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TONI AZZURRI - Iavarone su "NM": "Il Napoli sta sbocciando"
24.09.2018 17:14 di Napoli Magazine

NAPOLI - Carlo Ancelotti spesso si è lamentato - e a giusta ragione - perché nel calcio, sopratutto in Italia, c’è poca pazienza. Ma anche lui ha fretta. Forse troppa, si direbbe. Sarà… ma oggi ha ragione lui. Cambia cinque undicesimi rispetto a martedì scorso in Champions: nemmeno Mancini con la sua Nazionale si sarebbe spinto così lontano, oltre le colonne d’Ercole, alla ricerca di altre terre, altro futuro. Squadra praticamente nuova, scelto il 4-4-2: tenuta di campo ottima, un Napoli che sfrutta qualsiasi occasione per conquistare tre punti fondamentali. Pronti via e quella coriandoliata d'azzurro passa, grazie a un pizzico di fortuna, il rimpallo giusto e la giocata da campione di Insigne. Ma la fortuna esiste solo quando il talento sì incrocia con l’opportunità. Dunque zero a uno e Torino tramortito e sempre più ectoplasmatico. Il gol mette il nuovo Napoli di Hamsik, Luperto, Rog, Verdi e Mertens al centro della partita. Ci sono solo loro nello stadio Grande Torino. Venti minuti di fuoco, poi controllo e gestione. Carlo Ancelotti sembra, ormai, un maestro di scacchi: una mossa qui, una là; così i suoi ragazzi si prendono la quarta vittoria in cinque partite, a fronte di un calendario complicato e forniscono ancora più l'idea di un progetto che prende forma: l'abito ormai è quello (4-4-2), ma cambia e cambierà di continuo, a seconda degli interpreti. In fondo non appassionano più di tanto i moduli, bensì chi gioca bene a calcio. Come Hamsik che a Torino, gestisce la posizione da regista, ha cantato le sue qualità e portato la croce. Oppure come gli esterni, impegnati in raddoppi per contenere gli avversari, raddoppi costati la sostituzione a un Verdi pur perfetto nella fase attiva ma coimputato sul rigore causato da Luperto. Una soluzione, l’arretramento, per esentare la creatività di Insigne da eccessivi orpelli difensivistici. La gara di oggi è la fotografia perfetta del momento: molte certezze, pochi equivoci tattici e di personalità. Un allenatore nel pieno della propria lucidità e una squadra che sa dove e come correre. Senza rulli di tamburo, ora il Napoli è atteso a una missione possibile: ciò che è stato costruito, non vada disperso. Non sarà semplice, tuttavia sarà giusto provarci.

 

 
 
Toni Iavarone
 
 
Napoli Magazine
 
 
Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com
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TONI AZZURRI - Iavarone su "NM": "Il Napoli sta sbocciando"

di Napoli Magazine

24/09/2024 - 17:14

NAPOLI - Carlo Ancelotti spesso si è lamentato - e a giusta ragione - perché nel calcio, sopratutto in Italia, c’è poca pazienza. Ma anche lui ha fretta. Forse troppa, si direbbe. Sarà… ma oggi ha ragione lui. Cambia cinque undicesimi rispetto a martedì scorso in Champions: nemmeno Mancini con la sua Nazionale si sarebbe spinto così lontano, oltre le colonne d’Ercole, alla ricerca di altre terre, altro futuro. Squadra praticamente nuova, scelto il 4-4-2: tenuta di campo ottima, un Napoli che sfrutta qualsiasi occasione per conquistare tre punti fondamentali. Pronti via e quella coriandoliata d'azzurro passa, grazie a un pizzico di fortuna, il rimpallo giusto e la giocata da campione di Insigne. Ma la fortuna esiste solo quando il talento sì incrocia con l’opportunità. Dunque zero a uno e Torino tramortito e sempre più ectoplasmatico. Il gol mette il nuovo Napoli di Hamsik, Luperto, Rog, Verdi e Mertens al centro della partita. Ci sono solo loro nello stadio Grande Torino. Venti minuti di fuoco, poi controllo e gestione. Carlo Ancelotti sembra, ormai, un maestro di scacchi: una mossa qui, una là; così i suoi ragazzi si prendono la quarta vittoria in cinque partite, a fronte di un calendario complicato e forniscono ancora più l'idea di un progetto che prende forma: l'abito ormai è quello (4-4-2), ma cambia e cambierà di continuo, a seconda degli interpreti. In fondo non appassionano più di tanto i moduli, bensì chi gioca bene a calcio. Come Hamsik che a Torino, gestisce la posizione da regista, ha cantato le sue qualità e portato la croce. Oppure come gli esterni, impegnati in raddoppi per contenere gli avversari, raddoppi costati la sostituzione a un Verdi pur perfetto nella fase attiva ma coimputato sul rigore causato da Luperto. Una soluzione, l’arretramento, per esentare la creatività di Insigne da eccessivi orpelli difensivistici. La gara di oggi è la fotografia perfetta del momento: molte certezze, pochi equivoci tattici e di personalità. Un allenatore nel pieno della propria lucidità e una squadra che sa dove e come correre. Senza rulli di tamburo, ora il Napoli è atteso a una missione possibile: ciò che è stato costruito, non vada disperso. Non sarà semplice, tuttavia sarà giusto provarci.

 

 
 
Toni Iavarone
 
 
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