NAPOLI - La sconfitta casalinga contro l’Empoli che lotta per la salvezza ha provocato un inevitabile scossone sulla panchina del Napoli. Da troppo tempo si procedeva tra alti e bassi, senza continuità nei risultati e senza una convincente idea di gioco che trascinasse con entusiasmo la squadra e l’intero ambiente partenopeo. Garcia ha raccolto una eredità pesante dopo la storica conquista dello scudetto nella scorsa stagione a 33 anni dai due titoli vinti all’epoca di Maradona in azzurro. Sicuramente non era facile restare al livello delle straordinarie gesta del Napoli guidato da Spalletti, ma l’aver cercato insistentemente di stravolgere l’identità in campo dei Campioni d’Italia, sperimentando troppo e azzardando nuovi assetti ha provocato solo una grande confusione tattica lasciando più volte spiazzati sul terreno di gioco gli stessi calciatori. Il presidente De Laurentiis dopo un periodo in cui è stato molto presente a Castel Volturno, ha parlato con la squadra, ha cercato di capire le concrete problematiche da superare per tornare ad una brillantezza di rendimento ed ha osservato con occhio attento l’andamento ”galleggiante” e affatto arrembante e propositivo del suo Napoli, è arrivato alla conclusione della evidente necessità di un cambio di allenatore. Decisione non facile da prendere e scelta del successore altrettanto difficile a stagione in corso. Intanto dopo 16 partite il bilancio complessivo fra Campionato e Champions del Napoli di Garcia è stato di 8 vittorie, 4 pareggi e 4 sconfitte, non soddisfacente se si ambisce a traguardi importanti, ma che non compromette un possibile rilancio su entrambi i fronti operando l’ormai necessario cambio di guida tecnica. L’Empoli al Maradona ha giocato in modo ordinato, ha addormentato la partita, complice un avversario inerme, ed ha trovato la stoccata vincente nei minuti finali. Il Napoli è stato confuso, non ha costruito gioco, è stato in difficoltà ed è uscito dal campo tra i meritati fischi dei tifosi sugli spalti. Serve una reazione, una sterzata di entusiasmo che risollevi gli animi e le potenzialità di una squadra formata dai Campioni d’Italia che hanno ampiamente dimostrato in passato di avere tutte le qualità che occorrono per eccellere. Lo scudetto vinto deve essere uno stimolo in più a fare bene, è il simbolo tangibile di un sogno avverato, il frutto dolcissimo che ripaga del duro lavoro di una intera stagione. Non bisogna fare "reset", bisogna ripartire dai traguardi raggiunti per alzare ancora di più l’asticella, senza arrendersi mai. C’è un entusiasmo da coltivare e non da spegnere, assecondando i naturali talenti di ogni elemento della rosa e ponendo ogni singolo calciatore nelle condizioni fisiche e mentali di dare il meglio di sè sempre, nel ruolo che più gli si addice per farlo esprimere al massimo delle sue potenzialità. Nonostante la sconfitta contro l’Empoli, il Napoli è attualmente quarto in classifica, complice il pareggio del Milan contro il Lecce. In Champions League è ancora alla portata la qualificazione agli ottavi. Se c’è un momento giusto in cui voltare pagina è questo: senza rimpianti, dopo averle provate tutte, certe sinergie arrivano al capolinea e allora è opportuno e anche doveroso, nel rispetto di tutte le componenti, prenderne atto e trovare nuove soluzioni per raggiungere obiettivi che attualmente restano alla portata del Napoli. E’ una “nuova era” che necessita di un altro step: si va avanti senza Garcia. Nessun “nemico”, prestazioni e risultati alla mano, inevitabile che andasse a finire così.

Rosa Petrazzuolo
Napoli Magazine
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