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L'APPUNTO - Nunzia Marciano su "NM": "Napoli mostruoso!"
18.10.2020 10:00 di Napoli Magazine

NAPOLI - Game, set, match, NAPOLI. No, non è tennis: è o’ pallon’! In un San Paolo coi 1.000 al seguito gli azzurri caricano di gol e meraviglia l’Atalanta, bandierata nella gloria da un esiguo 1, a fronte di un maestoso 4 partenopeo. Il fu Sportiello nulla può contro una doppietta di Lozano, una palla messa dentro di Politano e un gol d’esordio di Osimhen. E se nulla può lui in porta, figuriamoci quanto può Gasperini in panchina, più che amaramente uscirne rammaricato e pesantemente sconfitto. In appena mezz’ora la squadra di Gattuso chiude già i conti prima di servire anche il dessert. Ma Napoli-Atalanta non è bella, bellissima per quello che è successo quanto per dare l’idea di ciò che sarebbe dovuto accadere, tornando indietro idealmente nel tempo. Per la precisione in quel tempo di Torino, quando alla sua volta doveva partire il Napoli, prima d’essere bloccato. Dall’Asl Napoli 2. Cioè, non da una ruota bucata o dall’aereo senza carburante per capirci. Dall’Azienda Sanitaria Locale, ente di competenza e autorità in materia di salute, non di Ovetti Kinder, sempre per fare a capirci. Insomma, Covid19 e pandemia mondiale; Zielinski ed Elmas positivi; tamponi per tutti; l’Asl obbliga alla quarantena; non si può partire. E la Juventus avversaria e padrona di casa di quella gara, naturalmente che fa? Va allo Juventus Stadium. Per giocare. Loro. Io me li immagino: “Alló, ci siamo tutti? Al Napoli stanno i positivi? L’Asl blocca tutto? Ah. Vabbè, oramai stamm’ preparat’, scinnimm’, che quando buono buono ci andiamo a prendere il caffè”. No, io così immagino. Cioè, che è capitato. Che poi a Torino il caffè fa pure schifo. Ma così non è stato. Nossignore. Perché la pretese è stata che si giocasse. A prescindere. A livello che i capricci di mio nipote di 23 mesi a confronto sono pretese costituzionalmente tutelate. Perché questo è stato, un capriccio immaturo o peggio ancora, è stata l’occasione da prendere al volo per scansarselo questo grandissimo Napoli! Questo Napoli dai mille colori dei suoi campioni, che la vita e gloria se la sono guadagnata, che lanciano messaggi forti con una maglietta e che gli applausi se li meritano tutti. Napoli-Atalanta non è solo un 4-1 stra meritato che se ne dica o no: Napoli-Atalanta 4-1 è una promessa. Quella che il Napoli fa a Napoli in uno dei momenti più bui: è la promessa di lottare, almeno su un campo. Almeno per una gioia, quella del Napoli per Napoli. “Per noi, ringraziando a Dio ‘sta partita è finita”, disse l’Atalanta. “Per noi ringraziando a Dio quella partita non è mai iniziata”, rispose la Juventus. E se fossi in quelli là, un mazzo di fiori di ringraziamento all’Asl Napoli 2 io glielo manderei. Aspettando la giustizia, dico, quella di un rettangolo verde di calcio, non di un tavolo mogano di un ufficio. Così, per dire.

 

 

Nunzia Marciano
 
 
Napoli Magazine
 
 
Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com
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L'APPUNTO - Nunzia Marciano su "NM": "Napoli mostruoso!"

di Napoli Magazine

18/10/2024 - 10:00

NAPOLI - Game, set, match, NAPOLI. No, non è tennis: è o’ pallon’! In un San Paolo coi 1.000 al seguito gli azzurri caricano di gol e meraviglia l’Atalanta, bandierata nella gloria da un esiguo 1, a fronte di un maestoso 4 partenopeo. Il fu Sportiello nulla può contro una doppietta di Lozano, una palla messa dentro di Politano e un gol d’esordio di Osimhen. E se nulla può lui in porta, figuriamoci quanto può Gasperini in panchina, più che amaramente uscirne rammaricato e pesantemente sconfitto. In appena mezz’ora la squadra di Gattuso chiude già i conti prima di servire anche il dessert. Ma Napoli-Atalanta non è bella, bellissima per quello che è successo quanto per dare l’idea di ciò che sarebbe dovuto accadere, tornando indietro idealmente nel tempo. Per la precisione in quel tempo di Torino, quando alla sua volta doveva partire il Napoli, prima d’essere bloccato. Dall’Asl Napoli 2. Cioè, non da una ruota bucata o dall’aereo senza carburante per capirci. Dall’Azienda Sanitaria Locale, ente di competenza e autorità in materia di salute, non di Ovetti Kinder, sempre per fare a capirci. Insomma, Covid19 e pandemia mondiale; Zielinski ed Elmas positivi; tamponi per tutti; l’Asl obbliga alla quarantena; non si può partire. E la Juventus avversaria e padrona di casa di quella gara, naturalmente che fa? Va allo Juventus Stadium. Per giocare. Loro. Io me li immagino: “Alló, ci siamo tutti? Al Napoli stanno i positivi? L’Asl blocca tutto? Ah. Vabbè, oramai stamm’ preparat’, scinnimm’, che quando buono buono ci andiamo a prendere il caffè”. No, io così immagino. Cioè, che è capitato. Che poi a Torino il caffè fa pure schifo. Ma così non è stato. Nossignore. Perché la pretese è stata che si giocasse. A prescindere. A livello che i capricci di mio nipote di 23 mesi a confronto sono pretese costituzionalmente tutelate. Perché questo è stato, un capriccio immaturo o peggio ancora, è stata l’occasione da prendere al volo per scansarselo questo grandissimo Napoli! Questo Napoli dai mille colori dei suoi campioni, che la vita e gloria se la sono guadagnata, che lanciano messaggi forti con una maglietta e che gli applausi se li meritano tutti. Napoli-Atalanta non è solo un 4-1 stra meritato che se ne dica o no: Napoli-Atalanta 4-1 è una promessa. Quella che il Napoli fa a Napoli in uno dei momenti più bui: è la promessa di lottare, almeno su un campo. Almeno per una gioia, quella del Napoli per Napoli. “Per noi, ringraziando a Dio ‘sta partita è finita”, disse l’Atalanta. “Per noi ringraziando a Dio quella partita non è mai iniziata”, rispose la Juventus. E se fossi in quelli là, un mazzo di fiori di ringraziamento all’Asl Napoli 2 io glielo manderei. Aspettando la giustizia, dico, quella di un rettangolo verde di calcio, non di un tavolo mogano di un ufficio. Così, per dire.

 

 

Nunzia Marciano
 
 
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