FOCUS NM - MotoGp, San Marino: primo Martin, ma per Bagnaia un terzo posto che vale una vittoria, Pedrosa campione senza tempo
NAPOLI - A volte si fa fatica a capire perché un uomo si spinga a compiere gesti folli per amore di una passione o, meglio ancora, per un obiettivo che è ormai diventata la sua ragione di vita. Qualche domanda se la sarà fatta anche Francesco “Pecco” Bagnaia al termine del Gran Premio di San Marino nel Circuito di Misano. L’immagine, a fine gara, del ducatista lascia senza parole e mostra in mondovisione le fragilità di un ragazzo sofferente in ogni parte del suo corpo, straziato dalla stanchezza e dal dolore di un fisico ancora lontano dal 100% della forma. Pecco si muove con grande fatica, non riesce nemmeno a scendere autonomamente dalla moto e ha bisogno di aiuto in ogni gesto che compie nel dopo-gara, eppure è lì. Sarà per quell’incosciente voglia di accettare ogni rischio per amore della velocità, sarà perché Misano è totalmente vestita di rosso e giallo in suo onore, ma essere lì, presente, a 7 giorni da un incidente che ha fatto tremare il mondo, è qualcosa che non appartiene alla mente di un “semplice” essere umano. Bagnaia è passato dal vedere la morte in faccia, con grande ringraziamento al fato che ha dirottato la moto di Binder sulla gamba di Pecco, piuttosto che da altre parti del corpo, a conquistare un terzo posto che vale quanto una vittoria. Probabilmente, nemmeno il miglior Bagnaia avrebbe avuto la certezza della vittoria contro un Jorge Martin, su Ducati Prima Pramac, che rilancia la sfida all’italiano per il Mondiale, grazie ai primi posti ottenuti nella Sprint Race e nella gara. Lo spagnolo è stato perfetto in tutto il weekend e ha tenuto dietro la coppia “tricolore” composta da Bezzecchi e Bagnaia. Anche al “Bez” vanno i complimenti di un doppio secondo posto, arrivato nonostante grossi problemi fisici. La marea di tifosi italiani accorsi a San Marino ha, di certo, motivato i due italiani nell’impresa di condurre un’intera gara, solo grazie alla spinta data dall’adrenalina di stare in moto e dall’ambizione di dimostrare al Mondo di poter essere protagonista, nonostante tutto. Adrenalina e ambizione, che hanno permesso anche a Daniel Pedrosa di gareggiare grazie a una wild card e di conquistare due quarti posti tra Sprint e gara. Il 37enne spagnolo torna a correre per la seconda volta in questa stagione e porta la sua KTM a ridosso del podio con una prestazione fantastica. Dani, che fece parte della grandissima generazione di motociclisti con Rossi, Lorenzo, Marquez e tanti altri, ha dimostrato che, nonostante l’inattività, è ancora un fuoriclasse delle due ruote. Di fronte alla prestazione di un campione senza tempo, come Daniel, e al coraggio di Pecco, bisogna solo alzarsi in piedi, applaudire e pensare che la motivazione per la quale questi ragazzi decidono di abbassare la visiera del casco e accettare, incondizionatamente, i rischi del mestiere, è un simbolo di forza che va oltre ogni comprensione. In fondo, non bisogna mai sottovalutare il cuore di un campione.
Emanuele Petrarca
Napoli Magazine
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