M' 'o vveco io
LO SCOOP di RIVIECCIO: "Higuain: "Oporto nu' risultato positivo"
12.03.2014 18:36 di Napoli Magazine

NAPOLI - E’ vero la Roma ha giocato meglio, ma ha sbagliato di più. E poi all’andata perdemmo ma meritavamo almeno di pareggiare. Perciò come dice il mio custode: “Signor Gì, chest’ va pe chell’!“. Piuttosto a mente fredda la vittoria sui giallorossi dà lo spunto per fare subito alcune considerazioni:



1) Abbiamo capito che Donadel non è mai andato via da Napoli. Quello trasferitosi dal Palmeiras non è Henrique ma Donadel che falsificando un passaporto con la complicità delle autorità brasiliane, si è spacciato come un nuovo asso sudamericano ed è rientrato in azzurro sotto mentite spoglie buggerando Bigon e De Laurentiis. Zapata in odore di cessione gli ha già telefonato per farsi raccontare l’iter burocratico da seguire.



2) Jorginho è quasi indispensabile per il centrocampo azzurro, ne guadagna Inler, ne guadagna la difesa, ne guadagna il gioco e ne guadagna la credibilità di Bigon. Piuttosto è da capire la sistemazione di Dzemaili. Proprio ieri leggevo su quattro mura: vendesi immobile svizzero da ristrutturare moralmente. Buon affaccio nell’area avversaria, ottima esposizione. No perditempo, trattativa riservata.



3) Solo un allenatore coraggioso come Benitez poteva inserire una punta a 10 minuti dalla fine mentre la Roma pressava. E pensare che in panchina Rafa aveva: l’avvocato Ghedini, Antonio Di Pietro, Vittorio Sgarbi, Michele Santoro e Aldo Busi. Alla fine ha scelto Insigne che dribbla meglio le domande.



4) Non si capisce quando rientrerà Zuniga. Secondo i primi accertamenti la ricostruzione del ginocchio nella fabbrica del Wolkswagen sarebbe a buon punto. Il problema del rientro in campo sarebbe legato a un intoppo di natura contrattuale: il suo manager vorrebbe che il contratto di Zuniga venisse allungato per altri 12 anni e prima del ritorno in campo, così, a scatola chiusa. Il presidente giustamente prima del rinnovo vorrebbe vederlo all’opera almeno in allenamento. Conte da Torino fa sapere che pur di averlo nella Juve, si accontenterebbe di far giocare anche solo il menisco di Zuniga al posto di Lichtsteiner.



5) Si è detto da più parti che lo spogliatoio del Napoli sarebbe gestito dagli spagnoli, anzi come dice qualche autorevole giornalista nei vari salotti campani “si parlerebbe spagnolo”. So invece per certo che l’altro lato che fa capo a Insigne ha già risposto parlando esclusivamente in inglese: le parole british più gettonate dal settore della squadra non spagnolo sono: ‘a Guallera, ‘a cazzimma, pesce a bror’ e dedicato ad alcuni giornalisti “faciteve ‘e cazze vuoste!”.



Ma ora concentriamoci sulla trasferta portoghese. Oporto evoca ricordi bellissimi quando nel ’74 in una tiepida serata di novembre, l’indimenticabile voce di Enrico Ameri si congedava dai radioascoltatori italiani dicendo: “Nella mia lunga carriera ho visto in Coppa dei Campioni una grande Inter, un grande Milan col Benifica ma stasera abbiamo visto un grande Napoli di Vinicio”.  Vincemmo 1 a 0 con gol di Clerici in quella che una volta era la Coppa Uefa. Speriamo che anche Higuain imitando il “Gringo” abbia pensato: “Nun ve preoccupate, Oporto nu risultato positivo“.





Gino Rivieccio



Napoli Magazine



Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com


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NAPOLI - E’ vero la Roma ha giocato meglio, ma ha sbagliato di più. E poi all’andata perdemmo ma meritavamo almeno di pareggiare. Perciò come dice il mio custode: “Signor Gì, chest’ va pe chell’!“. Piuttosto a mente fredda la vittoria sui giallorossi dà lo spunto per fare subito alcune considerazioni:



1) Abbiamo capito che Donadel non è mai andato via da Napoli. Quello trasferitosi dal Palmeiras non è Henrique ma Donadel che falsificando un passaporto con la complicità delle autorità brasiliane, si è spacciato come un nuovo asso sudamericano ed è rientrato in azzurro sotto mentite spoglie buggerando Bigon e De Laurentiis. Zapata in odore di cessione gli ha già telefonato per farsi raccontare l’iter burocratico da seguire.



2) Jorginho è quasi indispensabile per il centrocampo azzurro, ne guadagna Inler, ne guadagna la difesa, ne guadagna il gioco e ne guadagna la credibilità di Bigon. Piuttosto è da capire la sistemazione di Dzemaili. Proprio ieri leggevo su quattro mura: vendesi immobile svizzero da ristrutturare moralmente. Buon affaccio nell’area avversaria, ottima esposizione. No perditempo, trattativa riservata.



3) Solo un allenatore coraggioso come Benitez poteva inserire una punta a 10 minuti dalla fine mentre la Roma pressava. E pensare che in panchina Rafa aveva: l’avvocato Ghedini, Antonio Di Pietro, Vittorio Sgarbi, Michele Santoro e Aldo Busi. Alla fine ha scelto Insigne che dribbla meglio le domande.



4) Non si capisce quando rientrerà Zuniga. Secondo i primi accertamenti la ricostruzione del ginocchio nella fabbrica del Wolkswagen sarebbe a buon punto. Il problema del rientro in campo sarebbe legato a un intoppo di natura contrattuale: il suo manager vorrebbe che il contratto di Zuniga venisse allungato per altri 12 anni e prima del ritorno in campo, così, a scatola chiusa. Il presidente giustamente prima del rinnovo vorrebbe vederlo all’opera almeno in allenamento. Conte da Torino fa sapere che pur di averlo nella Juve, si accontenterebbe di far giocare anche solo il menisco di Zuniga al posto di Lichtsteiner.



5) Si è detto da più parti che lo spogliatoio del Napoli sarebbe gestito dagli spagnoli, anzi come dice qualche autorevole giornalista nei vari salotti campani “si parlerebbe spagnolo”. So invece per certo che l’altro lato che fa capo a Insigne ha già risposto parlando esclusivamente in inglese: le parole british più gettonate dal settore della squadra non spagnolo sono: ‘a Guallera, ‘a cazzimma, pesce a bror’ e dedicato ad alcuni giornalisti “faciteve ‘e cazze vuoste!”.



Ma ora concentriamoci sulla trasferta portoghese. Oporto evoca ricordi bellissimi quando nel ’74 in una tiepida serata di novembre, l’indimenticabile voce di Enrico Ameri si congedava dai radioascoltatori italiani dicendo: “Nella mia lunga carriera ho visto in Coppa dei Campioni una grande Inter, un grande Milan col Benifica ma stasera abbiamo visto un grande Napoli di Vinicio”.  Vincemmo 1 a 0 con gol di Clerici in quella che una volta era la Coppa Uefa. Speriamo che anche Higuain imitando il “Gringo” abbia pensato: “Nun ve preoccupate, Oporto nu risultato positivo“.





Gino Rivieccio



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