L'Editoriale
L'EDITORIALE - Petrazzuolo: "Napoli senza mezze misure, o è orribile o è stupendo: basta poco, che ce vo?"
29.01.2021 23:37 di Napoli Magazine

NAPOLI - E' un Napoli che non conosce mezze misure. O è orribile o è stupendo. Direbbe Giobbe Covatta: "Basta poco, che ce vo?". Gol a raffica, azioni ben costruite, tanta qualità e distrazioni gravi quando la pancia era gia' piena. Non si puo' volere tutto dalla vita, in clima di pandemia ne siamo ben consapevoli: è pur vero che sarebbe stato troppo bello non subire gol. L'atteggiamento diverso lo si è notato sin dalle prime battute del quarto di finale di Coppa Italia contro lo Spezia. Se la mente è libera, le giocate riescono. Ha fatto bene, dunque, il confronto tra l'allenatore e la squadra, come pure la fiducia evidenziata da ADL nei confronti del mister. Si riparte con un carico di reti sulle spalle, che nutre l'anima e diffonde ottimismo in un ambiente assuefatto dal torpore degli ultimi due risultati negativi. Si vola in semifinale di Coppa Italia, contro l'Atalanta, avversario ostico e mai banale. Ora però serve dare continuità al risultato ottenuto, sin da subito, a partire dalla sfida con il Parma, magari evitando i preoccupanti cali di tensione. Le note liete sono sotto gli occhi di tutti: se Koulibaly segna di tacco, se Zielinski fraseggia e sforna assist, così come Insigne, se Lozano salta l'uomo e segna, così come Politano, ecco che il Napoli torna ad assumere la propria fisionomia. Un Napoli così avrebbe potuto lottare tranquillamente per lo scudetto. Agli uomini di Gattuso, infatti, non manca proprio nulla: per questo motivo il rammarico è doppio, ma è inutile piangere sul latte versato. Vincere la Coppa Italia, guadagnandosi l'accesso ad una nuova finale di Supercoppa, e qualificarsi tra le prime quattro in campionato per ritornare in Champions League restano, a mio avviso, gli obiettivi principali da raggiungere. Poi se dovesse arrivare qualche soddisfazione ulteriore, dall'Europa League, ben venga. Dopo i quattro gol del primo tempo, in cui le dosi di veleno immaginario, profuse dal tecnico, sono state chiarissime ed hanno sortito effetti più o meno ogni dieci minuti di gioco, ho gradito lo spirito di sacrificio richiesto dal tecnico nella seconda parte del match, in cui però le risposte non sono arrivate ed ha fatto capolino il secondo concetto noto al mister ed ancora ignoto: l'annusare il pericolo. E su questo aspetto bisogna ancora lavorare tantissimo, perchè le reti concesse da Manolas e Koulibaly non sono tollerabili, al di là dell'opportunità di concedere minutaggio a Mertens e Osimhen a mezzo servizio. A Gattuso mi permetto di dare un piccolo consiglio: vada avanti per la sua strada, lasciando parlare esclusivamente il campo a suon di vittorie e sfruttando in suo favore critiche e polemiche (seppur a volte feroci ed esagerate), che possono essere sempre smorzate (o alimentate) con uno strumento che i suoi 19 colleghi di A sfruttano a piene mani: le conferenze pre gara. Per ora, comunque, in attesa di conferme, sorridiamo a metà.

 

 
 
Antonio Petrazzuolo
 
 
Napoli Magazine
 
 
Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com
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di Napoli Magazine

29/01/2024 - 23:37

NAPOLI - E' un Napoli che non conosce mezze misure. O è orribile o è stupendo. Direbbe Giobbe Covatta: "Basta poco, che ce vo?". Gol a raffica, azioni ben costruite, tanta qualità e distrazioni gravi quando la pancia era gia' piena. Non si puo' volere tutto dalla vita, in clima di pandemia ne siamo ben consapevoli: è pur vero che sarebbe stato troppo bello non subire gol. L'atteggiamento diverso lo si è notato sin dalle prime battute del quarto di finale di Coppa Italia contro lo Spezia. Se la mente è libera, le giocate riescono. Ha fatto bene, dunque, il confronto tra l'allenatore e la squadra, come pure la fiducia evidenziata da ADL nei confronti del mister. Si riparte con un carico di reti sulle spalle, che nutre l'anima e diffonde ottimismo in un ambiente assuefatto dal torpore degli ultimi due risultati negativi. Si vola in semifinale di Coppa Italia, contro l'Atalanta, avversario ostico e mai banale. Ora però serve dare continuità al risultato ottenuto, sin da subito, a partire dalla sfida con il Parma, magari evitando i preoccupanti cali di tensione. Le note liete sono sotto gli occhi di tutti: se Koulibaly segna di tacco, se Zielinski fraseggia e sforna assist, così come Insigne, se Lozano salta l'uomo e segna, così come Politano, ecco che il Napoli torna ad assumere la propria fisionomia. Un Napoli così avrebbe potuto lottare tranquillamente per lo scudetto. Agli uomini di Gattuso, infatti, non manca proprio nulla: per questo motivo il rammarico è doppio, ma è inutile piangere sul latte versato. Vincere la Coppa Italia, guadagnandosi l'accesso ad una nuova finale di Supercoppa, e qualificarsi tra le prime quattro in campionato per ritornare in Champions League restano, a mio avviso, gli obiettivi principali da raggiungere. Poi se dovesse arrivare qualche soddisfazione ulteriore, dall'Europa League, ben venga. Dopo i quattro gol del primo tempo, in cui le dosi di veleno immaginario, profuse dal tecnico, sono state chiarissime ed hanno sortito effetti più o meno ogni dieci minuti di gioco, ho gradito lo spirito di sacrificio richiesto dal tecnico nella seconda parte del match, in cui però le risposte non sono arrivate ed ha fatto capolino il secondo concetto noto al mister ed ancora ignoto: l'annusare il pericolo. E su questo aspetto bisogna ancora lavorare tantissimo, perchè le reti concesse da Manolas e Koulibaly non sono tollerabili, al di là dell'opportunità di concedere minutaggio a Mertens e Osimhen a mezzo servizio. A Gattuso mi permetto di dare un piccolo consiglio: vada avanti per la sua strada, lasciando parlare esclusivamente il campo a suon di vittorie e sfruttando in suo favore critiche e polemiche (seppur a volte feroci ed esagerate), che possono essere sempre smorzate (o alimentate) con uno strumento che i suoi 19 colleghi di A sfruttano a piene mani: le conferenze pre gara. Per ora, comunque, in attesa di conferme, sorridiamo a metà.

 

 
 
Antonio Petrazzuolo
 
 
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