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MR Z - Ancelotti continuerà col 4-2-3-1 o ripristinerà quel 4-4-2 meno spettacolare ma più concreto?
27.08.2019 12:23 di Napoli Magazine

NAPOLI - Tre gol subiti da una squadra certamente aggressiva ma imbottita di giovani e non proprio straordinaria sul piano tecnico rappresentano per il Napoli un segnale di pericolo sul quale è assolutamente necessario fare chiarezza al più presto. Ci sono evidentemente alcune circostanze attenuanti: il gol su rigore dovuto a un nuovo regolamento assurdo e contraddittorio e sul quale, peraltro, andrebbe chiarito anche il giudizio dell'arbitro e del Var perché non mi risulta che a seguito della riforma del regolamento sia stato abolito il principio della involontarietà; la marcatura di Milenkovic che sul cross dalla bandierina si è addirittura 'mangiato' nientemeno che Koulibaly, con il franco-senegalese in evidente crisi atletica dovuta a mancanza di preparazione che spiega anche il gol di Boateng. Ma resta il fatto che se una squadra che ha grandi ambizioni prende tre gol da un'avversaria non irresistibile come la Fiorentina, le prospettive non sono certo rosee. Ancelotti ha deciso sin dalle primissime fasi della preparazione a Dimaro di cambiare modulo tattico rispetto allo scorso anno, sostituendo il 4-4-2 con il più offensivo 4-2-3-1. Tale 'riforma' trova spunto dalla teorica maggiore compattezza della retroguardia nei due centrali Manolas e Koulibaly e nella loro velocità: un vero muro sul quale poter contare per poter alimentare con più coraggio e maggiore sfrontatezza il gioco offensivo. In questo contesto tattico, però, il compito affidato agli unici due centrocampisti diventa determinante. La prima difesa della porta dipende proprio da loro. Ancelotti ha scelto - e ritiene titolari in quel ruolo - Allan e Zielinski. Ma sulla predisposizione del polacco a giocare come frangiflutti davanti alla difesa - pronto a trasformarsi in regista nel momento della ripartenza - ho più di una perplessità. Altro dubbio riguarda il piazzamento in campo di Fabian Ruiz. A mio giudizio lo spagnolo può dare il meglio di sé nel ruolo di terzo o al limite di quarto centrocampista in un 4-4-2 e non in quello di suggeritore centrale dietro la punta in cui è stato schierato a Firenze. Lo scorso anno le migliori performance le ha realizzate proprio quando è stato impiegato in quella zona del campo e con quei compiti tattici da eseguire. Poi c'è da considerare la 'variabile' Lozano. Se il messicano dà il meglio di sé quando parte da destra, significa che, almeno in teoria, dovrebbe prendere il posto di Callejon. E allora alzi la mano chi ritiene di poter fare e meno a cuor leggero dello spagnolo che, non a caso, da quando è a Napoli ha saltato solo pochissime partite e quasi tutte per causa di forza maggiore. Esiste dunque un problema di equilibrio tattico, in assoluto e anche relativamente alle caratteristiche dei giocatori della rosa. Che cosa farà Ancelotti? Andrà avanti sulla strada del 4-2-3-1 aspettando che il miglioramento della condizione fisica generale dei suoi uomini renda più armonica la copertura del campo e più solida la difesa, o tornerà sui suoi passi ripristinando quel 4-4-2 meno spettacolare ma sicuramente più concreto? Già sabato prossimo a Torino potremo probabilmente avere una risposta a questo interrogativo dal quale dipendono in gran parte le sorti della stagione azzurra.

 

 

Mario Zaccaria

 

Napoli Magazine

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte:www.napolimagazine.com

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27/08/2024 - 12:23

NAPOLI - Tre gol subiti da una squadra certamente aggressiva ma imbottita di giovani e non proprio straordinaria sul piano tecnico rappresentano per il Napoli un segnale di pericolo sul quale è assolutamente necessario fare chiarezza al più presto. Ci sono evidentemente alcune circostanze attenuanti: il gol su rigore dovuto a un nuovo regolamento assurdo e contraddittorio e sul quale, peraltro, andrebbe chiarito anche il giudizio dell'arbitro e del Var perché non mi risulta che a seguito della riforma del regolamento sia stato abolito il principio della involontarietà; la marcatura di Milenkovic che sul cross dalla bandierina si è addirittura 'mangiato' nientemeno che Koulibaly, con il franco-senegalese in evidente crisi atletica dovuta a mancanza di preparazione che spiega anche il gol di Boateng. Ma resta il fatto che se una squadra che ha grandi ambizioni prende tre gol da un'avversaria non irresistibile come la Fiorentina, le prospettive non sono certo rosee. Ancelotti ha deciso sin dalle primissime fasi della preparazione a Dimaro di cambiare modulo tattico rispetto allo scorso anno, sostituendo il 4-4-2 con il più offensivo 4-2-3-1. Tale 'riforma' trova spunto dalla teorica maggiore compattezza della retroguardia nei due centrali Manolas e Koulibaly e nella loro velocità: un vero muro sul quale poter contare per poter alimentare con più coraggio e maggiore sfrontatezza il gioco offensivo. In questo contesto tattico, però, il compito affidato agli unici due centrocampisti diventa determinante. La prima difesa della porta dipende proprio da loro. Ancelotti ha scelto - e ritiene titolari in quel ruolo - Allan e Zielinski. Ma sulla predisposizione del polacco a giocare come frangiflutti davanti alla difesa - pronto a trasformarsi in regista nel momento della ripartenza - ho più di una perplessità. Altro dubbio riguarda il piazzamento in campo di Fabian Ruiz. A mio giudizio lo spagnolo può dare il meglio di sé nel ruolo di terzo o al limite di quarto centrocampista in un 4-4-2 e non in quello di suggeritore centrale dietro la punta in cui è stato schierato a Firenze. Lo scorso anno le migliori performance le ha realizzate proprio quando è stato impiegato in quella zona del campo e con quei compiti tattici da eseguire. Poi c'è da considerare la 'variabile' Lozano. Se il messicano dà il meglio di sé quando parte da destra, significa che, almeno in teoria, dovrebbe prendere il posto di Callejon. E allora alzi la mano chi ritiene di poter fare e meno a cuor leggero dello spagnolo che, non a caso, da quando è a Napoli ha saltato solo pochissime partite e quasi tutte per causa di forza maggiore. Esiste dunque un problema di equilibrio tattico, in assoluto e anche relativamente alle caratteristiche dei giocatori della rosa. Che cosa farà Ancelotti? Andrà avanti sulla strada del 4-2-3-1 aspettando che il miglioramento della condizione fisica generale dei suoi uomini renda più armonica la copertura del campo e più solida la difesa, o tornerà sui suoi passi ripristinando quel 4-4-2 meno spettacolare ma sicuramente più concreto? Già sabato prossimo a Torino potremo probabilmente avere una risposta a questo interrogativo dal quale dipendono in gran parte le sorti della stagione azzurra.

 

 

Mario Zaccaria

 

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