NAPOLI - Romelu Lukaku, attaccante del Napoli, ha rilasciato un'intervista ai canali ufficiali del club azzurro. Ecco quanto evidenziato da "Napoli Magazine": "Sono Romelu Lukaku Bolingoli, ho 31 anni e sono un attaccante del Napoli. Sono nato ad Anversa, una città nel nord del Belgio. Mio padre era un calciatore nel top campionato belga, poi siamo andati un pò in giro: abbiamo fatto Anversa, Liege, Bruxelles. Poi è tornato ad Anversa e io ho iniziato a giocare a calcio a sei anni. Per andare lì, da dove viviamo, ci vogliono 20 minuti. Non avevamo la macchina e allora sono andato a giocare in una squadra regionale. Ho giocato lì un anno e poi è arrivato il Lierse per me. Sono rimasto lì per due anni, abbiamo vinto il campionato belga due volte e mi sono trasferito all'Anderlecht, la squadra della mia infanzia. Il mio debutto all'Anderlecht è stata una sensazione forte. Era una cosa che sognavo da quando avevo sei anni, giocare per il club più grande del Belgio e rappresentavo la mia città. Quando ho visto Vincent Kompany fare il suo debutto per l'Anderlecht, ho pensato se ce l'ha fatta lui, ci potevo riuscire anch'io. Ha le mie stesse origini. Anche suo padre è congolese. È di Bruxelles. Anche lui ha fatto l'accademia quindi quando ha fatto il suo debutto, mi ha spinto ad andare avanti a provare a fare lo stesso. Ho giocato la mia prima partita e subito dopo, ho pensato solo a segnare gol, cosa che ho fatto nella mia seconda apparizione. Da ragazzo ero molto timido e non parlavo molto, perché ero più concentrato sul successo nel calcio e sono rimasto così. Quando inizialmente non conosco le persone, mantengo le distanze, ma quando le persone sono buone con me, ci metto cuore e anima e do tutto me stesso. Se vedo qualcosa di diverso, posso essere un po' così. Questo mi è rimasto, ma sono molto calmo su tutto il resto. Gioco molto alla PlayStation. I miei figli sono la parte più importante della mia vita e sono concentrato al 100% sul calcio perché è il mio lavoro e anche la mia passione. Mi piace giocare e anche guardare un sacco di partite se non stiamo giocando. Didier Drogba era il mio idolo quando ero piccolo. Thierry Henry, Ronaldo e anche Anelka. Devo dire anche Eto'o. Sono stato abbastanza fortunato da incontrare quattro di loro su cinque nella mia carriera. Quando è uscita la notizia su internet che c'era stato un contatto, subito... Sono una persona che guarda il mio Instagram e dice, "Oh, guarda i messaggi dei tifosi del Napoli!". Ho poi parlato con Dries Mertens, che conosco da quando avevo 17 anni. Avevo già un amico fidato che mi preparava alla vita qui. Si vede che rappresenti un'intera città e la sua gente. È fantastico da provare. Ti dà energia per dare il massimo ogni giorno. Quando vedi i giocatori, i fisioterapisti, i camerieri, e tutti quelli che lavorano qui, sono tutti veri napoletani che amano il club. Questo ti fa sentire bene ma c'è anche una grande responsabilità per dare il massimo. Ero sopraffatto dalla mia presentazione. È stato tutto così incredibile. Ero tipo: "Wow!". Ho sentito un'atmosfera diversa con un'energia davvero positiva. Sì, ho segnato, ma abbiamo vinto, che è la cosa più importante. Come giocatore, ora prendo le cose giorno per giorno. Cerco di dare un po' di più ogni giorno e vedo dove mi porta entro la fine della stagione. Come diciamo in inglese, questa è la mia mentalità. Cerco di dare di più di ieri. Vedremo dove mi porta. Mi diverto una volta finita la stagione. Quando finisce una stagione per i primi dieci giorni vado al mare con i miei figli e mi diverto e cerco di uscire con i miei amici quando posso. Tuttavia, una volta iniziata la stagione sono dieci mesi di sacrificio in cui tutti devono dare il 100%. Vedrai il risultato alla fine. Se vinci allora vinci, se non vinci devi fare di più la prossima stagione e cercare di capire dove devi migliorare in modo da vincere quella campagna. Questa è la mia vita. È noioso ma non mi interessa, sono fatto così. Questa è la vita che ho condotto per diventare il giocatore che sono oggi. Hai imparato qualche parola o detto napoletano? No, ma quando vado dal fisioterapista la mattina cerco di capire cosa si dicono i ragazzi ma è dura, pian piano ci arriverò. Dammi un paio di mesi poi spero di fare due chiacchiere con qualcuno quando vado al supermercato, chissà! Ciao, tifosi del Napoli. Sono Romelu Lukaku. Grazie per il supporto alla squadra. Spero che faremo una bella stagione".
Ecco il video del canale Youtube della SSC Napoli con l'intervista a Lukaku.
di Napoli Magazine
03/10/2024 - 17:00
NAPOLI - Romelu Lukaku, attaccante del Napoli, ha rilasciato un'intervista ai canali ufficiali del club azzurro. Ecco quanto evidenziato da "Napoli Magazine": "Sono Romelu Lukaku Bolingoli, ho 31 anni e sono un attaccante del Napoli. Sono nato ad Anversa, una città nel nord del Belgio. Mio padre era un calciatore nel top campionato belga, poi siamo andati un pò in giro: abbiamo fatto Anversa, Liege, Bruxelles. Poi è tornato ad Anversa e io ho iniziato a giocare a calcio a sei anni. Per andare lì, da dove viviamo, ci vogliono 20 minuti. Non avevamo la macchina e allora sono andato a giocare in una squadra regionale. Ho giocato lì un anno e poi è arrivato il Lierse per me. Sono rimasto lì per due anni, abbiamo vinto il campionato belga due volte e mi sono trasferito all'Anderlecht, la squadra della mia infanzia. Il mio debutto all'Anderlecht è stata una sensazione forte. Era una cosa che sognavo da quando avevo sei anni, giocare per il club più grande del Belgio e rappresentavo la mia città. Quando ho visto Vincent Kompany fare il suo debutto per l'Anderlecht, ho pensato se ce l'ha fatta lui, ci potevo riuscire anch'io. Ha le mie stesse origini. Anche suo padre è congolese. È di Bruxelles. Anche lui ha fatto l'accademia quindi quando ha fatto il suo debutto, mi ha spinto ad andare avanti a provare a fare lo stesso. Ho giocato la mia prima partita e subito dopo, ho pensato solo a segnare gol, cosa che ho fatto nella mia seconda apparizione. Da ragazzo ero molto timido e non parlavo molto, perché ero più concentrato sul successo nel calcio e sono rimasto così. Quando inizialmente non conosco le persone, mantengo le distanze, ma quando le persone sono buone con me, ci metto cuore e anima e do tutto me stesso. Se vedo qualcosa di diverso, posso essere un po' così. Questo mi è rimasto, ma sono molto calmo su tutto il resto. Gioco molto alla PlayStation. I miei figli sono la parte più importante della mia vita e sono concentrato al 100% sul calcio perché è il mio lavoro e anche la mia passione. Mi piace giocare e anche guardare un sacco di partite se non stiamo giocando. Didier Drogba era il mio idolo quando ero piccolo. Thierry Henry, Ronaldo e anche Anelka. Devo dire anche Eto'o. Sono stato abbastanza fortunato da incontrare quattro di loro su cinque nella mia carriera. Quando è uscita la notizia su internet che c'era stato un contatto, subito... Sono una persona che guarda il mio Instagram e dice, "Oh, guarda i messaggi dei tifosi del Napoli!". Ho poi parlato con Dries Mertens, che conosco da quando avevo 17 anni. Avevo già un amico fidato che mi preparava alla vita qui. Si vede che rappresenti un'intera città e la sua gente. È fantastico da provare. Ti dà energia per dare il massimo ogni giorno. Quando vedi i giocatori, i fisioterapisti, i camerieri, e tutti quelli che lavorano qui, sono tutti veri napoletani che amano il club. Questo ti fa sentire bene ma c'è anche una grande responsabilità per dare il massimo. Ero sopraffatto dalla mia presentazione. È stato tutto così incredibile. Ero tipo: "Wow!". Ho sentito un'atmosfera diversa con un'energia davvero positiva. Sì, ho segnato, ma abbiamo vinto, che è la cosa più importante. Come giocatore, ora prendo le cose giorno per giorno. Cerco di dare un po' di più ogni giorno e vedo dove mi porta entro la fine della stagione. Come diciamo in inglese, questa è la mia mentalità. Cerco di dare di più di ieri. Vedremo dove mi porta. Mi diverto una volta finita la stagione. Quando finisce una stagione per i primi dieci giorni vado al mare con i miei figli e mi diverto e cerco di uscire con i miei amici quando posso. Tuttavia, una volta iniziata la stagione sono dieci mesi di sacrificio in cui tutti devono dare il 100%. Vedrai il risultato alla fine. Se vinci allora vinci, se non vinci devi fare di più la prossima stagione e cercare di capire dove devi migliorare in modo da vincere quella campagna. Questa è la mia vita. È noioso ma non mi interessa, sono fatto così. Questa è la vita che ho condotto per diventare il giocatore che sono oggi. Hai imparato qualche parola o detto napoletano? No, ma quando vado dal fisioterapista la mattina cerco di capire cosa si dicono i ragazzi ma è dura, pian piano ci arriverò. Dammi un paio di mesi poi spero di fare due chiacchiere con qualcuno quando vado al supermercato, chissà! Ciao, tifosi del Napoli. Sono Romelu Lukaku. Grazie per il supporto alla squadra. Spero che faremo una bella stagione".
Ecco il video del canale Youtube della SSC Napoli con l'intervista a Lukaku.