L'Angolo
FOCUS NM - Mondiali 2022, la sorpresa: Ko Itakura, la super pedina del Giappone di Moriyasu che ha steso la Germania
26.11.2022 10:38 di Napoli Magazine

NAPOLI - Nella cultura giapponese esiste un gioco denominato Shogi che non è dissimile agli scacchi che ben conosciamo in occidente e che ha come obiettivo principale quello di fare “tsumi”, l’equivalente dello “scacco matto”. Con gli scacchi, lo Shogi, condivide anche le origini indiane che hanno, poi, permesso alle tante ramificazioni di questo gioco da tavola di svilupparsi in maniera totalmente autonoma. Il contesto è lo stesso e, inevitabilmente, l’uno trae ispirazione dall’altro ma la base che tiene in piedi entrambi gli strategici è una sola: “Tutte le pedine sono importanti e possono portare alla vittoria”. Il bagaglio tattico di Hajime Moriyasu, 54enne commissario tecnico del Giappone, è stato pressoché ignorato dai grandi palcoscenici del mondo del calcio, ignaro dell’esistenza di un uomo che ha preferito nutrire la sua sete di calcio in patria, fino alla chiamata della selezione nipponica e la possibilità di partecipare al Mondiale di Qatar 2022. A chi si atteneva alla fredda valutazione statistica, appariva impossibile un’impresa giapponese contro un colosso del calcio come la Germania eppure, il signor Moriyasu, munito del suo scacchiere ha iniziato a giocare la partita che avrebbe potuto cambiargli la vita. Paradossale come la Germania, terra in cui negli ultimi anni stanno espatriando molti promettenti calciatori giapponesi, sia diventata la vittima perfetta di un collaudato e oculato sistema tattico. Germania-Giappone, come tante altre partite della prima giornata della fase a gironi del Mondiale di Qatar 2022, non avrà colpito gli occhi degli esteti del pallone che bramavano sfide ricche di tecnicismi, ma ha aperto un discorso ancora più importante: nel Paese del Sol Levante, non solo c’è talento, ma ci sono le capacità di applicare un sistema tattico volto sulla duttilità dei suoi uomini. La sorpresa di questa prima giornata del Mondiale si trova proprio tra le pedine a disposizione di Moriyasu e pian piano ha preso sempre più colore, accecando gli ignari avversari. Ko Itakura, difensore 25enne della Prefettura di Kanagawa, è uno di quelli che il calcio tedesco lo conosce fin troppo bene e che milita, attualmente, nel Borussia Monchengladbach, dopo un anno passato allo Schalke 04. La partita di Itakura è la chiave di volta che ha aperto le porte della vittoria giapponese contro la Germania. Per 60 minuti il 4-2-3-1 nipponico è prettamente volto alla sofferenza, con i tedeschi che avanzano ripetutamente sfruttando le linee, poco ampie, degli avversari. I primi segnali di grande attenzione Itakura li mostra proprio in quest’ora di gioco in cui ha il compito di gestire la zona centrale della difesa e preoccuparsi di Havertz, degli inserimenti di Muller e di raddoppiare su Musiala. Il Giappone si rende vulnerabile agli inserimenti, sia degli esterni, con partecipazione di Schlotterbeck, sia dei centrocampisti, con Gundogan che sale in cattedra dominando il gioco in un match che, però, si sblocca solo su calcio di rigore. La fase di “sofferenza” del Giappone è anche la fase di studio del proprio mister, fino al colpo di genio e lo stravolgimento tattico che porta i nipponici a schierarsi con il 3-4-3 e con una batteria di 6 giocatori offensivi. La Germania si accorge troppo tardi che le pedine di Moriyasu sono tutte al proprio posto e che l’obiettivo è  fare scacco matto il più presto possibile. Ma come fare? La risposta è semplice e la si ritrova, ancora una volta, in Ko Itakura. Sul perché il centrale giapponese sia degno di essere considerato la sorpresa della prima giornata di Mondiali, la risposta rimanda al concetto di duttilità, già espresso in precedenza, con il 25enne che non ha solo sfruttato la sua fisicità, ma ha anche dimostrato di sapersi adattare a più situazioni. In 90 minuti, Itakura ha mostrato di saper giocare sia con la difesa a 4, sia come terzo di destra nella linea a 3, cambiando totalmente il suo stile di gioco. Con Schlotterbeck, mascherato da Doan, e Yoshida, a uomo su Havertz, il centrale del Monchengladbach si occupa di Jamal Musiala e il suo allargarsi fuori dall’area di rigore, lo porta a essere utile sia come terzino, sia nello schermare eventuali giocate dell’esterno tedesco Raum. Itakura si muove bene e fa il suo lavoro in maniera egregia fino al momento del decisivo “scacco al Re”. Tra le caratteristiche del nipponico difensore militante in Bundesliga, c’è anche una discreta tecnica che viene esaltata da un lancio a palla ferma millimetrico per Asano che completa l’opera e regala il 2-1 ai nipponici. Ko Itakura è la pedina fondamentale dell’espressione tattica messa in mostra dai giapponesi: un ragazzo che a 25 anni può dire di aver vissuto la serata più bella e l’impresa più clamorosa di una Nazione. Difensore fisico, capace di giudicare i momenti del match, duttile e armato di un piede che all’occorrenza può diventare fatato, Itakura non è solo una sorpresa, ma un giocatore da tenere d’occhio. Nel 2019 lasciò il Giappone per accettare il Manchester City che non ebbe mai l’occasione di dargli il giusto spazio. Tra Groningen, Schalke 04 e Borussia Monchengladbach, Itakura studia dai grandi per affermarsi in Europa e la serata del Khalifa International Stadium potrebbe consacrare l’ascesa di questo giocatore.

 

 

Emanuele Petrarca

 

 

Napoli Magazine

 

 

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26/11/2024 - 10:38

NAPOLI - Nella cultura giapponese esiste un gioco denominato Shogi che non è dissimile agli scacchi che ben conosciamo in occidente e che ha come obiettivo principale quello di fare “tsumi”, l’equivalente dello “scacco matto”. Con gli scacchi, lo Shogi, condivide anche le origini indiane che hanno, poi, permesso alle tante ramificazioni di questo gioco da tavola di svilupparsi in maniera totalmente autonoma. Il contesto è lo stesso e, inevitabilmente, l’uno trae ispirazione dall’altro ma la base che tiene in piedi entrambi gli strategici è una sola: “Tutte le pedine sono importanti e possono portare alla vittoria”. Il bagaglio tattico di Hajime Moriyasu, 54enne commissario tecnico del Giappone, è stato pressoché ignorato dai grandi palcoscenici del mondo del calcio, ignaro dell’esistenza di un uomo che ha preferito nutrire la sua sete di calcio in patria, fino alla chiamata della selezione nipponica e la possibilità di partecipare al Mondiale di Qatar 2022. A chi si atteneva alla fredda valutazione statistica, appariva impossibile un’impresa giapponese contro un colosso del calcio come la Germania eppure, il signor Moriyasu, munito del suo scacchiere ha iniziato a giocare la partita che avrebbe potuto cambiargli la vita. Paradossale come la Germania, terra in cui negli ultimi anni stanno espatriando molti promettenti calciatori giapponesi, sia diventata la vittima perfetta di un collaudato e oculato sistema tattico. Germania-Giappone, come tante altre partite della prima giornata della fase a gironi del Mondiale di Qatar 2022, non avrà colpito gli occhi degli esteti del pallone che bramavano sfide ricche di tecnicismi, ma ha aperto un discorso ancora più importante: nel Paese del Sol Levante, non solo c’è talento, ma ci sono le capacità di applicare un sistema tattico volto sulla duttilità dei suoi uomini. La sorpresa di questa prima giornata del Mondiale si trova proprio tra le pedine a disposizione di Moriyasu e pian piano ha preso sempre più colore, accecando gli ignari avversari. Ko Itakura, difensore 25enne della Prefettura di Kanagawa, è uno di quelli che il calcio tedesco lo conosce fin troppo bene e che milita, attualmente, nel Borussia Monchengladbach, dopo un anno passato allo Schalke 04. La partita di Itakura è la chiave di volta che ha aperto le porte della vittoria giapponese contro la Germania. Per 60 minuti il 4-2-3-1 nipponico è prettamente volto alla sofferenza, con i tedeschi che avanzano ripetutamente sfruttando le linee, poco ampie, degli avversari. I primi segnali di grande attenzione Itakura li mostra proprio in quest’ora di gioco in cui ha il compito di gestire la zona centrale della difesa e preoccuparsi di Havertz, degli inserimenti di Muller e di raddoppiare su Musiala. Il Giappone si rende vulnerabile agli inserimenti, sia degli esterni, con partecipazione di Schlotterbeck, sia dei centrocampisti, con Gundogan che sale in cattedra dominando il gioco in un match che, però, si sblocca solo su calcio di rigore. La fase di “sofferenza” del Giappone è anche la fase di studio del proprio mister, fino al colpo di genio e lo stravolgimento tattico che porta i nipponici a schierarsi con il 3-4-3 e con una batteria di 6 giocatori offensivi. La Germania si accorge troppo tardi che le pedine di Moriyasu sono tutte al proprio posto e che l’obiettivo è  fare scacco matto il più presto possibile. Ma come fare? La risposta è semplice e la si ritrova, ancora una volta, in Ko Itakura. Sul perché il centrale giapponese sia degno di essere considerato la sorpresa della prima giornata di Mondiali, la risposta rimanda al concetto di duttilità, già espresso in precedenza, con il 25enne che non ha solo sfruttato la sua fisicità, ma ha anche dimostrato di sapersi adattare a più situazioni. In 90 minuti, Itakura ha mostrato di saper giocare sia con la difesa a 4, sia come terzo di destra nella linea a 3, cambiando totalmente il suo stile di gioco. Con Schlotterbeck, mascherato da Doan, e Yoshida, a uomo su Havertz, il centrale del Monchengladbach si occupa di Jamal Musiala e il suo allargarsi fuori dall’area di rigore, lo porta a essere utile sia come terzino, sia nello schermare eventuali giocate dell’esterno tedesco Raum. Itakura si muove bene e fa il suo lavoro in maniera egregia fino al momento del decisivo “scacco al Re”. Tra le caratteristiche del nipponico difensore militante in Bundesliga, c’è anche una discreta tecnica che viene esaltata da un lancio a palla ferma millimetrico per Asano che completa l’opera e regala il 2-1 ai nipponici. Ko Itakura è la pedina fondamentale dell’espressione tattica messa in mostra dai giapponesi: un ragazzo che a 25 anni può dire di aver vissuto la serata più bella e l’impresa più clamorosa di una Nazione. Difensore fisico, capace di giudicare i momenti del match, duttile e armato di un piede che all’occorrenza può diventare fatato, Itakura non è solo una sorpresa, ma un giocatore da tenere d’occhio. Nel 2019 lasciò il Giappone per accettare il Manchester City che non ebbe mai l’occasione di dargli il giusto spazio. Tra Groningen, Schalke 04 e Borussia Monchengladbach, Itakura studia dai grandi per affermarsi in Europa e la serata del Khalifa International Stadium potrebbe consacrare l’ascesa di questo giocatore.

 

 

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