"È la prima volta dopo la vittoria che riguardo le immagini. Un po' perché non vado a vedere indietro e poi non ho avuto l'opportunità e devo dire che mi sono emozionato. Noi ci stiamo rendendo conto adesso di quello che abbiamo fatto. Ma lì, partita per partita, punto a punto...". Lo ha detto Julio Velasco, allenatore della Nazionale femminile di volley, commentando al festival dello sport di Trento le immagini del successo azzurro con l'oro a Parigi 2024. "Noi allenatori dobbiamo trasmettere alla squadra quello di cui ha bisogno. Questa squadra veniva da un anno difficile, era molto chiacchierata e aveva bisogno di tranquillità. Di combattere l'ansia, di vivere momento su momento. Non c'era bisogno di motivarle ma di trasmettere sicurezza e quindi ho cercato di restare impassibile ma dentro di me è diverso. L'allenatore è un buon attore, deve trasmettere qualcosa e deve scegliere cosa, a volte azzecchiamo la scelta a volte a no. Io non credo nei discorsi che non hanno consistenza, una verità dietro. Ad un allenatore devono piacere le sua giocatrici, perché sono le sue. Come i figli. Se mi piacciono quelle degli altri, come succedere ad alcuni allenatori, è difficile che la squadra sia convinta e abbia autostima, abbia la forza di affrontare altre squadre che sono più forti sulla carta. Bisogna giocare meglio degli altri", ha concluso Velasco.
di Napoli Magazine
12/10/2024 - 17:46
"È la prima volta dopo la vittoria che riguardo le immagini. Un po' perché non vado a vedere indietro e poi non ho avuto l'opportunità e devo dire che mi sono emozionato. Noi ci stiamo rendendo conto adesso di quello che abbiamo fatto. Ma lì, partita per partita, punto a punto...". Lo ha detto Julio Velasco, allenatore della Nazionale femminile di volley, commentando al festival dello sport di Trento le immagini del successo azzurro con l'oro a Parigi 2024. "Noi allenatori dobbiamo trasmettere alla squadra quello di cui ha bisogno. Questa squadra veniva da un anno difficile, era molto chiacchierata e aveva bisogno di tranquillità. Di combattere l'ansia, di vivere momento su momento. Non c'era bisogno di motivarle ma di trasmettere sicurezza e quindi ho cercato di restare impassibile ma dentro di me è diverso. L'allenatore è un buon attore, deve trasmettere qualcosa e deve scegliere cosa, a volte azzecchiamo la scelta a volte a no. Io non credo nei discorsi che non hanno consistenza, una verità dietro. Ad un allenatore devono piacere le sua giocatrici, perché sono le sue. Come i figli. Se mi piacciono quelle degli altri, come succedere ad alcuni allenatori, è difficile che la squadra sia convinta e abbia autostima, abbia la forza di affrontare altre squadre che sono più forti sulla carta. Bisogna giocare meglio degli altri", ha concluso Velasco.