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MR Z - Più rispetto per Sarri, il paragone con Carlo Ancelotti è un esercizio inutile, vanno entrambi ammirati e lasciati lavorare in pace
12.02.2019 18:44 di Napoli Magazine

NAPOLI - Non ho mai negato negli anni passati di essere un ammiratore di Maurizio Sarri per l'identità che aveva saputo dare al gioco della squadra e non ho mai negato altresì di individuare in quello che era l'allenatore del Napoli fino alla fine della passata stagione alcuni limiti che ne rallentavano la crescita e che rappresentavano un ostacolo molto serio al progredire della sua immagine e alle prospettive future della sua carriera. Mi riferisco, per dirla in poche parole, all'integralismo tattico e all'uso tanto reiterato e testardo da sfiorare il masochismo, di una rosa di calciatori troppo ristretta, caratteristica, quest'ultima, che non si riscontra in nessun altro dei grandi club europei. Insomma il 4-3-3 immodificabile e la scarsa se non del tutto assente considerazione nei confronti di alcuni giocatori che hanno poi dimostrato di poter più che degnamente vestire la maglia azzurra (cito ad esempio Maksimovic e Ounas) hanno frenato l'evoluzione di Sarri e poiché sono una componente radicata e strutturale nel suo modo di vedere il calcio, rappresentano a mio giudizio un limite che ne rallenterà la carriera. Fatta questa doverosa premessa, devo però dire con altrettanta chiarezza che non mi stanno bene le critiche severe e impietose di chi contro l'ex tecnico del Napoli si è scagliato in maniera velenosa dopo la clamorosa sconfitta del suo Chelsea per 6-0 contro il Manchester City. Trovo questo accanimento ingiusto e fuori luogo. Dico intanto che una sconfitta, anche pesantissima nel punteggio, contro la squadra di Guardiola ci può stare. Aggiungo che Sarri è al primo anno al Chelsea dove è approdato appena sette mesi fa e che per affermare le proprie idee tattiche, la propria visione sul gioco di una squadra ha inevitabilmente bisogno d più tempo e quanto meno di una sessione di mercato, nel senso che deve con alcune correzioni adattare il proprio modo di vedere le cose agli uomini che lo devono realizzare sul campo. E in ogni caso non mi sta bene irridere un tecnico che, da qualunque angolazione si voglia vedere la realtà, ha portato il Napoli a livelli che mai in passato aveva raggiunto, non soltanto sul piano numerico (non dimentichiamo il record dei 91 punti) ma anche per le soddisfazioni che ha saputo regalare ai suoi tifosi. Insomma chiedo per Sarri maggior rispetto e sinceramente gli auguro di trovare in Inghilterra le stesse gioie e soddisfazioni professionali che si è saputo conquistare nei suoi anni sulla panchina del Napoli. Infine il paragone con Ancelotti. Non regge in alcun modo farlo ed è un esercizio inutile, una perdita di tempo. Mi fanno sorridere coloro i quali si ostinano a fare paragoni, ad esempio, tra grandi calciatori o allenatori o sportivi in genere, senza considerare le mutate condizioni ambientali, l'evoluzione dei tempi e tanti altri fattori che rendono tali raffronti improponibili. Sarri ha fatto il suo in un determinato momento storico, con specifiche caratteristiche della società nella quale ha lavorato in un arco di tempo definito. Ancelotti, con fattori mutati, sta facendo il suo. Ci sono pregi e difetti in entrambi. In ogni caso si tratta di due persone perbene, di due grandi professionisti che vanno entrambi ammirati e lasciati lavorare in pace, dovunque si trovino, indipendentemente da quale sia la società che paghi loro lo stipendio.

 

 

Mario Zaccaria

 

Napoli Magazine

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte:www.napolimagazine.com

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12/02/2024 - 18:44

NAPOLI - Non ho mai negato negli anni passati di essere un ammiratore di Maurizio Sarri per l'identità che aveva saputo dare al gioco della squadra e non ho mai negato altresì di individuare in quello che era l'allenatore del Napoli fino alla fine della passata stagione alcuni limiti che ne rallentavano la crescita e che rappresentavano un ostacolo molto serio al progredire della sua immagine e alle prospettive future della sua carriera. Mi riferisco, per dirla in poche parole, all'integralismo tattico e all'uso tanto reiterato e testardo da sfiorare il masochismo, di una rosa di calciatori troppo ristretta, caratteristica, quest'ultima, che non si riscontra in nessun altro dei grandi club europei. Insomma il 4-3-3 immodificabile e la scarsa se non del tutto assente considerazione nei confronti di alcuni giocatori che hanno poi dimostrato di poter più che degnamente vestire la maglia azzurra (cito ad esempio Maksimovic e Ounas) hanno frenato l'evoluzione di Sarri e poiché sono una componente radicata e strutturale nel suo modo di vedere il calcio, rappresentano a mio giudizio un limite che ne rallenterà la carriera. Fatta questa doverosa premessa, devo però dire con altrettanta chiarezza che non mi stanno bene le critiche severe e impietose di chi contro l'ex tecnico del Napoli si è scagliato in maniera velenosa dopo la clamorosa sconfitta del suo Chelsea per 6-0 contro il Manchester City. Trovo questo accanimento ingiusto e fuori luogo. Dico intanto che una sconfitta, anche pesantissima nel punteggio, contro la squadra di Guardiola ci può stare. Aggiungo che Sarri è al primo anno al Chelsea dove è approdato appena sette mesi fa e che per affermare le proprie idee tattiche, la propria visione sul gioco di una squadra ha inevitabilmente bisogno d più tempo e quanto meno di una sessione di mercato, nel senso che deve con alcune correzioni adattare il proprio modo di vedere le cose agli uomini che lo devono realizzare sul campo. E in ogni caso non mi sta bene irridere un tecnico che, da qualunque angolazione si voglia vedere la realtà, ha portato il Napoli a livelli che mai in passato aveva raggiunto, non soltanto sul piano numerico (non dimentichiamo il record dei 91 punti) ma anche per le soddisfazioni che ha saputo regalare ai suoi tifosi. Insomma chiedo per Sarri maggior rispetto e sinceramente gli auguro di trovare in Inghilterra le stesse gioie e soddisfazioni professionali che si è saputo conquistare nei suoi anni sulla panchina del Napoli. Infine il paragone con Ancelotti. Non regge in alcun modo farlo ed è un esercizio inutile, una perdita di tempo. Mi fanno sorridere coloro i quali si ostinano a fare paragoni, ad esempio, tra grandi calciatori o allenatori o sportivi in genere, senza considerare le mutate condizioni ambientali, l'evoluzione dei tempi e tanti altri fattori che rendono tali raffronti improponibili. Sarri ha fatto il suo in un determinato momento storico, con specifiche caratteristiche della società nella quale ha lavorato in un arco di tempo definito. Ancelotti, con fattori mutati, sta facendo il suo. Ci sono pregi e difetti in entrambi. In ogni caso si tratta di due persone perbene, di due grandi professionisti che vanno entrambi ammirati e lasciati lavorare in pace, dovunque si trovino, indipendentemente da quale sia la società che paghi loro lo stipendio.

 

 

Mario Zaccaria

 

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