L'Editoriale
L'EDITORIALE - Antonio Petrazzuolo: "Napoli, io speriamo che me la cavo"
08.11.2024 17:30 di Napoli Magazine

NAPOLI - Dopo aver ampiamente sottolineato i meriti della “super” Atalanta, definita strutturalmente più forte e completa, in seguito al 3-0 rifilato al Maradona, Conte durante la conferenza stampa in vista della sfida di Milano, contro un’altra corazzata come l’Inter, ha sottolineato che la partita sarà comunque affrontata dal Napoli con l’idea di non alzare bandiera bianca prima ancora di scendere in campo. Menomale. Questo piccolissimo briciolo di speranza, dopo la dura verità espressa, rincuora un po’ tutti, anche perché da quanto indicato dal presidente in mattinata non bisogna parlare più di scudetto, ma solo di un eventuale (e non facile) ritorno in Europa, consapevoli però della complicatissima concorrenza di “Inter, Juventus, Atalanta, Lazio, Roma, Fiorentina e tante altre ancora”. Tutte fortissime in sostanza. Il Napoli, intanto, come ricordato anche dal mister, è al primo posto e vorrebbe restarci anche dopo la sfida di San Siro. Un’ambizione degna di stima ma che, a questo punto, assumerebbe i contorni dell’impresa, dato che spesso si ricordano con spietata sincerità i 48 gol presi e il decimo posto della scorsa stagione, con il ricordo degli anni addietro da non tenere in considerazione. Prospettiva interessante quella di “resistere” ancora lassù, d’ora in poi però non si parli di primato, ma solo di piazzamento europeo da raggiungere. Non bisogna fissarsi inoltre su Lukaku, ma concentrarsi sulla squadra. Sul concetto di “ricostruzione”, la società e il mister chiedono tempo per lavorare, anche se la città è impaziente e vorrebbe tornare a vincere. Per cui al di là di ogni premura e cautela, serve poca presunzione. La chiosa di ADL, nel lungo pensiero diffuso su X, rappresenta solo una carezza per lasciare aperto un piccolo spiraglio ai sogni: “Mai dire mai”. Ma senza esagerare, mi raccomando. I 150 milioni investiti sul mercato sono stati semplicemente un discorso ad ampio raggio. Senza coppe, non resta che confidare in grandi traguardi per il futuro (che però non bisogna quantificare nella tempistica del conseguimento, considerando la concorrenza di altissima qualità delle altre squadre). In estrema sintesi: “Chi vivrà, vedrà. Io speriamo che me la cavo”.

Antonio Petrazzuolo

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Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com
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08/11/2024 - 17:30

NAPOLI - Dopo aver ampiamente sottolineato i meriti della “super” Atalanta, definita strutturalmente più forte e completa, in seguito al 3-0 rifilato al Maradona, Conte durante la conferenza stampa in vista della sfida di Milano, contro un’altra corazzata come l’Inter, ha sottolineato che la partita sarà comunque affrontata dal Napoli con l’idea di non alzare bandiera bianca prima ancora di scendere in campo. Menomale. Questo piccolissimo briciolo di speranza, dopo la dura verità espressa, rincuora un po’ tutti, anche perché da quanto indicato dal presidente in mattinata non bisogna parlare più di scudetto, ma solo di un eventuale (e non facile) ritorno in Europa, consapevoli però della complicatissima concorrenza di “Inter, Juventus, Atalanta, Lazio, Roma, Fiorentina e tante altre ancora”. Tutte fortissime in sostanza. Il Napoli, intanto, come ricordato anche dal mister, è al primo posto e vorrebbe restarci anche dopo la sfida di San Siro. Un’ambizione degna di stima ma che, a questo punto, assumerebbe i contorni dell’impresa, dato che spesso si ricordano con spietata sincerità i 48 gol presi e il decimo posto della scorsa stagione, con il ricordo degli anni addietro da non tenere in considerazione. Prospettiva interessante quella di “resistere” ancora lassù, d’ora in poi però non si parli di primato, ma solo di piazzamento europeo da raggiungere. Non bisogna fissarsi inoltre su Lukaku, ma concentrarsi sulla squadra. Sul concetto di “ricostruzione”, la società e il mister chiedono tempo per lavorare, anche se la città è impaziente e vorrebbe tornare a vincere. Per cui al di là di ogni premura e cautela, serve poca presunzione. La chiosa di ADL, nel lungo pensiero diffuso su X, rappresenta solo una carezza per lasciare aperto un piccolo spiraglio ai sogni: “Mai dire mai”. Ma senza esagerare, mi raccomando. I 150 milioni investiti sul mercato sono stati semplicemente un discorso ad ampio raggio. Senza coppe, non resta che confidare in grandi traguardi per il futuro (che però non bisogna quantificare nella tempistica del conseguimento, considerando la concorrenza di altissima qualità delle altre squadre). In estrema sintesi: “Chi vivrà, vedrà. Io speriamo che me la cavo”.

Antonio Petrazzuolo

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