NAPOLI - Il cammino del Napoli ''incendia'' i cuori dei tifosi e li ''stringe'' intorno ai protagonisti di un campionato di eccellenza. Intorno agli azzurri l'afflato dei ''supporters'' e' forte e costante. I protagonisti di questa stagione sono ammirati e incoraggiati con una spinta emotiva propria della tifoseria partenopea. Una ''partecipazione'' che spinge moralmente i giocatori, animati da un piu' forte desiderio di far bene. Un ''legame'' emotivo che puo' creare situazioni di gran valore. Chi vide il Napoli di anni trascorsi, continua a ricordare gli azzurri che in quei tempi giocavano al calcio, offrendo impegno e volonta'. Bruno Astorri, centrattacco e ala, gioco' nel Napoli dal 1949 al '52. Lo chiamavano 'lo sceriffo'', non per le sue gambe un po' arcuate ma per il suo impegno. Nel '50 arrivo' a Napoli Amedeo Amadei, detto ''il Frascatano'', centravanti gia' di Roma e Inter. Fu in azzurro fino al '56, divenendo poi mezz'ala e poi, per diversi anni, allenatore. Da giocatore, un suo ''storico'' gol trafisse la Juventus, imbattuta da molto tempo. Argentino, ala sinistra e poi mezz'ala, Bruno Pesaola gioco' per molti anni accanto a Jeppson, prima di divenire allenatore del Napoli. Dopo il ritiro dal calcio giocato fu allenatore degli azzurri a piu' riprese. Per tutti fu sempre ''il Petisso''. Nel 1950 arrivo' a Napoli per difendere la porta azzurra il ''portiere'' Bepi Casari, dal fisico imponente che dava piu' sicurezza alla difesa. La formazione-tipo del Napoli, in quegli anni, era: Casari, Del Frati, Soldani. Todeschini, Remondini, Gramaglia, Astorri, Formentin, Amadei, Bacchetti, Krieziu. Piu' avanti sarebbero arrivati in azzurro giocatori come Comaschi, Viniej, Ciccarelli e altri, formando un buon profilo della squadra azzurra. Poi fu Hans Jeppson. E la sua presenza segno', potremmo dire, una nuova era.
di Napoli Magazine
01/02/2018 - 14:01
NAPOLI - Il cammino del Napoli ''incendia'' i cuori dei tifosi e li ''stringe'' intorno ai protagonisti di un campionato di eccellenza. Intorno agli azzurri l'afflato dei ''supporters'' e' forte e costante. I protagonisti di questa stagione sono ammirati e incoraggiati con una spinta emotiva propria della tifoseria partenopea. Una ''partecipazione'' che spinge moralmente i giocatori, animati da un piu' forte desiderio di far bene. Un ''legame'' emotivo che puo' creare situazioni di gran valore. Chi vide il Napoli di anni trascorsi, continua a ricordare gli azzurri che in quei tempi giocavano al calcio, offrendo impegno e volonta'. Bruno Astorri, centrattacco e ala, gioco' nel Napoli dal 1949 al '52. Lo chiamavano 'lo sceriffo'', non per le sue gambe un po' arcuate ma per il suo impegno. Nel '50 arrivo' a Napoli Amedeo Amadei, detto ''il Frascatano'', centravanti gia' di Roma e Inter. Fu in azzurro fino al '56, divenendo poi mezz'ala e poi, per diversi anni, allenatore. Da giocatore, un suo ''storico'' gol trafisse la Juventus, imbattuta da molto tempo. Argentino, ala sinistra e poi mezz'ala, Bruno Pesaola gioco' per molti anni accanto a Jeppson, prima di divenire allenatore del Napoli. Dopo il ritiro dal calcio giocato fu allenatore degli azzurri a piu' riprese. Per tutti fu sempre ''il Petisso''. Nel 1950 arrivo' a Napoli per difendere la porta azzurra il ''portiere'' Bepi Casari, dal fisico imponente che dava piu' sicurezza alla difesa. La formazione-tipo del Napoli, in quegli anni, era: Casari, Del Frati, Soldani. Todeschini, Remondini, Gramaglia, Astorri, Formentin, Amadei, Bacchetti, Krieziu. Piu' avanti sarebbero arrivati in azzurro giocatori come Comaschi, Viniej, Ciccarelli e altri, formando un buon profilo della squadra azzurra. Poi fu Hans Jeppson. E la sua presenza segno', potremmo dire, una nuova era.