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IL D.S. - Sabatini: "Luciano Spalletti è più sereno, ama la sua squadra più di ogni altra cosa, gli azzurri possono vincere lo Scudetto"
07.11.2022 08:48 di Napoli Magazine

NAPOLI - Walter Sabatini, ex direttore sportivo di Roma e Salernitana, ha rilasciato un'intervista a Il Mattino in cui ha parlato anche del Napoli:

 

Direttore Sabatini, quanto è bello il Napoli di Luciano Spalletti?

 

"È un’orchestra “sincronica” praticamente perfetta. Dove tutti fanno i movimenti che devono fare in ogni parte del campo. È un gioco affascinante, con i protagonisti che hanno sempre il temperamento giusto, non accettano la sconfitta e poi piazzano dei diretti come quelli di Bergamo. Ma mica è facile andare sotto in casa dell’Atalanta e poi ribaltarla? Io credo che questo Napoli sia una meraviglia irripetibile e unica".

 

La lotta per lo Scudetto è lunga?

 

"Certo che lo è. Lunghissima. E ora arriva la sosta che per tutti è qualcosa di imperscrutabile. Ma mica pensate che Luciano sia uno che si faccia rubare la merendina sotto al naso? Quello le cose sue le tiene belle strette".

 

Cosa farà in questo periodo?

 

"Andrà nella sua campagna col trattore a fare il pieno dei prodotti della sua terra. Lui è un uomo tenace, ama il calcio e ama la sua squadra più di ogni altra cosa. I napoletani se lo godano fino in fondo, quei mugugni che ho sentito in altri tempi sono stati un’offesa per il calcio. La sua squadra ha riempito d’orgoglio l’Italia con quella prestazioni in Champions con Ajax e Liverpool: qua non ci troviamo davanti solo a un fenomeno meridionale, qui c’è il capolavoro di un calcio moderno che ha incantato l’Europa come non avveniva da anni".

 

Nota anche lei che si arrabbia di meno?

 

"Verissimo. È più gioioso, meno incline a rabbuiarsi. Prima lo faceva anche senza motivo. Ma io lo so perché: è meno stressato, si rende conto di avere un gruppo che lo ha capito alla perfezione. E questo lo rende chiaramente più sereno".

 

Eppure ha cambiato tanti uomini questa estate.

 

"La squadra ha capito ogni cosa di quello che vuole lui. Mica è semplice riuscirci, anzi è una cosa di una complicazione unica. I dettami del suo calcio liquido sono nel dna degli azzurri, la voglia di assecondare il volere del proprio tecnico, la ricerca costante di una superiorità numerica in ogni parte del terreno di gioco. Io vedo il Napoli che va a vincere il campionato, in maniera imprevista e imprevedibile. E lo dico non per affetto,ma perché vedo il calcio da studioso, in maniera analitica".

 

Hanno scovato i campioni in giro per l'Europa.

 

"Kim non è inferiore a Koulibaly. Anzi è persino più cattivo e prepotente. E prendete Kvara: lo ammetto, per colpa di Giuntoli ho riscoperto l’invidia. Quando vedo che altri fanno le cose meglio di me, non posso che essere invidioso. Come lo hanno scoperto? Ecco, l’invidia non è un sentimento torbido, brutto ma è solo di ordine professionale.Ma c’è un altro colpo di magia che mi ha colpito".

 

Diverso in qualcosa rispetto al suo Luciano?

 

"No, è sempre lo stesso pazzo furioso. Ma la follia è la sua forza. Lui non può e non deve diventare un riflettivo silente, deve essere un funambolo, trasmettere se stesso al gruppo. Il risultato? Io sono uno che se c’è il Napoli che gioca non me lo perdo neppure se gioca il Manchester City o il Bayern o il Paris St. Germain".

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07/11/2024 - 08:48

NAPOLI - Walter Sabatini, ex direttore sportivo di Roma e Salernitana, ha rilasciato un'intervista a Il Mattino in cui ha parlato anche del Napoli:

 

Direttore Sabatini, quanto è bello il Napoli di Luciano Spalletti?

 

"È un’orchestra “sincronica” praticamente perfetta. Dove tutti fanno i movimenti che devono fare in ogni parte del campo. È un gioco affascinante, con i protagonisti che hanno sempre il temperamento giusto, non accettano la sconfitta e poi piazzano dei diretti come quelli di Bergamo. Ma mica è facile andare sotto in casa dell’Atalanta e poi ribaltarla? Io credo che questo Napoli sia una meraviglia irripetibile e unica".

 

La lotta per lo Scudetto è lunga?

 

"Certo che lo è. Lunghissima. E ora arriva la sosta che per tutti è qualcosa di imperscrutabile. Ma mica pensate che Luciano sia uno che si faccia rubare la merendina sotto al naso? Quello le cose sue le tiene belle strette".

 

Cosa farà in questo periodo?

 

"Andrà nella sua campagna col trattore a fare il pieno dei prodotti della sua terra. Lui è un uomo tenace, ama il calcio e ama la sua squadra più di ogni altra cosa. I napoletani se lo godano fino in fondo, quei mugugni che ho sentito in altri tempi sono stati un’offesa per il calcio. La sua squadra ha riempito d’orgoglio l’Italia con quella prestazioni in Champions con Ajax e Liverpool: qua non ci troviamo davanti solo a un fenomeno meridionale, qui c’è il capolavoro di un calcio moderno che ha incantato l’Europa come non avveniva da anni".

 

Nota anche lei che si arrabbia di meno?

 

"Verissimo. È più gioioso, meno incline a rabbuiarsi. Prima lo faceva anche senza motivo. Ma io lo so perché: è meno stressato, si rende conto di avere un gruppo che lo ha capito alla perfezione. E questo lo rende chiaramente più sereno".

 

Eppure ha cambiato tanti uomini questa estate.

 

"La squadra ha capito ogni cosa di quello che vuole lui. Mica è semplice riuscirci, anzi è una cosa di una complicazione unica. I dettami del suo calcio liquido sono nel dna degli azzurri, la voglia di assecondare il volere del proprio tecnico, la ricerca costante di una superiorità numerica in ogni parte del terreno di gioco. Io vedo il Napoli che va a vincere il campionato, in maniera imprevista e imprevedibile. E lo dico non per affetto,ma perché vedo il calcio da studioso, in maniera analitica".

 

Hanno scovato i campioni in giro per l'Europa.

 

"Kim non è inferiore a Koulibaly. Anzi è persino più cattivo e prepotente. E prendete Kvara: lo ammetto, per colpa di Giuntoli ho riscoperto l’invidia. Quando vedo che altri fanno le cose meglio di me, non posso che essere invidioso. Come lo hanno scoperto? Ecco, l’invidia non è un sentimento torbido, brutto ma è solo di ordine professionale.Ma c’è un altro colpo di magia che mi ha colpito".

 

Diverso in qualcosa rispetto al suo Luciano?

 

"No, è sempre lo stesso pazzo furioso. Ma la follia è la sua forza. Lui non può e non deve diventare un riflettivo silente, deve essere un funambolo, trasmettere se stesso al gruppo. Il risultato? Io sono uno che se c’è il Napoli che gioca non me lo perdo neppure se gioca il Manchester City o il Bayern o il Paris St. Germain".