NAPOLI - Il "Derby del Sole" non è mai una partita banale ed anche stavolta le aspettative non sono andate deluse. Il Napoli, pur arrivando all'Olimpico forte di due vittorie consecutive, aveva la consapevolezza che dinanzi si sarebbe ritrovato una Roma ostica, prima in classifica e con la fortissima voglia di battere i campioni d'Italia in carica, grazie alla carica di entusiasmo e bel gioco che il nuovo corso Ranieri-Gasperini ha portato nella capitale. Ne è venuta fuori una partita sontuosa da parte del Napoli, che nel primo tempo non ha lasciato respiro agli avversari. Pochi gli spazi concessi da entrambe le difese, con Buongiorno apparso come un vero mastino nel disinnescare Soulè e Ferguson a lungo a vuoto dalle parti di Beukema e Rrahmani. La rete decisiva è nata grazie ad uno splendido contropiede orchestrato dal Napoli: mi hanno fatto un po' tenerezza le perplessità giallorosse sull'incipit dell'azione 70 metri prima di subire gol. Anticipo sulla palla, chiaro ed inequivocabile, di Rrahmani su Konè, che poi viene toccato dalla dinamica dell'intervento. Non è mai fallo. Ormai c'è questa tendenza a cercare qualcosa che non c'è, come l'inesistente fallo di Marusic nella sfida tra Milan e Lazio che ha condotto l'inesperto arbitro Collu a non concedere rigore ai biancocelesti dopo che Pavlovic aveva di fatto interrotto con il suo bel gomito largo la corsa del pallone verso la porta. Ma tornando all'Olimpico, non si può non elogiare l'intero gruppo azzurro. Conte, finalmente, ha trovato la chiave di volta: con il 3-4-3 è un pò come se avesse scoperto il Sacro Graal in una situazione di totale emergenza. E tutti ne hanno tratto beneficio. Milinkovic-Savic, ad esempio, con i suoi rilanci lunghi dà spesso l'idea di quei vecchi liberi capaci di stressare la difesa avversaria cercando la profondità per Hojlund, i tre in difesa si intendono una meraviglia, Di Lorenzo e Olivera, poi, alti a centrocampo riescono a unire i reparti, mentre Lobotka e McTominay dettano tempi e passaggi: Continuo però ad ascoltare critiche nei confronti di Hojlund, le cui qualità non si discutono. Al di là dell'assist per Neres, il danese ha saputo ancora una volta creare scompensi agli avversari. Il tutto mentre Lang e Neres mandavano ai matti i loro dirimpettai. Il brasiliano, per sostanza e reti, rappresenta l'emblema della nuova corazzata azzurra, studiata nei minimi dettagli da Conte che di fatto ha dato una lezione di calcio al suo collega. Ottima poi la scelta di inserire nel secondo tempo Elmas e Politano, con quest'ultimo che ha avuto anche la chance di far gol. La sensazione è che il Napoli abbia trovato la solidità che cercava e, a Roma, nella casa di Gasperini, non è servito nemmeno Dybala per provare a sfondare l'invalicabile muro azzurro. Ne è uscita ridimensionata la squadra giallorossa dopo questo confronto, anche se il team giallorosso sicuramente continuerà a dare del filo da torcere per tutto il campionato. E' un Napoli forte, che corre pochi rischi, solo uno, in effetti, su quel tiro di Baldanzi neutralizzato da Milinkovic-Savic. E se si va avanti così c'è davvero da immaginare un prosieguo di stagione di altissimo livello. Bravi tutti a svoltare nel momento di difficoltà, con idee, gol e gioco. Ora si è tornati ad attendere la prossima sfida, seppur ravvicinata, con la gioia di divertirsi vincendo. E non è poco. Prima il Cagliari in Coppa Italia e poi la Juventus di Spalletti. Ne vedremo delle belle. Il Maradona può continuare a ruggire.

di Napoli Magazine
01/12/2025 - 20:52
NAPOLI - Il "Derby del Sole" non è mai una partita banale ed anche stavolta le aspettative non sono andate deluse. Il Napoli, pur arrivando all'Olimpico forte di due vittorie consecutive, aveva la consapevolezza che dinanzi si sarebbe ritrovato una Roma ostica, prima in classifica e con la fortissima voglia di battere i campioni d'Italia in carica, grazie alla carica di entusiasmo e bel gioco che il nuovo corso Ranieri-Gasperini ha portato nella capitale. Ne è venuta fuori una partita sontuosa da parte del Napoli, che nel primo tempo non ha lasciato respiro agli avversari. Pochi gli spazi concessi da entrambe le difese, con Buongiorno apparso come un vero mastino nel disinnescare Soulè e Ferguson a lungo a vuoto dalle parti di Beukema e Rrahmani. La rete decisiva è nata grazie ad uno splendido contropiede orchestrato dal Napoli: mi hanno fatto un po' tenerezza le perplessità giallorosse sull'incipit dell'azione 70 metri prima di subire gol. Anticipo sulla palla, chiaro ed inequivocabile, di Rrahmani su Konè, che poi viene toccato dalla dinamica dell'intervento. Non è mai fallo. Ormai c'è questa tendenza a cercare qualcosa che non c'è, come l'inesistente fallo di Marusic nella sfida tra Milan e Lazio che ha condotto l'inesperto arbitro Collu a non concedere rigore ai biancocelesti dopo che Pavlovic aveva di fatto interrotto con il suo bel gomito largo la corsa del pallone verso la porta. Ma tornando all'Olimpico, non si può non elogiare l'intero gruppo azzurro. Conte, finalmente, ha trovato la chiave di volta: con il 3-4-3 è un pò come se avesse scoperto il Sacro Graal in una situazione di totale emergenza. E tutti ne hanno tratto beneficio. Milinkovic-Savic, ad esempio, con i suoi rilanci lunghi dà spesso l'idea di quei vecchi liberi capaci di stressare la difesa avversaria cercando la profondità per Hojlund, i tre in difesa si intendono una meraviglia, Di Lorenzo e Olivera, poi, alti a centrocampo riescono a unire i reparti, mentre Lobotka e McTominay dettano tempi e passaggi: Continuo però ad ascoltare critiche nei confronti di Hojlund, le cui qualità non si discutono. Al di là dell'assist per Neres, il danese ha saputo ancora una volta creare scompensi agli avversari. Il tutto mentre Lang e Neres mandavano ai matti i loro dirimpettai. Il brasiliano, per sostanza e reti, rappresenta l'emblema della nuova corazzata azzurra, studiata nei minimi dettagli da Conte che di fatto ha dato una lezione di calcio al suo collega. Ottima poi la scelta di inserire nel secondo tempo Elmas e Politano, con quest'ultimo che ha avuto anche la chance di far gol. La sensazione è che il Napoli abbia trovato la solidità che cercava e, a Roma, nella casa di Gasperini, non è servito nemmeno Dybala per provare a sfondare l'invalicabile muro azzurro. Ne è uscita ridimensionata la squadra giallorossa dopo questo confronto, anche se il team giallorosso sicuramente continuerà a dare del filo da torcere per tutto il campionato. E' un Napoli forte, che corre pochi rischi, solo uno, in effetti, su quel tiro di Baldanzi neutralizzato da Milinkovic-Savic. E se si va avanti così c'è davvero da immaginare un prosieguo di stagione di altissimo livello. Bravi tutti a svoltare nel momento di difficoltà, con idee, gol e gioco. Ora si è tornati ad attendere la prossima sfida, seppur ravvicinata, con la gioia di divertirsi vincendo. E non è poco. Prima il Cagliari in Coppa Italia e poi la Juventus di Spalletti. Ne vedremo delle belle. Il Maradona può continuare a ruggire.
