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CIP - Pancalli: "Al lavoro per rendere lo sport veramente un diritto"
01.03.2025 16:08 di Napoli Magazine

"C'è una condivisione di mission tra il Cip e l'Us Acli. Si parla di integrazione, inclusione e diffusione di diritto allo sport. Ma l'ingresso dell'attività sportiva in Costituzione con la modifica dell'articolo 33, seppur sicuramente importante, non prevede un vero e proprio diritto. Sta a noi ora, ciascuno con i propri ruoli, interagire affinché questo diventi un diritto veramente esigibile". Così il presidente del Cip, Luca Pancalli, in video collegamento durante il XVII Congresso Nazionale Us Acli in corso all'Hotel Belstay di Roma. "Per questo il nostro vero obiettivo è contaminare la società affinché grazie allo sport il Paese possa diventare migliore - ha aggiunto -. L'unico luogo dove si può rivendicare il diritto alla pratica sportiva è la scuola, ma anche lì in realtà è molto difficile. Al di là delle poche ore dedicate all'educazione fisica motoria, è più facile chiedere un esonero per le persone con disabilità piuttosto che attrezzare gli impianti per renderle accessibili. I dati poi li conosciamo: solo 6 scuole su 10 hanno una palestra e solo 1 su 4 di queste risulta accessibile. Proprio per questo è opportuno individuare un percorso comune affinché si possa usare lo sport come strumento di partecipazione alla cittadinanza".

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CIP - Pancalli: "Al lavoro per rendere lo sport veramente un diritto"

di Napoli Magazine

01/03/2025 - 16:08

"C'è una condivisione di mission tra il Cip e l'Us Acli. Si parla di integrazione, inclusione e diffusione di diritto allo sport. Ma l'ingresso dell'attività sportiva in Costituzione con la modifica dell'articolo 33, seppur sicuramente importante, non prevede un vero e proprio diritto. Sta a noi ora, ciascuno con i propri ruoli, interagire affinché questo diventi un diritto veramente esigibile". Così il presidente del Cip, Luca Pancalli, in video collegamento durante il XVII Congresso Nazionale Us Acli in corso all'Hotel Belstay di Roma. "Per questo il nostro vero obiettivo è contaminare la società affinché grazie allo sport il Paese possa diventare migliore - ha aggiunto -. L'unico luogo dove si può rivendicare il diritto alla pratica sportiva è la scuola, ma anche lì in realtà è molto difficile. Al di là delle poche ore dedicate all'educazione fisica motoria, è più facile chiedere un esonero per le persone con disabilità piuttosto che attrezzare gli impianti per renderle accessibili. I dati poi li conosciamo: solo 6 scuole su 10 hanno una palestra e solo 1 su 4 di queste risulta accessibile. Proprio per questo è opportuno individuare un percorso comune affinché si possa usare lo sport come strumento di partecipazione alla cittadinanza".