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Tennis, Sinner tra i fan a Torino: "Super contento di giocare in Italia"
06.11.2025 18:22 di Napoli Magazine
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"Sono arrivato lunedì da Parigi, sono super contento di essere a Torino. Abbiamo poche occasioni di giocare in Italia. Sarà un torneo molto importante per tanti fattori. Speriamo in una bella settimana". Jannik Sinner è pronto per la sfida delle Atp Finals e non si sottrae al bagno di folla con i fan nel Nike Store di via Roma a Torino. In prima fila i ragazzi delle scuole tennis della città che ricevono in dono la maglietta bianca con il suo nome. "Cercherò di chiudere in modo positivo il torneo" dice il campione, sorridente e rilassato. Lo accompagnano gli allenatori, Simone Vignozzi e Darren Cahill, la sua seconda famiglia. "Sono diversi tra loro, ma hanno in comune la passione. Cosa ci unisce? A nessuno di noi piace perdere. Facciamo tante cose insieme, anche diverse dal tennis, come giocare a golf. Da loro ho imparato uno stile di vita" racconta il tennista. "Contrasti? Ho 24 anni e a volta faccio fatica ad ascoltare, ma poi mi rendo conto degli errori. Sbaglio tanto, non sono perfetto, ma loro sono onesti e mi danno la sveglia". Sinner e i due allenatori parlano dei riti prima degli incontri perché "la superstizione c'è, inutile negarlo" come il messaggino uguale che si sono mandati per tre settimane prima delle partite con lo stesso emoji, la faccina con la mano sopra gli occhi. Poi un giochino: tre lavagne su cui rispondere a domande sul campione per vedere chi tra i due lo conosce meglio. Un'occasione per scoprire (o ricordare) che Sinner prima delle partite riesce a fare sempre una dormita e si sveglia quaranta minuti prima di scendere in campo, che il momento di svolta per lui è stato l'Australian Open, ma anche la prima vittoria contro Medvedev. Il colpo preferito il rovescio, i meno amati volè e servizio. Se non avesse fatto il tennista l'altoatesino avrebbe voluto correre in Formula 1, il suo idolo è Leclerc, prima era Hamilton. "Cosa mi fa arrabbiare? Perdere e poi quando le persone non sono oneste" dice in modo deciso il campione. Infine la sua paura: questa gli allenatori non lo azzeccano: "Il buio", scrive Sinner sulla sua lavagna e poi aggiunge: "Non mi piace l'oscurità completa, lascio sempre la serranda un po' alzata per svegliarmi con la luce".

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Tennis, Sinner tra i fan a Torino: "Super contento di giocare in Italia"

di Napoli Magazine

06/11/2025 - 18:22

"Sono arrivato lunedì da Parigi, sono super contento di essere a Torino. Abbiamo poche occasioni di giocare in Italia. Sarà un torneo molto importante per tanti fattori. Speriamo in una bella settimana". Jannik Sinner è pronto per la sfida delle Atp Finals e non si sottrae al bagno di folla con i fan nel Nike Store di via Roma a Torino. In prima fila i ragazzi delle scuole tennis della città che ricevono in dono la maglietta bianca con il suo nome. "Cercherò di chiudere in modo positivo il torneo" dice il campione, sorridente e rilassato. Lo accompagnano gli allenatori, Simone Vignozzi e Darren Cahill, la sua seconda famiglia. "Sono diversi tra loro, ma hanno in comune la passione. Cosa ci unisce? A nessuno di noi piace perdere. Facciamo tante cose insieme, anche diverse dal tennis, come giocare a golf. Da loro ho imparato uno stile di vita" racconta il tennista. "Contrasti? Ho 24 anni e a volta faccio fatica ad ascoltare, ma poi mi rendo conto degli errori. Sbaglio tanto, non sono perfetto, ma loro sono onesti e mi danno la sveglia". Sinner e i due allenatori parlano dei riti prima degli incontri perché "la superstizione c'è, inutile negarlo" come il messaggino uguale che si sono mandati per tre settimane prima delle partite con lo stesso emoji, la faccina con la mano sopra gli occhi. Poi un giochino: tre lavagne su cui rispondere a domande sul campione per vedere chi tra i due lo conosce meglio. Un'occasione per scoprire (o ricordare) che Sinner prima delle partite riesce a fare sempre una dormita e si sveglia quaranta minuti prima di scendere in campo, che il momento di svolta per lui è stato l'Australian Open, ma anche la prima vittoria contro Medvedev. Il colpo preferito il rovescio, i meno amati volè e servizio. Se non avesse fatto il tennista l'altoatesino avrebbe voluto correre in Formula 1, il suo idolo è Leclerc, prima era Hamilton. "Cosa mi fa arrabbiare? Perdere e poi quando le persone non sono oneste" dice in modo deciso il campione. Infine la sua paura: questa gli allenatori non lo azzeccano: "Il buio", scrive Sinner sulla sua lavagna e poi aggiunge: "Non mi piace l'oscurità completa, lascio sempre la serranda un po' alzata per svegliarmi con la luce".