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PRESS CONFERENCE - Italia, Gravina: "Tutti responsabili, Spalletti ha la nostra fiducia, puntiamo sui vivai", Spalletti: "Ho responsabilità più di tutti, ripartiamo da zero e tenterò di ringiovanire di più la rosa"
30.06.2024 13:00 di Napoli Magazine

NAPOLI - Gabriele Gravina, presidente della Figc, ha rilasciato alcune dichiarazioni in conferenza stampa dopo l'eliminazione dell'Italia di Spalletti dagli Europei 2024. Ecco quanto evidenziato da "Napoli Magazine": "Siamo tutti responsabili, impensabile abbandonare un progetto pluriennale con Spalletti. Bisogna rialzarsi con la forza delle idee e del lavoro. I problemi li affronto con il lavoro, non ho la cultura di scappare o sfuggire con grandi responsabilità, ma vi invito ancora una volta a tenere nettamente distinte le responsabilità politiche da quelle tecniche, altrimenti corriamo il rischio di aggredire la parte tecnica per sfociare in attacchi di natura politica. Il senso di responsabilità implica da questo momento da parte mia, che bisogna essere lucidi e logici, alcuni atti li conosciamo, in passato sono stati compiuti, stiamo qui a parlare di difficoltà ma con un progetto pluriennale con un allenatore subentrato da circa 8 mesi, con scarsa possibilità di poter utilizzare e avere a disposizione sempre i calciatori, Spalletti ha la nostra fiducia, non possiamo pensare che con altri atti diversi dalle scelte condivise con Luciano e con altri ragazzi, in 60 giorni in Italia fioriscano i Mbappè, i Cristiano Ronaldo e i Messi, ci vuole pazienza, abbiamo una sola esigenza nel nostro Paese: valorizzare il talento. Il talento c'è ma alcun risutlati che continuiamo a declinare tutte le nostre nazionali giovanili sono tutte qualitficate alal fase finale per la prima volta nelal storia dopo 126 anni. Le critiche feriscono tutti, ma da loro dobbiamo prendere spunto, quelle costruttive, legittimatesu dati fondati bisogna prenderle in considerazione, quelle strumentali che non hanno senso, legate ad una richiesta di dimissioni, in un momento di chiusura del mio mandato di governance, credo che dobbiamo essere chiari su alcuni passaggi. Non esiste l'idea delle dimissioni, dall'esterno la prima reazione è sulle dimissioni di Gravina o Spalletti, per quanto mi riguarda la scadenza è prevista a marzo 2025, le elezioni avvengono nella prima data utile, non prima della chiusura delle Olimpiadi, da quella data con completamento degli organici andremo a un confronto democratico per scegliere la governance, anche progettuale e di prospettiva. Critiche sì, ma facciamole costruttive. Coltivare il vivaio, lavorare con i giovani è un investimento, ma dobbiamo essere tutti d'accordo nel fare una ipotesi di progetto di valorizzazione dei giovani. La nostra progettualità puntava al 2026 sapendo che possiamo fondare tutte le nostre aspettative ma poi dobbiamo fare sempre i conti con il mondo del calcio, nessuno può garantire un risultato se non con impegno e progettualità, io rispondo dal 2018, la scelta della federazione sui vivai è stata quella di finanziare portando a casa dei risultati storici importanti, dobbiamo allargare la base dei selezionabili. Pensavamo di essere un po' più avanti, ci siamo accorti che siamo tornati un po' indietro, ma non ci si può arrendere. Al di là del risultato c'è stata la prestazione da parte dei ragazzi, dobbiamo tirare il meglio dalla capacità tecnica di questi ragazzi, sarebbe un disastro inimmaginabile non qualificarsi per la terza volta ai campionati del mondo, la soluzione è un progetto che possa dare risposte concrete. Abbiamo già iniziato ad individuare tecnici di grande esperienza per un organismo tecnico consuntivo per un maggiore dialogo e confronto con le società di Serie A per una maggiore valorizzazione dei giovani e potenziare il serbatoio della nazionale. E' un lungo periodo e dopo alcune fasi di sfogo e di reazione ci adagiamo su un confronto politico meno aspro e invece è un confronto che ha effetti positivi perchè così non possiamo andare avanti. Abbiamo delle squadre primavera col 100% di calciatori stranieri, stiamo cercando di ridurre le età, gli under 21 quando terminano il ciclo sono under 23. C'è una idea non convinta nell'avere in casa un patrimonio di talenti altamente qualificati, cerchiamo in tutti i modi di far capire quanto sia fondamentale. Se le responsabilità vanno in capo all'unico rappresentate legale, il mondo del calcio mi deve anche dire come è possibili rimediare e distribuire simili responsabilità. Ieri ci siamo confrontati, la delusione è di tutti, i ragazzi erano mortificati e delusi, non essere riusciti ad ottimizzare i grandi sacrifici dei trenta giorni di lavoro portati avanti, sono stati lontani dalle loro famiglie e c'è stata grande delusione, anche per il livello della prestazione. Non sono deluso dai ragazzi, è il bagaglio su cui continuare ad investire, sfido chiunque a trovare soluzioni alternative, non voglio interferire sul lavoro di Spalletti ma la vedo dura nell'arco di 60 giorni trovare alternative che consentano un grande salto di qualità di questo gruppo. E' mancata la capacità di manifestare una prestazione di carattere, con carenze oggettive, ma non critico tutto il lavoro fatto, i ragazzi devono essere comunque tenuti in grande considerazione per tutto quello che hanno fatto. Sulle seconde squadre, riteniamo che siano fondamentali, e ogni componente vuole che ne sia solo una. Siamo alla pari sotto il profilo dell'investimento, ma deve esserci la possibilità di un ritorno da quell'investimento. Bisogna ragionare da sistema sempre, le responsabilità di fondo sono di sistema, dell'incapacità delle singole componenti di essere sistema e di pensare solo ad uno sviluppo molecolare".

 

Luciano Spalletti, c.t. della Nazionale italiana, ha rilasciato alcune dichiarazioni in conferenza stampa dopo l'eliminazione dell'Italia dagli Europei 2024. Ecco quanto evidenziato da "Napoli Magazine": "Ringrazio i tifosi per la vicinanza, i calciatori per la professionalità, lo staff della federazione per trovare soluzioni a qualsiasi problema potesse essere venuto fuori. Sono quello che ha responsabilità più di tutti. E' un giochino che non faccio quello di tornare indietro a 'sarebbe stato meglio che', perchè nella mia vita sono stato sempre attento a quello che dovrò fare nel futuro, indietro non ci posso tornare, qualcosa ho sbagliato, ho tentato di ringiovanire un po' la squadra, siccome resto qui, questo in futuro sarà fatto ancora di più. Ho degli esempi da seguire, cosa sarebbe altrimenti il nostro percorso? Ho molte cose ancora da dover far vedere e il mio impegno sarà ugualmente totale, con delle esperienze fatte e delle conoscenze in più, bisogna essere onesti nel racconto, sono entrato dentro dove c'era subito una urgenza di risultati e probabilmente per quello che necessitava il momento non siamo riuscti a crescere dentro a questo mini percorso fatto e ieri una partita dove si è fatto un passo indietro importante, si riparte da lì  e penso di sapere che cosa fare e vado a tentare di metterlo in pratica. La partita di ieri ci ributta a zero e da lì dobbiamo ripartire, nelle scelte future tenterò di ringiovanire ulteriormente la rosa, i leader non mi hanno dato le risposte, si va a provare a creare un futuro più dal basso, da chi abbia energie e forze nuove. Dando spazio e possibilità a calciatori come Calafiori si possono ritrovare delle soluzioni, al di là del passato e dell'esperienza vissuta nel percorso fin qui, dobbiamo andare dritti a credere che ci siano potenzialità che passano attraverso il gioco e le azioni sul campo, su quello che c'è da fare. A volte sono state complicate anche delle vittorie da gestire, non solo delle sconfitte, perchè ti ritorneranno indietro ugualmente, sempre notti a pensare al calcio per passione. Mi sono fatti tantissimi amici, migliaia che sono lì a supporto, quella più evidente è la telefonata di Matilde col ' ti voglio bene', quella supera tutti. Sapevamo di avere un girone con difficoltà massimali, lo racconta un po' anche il fatto che i club affrontati siano organizzati da un punto di vista di una maturità di età di calciatori, perchè noi siamo come esperienza e come età media una delle più giovani, ma era una scelta che avevamo fatto e ci si aspettava più reazione e che ci fossero risultati differenti. Fino alla qualificazione c'è sato un adattamento e una reazione alle partite che è stato differente da quanto visto ieri. Ieri è chiaro che ci si rimane male e si diventa responsabili in maniera importante per quello che si è visto ieri.  Dopo tutti gli allenamenti sono sempre andato a confronto con la squadra, ho sempre detto che bisogna ascoltare con le loro orecchie quando si gestisce un gruppo, il dialogo diventa fondamentale, ho parlato sempre come allenatore alla squadra e non ho visto criticità particolari. Ho cercato di fare il mio lavoro al 100%. Prima ho fatto rigiocare gli stessi, poi si fanno un po' di prove, ho messo gente più fresca. Quando fai quel lavoro sei nelle condioni di far vedere, di dover imporre e fare quelle scelte che necessitano i momenti che attraversi, al di là della categoria, che sia la Serie C o la maglia dell'Italia che è il massimo a cui si possa aaspirare da un punto di vista di pressioni, attese e gestioni. Ho detto che ero rimasto positivamente sopreso dalla disponibilità e voglia di accelerare i tempi a disposizione per allenare la squadra e resto della stessa idea fino a questa ultima partita per cui sono deluso perchè non ho visto reazioni. Anche contro la Spagna, dove abbiamo meritato di perdere più di 1-0 ma nell'ultimo quarto d'ora abbiamo creato situazioni in cui si poteva pareggiare. Ieri ho visto meno questa rabbia di voler andare a riconquistare palloni, l'ho vista solo in alcuni momenti, la rabbia di sfidare un avversario alla nostra portata che era diverso dalla Spagna per qualità in campo e poi le analisi le faccio spero in maniera corretta andando soprattutto a vedere, ad approfondire quello che mi è successo precedentemente e quello che ho visto nella realtà delle partite, l'ultima partita ha una realtà differente, abbiamo fatto troppo poco, ma se la risposta è questa, io sicuramente devo fare qualche cosa di diverso perchè c'è sempre dentro quelle che sono le mie scelte, i calciatori che ho scelto. L'umore che c'era nella squadra era perfetto, c'era la giusta riflessione sull'importanza dell'Europeo, dentro il gruppo abbiamo sempre detto la stessa cosa, dal di dentro, dall'ambiente interno, che stava nascendo un gruppo, li ho visti tranquilli nelle cose che dovevamo fare, nell'allenamento e al di fuori dell'allenamento, tutti molti legati, molti amici, molto gioiosi, tutte le sere la stanza piena a giocare tutti insieme, a scherzare, a fare tornei di tutti i tipi. Che possa diventare un peso la maglia azzurra è una cosa che visto il risultato di questa gara, cercheremo di capire e di parlare coi calciatori per avere risposte. Ieri prima di andare via nella riunione della mattina, abbiamo chiesto chi non se la sarebbe sentita di battere il calcio di rigore e ce ne sono stati diversi che lo volevano battere che hanno alzato il braccio e queste prove verranno fatte pure per vedere chi se la sente di gestire queste cose qui, va fatto un racconto completo ed onesto, di polverone ce n'è già di naturale, non bisogna cercare delle cose che non ci sono. Le differenze tra allenare un club o la nazionale sono oggettive, io oggi a un giocatore gli dico una cosa per avere una reazione, poi gli faccio un complimento, poi lo incoraggio, qui non lo puoi fare. Il vestito mi sta benissimo, è un brand di quelli preferiti da parte mia, delle differenze ci sono a fare l'allenatore della nazionale e se hanno portato a delle complicazioni, devo fare in fretta a completare questo percorso perchè questa esperienza mi mette davanti cose nuove e che probabilmente devo anche imparare".

Rosa Petrazzuolo

Napoli Magazine

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com

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30/06/2024 - 13:00

NAPOLI - Gabriele Gravina, presidente della Figc, ha rilasciato alcune dichiarazioni in conferenza stampa dopo l'eliminazione dell'Italia di Spalletti dagli Europei 2024. Ecco quanto evidenziato da "Napoli Magazine": "Siamo tutti responsabili, impensabile abbandonare un progetto pluriennale con Spalletti. Bisogna rialzarsi con la forza delle idee e del lavoro. I problemi li affronto con il lavoro, non ho la cultura di scappare o sfuggire con grandi responsabilità, ma vi invito ancora una volta a tenere nettamente distinte le responsabilità politiche da quelle tecniche, altrimenti corriamo il rischio di aggredire la parte tecnica per sfociare in attacchi di natura politica. Il senso di responsabilità implica da questo momento da parte mia, che bisogna essere lucidi e logici, alcuni atti li conosciamo, in passato sono stati compiuti, stiamo qui a parlare di difficoltà ma con un progetto pluriennale con un allenatore subentrato da circa 8 mesi, con scarsa possibilità di poter utilizzare e avere a disposizione sempre i calciatori, Spalletti ha la nostra fiducia, non possiamo pensare che con altri atti diversi dalle scelte condivise con Luciano e con altri ragazzi, in 60 giorni in Italia fioriscano i Mbappè, i Cristiano Ronaldo e i Messi, ci vuole pazienza, abbiamo una sola esigenza nel nostro Paese: valorizzare il talento. Il talento c'è ma alcun risutlati che continuiamo a declinare tutte le nostre nazionali giovanili sono tutte qualitficate alal fase finale per la prima volta nelal storia dopo 126 anni. Le critiche feriscono tutti, ma da loro dobbiamo prendere spunto, quelle costruttive, legittimatesu dati fondati bisogna prenderle in considerazione, quelle strumentali che non hanno senso, legate ad una richiesta di dimissioni, in un momento di chiusura del mio mandato di governance, credo che dobbiamo essere chiari su alcuni passaggi. Non esiste l'idea delle dimissioni, dall'esterno la prima reazione è sulle dimissioni di Gravina o Spalletti, per quanto mi riguarda la scadenza è prevista a marzo 2025, le elezioni avvengono nella prima data utile, non prima della chiusura delle Olimpiadi, da quella data con completamento degli organici andremo a un confronto democratico per scegliere la governance, anche progettuale e di prospettiva. Critiche sì, ma facciamole costruttive. Coltivare il vivaio, lavorare con i giovani è un investimento, ma dobbiamo essere tutti d'accordo nel fare una ipotesi di progetto di valorizzazione dei giovani. La nostra progettualità puntava al 2026 sapendo che possiamo fondare tutte le nostre aspettative ma poi dobbiamo fare sempre i conti con il mondo del calcio, nessuno può garantire un risultato se non con impegno e progettualità, io rispondo dal 2018, la scelta della federazione sui vivai è stata quella di finanziare portando a casa dei risultati storici importanti, dobbiamo allargare la base dei selezionabili. Pensavamo di essere un po' più avanti, ci siamo accorti che siamo tornati un po' indietro, ma non ci si può arrendere. Al di là del risultato c'è stata la prestazione da parte dei ragazzi, dobbiamo tirare il meglio dalla capacità tecnica di questi ragazzi, sarebbe un disastro inimmaginabile non qualificarsi per la terza volta ai campionati del mondo, la soluzione è un progetto che possa dare risposte concrete. Abbiamo già iniziato ad individuare tecnici di grande esperienza per un organismo tecnico consuntivo per un maggiore dialogo e confronto con le società di Serie A per una maggiore valorizzazione dei giovani e potenziare il serbatoio della nazionale. E' un lungo periodo e dopo alcune fasi di sfogo e di reazione ci adagiamo su un confronto politico meno aspro e invece è un confronto che ha effetti positivi perchè così non possiamo andare avanti. Abbiamo delle squadre primavera col 100% di calciatori stranieri, stiamo cercando di ridurre le età, gli under 21 quando terminano il ciclo sono under 23. C'è una idea non convinta nell'avere in casa un patrimonio di talenti altamente qualificati, cerchiamo in tutti i modi di far capire quanto sia fondamentale. Se le responsabilità vanno in capo all'unico rappresentate legale, il mondo del calcio mi deve anche dire come è possibili rimediare e distribuire simili responsabilità. Ieri ci siamo confrontati, la delusione è di tutti, i ragazzi erano mortificati e delusi, non essere riusciti ad ottimizzare i grandi sacrifici dei trenta giorni di lavoro portati avanti, sono stati lontani dalle loro famiglie e c'è stata grande delusione, anche per il livello della prestazione. Non sono deluso dai ragazzi, è il bagaglio su cui continuare ad investire, sfido chiunque a trovare soluzioni alternative, non voglio interferire sul lavoro di Spalletti ma la vedo dura nell'arco di 60 giorni trovare alternative che consentano un grande salto di qualità di questo gruppo. E' mancata la capacità di manifestare una prestazione di carattere, con carenze oggettive, ma non critico tutto il lavoro fatto, i ragazzi devono essere comunque tenuti in grande considerazione per tutto quello che hanno fatto. Sulle seconde squadre, riteniamo che siano fondamentali, e ogni componente vuole che ne sia solo una. Siamo alla pari sotto il profilo dell'investimento, ma deve esserci la possibilità di un ritorno da quell'investimento. Bisogna ragionare da sistema sempre, le responsabilità di fondo sono di sistema, dell'incapacità delle singole componenti di essere sistema e di pensare solo ad uno sviluppo molecolare".

 

Luciano Spalletti, c.t. della Nazionale italiana, ha rilasciato alcune dichiarazioni in conferenza stampa dopo l'eliminazione dell'Italia dagli Europei 2024. Ecco quanto evidenziato da "Napoli Magazine": "Ringrazio i tifosi per la vicinanza, i calciatori per la professionalità, lo staff della federazione per trovare soluzioni a qualsiasi problema potesse essere venuto fuori. Sono quello che ha responsabilità più di tutti. E' un giochino che non faccio quello di tornare indietro a 'sarebbe stato meglio che', perchè nella mia vita sono stato sempre attento a quello che dovrò fare nel futuro, indietro non ci posso tornare, qualcosa ho sbagliato, ho tentato di ringiovanire un po' la squadra, siccome resto qui, questo in futuro sarà fatto ancora di più. Ho degli esempi da seguire, cosa sarebbe altrimenti il nostro percorso? Ho molte cose ancora da dover far vedere e il mio impegno sarà ugualmente totale, con delle esperienze fatte e delle conoscenze in più, bisogna essere onesti nel racconto, sono entrato dentro dove c'era subito una urgenza di risultati e probabilmente per quello che necessitava il momento non siamo riuscti a crescere dentro a questo mini percorso fatto e ieri una partita dove si è fatto un passo indietro importante, si riparte da lì  e penso di sapere che cosa fare e vado a tentare di metterlo in pratica. La partita di ieri ci ributta a zero e da lì dobbiamo ripartire, nelle scelte future tenterò di ringiovanire ulteriormente la rosa, i leader non mi hanno dato le risposte, si va a provare a creare un futuro più dal basso, da chi abbia energie e forze nuove. Dando spazio e possibilità a calciatori come Calafiori si possono ritrovare delle soluzioni, al di là del passato e dell'esperienza vissuta nel percorso fin qui, dobbiamo andare dritti a credere che ci siano potenzialità che passano attraverso il gioco e le azioni sul campo, su quello che c'è da fare. A volte sono state complicate anche delle vittorie da gestire, non solo delle sconfitte, perchè ti ritorneranno indietro ugualmente, sempre notti a pensare al calcio per passione. Mi sono fatti tantissimi amici, migliaia che sono lì a supporto, quella più evidente è la telefonata di Matilde col ' ti voglio bene', quella supera tutti. Sapevamo di avere un girone con difficoltà massimali, lo racconta un po' anche il fatto che i club affrontati siano organizzati da un punto di vista di una maturità di età di calciatori, perchè noi siamo come esperienza e come età media una delle più giovani, ma era una scelta che avevamo fatto e ci si aspettava più reazione e che ci fossero risultati differenti. Fino alla qualificazione c'è sato un adattamento e una reazione alle partite che è stato differente da quanto visto ieri. Ieri è chiaro che ci si rimane male e si diventa responsabili in maniera importante per quello che si è visto ieri.  Dopo tutti gli allenamenti sono sempre andato a confronto con la squadra, ho sempre detto che bisogna ascoltare con le loro orecchie quando si gestisce un gruppo, il dialogo diventa fondamentale, ho parlato sempre come allenatore alla squadra e non ho visto criticità particolari. Ho cercato di fare il mio lavoro al 100%. Prima ho fatto rigiocare gli stessi, poi si fanno un po' di prove, ho messo gente più fresca. Quando fai quel lavoro sei nelle condioni di far vedere, di dover imporre e fare quelle scelte che necessitano i momenti che attraversi, al di là della categoria, che sia la Serie C o la maglia dell'Italia che è il massimo a cui si possa aaspirare da un punto di vista di pressioni, attese e gestioni. Ho detto che ero rimasto positivamente sopreso dalla disponibilità e voglia di accelerare i tempi a disposizione per allenare la squadra e resto della stessa idea fino a questa ultima partita per cui sono deluso perchè non ho visto reazioni. Anche contro la Spagna, dove abbiamo meritato di perdere più di 1-0 ma nell'ultimo quarto d'ora abbiamo creato situazioni in cui si poteva pareggiare. Ieri ho visto meno questa rabbia di voler andare a riconquistare palloni, l'ho vista solo in alcuni momenti, la rabbia di sfidare un avversario alla nostra portata che era diverso dalla Spagna per qualità in campo e poi le analisi le faccio spero in maniera corretta andando soprattutto a vedere, ad approfondire quello che mi è successo precedentemente e quello che ho visto nella realtà delle partite, l'ultima partita ha una realtà differente, abbiamo fatto troppo poco, ma se la risposta è questa, io sicuramente devo fare qualche cosa di diverso perchè c'è sempre dentro quelle che sono le mie scelte, i calciatori che ho scelto. L'umore che c'era nella squadra era perfetto, c'era la giusta riflessione sull'importanza dell'Europeo, dentro il gruppo abbiamo sempre detto la stessa cosa, dal di dentro, dall'ambiente interno, che stava nascendo un gruppo, li ho visti tranquilli nelle cose che dovevamo fare, nell'allenamento e al di fuori dell'allenamento, tutti molti legati, molti amici, molto gioiosi, tutte le sere la stanza piena a giocare tutti insieme, a scherzare, a fare tornei di tutti i tipi. Che possa diventare un peso la maglia azzurra è una cosa che visto il risultato di questa gara, cercheremo di capire e di parlare coi calciatori per avere risposte. Ieri prima di andare via nella riunione della mattina, abbiamo chiesto chi non se la sarebbe sentita di battere il calcio di rigore e ce ne sono stati diversi che lo volevano battere che hanno alzato il braccio e queste prove verranno fatte pure per vedere chi se la sente di gestire queste cose qui, va fatto un racconto completo ed onesto, di polverone ce n'è già di naturale, non bisogna cercare delle cose che non ci sono. Le differenze tra allenare un club o la nazionale sono oggettive, io oggi a un giocatore gli dico una cosa per avere una reazione, poi gli faccio un complimento, poi lo incoraggio, qui non lo puoi fare. Il vestito mi sta benissimo, è un brand di quelli preferiti da parte mia, delle differenze ci sono a fare l'allenatore della nazionale e se hanno portato a delle complicazioni, devo fare in fretta a completare questo percorso perchè questa esperienza mi mette davanti cose nuove e che probabilmente devo anche imparare".

Rosa Petrazzuolo

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