Solo poche imprese italiane utilizzano le potenzialità offerte dall’intelligenza artificiale e la vera sfida è fare in modo di adattarla ai diversi settori per utilizzare appieno i benefici di questa nuova tecnologia ma senza dimenticare, attraverso un dialogo tra diverse competenze, le ricadute in termini etici e sociali. E’ il messaggio che arriva dall’evento “Intelligenza Artificiale: il nuovo Rinascimento” realizzato da Il Sole 24 Ore e Radio24, in collaborazione con Associazione IMQ e Gruppo IMQ. L’incontro ha messo in luce il ruolo strategico dell’Intelligenza Artificiale nel guidare le trasformazioni economiche e sociali, con un’attenzione particolare a fiducia, regolamentazione e formazione interdisciplinare.
Nel suo intervento di apertura Federico Silvestri, Direttore Generale Media & Business Gruppo 24 ORE e Amministratore Delegato di 24 ORE Eventi ha affermato “Purtroppo se guardiamo i numeri solo una percentuale residuale delle nostre imprese ha adottato l’IA in maniera rilevante. Siamo quindi ancora in una fase esplorativa. La sfida è quella di trovare per ciascun settore economico la strada più efficace per utilizzare gli strumenti più adatti d’intelligenza artificiale. Dobbiamo capire quali sono gli ambiti di applicazione perché questo aprirà nuovi scenari e nuove sfide di competitività. Si può essere travolti oppure si può utilizzare questa opportunità in un mondo che cambia molto rapidamente. Si apriranno nuove professioni, altre scompariranno ma questo deve essere visto in chiave di opportunità e quindi la formazione sarà un fattore chiave. Dobbiamo guardare a quello che possiamo fare in concreto per utilizzare quello che può essere un vero e proprio nuovo rinascimento.”
In apertura dell’evento Vincenzo de Martino, Presidente e AD di IMQ Group ha ricordato che “Fin dalle sue origini, il Gruppo IMQ si impegna a garantire che innovazione e sicurezza procedano di pari passo. Svolgiamo questo ruolo verificando che le nuove tecnologie rispettino le norme che regolano uno sviluppo affidabile, sicuro, etico e sostenibile. Di fronte alla rivoluzione tecnologica e, forse ancor prima, culturale, indotta dall’intelligenza artificiale, il nostro operato contribuisce a generare fiducia nel suo sviluppo, nella sua diffusione e nel suo impatto sulla società”.
Il Ministro della Giustizia Carlo Nordio ha discusso di “IA e giustizia: potenzialità e sfide”, mentre Maria Rosaria Campitiello, Capo Dipartimento della Prevenzione Sanitaria del Ministero della Salute, ha tenuto un approfondimento rispetto al settore sanitario, intitolato “Le regole dell’Intelligenza Artificiale applicata alla sanità”.
Secondo il Ministro “L’intelligenza artificiale deve essere controllabile perché è una creazione umana e deve essere controllata ex post. Noi dobbiamo lavorare per trasformare quello che è un rischio ed un pericolo in una grande opportunità. L’IA può essere un supporto sotto vari aspetti. Quello più elementare è nel supporto alla giurisprudenza. Il giudice non è obbligato ad adeguarsi ai giudizi delle corti superiori ma il giudizio della Cassazione a sezioni uniti ha un grandissimo peso e L’IA è in grado di raccogliere ed elaborare i dati. In teoria l’IA può fare la sentenza ma essendo un prodotto umano va sempre controllata dal giudice. Nel giudizio penale conta molto la ricostruzione del fatto e la ricostruzione psicologica del fatto e qui l’IA non arriverà mai. L’aspetto meccanico della giustizia, quello puramente formale sarà molto facilitato. Abbiamo già cominciato la digitalizzazione del processo civile e per quello penale siamo a buon punto. Le risorse sono quelle che sono. Abbiamo già avuto una forte riduzione dei tempi delle cause civili e penali, circa di un quarto. Speriamo di azzerarlo con l’adozione dell’IA. In Italia c’è sempre un po' la paura del nuovo. Le resistenze sono essenzialmente sono sui cambi di procedure e sulla sburocratizzazione. Non possiamo permetterci più il mantra “Si è sempre fatto così”. Entro il 2026 avremo l’organico dei magistrati a pieno regime, per la prima volta nella storia della Repubblica e anche questo sarà una forte accelerazione della giustizia.”
Secondo Maria Rosaria Campitiello “Internet ha un po' sdoganato il rapporto medico paziente. Il Ministero della Salute e il Ministro Schillaci stanno cercando di trasformare il modello di sanità pubblica da standardizzato in personalizzato e quindi noi professionisti dell’ambito sanitario dovremmo utilizzare in modo adeguato l’IA. L’Ia potrebbe, per esempio, predire la diffusione di eventuali pandemie. La sorveglianza sanitaria è basata proprio sull’IA e la nuova piattaforma, chiamata REspivirnet e istituita presso l’Istituto Superiore di Sanità, in maniera tecnologica percepisce la diffusione dei virus influenzali e parainfluenzali. Se l’avessimo avuta prima della pandemia sarebbe stata molto utile per limitarne l’impatto. L’intuito clinico del medico non è una qualità che l’IA possiede. La grande forza dell’IA è, infatti, l’analisi e la gestione dei big data. Se parte il fascicolo sanitario noi tutti saremo molto avvantaggiati anche grazie all’utilizzo dell’IA. Bisogna fare attenzione all’aspetto etico perché deve esserci perfetta consapevolezza del ruolo del medico e delle sue potenzialità che deve sovrintendere all’utilizzo degli strumenti tecnologici. Sorveglianza, analisi dei dati, interconnessione sono aspetti nei quali l’IA può essere molto utile ma sotto la guida della meravigliosa capacità del cervello umano che resta in sempre governate dalla capacità del cervello umano che deve saper utilizzare gli strumenti che ha a disposizione.
Nel primo panel dedicato al tema “Intelligenza Artificiale al servizio dell’uomo”, Padre Paolo Benanti, Presidente del Comitato per l’Intelligenza Artificiale presso il Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ha affermato che: “Abbiamo bisogno di spazi nei quali diverse competenze, diversi attori e diverse prospettive si confrontino per fare emergere una visione quanto più possibile condivisa. Grazie a questo processo c’è distanza tra innovazione e sviluppo. L’innovazione è qualcosa di tecnico ma è profondamente ambigua. La bomba atomica, ad esempio, era profondamente innovativa ma i suoi effetti li conosciamo. Lo sviluppo invece ha bisogno di alcune caratteristiche, ad esempio l’innovazione diventa sviluppo se prende in considerazione le generazioni o se prende in considerazione le peculiarità del territorio o le differenze. Il dibattito tra innovazione e sviluppo in relazione all’IA è la parte da costruire ed è un percorso molto importante in questo momento”
Il tema “Abilitare la fiducia dell'IA: il ruolo della regolamentazione e della validazione” è stato discusso da Andrea Billet, Ammiraglio e Capo del Servizio Certificazione e Vigilanza dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale, e Fulvio Giorgi, Amministratore Delegato di IMQ S.p.A.
Luigi Capello, Amministratore Delegato di Zest, ha approfondito la necessità di investimenti mirati per accelerare lo sviluppo digitale del Paese, mentre al panel “IA, formazione e internazionalizzazione: approccio interdisciplinare per formare l’Italia di domani”, hanno partecipato Elena Beccalli, Rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Tiziana Catarci, Presidente di SIpEIA, Società Italiana per l'Etica dell'Intelligenza Artificiale, già Direttrice Dipartimento Ingegneria Informatica, Automatica e Gestionale Antonio Ruberti (DIAG), Università La Sapienza Roma, e Matteo Zoppas, Presidente dell’Agenzia ICE.
Un focus su robotica e macchine intelligenti è stato condotto da Arash Ajoudani, Responsabile dell’Unità di Ricerca “Human-Robot Interfaces and Interaction” presso l’Istituto Italiano di Tecnologia mentre Francesco Sciaudone, Managing Partner di Grimaldi Alliance, ha parlato degli obblighi per le aziende nell’adottare soluzioni basate sull’IA.
L’ultimo panel, “IA nell’impresa: casi concreti” ha visto il confronto tra Antonio Casu, CEO di Italdesign, Stefano Ciurli, Head of Global Services di Enel, Danilo Gismondi, Direttore IT & Digital Transformation di Autostrade per l’Italia, Salvatore Scervo, Senior Vice President Leonardo Innovation Labs & Intellectual Property, e Marco Taisch, Professore Ordinario Politecnico di Milano, Presidente MADE Competence Center Industria, e Presidente Fondazione MICS-Made in Italy Circolare e Sostenibile.
Ecco le principali dichiarazioni del ministro della Giustizia Carlo Nordio, Padre Paolo Benanti e Andrea Billet di stamattina (26 nov 2024) all’evento ‘Intelligenza artificiale: il nuovo Rinascimento’, a cura de Il Sole 24 Ore e Radio24, in collaborazione con Associazione Imq e Gruppo Imq:
NORDIO - IA: trasformare possibili rischi in opportunità - da rischio a opportunità se controllata da uomo
L’intelligenza artificiale “costituisce un grave rischio ma anche una grandissima opportunità; dobbiamo lavorare per trasformare quello che può essere un rischio o un pericolo in opportunità. Dobbiamo lavorare in modo che da rischio diventi un'opportunità”. Lo ha affermato il ministro della Giustizia Carlo Nordio intervenendo all’evento, alla Casina Valadier, ‘Intelligenza artificiale: il nuovo Rinascimento’, a cura de Il Sole 24 Ore e Radio24, in collaborazione con Associazione Imq e Gruppo Imq. "Abbiamo già diagnosi artificiali con risultati diagnostici" ottenuti con Ai, ma non dobbiamo dimenticare che "dietro ci sta sempre l'intelligenza umana e l'Ai come tale deve essere controllabile", Nordio ha sottolineato che “l’Intelligenza artificiale è creata dall’uomo e come tale può e deve essere controllata; deve essere controllata all’inizio della sua elaborazione algoritmica e deve essere controllata ex post. La prima e l’ultima parola spetta sempre all’uomo”. E chiarisce: ”Anche la diagnosi medica, ad esempio, va controllata e l'ultima parola spetta sempre all’uomo. La mia idea è che l'intelligenza artificiale costituisca un grave rischio, come tutte le innovazioni, ma che costituisca anche una grandissima opportunità. La conclusione è che dobbiamo lavorare per trasformare un rischio, un pericolo in grande opportunità". Nella giustizia, ha ricordato il ministro, l’IA “può essere di supporto” ad esempio nella “ricerca giurisprudenziale”. Ai: Nordio, da rischio a opportunità se controllata da uomo
"Entro il 2026 avremo l'organico dei magistrati a pieno regime, mancano 1500 posti che colmeremo con una forte riforma della giustizia". Così Carlo Nordio, Ministro della Giustizia all'evento 'Intelligenza Artificiale: il nuovo Rinascimento' a cura de Il Sole 24 Ore e Radio24, in collaborazione con Associazione IMQ e Gruppo IMQ a Casina Valadier a Roma.
"Non è indebolimento della democrazia" - "Noi la separazione delle carriere la faremo, non si discute su questo, vorremmo che non fosse interpretata come un attacco alla magistratura o come una forma punitiva". Lo ha detto Carlo Nordio, ministro della Giustizia, nel suo intervento al convegno 'Intelligenza Artificiale: il nuovo Rinascimento, organizzato a Roma da Il Sole 24 Ore, Radio 24 e in collaborazione con Associazione Imq e Gruppo Imq. Il ministro ha sottolineato che, rispetto ai timori della magistratura e sottolinea che "i magistrati hanno paura che in questo modo il PM cada sotto l'esecutivo, noi abbiamo assicurato che non accadrà mai "abbiamo assicurato che la separazione delle carriere non è un indebolimento della democrazia, ed esiste proprio in Paesi dove la democrazia è nata come gli Usa o l'Inghilterra". E conclude: “Spero che si abbassino i toni passando dal conflitto al confronto sempre nel rispetto delle posizioni reciproche".
“Abbiamo già sgravato le Corti di Appello della competenza sui reclami, quindi stiamo già assecondando le aspirazioni dei presidenti delle Corti che ci avevano manifestato la difficoltà di intervenire su questi reclami”. Lo ha affermato il ministro della Giustizia Carlo Nordio a margine dell’evento, alla Casina Valadier, ‘Intelligenza artificiale: il nuovo Rinascimento’, a cura de Il Sole 24 Ore e Radio24, in collaborazione con Associazione IMQ e Gruppo IMQ, rispondendo a una domanda sul rischio che le nuove competenze per le Corti di appello in tema di migranti creino problemi per l’organizzazione. “Vi sarà una deflazione anche presso le Corti e vi sarà soprattutto per i Tribunali che avranno più spazio per la risoluzione delle cause civili per le quali, peraltro, l’arretrato è stato abbastanza ridotto”, ha continuato.
"Un pubblico ministero ha una libertà di espressione secondo me superiore a quella del giudice perché è parte e questo lo sarà ancora di più dopo la separazione delle carriere che faremo. Un giudice, che deve apparire imparziale, meno parla meglio è perché rischia di esprimersi su argomenti sui quali magari dopo dovrà provvedere in modo giurisdizionale". Lo ha detto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, a margine dell'evento 'Intelligenza Artificiale: il nuovo Rinascimento' organizzato a Roma da Sole 24 Ore e Imq. "Io credo che il giudice magistrato abbia il diritto, forse anche il dovere qualche volta, di dare un parere tecnico sulle leggi perché è lui che le deve applicare e poiché talvolta alcune leggi sono state fatte in modo tecnicamente discutibile - ha continuato -. È giustificato che i magistrati dicano 'guardate che tecnicamente questa norma è non applicabile'. Quello che non possono e non devono fare è entrare nel merito politico delle leggi cioè nel merito".
“Ai può essere di supporto al funzionamento della giustizia, l'Ai "aiuterà e in un nanosecondo è in grado non solo di raccogliere ma anche di elaborare i casi". Lo ha detto Carlo Nordio, ministro della Giustizia, in occasione del suo intervento all'evento 'Intelligenza Artificiale: il nuovo Rinascimento', organizzato a Roma da Il Sole 24 Ore, Radio 24 e in collaborazione con Associazione Imq e gruppo Imq. "In teoria l'intelligenza artificiale - ha aggiunto - può fare anche la sentenza" ma "va sempre controllata dal giudice. L'Ai può facilitare molto il diritto, raccogliere decisioni giurisprudenziali, ma soprattutto nel giudizio penale conta la ricostruzione del fatto, questo Ai non lo dirà mai. Conta la rappresentazione psicologica del fatto". In tema della velocizzazione della giustizia, l'Ai "sarà utilissima, sarà tutto molto velocizzato per l'aspetto meccanico, quello squisitamente formale, sarà un grandissimo vantaggio, per questo occorre valutare le opportunità più che gli svantaggi". Dalla prospettiva del Ministero, "noi abbiamo già cominciato la digitalizzazione del processo civile, anche nel processo penale siamo a buon punto. Abbiamo già applicazione di Ai a livelli medio e medio bassi" e "con Ai speriamo di azzerare" l'arretrato. Inoltre, sempre in tema di accelerazione dei processi, "entro il 2026 avremo un organico di magistrati pieno per la prima volta nella storia della Repubblica. Mancano 1.500 posti, con 5 concorsi li colmeremo entro 2026, sarà una forte accelerazione della giustizia".
PADRE PAOLO BENANTI: Padre Paolo Benanti, trasformare innovazione in sviluppo è la grande sfida - non da temere, gestire cambio di potere per evitare squilibri
"Il dibattito tra innovazione e sviluppo in relazione all'IA è la parte da costruire ed è un percorso molto importante in questo momento". Così Padre Paolo Benanti, Presidente del Comitato per l'Intelligenza Artificiale presso il Dipartimento per l'Informazione e l'Editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri, all'evento 'Intelligenza Artificiale: il nuovo Rinascimento' a cura de Il Sole 24 Ore e Radio24, in collaborazione con Associazione IMQ e Gruppo IMQ a Casina Valadier a Roma. "L'innovazione è qualcosa di tecnico ma è profondamente ambigua. La bomba atomica, ad esempio, era profondamente innovativa ma i suoi effetti li conosciamo - continua -. Lo sviluppo invece ha bisogno di alcune caratteristiche, ad esempio l'innovazione diventa sviluppo se prende in considerazione le generazioni o se prende in considerazione le peculiarità del territorio o le differenze". "Abbiamo bisogno di spazi nei quali diverse competenze, diversi attori e diverse prospettive si confrontino per fare emergere una visione quanto più possibile condivisa", conclude.
"Non c’è da aver paura, non bisogna avere eccessiva ingenuità, e avere la capacità di interrogare questa trasformazione, perché il cambio di potere non generi squilibri di mercato, sociali e politici". Lo ha detto Paolo Benanti, presidente del Comitato per l'Intelligenza Artificiale del dipartimento per l'informazione e l'editoria della presidenza del Consiglio dei Ministri, spiegando gli effetti dell'uso dell'Ai al convegno in corso a Roma intitolato 'Intelligenza artificiale: il nuovo Rinascimento' organizzato dal Sole 24 Ore e Radio 24, in collaborazione con l'Associazione Imq e gruppo Imq.
"Ogni innovazione tecnologia - ha aggiunto Benanti - viene presentata come qualcosa che risolverà i problemi di tutti" ma "la funzione di redistribuzione del valore rispetto alla produttività avviene solo se c’è un’intermediazione di altre componenti", come dimostrano le battaglie sindacali del passato che hanno mitigato le diseguaglianze apportate dalle nuove tecnologie. Anche per l'Ai "va guardato il contesto sociale nel quale si applica per capirne gli effetti. In un Paese con un crollo demografico verticale, ci sono le possibili scelte che possiamo fare: più figli, più immigranti, lavorare di più, oppure usare l'Ai".
ANDREA BILLET: la questione delle regole è vitale, ma il problema è il tipo di regolazione
Per lo sviluppo e l'evoluzione dell'intelligenza artificiale "la questione delle regole è vitale, ma il problema è il tipo di regolazione. Deve essere intelligente e leggera", visto che la tecnologia è in divenire. Lo ha affermato Andrea Billet, capo del Servizio certificazione e vigilanza dell'Agenzia per la cybersicurezza nazionale, nel corso del suo intervento al convegno 'Intelligenza Artificiale: il nuovo Rinascimento', organizzato a Roma da Il Sole 24 Ore, Radio 24, in collaborazione con Associazione Imq e Gruppo Imq. Bisogna trovare, per Billet, un equilibrio: "secondo il rapporto Draghi l'eccesso di regolazione frena, ma un sistema senza regole premia oligopoli e monopoli. Questo è l'esercizio difficile che ci aspetta nel prossimo futuro. Noi stiamo cercando di definire un paio di casi di studio e entrare nel merito", ha aggiunto ricordando che il ddl in itinere, se non viene modificato, affiderà all' Acn il ruolo di autorità di vigilanza. "La regolazione non è neutra, e non è sport solitario, se non si raggiunge la convergenza con altri Paesi su regole comuni non se ne viene a capo", aggiunge.
di Napoli Magazine
26/11/2024 - 18:53
Solo poche imprese italiane utilizzano le potenzialità offerte dall’intelligenza artificiale e la vera sfida è fare in modo di adattarla ai diversi settori per utilizzare appieno i benefici di questa nuova tecnologia ma senza dimenticare, attraverso un dialogo tra diverse competenze, le ricadute in termini etici e sociali. E’ il messaggio che arriva dall’evento “Intelligenza Artificiale: il nuovo Rinascimento” realizzato da Il Sole 24 Ore e Radio24, in collaborazione con Associazione IMQ e Gruppo IMQ. L’incontro ha messo in luce il ruolo strategico dell’Intelligenza Artificiale nel guidare le trasformazioni economiche e sociali, con un’attenzione particolare a fiducia, regolamentazione e formazione interdisciplinare.
Nel suo intervento di apertura Federico Silvestri, Direttore Generale Media & Business Gruppo 24 ORE e Amministratore Delegato di 24 ORE Eventi ha affermato “Purtroppo se guardiamo i numeri solo una percentuale residuale delle nostre imprese ha adottato l’IA in maniera rilevante. Siamo quindi ancora in una fase esplorativa. La sfida è quella di trovare per ciascun settore economico la strada più efficace per utilizzare gli strumenti più adatti d’intelligenza artificiale. Dobbiamo capire quali sono gli ambiti di applicazione perché questo aprirà nuovi scenari e nuove sfide di competitività. Si può essere travolti oppure si può utilizzare questa opportunità in un mondo che cambia molto rapidamente. Si apriranno nuove professioni, altre scompariranno ma questo deve essere visto in chiave di opportunità e quindi la formazione sarà un fattore chiave. Dobbiamo guardare a quello che possiamo fare in concreto per utilizzare quello che può essere un vero e proprio nuovo rinascimento.”
In apertura dell’evento Vincenzo de Martino, Presidente e AD di IMQ Group ha ricordato che “Fin dalle sue origini, il Gruppo IMQ si impegna a garantire che innovazione e sicurezza procedano di pari passo. Svolgiamo questo ruolo verificando che le nuove tecnologie rispettino le norme che regolano uno sviluppo affidabile, sicuro, etico e sostenibile. Di fronte alla rivoluzione tecnologica e, forse ancor prima, culturale, indotta dall’intelligenza artificiale, il nostro operato contribuisce a generare fiducia nel suo sviluppo, nella sua diffusione e nel suo impatto sulla società”.
Il Ministro della Giustizia Carlo Nordio ha discusso di “IA e giustizia: potenzialità e sfide”, mentre Maria Rosaria Campitiello, Capo Dipartimento della Prevenzione Sanitaria del Ministero della Salute, ha tenuto un approfondimento rispetto al settore sanitario, intitolato “Le regole dell’Intelligenza Artificiale applicata alla sanità”.
Secondo il Ministro “L’intelligenza artificiale deve essere controllabile perché è una creazione umana e deve essere controllata ex post. Noi dobbiamo lavorare per trasformare quello che è un rischio ed un pericolo in una grande opportunità. L’IA può essere un supporto sotto vari aspetti. Quello più elementare è nel supporto alla giurisprudenza. Il giudice non è obbligato ad adeguarsi ai giudizi delle corti superiori ma il giudizio della Cassazione a sezioni uniti ha un grandissimo peso e L’IA è in grado di raccogliere ed elaborare i dati. In teoria l’IA può fare la sentenza ma essendo un prodotto umano va sempre controllata dal giudice. Nel giudizio penale conta molto la ricostruzione del fatto e la ricostruzione psicologica del fatto e qui l’IA non arriverà mai. L’aspetto meccanico della giustizia, quello puramente formale sarà molto facilitato. Abbiamo già cominciato la digitalizzazione del processo civile e per quello penale siamo a buon punto. Le risorse sono quelle che sono. Abbiamo già avuto una forte riduzione dei tempi delle cause civili e penali, circa di un quarto. Speriamo di azzerarlo con l’adozione dell’IA. In Italia c’è sempre un po' la paura del nuovo. Le resistenze sono essenzialmente sono sui cambi di procedure e sulla sburocratizzazione. Non possiamo permetterci più il mantra “Si è sempre fatto così”. Entro il 2026 avremo l’organico dei magistrati a pieno regime, per la prima volta nella storia della Repubblica e anche questo sarà una forte accelerazione della giustizia.”
Secondo Maria Rosaria Campitiello “Internet ha un po' sdoganato il rapporto medico paziente. Il Ministero della Salute e il Ministro Schillaci stanno cercando di trasformare il modello di sanità pubblica da standardizzato in personalizzato e quindi noi professionisti dell’ambito sanitario dovremmo utilizzare in modo adeguato l’IA. L’Ia potrebbe, per esempio, predire la diffusione di eventuali pandemie. La sorveglianza sanitaria è basata proprio sull’IA e la nuova piattaforma, chiamata REspivirnet e istituita presso l’Istituto Superiore di Sanità, in maniera tecnologica percepisce la diffusione dei virus influenzali e parainfluenzali. Se l’avessimo avuta prima della pandemia sarebbe stata molto utile per limitarne l’impatto. L’intuito clinico del medico non è una qualità che l’IA possiede. La grande forza dell’IA è, infatti, l’analisi e la gestione dei big data. Se parte il fascicolo sanitario noi tutti saremo molto avvantaggiati anche grazie all’utilizzo dell’IA. Bisogna fare attenzione all’aspetto etico perché deve esserci perfetta consapevolezza del ruolo del medico e delle sue potenzialità che deve sovrintendere all’utilizzo degli strumenti tecnologici. Sorveglianza, analisi dei dati, interconnessione sono aspetti nei quali l’IA può essere molto utile ma sotto la guida della meravigliosa capacità del cervello umano che resta in sempre governate dalla capacità del cervello umano che deve saper utilizzare gli strumenti che ha a disposizione.
Nel primo panel dedicato al tema “Intelligenza Artificiale al servizio dell’uomo”, Padre Paolo Benanti, Presidente del Comitato per l’Intelligenza Artificiale presso il Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ha affermato che: “Abbiamo bisogno di spazi nei quali diverse competenze, diversi attori e diverse prospettive si confrontino per fare emergere una visione quanto più possibile condivisa. Grazie a questo processo c’è distanza tra innovazione e sviluppo. L’innovazione è qualcosa di tecnico ma è profondamente ambigua. La bomba atomica, ad esempio, era profondamente innovativa ma i suoi effetti li conosciamo. Lo sviluppo invece ha bisogno di alcune caratteristiche, ad esempio l’innovazione diventa sviluppo se prende in considerazione le generazioni o se prende in considerazione le peculiarità del territorio o le differenze. Il dibattito tra innovazione e sviluppo in relazione all’IA è la parte da costruire ed è un percorso molto importante in questo momento”
Il tema “Abilitare la fiducia dell'IA: il ruolo della regolamentazione e della validazione” è stato discusso da Andrea Billet, Ammiraglio e Capo del Servizio Certificazione e Vigilanza dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale, e Fulvio Giorgi, Amministratore Delegato di IMQ S.p.A.
Luigi Capello, Amministratore Delegato di Zest, ha approfondito la necessità di investimenti mirati per accelerare lo sviluppo digitale del Paese, mentre al panel “IA, formazione e internazionalizzazione: approccio interdisciplinare per formare l’Italia di domani”, hanno partecipato Elena Beccalli, Rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Tiziana Catarci, Presidente di SIpEIA, Società Italiana per l'Etica dell'Intelligenza Artificiale, già Direttrice Dipartimento Ingegneria Informatica, Automatica e Gestionale Antonio Ruberti (DIAG), Università La Sapienza Roma, e Matteo Zoppas, Presidente dell’Agenzia ICE.
Un focus su robotica e macchine intelligenti è stato condotto da Arash Ajoudani, Responsabile dell’Unità di Ricerca “Human-Robot Interfaces and Interaction” presso l’Istituto Italiano di Tecnologia mentre Francesco Sciaudone, Managing Partner di Grimaldi Alliance, ha parlato degli obblighi per le aziende nell’adottare soluzioni basate sull’IA.
L’ultimo panel, “IA nell’impresa: casi concreti” ha visto il confronto tra Antonio Casu, CEO di Italdesign, Stefano Ciurli, Head of Global Services di Enel, Danilo Gismondi, Direttore IT & Digital Transformation di Autostrade per l’Italia, Salvatore Scervo, Senior Vice President Leonardo Innovation Labs & Intellectual Property, e Marco Taisch, Professore Ordinario Politecnico di Milano, Presidente MADE Competence Center Industria, e Presidente Fondazione MICS-Made in Italy Circolare e Sostenibile.
Ecco le principali dichiarazioni del ministro della Giustizia Carlo Nordio, Padre Paolo Benanti e Andrea Billet di stamattina (26 nov 2024) all’evento ‘Intelligenza artificiale: il nuovo Rinascimento’, a cura de Il Sole 24 Ore e Radio24, in collaborazione con Associazione Imq e Gruppo Imq:
NORDIO - IA: trasformare possibili rischi in opportunità - da rischio a opportunità se controllata da uomo
L’intelligenza artificiale “costituisce un grave rischio ma anche una grandissima opportunità; dobbiamo lavorare per trasformare quello che può essere un rischio o un pericolo in opportunità. Dobbiamo lavorare in modo che da rischio diventi un'opportunità”. Lo ha affermato il ministro della Giustizia Carlo Nordio intervenendo all’evento, alla Casina Valadier, ‘Intelligenza artificiale: il nuovo Rinascimento’, a cura de Il Sole 24 Ore e Radio24, in collaborazione con Associazione Imq e Gruppo Imq. "Abbiamo già diagnosi artificiali con risultati diagnostici" ottenuti con Ai, ma non dobbiamo dimenticare che "dietro ci sta sempre l'intelligenza umana e l'Ai come tale deve essere controllabile", Nordio ha sottolineato che “l’Intelligenza artificiale è creata dall’uomo e come tale può e deve essere controllata; deve essere controllata all’inizio della sua elaborazione algoritmica e deve essere controllata ex post. La prima e l’ultima parola spetta sempre all’uomo”. E chiarisce: ”Anche la diagnosi medica, ad esempio, va controllata e l'ultima parola spetta sempre all’uomo. La mia idea è che l'intelligenza artificiale costituisca un grave rischio, come tutte le innovazioni, ma che costituisca anche una grandissima opportunità. La conclusione è che dobbiamo lavorare per trasformare un rischio, un pericolo in grande opportunità". Nella giustizia, ha ricordato il ministro, l’IA “può essere di supporto” ad esempio nella “ricerca giurisprudenziale”. Ai: Nordio, da rischio a opportunità se controllata da uomo
"Entro il 2026 avremo l'organico dei magistrati a pieno regime, mancano 1500 posti che colmeremo con una forte riforma della giustizia". Così Carlo Nordio, Ministro della Giustizia all'evento 'Intelligenza Artificiale: il nuovo Rinascimento' a cura de Il Sole 24 Ore e Radio24, in collaborazione con Associazione IMQ e Gruppo IMQ a Casina Valadier a Roma.
"Non è indebolimento della democrazia" - "Noi la separazione delle carriere la faremo, non si discute su questo, vorremmo che non fosse interpretata come un attacco alla magistratura o come una forma punitiva". Lo ha detto Carlo Nordio, ministro della Giustizia, nel suo intervento al convegno 'Intelligenza Artificiale: il nuovo Rinascimento, organizzato a Roma da Il Sole 24 Ore, Radio 24 e in collaborazione con Associazione Imq e Gruppo Imq. Il ministro ha sottolineato che, rispetto ai timori della magistratura e sottolinea che "i magistrati hanno paura che in questo modo il PM cada sotto l'esecutivo, noi abbiamo assicurato che non accadrà mai "abbiamo assicurato che la separazione delle carriere non è un indebolimento della democrazia, ed esiste proprio in Paesi dove la democrazia è nata come gli Usa o l'Inghilterra". E conclude: “Spero che si abbassino i toni passando dal conflitto al confronto sempre nel rispetto delle posizioni reciproche".
“Abbiamo già sgravato le Corti di Appello della competenza sui reclami, quindi stiamo già assecondando le aspirazioni dei presidenti delle Corti che ci avevano manifestato la difficoltà di intervenire su questi reclami”. Lo ha affermato il ministro della Giustizia Carlo Nordio a margine dell’evento, alla Casina Valadier, ‘Intelligenza artificiale: il nuovo Rinascimento’, a cura de Il Sole 24 Ore e Radio24, in collaborazione con Associazione IMQ e Gruppo IMQ, rispondendo a una domanda sul rischio che le nuove competenze per le Corti di appello in tema di migranti creino problemi per l’organizzazione. “Vi sarà una deflazione anche presso le Corti e vi sarà soprattutto per i Tribunali che avranno più spazio per la risoluzione delle cause civili per le quali, peraltro, l’arretrato è stato abbastanza ridotto”, ha continuato.
"Un pubblico ministero ha una libertà di espressione secondo me superiore a quella del giudice perché è parte e questo lo sarà ancora di più dopo la separazione delle carriere che faremo. Un giudice, che deve apparire imparziale, meno parla meglio è perché rischia di esprimersi su argomenti sui quali magari dopo dovrà provvedere in modo giurisdizionale". Lo ha detto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, a margine dell'evento 'Intelligenza Artificiale: il nuovo Rinascimento' organizzato a Roma da Sole 24 Ore e Imq. "Io credo che il giudice magistrato abbia il diritto, forse anche il dovere qualche volta, di dare un parere tecnico sulle leggi perché è lui che le deve applicare e poiché talvolta alcune leggi sono state fatte in modo tecnicamente discutibile - ha continuato -. È giustificato che i magistrati dicano 'guardate che tecnicamente questa norma è non applicabile'. Quello che non possono e non devono fare è entrare nel merito politico delle leggi cioè nel merito".
“Ai può essere di supporto al funzionamento della giustizia, l'Ai "aiuterà e in un nanosecondo è in grado non solo di raccogliere ma anche di elaborare i casi". Lo ha detto Carlo Nordio, ministro della Giustizia, in occasione del suo intervento all'evento 'Intelligenza Artificiale: il nuovo Rinascimento', organizzato a Roma da Il Sole 24 Ore, Radio 24 e in collaborazione con Associazione Imq e gruppo Imq. "In teoria l'intelligenza artificiale - ha aggiunto - può fare anche la sentenza" ma "va sempre controllata dal giudice. L'Ai può facilitare molto il diritto, raccogliere decisioni giurisprudenziali, ma soprattutto nel giudizio penale conta la ricostruzione del fatto, questo Ai non lo dirà mai. Conta la rappresentazione psicologica del fatto". In tema della velocizzazione della giustizia, l'Ai "sarà utilissima, sarà tutto molto velocizzato per l'aspetto meccanico, quello squisitamente formale, sarà un grandissimo vantaggio, per questo occorre valutare le opportunità più che gli svantaggi". Dalla prospettiva del Ministero, "noi abbiamo già cominciato la digitalizzazione del processo civile, anche nel processo penale siamo a buon punto. Abbiamo già applicazione di Ai a livelli medio e medio bassi" e "con Ai speriamo di azzerare" l'arretrato. Inoltre, sempre in tema di accelerazione dei processi, "entro il 2026 avremo un organico di magistrati pieno per la prima volta nella storia della Repubblica. Mancano 1.500 posti, con 5 concorsi li colmeremo entro 2026, sarà una forte accelerazione della giustizia".
PADRE PAOLO BENANTI: Padre Paolo Benanti, trasformare innovazione in sviluppo è la grande sfida - non da temere, gestire cambio di potere per evitare squilibri
"Il dibattito tra innovazione e sviluppo in relazione all'IA è la parte da costruire ed è un percorso molto importante in questo momento". Così Padre Paolo Benanti, Presidente del Comitato per l'Intelligenza Artificiale presso il Dipartimento per l'Informazione e l'Editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri, all'evento 'Intelligenza Artificiale: il nuovo Rinascimento' a cura de Il Sole 24 Ore e Radio24, in collaborazione con Associazione IMQ e Gruppo IMQ a Casina Valadier a Roma. "L'innovazione è qualcosa di tecnico ma è profondamente ambigua. La bomba atomica, ad esempio, era profondamente innovativa ma i suoi effetti li conosciamo - continua -. Lo sviluppo invece ha bisogno di alcune caratteristiche, ad esempio l'innovazione diventa sviluppo se prende in considerazione le generazioni o se prende in considerazione le peculiarità del territorio o le differenze". "Abbiamo bisogno di spazi nei quali diverse competenze, diversi attori e diverse prospettive si confrontino per fare emergere una visione quanto più possibile condivisa", conclude.
"Non c’è da aver paura, non bisogna avere eccessiva ingenuità, e avere la capacità di interrogare questa trasformazione, perché il cambio di potere non generi squilibri di mercato, sociali e politici". Lo ha detto Paolo Benanti, presidente del Comitato per l'Intelligenza Artificiale del dipartimento per l'informazione e l'editoria della presidenza del Consiglio dei Ministri, spiegando gli effetti dell'uso dell'Ai al convegno in corso a Roma intitolato 'Intelligenza artificiale: il nuovo Rinascimento' organizzato dal Sole 24 Ore e Radio 24, in collaborazione con l'Associazione Imq e gruppo Imq.
"Ogni innovazione tecnologia - ha aggiunto Benanti - viene presentata come qualcosa che risolverà i problemi di tutti" ma "la funzione di redistribuzione del valore rispetto alla produttività avviene solo se c’è un’intermediazione di altre componenti", come dimostrano le battaglie sindacali del passato che hanno mitigato le diseguaglianze apportate dalle nuove tecnologie. Anche per l'Ai "va guardato il contesto sociale nel quale si applica per capirne gli effetti. In un Paese con un crollo demografico verticale, ci sono le possibili scelte che possiamo fare: più figli, più immigranti, lavorare di più, oppure usare l'Ai".
ANDREA BILLET: la questione delle regole è vitale, ma il problema è il tipo di regolazione
Per lo sviluppo e l'evoluzione dell'intelligenza artificiale "la questione delle regole è vitale, ma il problema è il tipo di regolazione. Deve essere intelligente e leggera", visto che la tecnologia è in divenire. Lo ha affermato Andrea Billet, capo del Servizio certificazione e vigilanza dell'Agenzia per la cybersicurezza nazionale, nel corso del suo intervento al convegno 'Intelligenza Artificiale: il nuovo Rinascimento', organizzato a Roma da Il Sole 24 Ore, Radio 24, in collaborazione con Associazione Imq e Gruppo Imq. Bisogna trovare, per Billet, un equilibrio: "secondo il rapporto Draghi l'eccesso di regolazione frena, ma un sistema senza regole premia oligopoli e monopoli. Questo è l'esercizio difficile che ci aspetta nel prossimo futuro. Noi stiamo cercando di definire un paio di casi di studio e entrare nel merito", ha aggiunto ricordando che il ddl in itinere, se non viene modificato, affiderà all' Acn il ruolo di autorità di vigilanza. "La regolazione non è neutra, e non è sport solitario, se non si raggiunge la convergenza con altri Paesi su regole comuni non se ne viene a capo", aggiunge.