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VIDEO CONFERENCE - Napoli, Conte: "Lo spirito di gruppo è la nostra arma vincente per ottenere risultati, meglio una brutta verità che una bella bugia"
19.09.2024 14:34 di Napoli Magazine
CASTEL VOLTURNO (CE) - Antonio Conte, allenatore del Napoli, ha parlato in Press Conference in vista della sfida contro la Juventus. Ecco quanto evidenziato da "Napoli Magazine".
 

- Che pensiero si sente di dedicare a Schillaci?
 
"Schillaci è scomparso a soli 59 anni, è stato un emblema per noi del Sud. Ce l'aveva fatto ad arrivare in alto. Sono molto rattristato e dispiaciuto. Appena arrivato alla Juventus, avevo solo 21 anni, dedico un pensiero alla famiglia, era un'ottima persona".
 
- Juve-Napoli arriva troppo presto?
 
"Per tutte le squadre, con il mercato finito tardissimo, è un momento di completamento. Chi ha tempo non aspetti tempo. Ogni partita vale 3 punti. Stiamo cercando di assemblare le squadre e di trovare la quadra. I punti varranno alla fine del campionato. Mi aspetto di dare continuità. Dobbiamo continuare a crescere sotto tanti punti di vista. Non pensiamo a quella che è stata l'ultima partita. Ogni partita deve dimostrare che siamo sulla retta via".
 
- E' già un esame questa sfida contro la Juventus?
 
"Ogni gara è un esame. Lo è stato anche a Cagliari. Ogni test diventa un esame, tattico, temperamentale. Ogni test va affrontato con la massima serietà, la di là dell'avversario che c'è di fronte".
 
- Che sfida si attende?
 
"Ci auguriamo che possa essere una sfida con un valore importante sia per la Juventus che per noi. Si parte da due livelli diversi. Rispetto all'anno scorso ci sono 18 punti da recuperare. C'è sicuramente la voglia di rivalsa. Una squadra come la Juventus non può accontentarsi di arrivare terza, con distacco siderale dall'Inter. Stesso discorso da noi che non possiamo arrivare 40 punti dietro l'Inter, e oltre 20-30 dalle altre".
 
- Da un punto di vista emotivo cosa significa affrontare la Juve da avversario?
 
"E' inevitabile, la mia storia parla chiaro. Ho trascorso 13 anni alla Juve da calciatore, sono stato anche capitano diversi anni, vincendo praticamente tutto. Ho avuto la possibilità di fare tre anni da allenatore, in un momento difficile, aprendo un ciclo di 9 anni di vittorie. Faccio parte della storia della Juventus. Da calciatore è più semplice scegliere la propria squadra. Penso a Bruscolotti, a Maldini, Totti, Antognoni e Baresi. Da allenatore e' quasi impossibile decidere la tua carriera. Ho fatto tre anni alla Juve, poi sono andato in piazze diverse dalla Juve, piazze che ho sposato e onorato. Sono fiero di essere l'allenatore del Napoli, da uomo del Sud. E' inevitabile per me tornare in quello stadio da avversario con i tifosi. Ci sono tornato durante il covid. Sarà un'emozione e sarà un'emozione affrontare il Napoli da avversario tra qualche anno".
 
- In questa settimana ha provato nuovi abiti per il Napoli? 
 
"Dobbiamo indossare un bell'abito. Abbiamo il piacere e la voglia di offrire un bello spettacolo a livello calcistico. E' inevitabile che dobbiamo essere pronti. L'abito devi anche saperlo sporcare. E' un bell'abito quello che abbiamo addosso. Ci sono diversi momenti della partita. L'Inter ha giocato contro il City, ha alternato momenti in cui giocava a calcio ed altri in cui si difendeva. L'Inter ha indossato diversi abiti. Dobbiamo capirlo. L'anno scorso si pensavo molto nella fase di possesso ad attaccare. C'era un disequilibrio. Non c'era quella voglia di ricompattarci per difendere. Se vogliamo essere competitivi dobbiamo migliorare".
 
- Quanto ha inciso l'aspetto fisico in quest'ultimo rendimento del gruppo?
 
"Qualcosa è cambiato rispetto all'anno scorso. Con 12 giocatori in uscita e 7 in entrata, è cambiata la scelta di alcuni calciatori. L'aspetto fisico è importante nella scelta di oggi. Bisogna essere forti, veloci e resistenti per essere al top. Stiamo cercando di lavorarci. Ci sono stati dei cambiamenti rispetto alla scorsa stagione e ci stiamo lavorando. C'è stata una mutazione".
 
- E' un vantaggio non giocare le Coppe? Come vede la Juventus con Thiago Motta?
 
"L'eredità che raccoglie Thiago Motta è pesante. Allegri ha scritto tante pagine di storia, allenare la Juventus non è mai banale, così come farlo al Milan o all'Inter. Thiago Motta è stato un mio calciatore nella Nazionale degli Europei, quest'aspetto mi fa sorridere perche' penso che sto diventando un po' vecchio. E' un ragazzo serio e bravo, a Bologna ha fatto benissimo. Gli auguro il meglio dal punto di vista umano, chiaramente non quando ci affrontiamo. C'è un vantaggio di non giocare le Coppe dal punto di vista lavorativo, soprattutto per me che sono al primo anno posso lavorare di più. Se avessimo dovuto giocare tre partite in una settimana ad inizio stagione sarebbe stato un problema. Lo svantaggio è che invece di 25 giocatori di livello ne hai 16-18".
 
- A che punto è l'inserimento di McTominay, Gilmour e Neres?
 
"Più tempo passa e più entrano nella nostra mentalità. Durante la sosta ho lavorato con Neres, e lo stesso ho fatto in questi giorni con McTominay e Gilmour. Hanno iniziato a capire il tipo di calcio che vogliamo praticare e cosa vuole l'allenatore. Sono contento perchè ho dei ragazzi che sono molto ricettivi. Ci possono dare un buon contributo".
 
- E' preoccupato per le occasioni concesse agli avversari?
 
"Tutti vorremmo la partita perfetta, con 4 gol segnati e senza subire. Sarebbe bello non lasciare nemmeno un'occasione agli avversari. Ci sta di far attaccare gli altri, fa parte del gioco. Essere ermetici sarebbe perfetto, ma metterei la firma per vincere senza subire gol".
 
- Kvara è spesso riempito di falli...
 
"Non mi sono mai permesso di dire a un mio calciatore di fare falli. Quando era io calciatore era un pò più rustica la situazione. Dopo 30 secondi a Cagliari c'è stato un fallo intimidatorio. Gli arbitri non devono aver paura di sanzionare col giallo anche subito un calciatore. Non penso che il cagliaritano volesse far male a Kvara. Il giallo c'era e significava salvaguardare il bel calcio".
 
- Un ricordo di Schillaci...
 
"Ce ne sono diversi. Arrivavo da Lecce, avevo molto legato con lui. Quando arrivai alla Juventus per me erano tutti campioni. Dato del voi a quei calciatori. Era un idolo, si mise a 
 
- Al di là del discorso sui moduli, la solidità ritrovata ha restituito uno spirito vincente al gruppo. Da Di Lorenzo ad Anguissa, a Buongiorno che non fa rimpiangere Kim, fino a Kvara e Lukaku, senza dimenticare l'utilizzo di Simeone, questa squadra sta mostrando l'unione del gruppo, la voglia di vincere, che ha fatto la differenza anche due anni fa...
 
"Lo spirito di gruppo è sempre stata l'arma vincente. Per chi vuole ambire a fare qualcosa di importante non deve mai mancare questa unione. Ho trovato un gruppo di ragazzi perbene. Nessuno pensava per se stesso. Da questo punto di vista e' stato piu' semplice battere su questi tasti. Lo spirito di gruppo si costruisce anche nelle cadute. Bisogna affrontare e migliorare i momenti difficili, come accaduto a Verona, la comunicazione mia deve essere diretta. Meglio una brutta verità che una bella bugia. In futuro noi ci dobbiamo guardare sempre neglio occhi. Anche una brutta verità serve per guardarci negli occhi".
 
Antonio Petrazzuolo
 
Napoli Magazine
 
Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com
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CASTEL VOLTURNO (CE) - Antonio Conte, allenatore del Napoli, ha parlato in Press Conference in vista della sfida contro la Juventus. Ecco quanto evidenziato da "Napoli Magazine".
 

- Che pensiero si sente di dedicare a Schillaci?
 
"Schillaci è scomparso a soli 59 anni, è stato un emblema per noi del Sud. Ce l'aveva fatto ad arrivare in alto. Sono molto rattristato e dispiaciuto. Appena arrivato alla Juventus, avevo solo 21 anni, dedico un pensiero alla famiglia, era un'ottima persona".
 
- Juve-Napoli arriva troppo presto?
 
"Per tutte le squadre, con il mercato finito tardissimo, è un momento di completamento. Chi ha tempo non aspetti tempo. Ogni partita vale 3 punti. Stiamo cercando di assemblare le squadre e di trovare la quadra. I punti varranno alla fine del campionato. Mi aspetto di dare continuità. Dobbiamo continuare a crescere sotto tanti punti di vista. Non pensiamo a quella che è stata l'ultima partita. Ogni partita deve dimostrare che siamo sulla retta via".
 
- E' già un esame questa sfida contro la Juventus?
 
"Ogni gara è un esame. Lo è stato anche a Cagliari. Ogni test diventa un esame, tattico, temperamentale. Ogni test va affrontato con la massima serietà, la di là dell'avversario che c'è di fronte".
 
- Che sfida si attende?
 
"Ci auguriamo che possa essere una sfida con un valore importante sia per la Juventus che per noi. Si parte da due livelli diversi. Rispetto all'anno scorso ci sono 18 punti da recuperare. C'è sicuramente la voglia di rivalsa. Una squadra come la Juventus non può accontentarsi di arrivare terza, con distacco siderale dall'Inter. Stesso discorso da noi che non possiamo arrivare 40 punti dietro l'Inter, e oltre 20-30 dalle altre".
 
- Da un punto di vista emotivo cosa significa affrontare la Juve da avversario?
 
"E' inevitabile, la mia storia parla chiaro. Ho trascorso 13 anni alla Juve da calciatore, sono stato anche capitano diversi anni, vincendo praticamente tutto. Ho avuto la possibilità di fare tre anni da allenatore, in un momento difficile, aprendo un ciclo di 9 anni di vittorie. Faccio parte della storia della Juventus. Da calciatore è più semplice scegliere la propria squadra. Penso a Bruscolotti, a Maldini, Totti, Antognoni e Baresi. Da allenatore e' quasi impossibile decidere la tua carriera. Ho fatto tre anni alla Juve, poi sono andato in piazze diverse dalla Juve, piazze che ho sposato e onorato. Sono fiero di essere l'allenatore del Napoli, da uomo del Sud. E' inevitabile per me tornare in quello stadio da avversario con i tifosi. Ci sono tornato durante il covid. Sarà un'emozione e sarà un'emozione affrontare il Napoli da avversario tra qualche anno".
 
- In questa settimana ha provato nuovi abiti per il Napoli? 
 
"Dobbiamo indossare un bell'abito. Abbiamo il piacere e la voglia di offrire un bello spettacolo a livello calcistico. E' inevitabile che dobbiamo essere pronti. L'abito devi anche saperlo sporcare. E' un bell'abito quello che abbiamo addosso. Ci sono diversi momenti della partita. L'Inter ha giocato contro il City, ha alternato momenti in cui giocava a calcio ed altri in cui si difendeva. L'Inter ha indossato diversi abiti. Dobbiamo capirlo. L'anno scorso si pensavo molto nella fase di possesso ad attaccare. C'era un disequilibrio. Non c'era quella voglia di ricompattarci per difendere. Se vogliamo essere competitivi dobbiamo migliorare".
 
- Quanto ha inciso l'aspetto fisico in quest'ultimo rendimento del gruppo?
 
"Qualcosa è cambiato rispetto all'anno scorso. Con 12 giocatori in uscita e 7 in entrata, è cambiata la scelta di alcuni calciatori. L'aspetto fisico è importante nella scelta di oggi. Bisogna essere forti, veloci e resistenti per essere al top. Stiamo cercando di lavorarci. Ci sono stati dei cambiamenti rispetto alla scorsa stagione e ci stiamo lavorando. C'è stata una mutazione".
 
- E' un vantaggio non giocare le Coppe? Come vede la Juventus con Thiago Motta?
 
"L'eredità che raccoglie Thiago Motta è pesante. Allegri ha scritto tante pagine di storia, allenare la Juventus non è mai banale, così come farlo al Milan o all'Inter. Thiago Motta è stato un mio calciatore nella Nazionale degli Europei, quest'aspetto mi fa sorridere perche' penso che sto diventando un po' vecchio. E' un ragazzo serio e bravo, a Bologna ha fatto benissimo. Gli auguro il meglio dal punto di vista umano, chiaramente non quando ci affrontiamo. C'è un vantaggio di non giocare le Coppe dal punto di vista lavorativo, soprattutto per me che sono al primo anno posso lavorare di più. Se avessimo dovuto giocare tre partite in una settimana ad inizio stagione sarebbe stato un problema. Lo svantaggio è che invece di 25 giocatori di livello ne hai 16-18".
 
- A che punto è l'inserimento di McTominay, Gilmour e Neres?
 
"Più tempo passa e più entrano nella nostra mentalità. Durante la sosta ho lavorato con Neres, e lo stesso ho fatto in questi giorni con McTominay e Gilmour. Hanno iniziato a capire il tipo di calcio che vogliamo praticare e cosa vuole l'allenatore. Sono contento perchè ho dei ragazzi che sono molto ricettivi. Ci possono dare un buon contributo".
 
- E' preoccupato per le occasioni concesse agli avversari?
 
"Tutti vorremmo la partita perfetta, con 4 gol segnati e senza subire. Sarebbe bello non lasciare nemmeno un'occasione agli avversari. Ci sta di far attaccare gli altri, fa parte del gioco. Essere ermetici sarebbe perfetto, ma metterei la firma per vincere senza subire gol".
 
- Kvara è spesso riempito di falli...
 
"Non mi sono mai permesso di dire a un mio calciatore di fare falli. Quando era io calciatore era un pò più rustica la situazione. Dopo 30 secondi a Cagliari c'è stato un fallo intimidatorio. Gli arbitri non devono aver paura di sanzionare col giallo anche subito un calciatore. Non penso che il cagliaritano volesse far male a Kvara. Il giallo c'era e significava salvaguardare il bel calcio".
 
- Un ricordo di Schillaci...
 
"Ce ne sono diversi. Arrivavo da Lecce, avevo molto legato con lui. Quando arrivai alla Juventus per me erano tutti campioni. Dato del voi a quei calciatori. Era un idolo, si mise a 
 
- Al di là del discorso sui moduli, la solidità ritrovata ha restituito uno spirito vincente al gruppo. Da Di Lorenzo ad Anguissa, a Buongiorno che non fa rimpiangere Kim, fino a Kvara e Lukaku, senza dimenticare l'utilizzo di Simeone, questa squadra sta mostrando l'unione del gruppo, la voglia di vincere, che ha fatto la differenza anche due anni fa...
 
"Lo spirito di gruppo è sempre stata l'arma vincente. Per chi vuole ambire a fare qualcosa di importante non deve mai mancare questa unione. Ho trovato un gruppo di ragazzi perbene. Nessuno pensava per se stesso. Da questo punto di vista e' stato piu' semplice battere su questi tasti. Lo spirito di gruppo si costruisce anche nelle cadute. Bisogna affrontare e migliorare i momenti difficili, come accaduto a Verona, la comunicazione mia deve essere diretta. Meglio una brutta verità che una bella bugia. In futuro noi ci dobbiamo guardare sempre neglio occhi. Anche una brutta verità serve per guardarci negli occhi".
 
Antonio Petrazzuolo
 
Napoli Magazine
 
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