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MISTER Z - Napoli, cosa succederà ora?
05.10.2021 19:12 di Napoli Magazine

NAPOLI - La Procura Federale ha avviato un’indagine su quanto è accaduto domenica sera allo stadio Artemio Franchi di Firenze, subito dopo la conclusione della partita tra Fiorentina e Napoli. L’inchiesta riguarda le espressioni di contenuto razzista che alcuni personaggi, appollaiati sulla tribuna dello stadio, hanno rivolto a Koulibaly, Anguissa e Osimhen, mentre i calciatori del Napoli si apprestavano a imboccare il sottopassaggio che conduce agli spogliatoi. Che cosa succederà ora? Gli accertamenti della Procura federale non potranno che confermare e mettere in evidenza ciò che è accaduto e che, presumibilmente, sarà stato osservato e refertato anche dai commissari di campo i quali controllano ogni centimetro del terreno di gioco, prima durante e dopo lo svolgimento della partita e ai quali sicuramente non sarà sfuggito l’episodio. Come andrà a finire? La Società Fiorentina Calcio, pur essendo assolutamente innocente (la dirigenza viola ha diffuso un comunicato di sentita solidarietà ai calciatori del Napoli ed ha comunicato di aver messo a disposizione della Procura federale immagini video e tutti gli strumenti in proprio possesso ed ha anche precisato che appena gli autori degli insulti saranno identificati verrà precluso loro per sempre l’accesso allo stadio) subirà una condanna a pagare una multa. E la cosa finirà qui perché con le regole esistenti più di questo non si può fare. Ci si domanda: è possibile che a terzo millennio già avviato da oltre un ventennio possano ancora accadere cose simili? Nel calcio – dice qualche benpensante – i cori, gli sfottò, anche le offese dagli spalti nei confronti dei calciatori ci sono sempre stati e sempre ci saranno. Per risolvere il problema basta far finta di niente e voltarsi dall’altra parte. E questo è appunto esattamente ciò che troppo spesso continuano a fare gli arbitri, coloro i quali – assieme al responsabile dell’ordine pubblico allo stadio e ai commissari della Lega - avrebbero il potere di fermare le partite e perfino di dichiararle concluse. Altri – ed io sono tra questi - sostengono che il problema è soprattutto culturale e che i tifosi o presunti tali che si recano negli stadi andrebbero ‘educati’. Il problema è infatti di natura sociale, c’è bisogno di un intervento radicale che deve inevitabilmente partire dalla base, cioè dalle famiglie e soprattutto dalle scuole nelle quali, voglio ricordarlo, la materia ‘Educazione civica’ che ai miei tempi si studiava come l’italiano, il latino e la matematica, con un libro di testo e tanto di interrogazioni e di voti, da alcuni decenni è data ormai per dispersa, non si sa più che fine abbia fatto. Dunque per ‘educare’ i nostri bambini che poi diventeranno adolescenti, ragazzi, giovani e infine adulti e che frequenteranno un domani i nostri stadi, ci sarebbe bisogno innanzitutto di un intervento legislativo organico che puntasse a diffondere la conoscenza delle regole del vivere civile e che abituasse sin da piccoli le menti a ragionare e i possessori di cervello ad evitare di mandarlo prima o poi all’ammasso. Nel frattempo, però, visto che tale opera richiede tempi lunghi, che cosa si potrebbe fare per evitare che episodi stomachevoli come quelli del Franchi tornino a ripetersi nei nostri stadi? Bene, io sono pienamente d’accordo con Maurizio De Giovanni che, interpellato in proposito da Radio Kiss Kiss, ha osservato che l’intervento urgente da fare è dare mandato agli arbitri in caso di cori razzisti o di discriminazione territoriale di porre termine alle partite, mandando i giocatori negli spogliatoi. Partita persa 3-0 a tavolino e fine della discussione. Qualcuno obietterà: ma così facendo si punirebbero ancora di più le incolpevoli società. E’ vero, ma è altrettanto vero che basterebbe una sola di queste esemplari punizioni per educare tutti come d’incanto. Visto che le bestie in questione, per fortuna, sono una minoranza, dalla partita successiva in poi i (veri) tifosi, inferociti per l’accaduto, prenderebbero a calci nel sedere gli autori del primo buuu, fino a farli volare a forza di pedate fin dentro il terreno di gioco. E la storia finirebbe li. Per far questo, però, occorrerebbe che agli arbitri venissero impartite disposizioni molto severe. Al primo coro offensivo, tutti a casa. Chi dirige il mondo del calcio è davvero intenzionato a farlo?

 


Mario Zaccaria

 

Napoli Magazine 

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com

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05/10/2024 - 19:12

NAPOLI - La Procura Federale ha avviato un’indagine su quanto è accaduto domenica sera allo stadio Artemio Franchi di Firenze, subito dopo la conclusione della partita tra Fiorentina e Napoli. L’inchiesta riguarda le espressioni di contenuto razzista che alcuni personaggi, appollaiati sulla tribuna dello stadio, hanno rivolto a Koulibaly, Anguissa e Osimhen, mentre i calciatori del Napoli si apprestavano a imboccare il sottopassaggio che conduce agli spogliatoi. Che cosa succederà ora? Gli accertamenti della Procura federale non potranno che confermare e mettere in evidenza ciò che è accaduto e che, presumibilmente, sarà stato osservato e refertato anche dai commissari di campo i quali controllano ogni centimetro del terreno di gioco, prima durante e dopo lo svolgimento della partita e ai quali sicuramente non sarà sfuggito l’episodio. Come andrà a finire? La Società Fiorentina Calcio, pur essendo assolutamente innocente (la dirigenza viola ha diffuso un comunicato di sentita solidarietà ai calciatori del Napoli ed ha comunicato di aver messo a disposizione della Procura federale immagini video e tutti gli strumenti in proprio possesso ed ha anche precisato che appena gli autori degli insulti saranno identificati verrà precluso loro per sempre l’accesso allo stadio) subirà una condanna a pagare una multa. E la cosa finirà qui perché con le regole esistenti più di questo non si può fare. Ci si domanda: è possibile che a terzo millennio già avviato da oltre un ventennio possano ancora accadere cose simili? Nel calcio – dice qualche benpensante – i cori, gli sfottò, anche le offese dagli spalti nei confronti dei calciatori ci sono sempre stati e sempre ci saranno. Per risolvere il problema basta far finta di niente e voltarsi dall’altra parte. E questo è appunto esattamente ciò che troppo spesso continuano a fare gli arbitri, coloro i quali – assieme al responsabile dell’ordine pubblico allo stadio e ai commissari della Lega - avrebbero il potere di fermare le partite e perfino di dichiararle concluse. Altri – ed io sono tra questi - sostengono che il problema è soprattutto culturale e che i tifosi o presunti tali che si recano negli stadi andrebbero ‘educati’. Il problema è infatti di natura sociale, c’è bisogno di un intervento radicale che deve inevitabilmente partire dalla base, cioè dalle famiglie e soprattutto dalle scuole nelle quali, voglio ricordarlo, la materia ‘Educazione civica’ che ai miei tempi si studiava come l’italiano, il latino e la matematica, con un libro di testo e tanto di interrogazioni e di voti, da alcuni decenni è data ormai per dispersa, non si sa più che fine abbia fatto. Dunque per ‘educare’ i nostri bambini che poi diventeranno adolescenti, ragazzi, giovani e infine adulti e che frequenteranno un domani i nostri stadi, ci sarebbe bisogno innanzitutto di un intervento legislativo organico che puntasse a diffondere la conoscenza delle regole del vivere civile e che abituasse sin da piccoli le menti a ragionare e i possessori di cervello ad evitare di mandarlo prima o poi all’ammasso. Nel frattempo, però, visto che tale opera richiede tempi lunghi, che cosa si potrebbe fare per evitare che episodi stomachevoli come quelli del Franchi tornino a ripetersi nei nostri stadi? Bene, io sono pienamente d’accordo con Maurizio De Giovanni che, interpellato in proposito da Radio Kiss Kiss, ha osservato che l’intervento urgente da fare è dare mandato agli arbitri in caso di cori razzisti o di discriminazione territoriale di porre termine alle partite, mandando i giocatori negli spogliatoi. Partita persa 3-0 a tavolino e fine della discussione. Qualcuno obietterà: ma così facendo si punirebbero ancora di più le incolpevoli società. E’ vero, ma è altrettanto vero che basterebbe una sola di queste esemplari punizioni per educare tutti come d’incanto. Visto che le bestie in questione, per fortuna, sono una minoranza, dalla partita successiva in poi i (veri) tifosi, inferociti per l’accaduto, prenderebbero a calci nel sedere gli autori del primo buuu, fino a farli volare a forza di pedate fin dentro il terreno di gioco. E la storia finirebbe li. Per far questo, però, occorrerebbe che agli arbitri venissero impartite disposizioni molto severe. Al primo coro offensivo, tutti a casa. Chi dirige il mondo del calcio è davvero intenzionato a farlo?

 


Mario Zaccaria

 

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