I dati dell’osservatorio INPS sul lavoro domestico pubblicati lo scorso 18 giugno confermano la tendenza di calo dei lavoratori domestici, avviata nel 2021.
Come già illustrato nelle precedenti edizioni del Rapporto annuale dell’Osservatorio DOMINA e dagli stessi rapporti INPS, questa dinamica dipende principalmente al progressivo assestamento del numero di lavoratori domestici a seguito dell’incremento (formale) legato alla pandemia di Covid-19. La procedura di emersione, in particolare, aveva inevitabilmente determinato un effetto attrattivo anche per lavoratori occupati in altri settori, sovradimensionando il lavoro domestico negli anni immediatamente successivi alla regolarizzazione.
Se complessivamente nel 2024 i lavoratori domestici sono diminuiti del 2,7% rispetto all’anno precedente, vi sono significative differenze per tipologia di rapporto. Nel 2024 si compie infatti il “sorpasso” delle badanti rispetto alle colf. La riduzione del divario era avviata già da molti anni: nel 2015 le badanti rappresentavano il 42,7% del totale, per arrivare al 49,6% nel 2023. Nel 2024, quindi, le badanti rappresentano il 50,5% dei lavoratori domestici censiti dall’INPS.
Nel 2024 il gruppo più numeroso è quello di Badanti stranieri/e, con poco meno di 300 mila unità (36,5% del totale). La componente Colf straniero/a è quella diminuita maggiormente nell’ultimo triennio (-24,5%), dopo aver registrato il maggiore aumento nel periodo COVID (+17,0%).
Analizzando il trend per genere e cittadinanza, il calo più significativo si è registrato tra gli uomini stranieri (-9,1%), mentre gli uomini italiani sono in lieve aumento (+0,6%). Gli uomini stranieri erano, peraltro, il gruppo ad essere cresciuto maggiormente nel 2020 e nel 2021, proprio in virtù della procedura di emersione. Le donne straniere, nonostante una modesta tendenza di calo dal 2021, rimangono dominanti nel settore domestico, rappresentando il 60% del totale. Il secondo gruppo più numeroso è quello delle donne italiane, che rappresentano il 29% del totale.
Secondo Lorenzo Gasparrini, Segretario Generale di DOMINA, “i dati INPS offrono una fotografia fondamentale del lavoro domestico in Italia. Oltre 800 mila lavoratrici e lavoratori assunti dalle famiglie con l’utilizzo del CCNL, a cui vanno aggiunti i lavoratori informali e quelli gestiti da agenzie per il lavoro o altre società. La dinamica post-covid evidenzia come il bisogno di cura rimanga alto presso le famiglie, anche considerando l’invecchiamento demografico. Tuttavia, è chiaro che, in assenza di incentivi o strumenti fiscali, il livello di informalità rimane alto. Occorrono quindi strumenti a sostegno delle famiglie, per consentire un’ampia emersione del lavoro domestico”.
di Napoli Magazine
01/07/2025 - 14:11
I dati dell’osservatorio INPS sul lavoro domestico pubblicati lo scorso 18 giugno confermano la tendenza di calo dei lavoratori domestici, avviata nel 2021.
Come già illustrato nelle precedenti edizioni del Rapporto annuale dell’Osservatorio DOMINA e dagli stessi rapporti INPS, questa dinamica dipende principalmente al progressivo assestamento del numero di lavoratori domestici a seguito dell’incremento (formale) legato alla pandemia di Covid-19. La procedura di emersione, in particolare, aveva inevitabilmente determinato un effetto attrattivo anche per lavoratori occupati in altri settori, sovradimensionando il lavoro domestico negli anni immediatamente successivi alla regolarizzazione.
Se complessivamente nel 2024 i lavoratori domestici sono diminuiti del 2,7% rispetto all’anno precedente, vi sono significative differenze per tipologia di rapporto. Nel 2024 si compie infatti il “sorpasso” delle badanti rispetto alle colf. La riduzione del divario era avviata già da molti anni: nel 2015 le badanti rappresentavano il 42,7% del totale, per arrivare al 49,6% nel 2023. Nel 2024, quindi, le badanti rappresentano il 50,5% dei lavoratori domestici censiti dall’INPS.
Nel 2024 il gruppo più numeroso è quello di Badanti stranieri/e, con poco meno di 300 mila unità (36,5% del totale). La componente Colf straniero/a è quella diminuita maggiormente nell’ultimo triennio (-24,5%), dopo aver registrato il maggiore aumento nel periodo COVID (+17,0%).
Analizzando il trend per genere e cittadinanza, il calo più significativo si è registrato tra gli uomini stranieri (-9,1%), mentre gli uomini italiani sono in lieve aumento (+0,6%). Gli uomini stranieri erano, peraltro, il gruppo ad essere cresciuto maggiormente nel 2020 e nel 2021, proprio in virtù della procedura di emersione. Le donne straniere, nonostante una modesta tendenza di calo dal 2021, rimangono dominanti nel settore domestico, rappresentando il 60% del totale. Il secondo gruppo più numeroso è quello delle donne italiane, che rappresentano il 29% del totale.
Secondo Lorenzo Gasparrini, Segretario Generale di DOMINA, “i dati INPS offrono una fotografia fondamentale del lavoro domestico in Italia. Oltre 800 mila lavoratrici e lavoratori assunti dalle famiglie con l’utilizzo del CCNL, a cui vanno aggiunti i lavoratori informali e quelli gestiti da agenzie per il lavoro o altre società. La dinamica post-covid evidenzia come il bisogno di cura rimanga alto presso le famiglie, anche considerando l’invecchiamento demografico. Tuttavia, è chiaro che, in assenza di incentivi o strumenti fiscali, il livello di informalità rimane alto. Occorrono quindi strumenti a sostegno delle famiglie, per consentire un’ampia emersione del lavoro domestico”.