concretizzare che in questa fase della stagione sta mostrando il Napoli deve far riflettere. I gol servono sempre ma ci sono momenti particolari in cui l'astinenza può diventare ancor più importante, fino a cambiare il corso naturale delle cose. Se il Napoli avesse vinto a Firenze e l'altro ieri con il Torino, oggi sarebbe ancora a 9 punti di distanza dalla Juve. E con lo scontro diretto di inizio marzo, la lotta per lo scudetto sarebbe stata ancora viva. Ecco perché è bene che Giuntoli cominci a lavorare sin da ora per portare a Napoli chi il prossimo anno potrà fare la differenza.

 

 

Mario Zaccaria

 

Napoli Magazine

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte:www.napolimagazine.com

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di Napoli Magazine

19/02/2024 - 19:06

NAPOLI - Il problema del gol è un problema serio. E lo è molto di più di quanto appare in questa fase della stagione. Il Napoli ha il quarto attacco del campionato. Gli azzurri in questa speciale classifica sono alle spalle di Juventus, Atalanta e Roma. Se comparato con quello relativo ai gol subiti (il Napoli è dietro solo a Juventus e Inter), il dato non costituisce fonte di particolare preoccupazione. La squadra di Ancelotti, infatti, è nettamente al secondo posto in classifica, nonostante sia quarta per gol segnati e terza per quelli subiti, il che testimonia che in un contesto come quello del calcio moderno la matematica può anche essere messa in discussione. Due più due non sempre fa quattro. Ciò che conta è il dato medio, perché vincere o perdere tutte le partite 5-0 piuttosto che 1-0, per fare un discorso un po' estremizzato, può dar luogo a un convincimento falsato. Insomma il Napoli mostra una sano e pragmatico equilibrio tra i reparti e questo lo si vede anche interpretando i freddi numeri e le statistiche. E allora? Qual è il problema dell'attacco? Le difficoltà con le quali, soprattutto negli ultimi tempi, riescono a concretizzare sotto porta le punte si deve inevitabilmente guardare più in prospettiva che facendo riferimento a oggi. Il Napoli, lo si è capito, conclusasi la felice stagione legata a Mertens cannoniere, un attaccante esterno felicemente prestato all'attacco per causa di forza maggiore, ha bisogno di trovare un goleador che sia in grado di realizzare 25-30 gol a campionato. E questi gol, tornando all'importanza delle statistiche e della matematica, vanno spalmati in maniera regolare sulle presenze. Non servono raffiche di triplette e di doppiette. Per i goleador importante è soprattutto con una sola marcatura far vincere, quando serve, la propria squadra per 1-0. Il Napoli attuale non ha un uomo con tali caratteristiche. L'importante è segnare con continuità e rappresentare un punto di riferimento sicuro per tutta la squadra. L'ultimo, in ordine di tempo, è stato Mertens. Prima di lui Higuain. Milik è un'ottima punta ma con caratteristiche leggermente diverse da quelle del killer d'area di rigore. Il polacco, giocando con continuità, è certamente in grado di arrivare più o meno a quota 20, ma ci vuole un qualcosa in più che il Napoli, se vorrà coltivare ambizioni importanti, dovrà sicuramente darsi il prossimo anno. Proprio per questo la difficoltà a concretizzare che in questa fase della stagione sta mostrando il Napoli deve far riflettere. I gol servono sempre ma ci sono momenti particolari in cui l'astinenza può diventare ancor più importante, fino a cambiare il corso naturale delle cose. Se il Napoli avesse vinto a Firenze e l'altro ieri con il Torino, oggi sarebbe ancora a 9 punti di distanza dalla Juve. E con lo scontro diretto di inizio marzo, la lotta per lo scudetto sarebbe stata ancora viva. Ecco perché è bene che Giuntoli cominci a lavorare sin da ora per portare a Napoli chi il prossimo anno potrà fare la differenza.

 

 

Mario Zaccaria

 

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