L'Editoriale
L'EDITORIALE - Antonio Petrazzuolo: "Napoli continua a sognare la Champions League, mentre la Superlega diventa realtà: ecco lo scenario che non ci spaventa"
19.04.2021 23:10 di Napoli Magazine

NAPOLI - Il Napoli sorride a metà e continua a sognare di poter strappare il quarto posto valido per la qualificazione alla prossima Champions League. Sono due le lunghezze che separano gli azzurri dagli uomini di Pirlo, punti da recuperare provando a vincere le ultime 7 gare del campionato. Dopo aver assaporato la conquista del bottino pieno per gran parte del match, grazie al bel cross di Insigne che ha generato il pasticcio griffato de Vrij-Handanovic, la successiva staffilata di Eriksen (arrivato al tiro dopo che Hakimi e Darmian, complice il via libera di Mario Rui, hanno avuto tutto il tempo di pensare, duettare e crossare al limite dell'area piccola, lasciata libera da Meret, super affezionato alla sua posizione tra i pali, con l'opportuna scivolata di Manolas, finalmente in palla accanto a Koulibaly, in anticipo su Lukaku che ha di fatto poi condotto in maniera rocambolesca al gol del danese) ha lasciato un bel po' di amaro in bocca. Come un fulmine a ciel sereno, Eriksen ha rispedito a distanza il Napoli. Tre punti avrebbero cambiato volto alla classifica. Si poteva e si doveva osare di piu' ed invece, ad un certo punto, le due squadre hanno dato l'impressione di accontentarsi del pareggio. Un atteggiamento troppo prudente del Napoli, che ha preferito guadagnare un punto sulla Juventus (caduta sotto i colpi dell'Atalanta) piuttosto che lanciarsi alla ricerca del gol vittoria. Escluso l'incrocio centrato dall'ottimo Politano, va detto che probabilmente, considerato il centrocampo poco lucido e brillante in fase offensiva, con Zielinski e Fabian mai capaci di centrare i pali nerazzurri, ed un Osimhen chiuso e ridimensionato, bisognava inserire prima Mertens. D'altronde, senza Lozano squalificato, la carta del belga era l'unica che avrebbe potuto invertire la tendenza del match: I 20 minuti finali (recupero incluso) concessi da Gattuso al miglior marcatore della storia del club sono stati troppo pochi, appurata la qualita' dell'avversario che c'era di fronte. Intanto in casa Napoli le bocche restano inspiegabilmente cucite, con Gattuso che si sente urlare esclusivamente dalla panchina e i giocatori che ermeticamente pubblicano qualche foto con cuoricini ed hashtag di incoraggiamento. L'unico sussulto sentimentale e' arrivato dai video dei cori dei tifosi, montato da Acqua Lete per riportarli (me compreso) in un mosaico di gioia e passione (almeno) nei maxischermi dello stadio, la casa sportiva che il covid ha privato del cuore pulsante da oltre un anno. Detto ciò, torniamo a ragionare insieme. Ora su chi bisogna fare la corsa? Sempre su stessi. Guardare al Milan, piuttosto che all'Atalanta, alla Juventus o alla Lazio puo' non avere grande senso se non si portano a casa le vittorie. Già contro Immobile e compagni, sfida in cui non ci sara' lo squalificato Demme, un nuovo pareggio potrebbe non avere grandissima rilevanza. Piccolo fuori tema: su Augias e il suo anacronismo tv nel dimenticare le bellezze che hanno reso celebre ed immortale (nei secoli) la città di Napoli, sottolineandone principalmente gli aspetti bui ed offendendo l'intelligenza dei suoi cittadini, non intendo sprecare fiato, ma sulla maglia griffata Marcelo Burlon permettetemi di dire che ho trovato un po' esagerate le polemiche che ho letto sui social network: si tratta di una griffe internazionale, non nascondo che ho trovato tutta la linea davvero ben fatta, per cui ben vengano operazioni marketing di questa caratura. Intanto, mentre si ragiona sulla prossima Champions, e' arrivato l'annuncio in pompa magna dei 12 top club europei della creazione della Superlega, che ringrazio di avermi informato con il tempestivo comunicato stampa inviatomi poco dopo la mezzanotte e di cui ve ne abbiamo illustrato prontamente i contenuti. Sono sincero: la trovo una bella idea ma anche un modo carino, da parte dei club piu' potenti, di tutelare i propri interessi economici, garantendosi la partecipazione costante alla competizione che porta maggiori introiti. L'Uefa ha annunciato guerre e radiazioni, con richieste di miliardi di euro di risarcimento danni, per i club che vorranno uscire dal sistema calcio per crearsene uno tutto loro (i calciatori delle squadre aderenti alla Superlega rischiano l'esclusione anche dalle Nazionali, inclusi Mondiali ed Europei). Ed e' proprio in questo contesto che, laddove non dovesse esserci un punto di incontro, viene da pensare ad una Serie A, una Premier, una Liga ed una Champions senza i club fondatori della Superlega (Milan, Arsenal, Atlético Madrid, Chelsea, Barcellona, Inter, Juventus, Liverpool, Manchester City, Manchester United, Real Madrid e Tottenham). Di sicuro sarebbe un qualcosa di inedito. Credo che a nessuno convenga tirare troppo la corda, fermo restando che per quel che ci riguarda continueremo a seguire i campionati nazionali, la Champions e l'Europa League eventualmente anche senza le suddette squadre, pur garantendo la copertura informativa della Superlega (che in estrema ipotesi costituirebbe un mondo a parte). Gli interessi globali sono comprensibili, ma non dimentichiamoci mai che cio' che tiene uniti nel mondo generazioni di appassionati è sempre e solo il pallone che rotola in una rete, e non la rete con i suoi interessi milionari. Per cui ben venga, in un futuro non troppo lontano, una eventuale finale di Champions tra Napoli e Lille, o una finale di Europa League tra AEK Atene e Hoffenheim, se nell'NBA del calcio dei super ricchi non ci sarà spazio per tutti. In ogni caso ce ne faremo una ragione. 

 

 
 
Antonio Petrazzuolo
 
 
 
Napoli Magazine
 
 
 
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19/04/2024 - 23:10

NAPOLI - Il Napoli sorride a metà e continua a sognare di poter strappare il quarto posto valido per la qualificazione alla prossima Champions League. Sono due le lunghezze che separano gli azzurri dagli uomini di Pirlo, punti da recuperare provando a vincere le ultime 7 gare del campionato. Dopo aver assaporato la conquista del bottino pieno per gran parte del match, grazie al bel cross di Insigne che ha generato il pasticcio griffato de Vrij-Handanovic, la successiva staffilata di Eriksen (arrivato al tiro dopo che Hakimi e Darmian, complice il via libera di Mario Rui, hanno avuto tutto il tempo di pensare, duettare e crossare al limite dell'area piccola, lasciata libera da Meret, super affezionato alla sua posizione tra i pali, con l'opportuna scivolata di Manolas, finalmente in palla accanto a Koulibaly, in anticipo su Lukaku che ha di fatto poi condotto in maniera rocambolesca al gol del danese) ha lasciato un bel po' di amaro in bocca. Come un fulmine a ciel sereno, Eriksen ha rispedito a distanza il Napoli. Tre punti avrebbero cambiato volto alla classifica. Si poteva e si doveva osare di piu' ed invece, ad un certo punto, le due squadre hanno dato l'impressione di accontentarsi del pareggio. Un atteggiamento troppo prudente del Napoli, che ha preferito guadagnare un punto sulla Juventus (caduta sotto i colpi dell'Atalanta) piuttosto che lanciarsi alla ricerca del gol vittoria. Escluso l'incrocio centrato dall'ottimo Politano, va detto che probabilmente, considerato il centrocampo poco lucido e brillante in fase offensiva, con Zielinski e Fabian mai capaci di centrare i pali nerazzurri, ed un Osimhen chiuso e ridimensionato, bisognava inserire prima Mertens. D'altronde, senza Lozano squalificato, la carta del belga era l'unica che avrebbe potuto invertire la tendenza del match: I 20 minuti finali (recupero incluso) concessi da Gattuso al miglior marcatore della storia del club sono stati troppo pochi, appurata la qualita' dell'avversario che c'era di fronte. Intanto in casa Napoli le bocche restano inspiegabilmente cucite, con Gattuso che si sente urlare esclusivamente dalla panchina e i giocatori che ermeticamente pubblicano qualche foto con cuoricini ed hashtag di incoraggiamento. L'unico sussulto sentimentale e' arrivato dai video dei cori dei tifosi, montato da Acqua Lete per riportarli (me compreso) in un mosaico di gioia e passione (almeno) nei maxischermi dello stadio, la casa sportiva che il covid ha privato del cuore pulsante da oltre un anno. Detto ciò, torniamo a ragionare insieme. Ora su chi bisogna fare la corsa? Sempre su stessi. Guardare al Milan, piuttosto che all'Atalanta, alla Juventus o alla Lazio puo' non avere grande senso se non si portano a casa le vittorie. Già contro Immobile e compagni, sfida in cui non ci sara' lo squalificato Demme, un nuovo pareggio potrebbe non avere grandissima rilevanza. Piccolo fuori tema: su Augias e il suo anacronismo tv nel dimenticare le bellezze che hanno reso celebre ed immortale (nei secoli) la città di Napoli, sottolineandone principalmente gli aspetti bui ed offendendo l'intelligenza dei suoi cittadini, non intendo sprecare fiato, ma sulla maglia griffata Marcelo Burlon permettetemi di dire che ho trovato un po' esagerate le polemiche che ho letto sui social network: si tratta di una griffe internazionale, non nascondo che ho trovato tutta la linea davvero ben fatta, per cui ben vengano operazioni marketing di questa caratura. Intanto, mentre si ragiona sulla prossima Champions, e' arrivato l'annuncio in pompa magna dei 12 top club europei della creazione della Superlega, che ringrazio di avermi informato con il tempestivo comunicato stampa inviatomi poco dopo la mezzanotte e di cui ve ne abbiamo illustrato prontamente i contenuti. Sono sincero: la trovo una bella idea ma anche un modo carino, da parte dei club piu' potenti, di tutelare i propri interessi economici, garantendosi la partecipazione costante alla competizione che porta maggiori introiti. L'Uefa ha annunciato guerre e radiazioni, con richieste di miliardi di euro di risarcimento danni, per i club che vorranno uscire dal sistema calcio per crearsene uno tutto loro (i calciatori delle squadre aderenti alla Superlega rischiano l'esclusione anche dalle Nazionali, inclusi Mondiali ed Europei). Ed e' proprio in questo contesto che, laddove non dovesse esserci un punto di incontro, viene da pensare ad una Serie A, una Premier, una Liga ed una Champions senza i club fondatori della Superlega (Milan, Arsenal, Atlético Madrid, Chelsea, Barcellona, Inter, Juventus, Liverpool, Manchester City, Manchester United, Real Madrid e Tottenham). Di sicuro sarebbe un qualcosa di inedito. Credo che a nessuno convenga tirare troppo la corda, fermo restando che per quel che ci riguarda continueremo a seguire i campionati nazionali, la Champions e l'Europa League eventualmente anche senza le suddette squadre, pur garantendo la copertura informativa della Superlega (che in estrema ipotesi costituirebbe un mondo a parte). Gli interessi globali sono comprensibili, ma non dimentichiamoci mai che cio' che tiene uniti nel mondo generazioni di appassionati è sempre e solo il pallone che rotola in una rete, e non la rete con i suoi interessi milionari. Per cui ben venga, in un futuro non troppo lontano, una eventuale finale di Champions tra Napoli e Lille, o una finale di Europa League tra AEK Atene e Hoffenheim, se nell'NBA del calcio dei super ricchi non ci sarà spazio per tutti. In ogni caso ce ne faremo una ragione. 

 

 
 
Antonio Petrazzuolo
 
 
 
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