IL REGISTA
IL REGISTA - Gaetano Fontana: "Riflessione per non dimenticare"
18.11.2015 18:16 di Napoli Magazine

NAPOLI - Lo scorso fine settimana presentava, per gli amanti del calcio, un ricco programma di gare internazionali. In Europa, si giocavano gare amichevoli e gare di play off valide per le qualificazioni agli Europei 2016 che si disputeranno in Francia. In Sud America, invece, si giocavano gare valide per le qualificazioni ai Mondiali che si svolgeranno nel 2018 in Russia. Nello specifico, venerdì scorso a Bruxelles si è giocata Belgio-Italia. Avrei voluto usare questo spazio per commentare la partita, per parlare di tattica calcistica, ma in alcuni momenti, quando le vite di tutti vengono sconvolte da fatti tragici una riflessione che esuli dagli aspetti calcistici pare doverosa quanto necessaria. La sede belga, dove si è svolto il match, ha rievocato agli sportivi italiani e non solo, ricordi nefasti, in quanto 30 anni fa, proprio allo stadio Heysel, fu giocata la finale tra Liverpool-Juventus, dell'allora Coppa dei Campioni. Evento che si ricorda non tanto per l'esito finale della gara quanto per il tragico epilogo che ne scaturi', con incidenti intercorsi tra le tifoserie, dove persero la vita 39 persone. Per tale motivo, ovviamente, l'occasione amichevole del match e' stata sfruttata per commemorare le vittime . Guardando le immagine la mia mente ha fatto un rapido tuffo nel passato estraendo dal cassetto dei ricordi quell'angoscioso evento. Avevo appena 15 anni e guardavo quella finale con gli occhi e le emozioni di un adolescente che nutriva il sogno, di poter vivere da protagonista, un giorno, una finale prestigiosa, come quella della "Coppa dei Campioni". Invece, da lì a poco, assistetti, come tanti milioni di appassionati del pallone, ad un dramma. "20/05/85 per non dimenticare". Recitava così uno tanti striscioni esposti durante la gara Belgio-Italia di sabato scorso. Neanche il tempo, dunque, di visitare fugacemente il passato, che la realtà ha richiamato la mia attenzione e quella di tutto il mondo su un'altro tragico evento, che poco ha che fare con lo sport, con il calcio. Infatti, appena terminata l'amichevole tra il Belgio e l'Italia, le varie reti televisive hanno comunicato con edizioni straordinarie l'attentato di Parigi anche fuori dallo stadio nel qual si stava disputando l'amichevole Francia- Inghilterra. La capitale francese colpita da attacchi terroristici islamici. Immagini atroci di morte e terrore. Nulla a che fare con lo sport, con il calcio, ma le tragedie, siano esse provocate da scontri tra tifosi oppure da fanatici estremisti religiosi, rimangono sempre tragedie, ed in entrambi i casi a perdere sono sempre anime innocenti. Si sono susseguiti i commenti più svariati, c'è chi ha parlato a di "Evoluzione storica dell'ostruzionismo ideologico-religioso", chi di "Strumentalizzazioni geo-politiche del multiculturalismo".. e così via. Senza troppi giri di parole, a mio parere, quello che si è visto a Parigi e' figlio della barbarie di alcuni soggetti che non hanno diritto di sottrarre, indebitamente, la vita a chi ha una fede, un pensiero, una filosofia, un credo, diverso dal loro. Nel guardare le immagini in Tv la mia mente ha pensato ad una strana coincidenza. Nel momento in cui venivano commemorate le vittime dell'Heysel, proprio dal Belgio partiva una frangia di estremisti islamici per compiere nella stessa giornata una sanguinosa mattanza a Parigi, sede, tra l'altro, del prossimo campionato Europeo. Ho imparato col tempo, che le coincidenze non esistono, le cose non accadono mai per caso. Mi tornano allora alla mente altri eventi, altre vicende dolose che ormai sono diventate storia. Penso a tutte quelle persone che hanno perso la vita per rincorrere, difendere, custodire una fede o un' appartenenza calcistica, e che avendo avuto la sfortuna di incrociare chi aveva una fede, una cultura, una mente diversa dallo loro, si sono dovute piegare all'atroce morte nell'incapacità e nell'impossibilità di un confronto. "PER NON DIMENTICARE" Gabriele Sandri, Filippo Raciti, Ciro Esposito... e tanti altri! Il mio non vuole essere un necrologio, bensì una riflessione per "NON DIMENTICARE" che la vita è un bene prezioso per tutti, e tutti hanno il diritto di viverla. Con affetto e gratitudine.

 

 

Gaetano Fontana

 

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IL REGISTA - Gaetano Fontana: "Riflessione per non dimenticare"

di Napoli Magazine

18/11/2024 - 18:16

NAPOLI - Lo scorso fine settimana presentava, per gli amanti del calcio, un ricco programma di gare internazionali. In Europa, si giocavano gare amichevoli e gare di play off valide per le qualificazioni agli Europei 2016 che si disputeranno in Francia. In Sud America, invece, si giocavano gare valide per le qualificazioni ai Mondiali che si svolgeranno nel 2018 in Russia. Nello specifico, venerdì scorso a Bruxelles si è giocata Belgio-Italia. Avrei voluto usare questo spazio per commentare la partita, per parlare di tattica calcistica, ma in alcuni momenti, quando le vite di tutti vengono sconvolte da fatti tragici una riflessione che esuli dagli aspetti calcistici pare doverosa quanto necessaria. La sede belga, dove si è svolto il match, ha rievocato agli sportivi italiani e non solo, ricordi nefasti, in quanto 30 anni fa, proprio allo stadio Heysel, fu giocata la finale tra Liverpool-Juventus, dell'allora Coppa dei Campioni. Evento che si ricorda non tanto per l'esito finale della gara quanto per il tragico epilogo che ne scaturi', con incidenti intercorsi tra le tifoserie, dove persero la vita 39 persone. Per tale motivo, ovviamente, l'occasione amichevole del match e' stata sfruttata per commemorare le vittime . Guardando le immagine la mia mente ha fatto un rapido tuffo nel passato estraendo dal cassetto dei ricordi quell'angoscioso evento. Avevo appena 15 anni e guardavo quella finale con gli occhi e le emozioni di un adolescente che nutriva il sogno, di poter vivere da protagonista, un giorno, una finale prestigiosa, come quella della "Coppa dei Campioni". Invece, da lì a poco, assistetti, come tanti milioni di appassionati del pallone, ad un dramma. "20/05/85 per non dimenticare". Recitava così uno tanti striscioni esposti durante la gara Belgio-Italia di sabato scorso. Neanche il tempo, dunque, di visitare fugacemente il passato, che la realtà ha richiamato la mia attenzione e quella di tutto il mondo su un'altro tragico evento, che poco ha che fare con lo sport, con il calcio. Infatti, appena terminata l'amichevole tra il Belgio e l'Italia, le varie reti televisive hanno comunicato con edizioni straordinarie l'attentato di Parigi anche fuori dallo stadio nel qual si stava disputando l'amichevole Francia- Inghilterra. La capitale francese colpita da attacchi terroristici islamici. Immagini atroci di morte e terrore. Nulla a che fare con lo sport, con il calcio, ma le tragedie, siano esse provocate da scontri tra tifosi oppure da fanatici estremisti religiosi, rimangono sempre tragedie, ed in entrambi i casi a perdere sono sempre anime innocenti. Si sono susseguiti i commenti più svariati, c'è chi ha parlato a di "Evoluzione storica dell'ostruzionismo ideologico-religioso", chi di "Strumentalizzazioni geo-politiche del multiculturalismo".. e così via. Senza troppi giri di parole, a mio parere, quello che si è visto a Parigi e' figlio della barbarie di alcuni soggetti che non hanno diritto di sottrarre, indebitamente, la vita a chi ha una fede, un pensiero, una filosofia, un credo, diverso dal loro. Nel guardare le immagini in Tv la mia mente ha pensato ad una strana coincidenza. Nel momento in cui venivano commemorate le vittime dell'Heysel, proprio dal Belgio partiva una frangia di estremisti islamici per compiere nella stessa giornata una sanguinosa mattanza a Parigi, sede, tra l'altro, del prossimo campionato Europeo. Ho imparato col tempo, che le coincidenze non esistono, le cose non accadono mai per caso. Mi tornano allora alla mente altri eventi, altre vicende dolose che ormai sono diventate storia. Penso a tutte quelle persone che hanno perso la vita per rincorrere, difendere, custodire una fede o un' appartenenza calcistica, e che avendo avuto la sfortuna di incrociare chi aveva una fede, una cultura, una mente diversa dallo loro, si sono dovute piegare all'atroce morte nell'incapacità e nell'impossibilità di un confronto. "PER NON DIMENTICARE" Gabriele Sandri, Filippo Raciti, Ciro Esposito... e tanti altri! Il mio non vuole essere un necrologio, bensì una riflessione per "NON DIMENTICARE" che la vita è un bene prezioso per tutti, e tutti hanno il diritto di viverla. Con affetto e gratitudine.

 

 

Gaetano Fontana

 

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