Su CRC, nel corso della trasmissione “A Pranzo con Chiariello” è intervenuto l’ex Ministro delle Finanze Prof. Giulio Tremonti: "C’è caos in giro ed è difficile comprendere la situazione attuale dei mercati dell’Europa a seguito della politica dei Dazi intrapresa dalla Casa Bianca. Ci sono delle ragioni economiche e politiche difficili da comprendere poiché ci sono sia delle motivazioni giuste sia sbagliate. Io devo ammettere che in questo momento l’unica cosa che so è di non sapere poiché la mia è un’ignoranza scientifica ma posso dire che è un grande casino. L’Italia è un paese che esporta molto all'estero e quindi l’impatto della politica dei dazi lo capiremo solo da quanti verranno realizzati e da quanti verranno solo annunciati ma non realizzati. Sono d’accordo con il Premier Giorgia Meloni quando dice che è ancora presto per fare allarmismi. Tutto il mondo è stato influenzato da un processo di globalizzazione che è la conseguenza di un disegno americano progettato dalla politica americano degli anni che intercorrono dal 1992 al 1996. Il capitalismo è l’ultima utopia del novecento poiché, dopo la caduta del comunista, il mercatismo, ovvero l'influenza dei mercati sulle politiche mondiali, si è posto al di sopra dei paesi dei governi e dei paesi europei che sono passati in secondo piano. Prima che tutto accadesse, io per inciso ho scritto un libro che si intitola “Il fantasma della povertà”. In questo libro spiego che i capitali americani sono andati alla ricerca di manodopera a basso costo nei paesi asiatici dove hanno spostato tutte le loro industrie mentre l’occidente ha importato la ricchezza e la povertà di molte persone. Nel giro di poco tempo tutte le imprese e le industrie americani sono scomparse poiché sono state trasferite in Cina. La globalizzazione era giusta ed inevitabile ma è avvenuta in tempi molto stretti. 30 anni sono un tempo minimo per un fenomeno così vasto. Umanamente molte persone sono uscite dalla povertà grazie al fenomeno della globalizzazione ma parallelamente si sono sviluppati fenomeni come l’inquinamento. Il fantasma della povertà improvvisamente si è risvegliato e negli Stati Uniti ha votato il Partito Repubblicano che ha determinato la politica della Casa Bianca. Non so che cosa abbia in mente il Presidente americano ma credo che lui voglia cercare di recuperare con la politica dei dazi quello che gli Stati Uniti hanno perso durante la globalizzazione in alcune parti dell’America. La borsa di Wall Street negli Stati Uniti equivale a quello che per noi è l’INPS, ovvero è la base su cui si regge la vita delle famiglie americane. Un suo tracollo finanziario può destare molta paure e preoccupazione sul mercato americano poiché la funzione del principale motore dell'economia americana non ha solo uno scopo economico, ma anche sociale. Quello che mi ha sorpreso è che il ritiro dei dazi non riguarda il mercato della Cina che rappresenta una parte importante dei rapporti politici degli Stati Uniti. Al Governo Cinese è bastato sottoscrivere gli aumenti del debito americano per buttare giù tutto il sistema finanziario americano. Alla Cina è stato sufficiente non comprare i titoli americani per creare il crollo di borsa e per destare panico e preoccupazione tra il popolo americano. Questa scelta di Trump è stata un po’ una contraddizione poiché i dazi alla Cina dovevano rimanere. Preoccupazione? Aspettiamo di vedere come si svolgeranno gli eventi. Qualora la politica dei dazi intrapresa dalla Casa Bianca dovesse generare dei problemi, non sorprenderei se l’Italia si rivolgesse ad altri mercati mondiali che in questo momento sono molto più daziati dei mercati europei. La mancanza che deriverà dalla introduzione dei dazi sull’esportazione sul mercato europeo potrebbe essere compensata con altri mercati. C’è a chi sono stati imposti dei dazi peggio dei nostri. La situazione, però, per ora è sospesa e abbiamo tutte le ragioni per seguire lo svolgimento degli eventi".
di Napoli Magazine
10/04/2025 - 18:10
Su CRC, nel corso della trasmissione “A Pranzo con Chiariello” è intervenuto l’ex Ministro delle Finanze Prof. Giulio Tremonti: "C’è caos in giro ed è difficile comprendere la situazione attuale dei mercati dell’Europa a seguito della politica dei Dazi intrapresa dalla Casa Bianca. Ci sono delle ragioni economiche e politiche difficili da comprendere poiché ci sono sia delle motivazioni giuste sia sbagliate. Io devo ammettere che in questo momento l’unica cosa che so è di non sapere poiché la mia è un’ignoranza scientifica ma posso dire che è un grande casino. L’Italia è un paese che esporta molto all'estero e quindi l’impatto della politica dei dazi lo capiremo solo da quanti verranno realizzati e da quanti verranno solo annunciati ma non realizzati. Sono d’accordo con il Premier Giorgia Meloni quando dice che è ancora presto per fare allarmismi. Tutto il mondo è stato influenzato da un processo di globalizzazione che è la conseguenza di un disegno americano progettato dalla politica americano degli anni che intercorrono dal 1992 al 1996. Il capitalismo è l’ultima utopia del novecento poiché, dopo la caduta del comunista, il mercatismo, ovvero l'influenza dei mercati sulle politiche mondiali, si è posto al di sopra dei paesi dei governi e dei paesi europei che sono passati in secondo piano. Prima che tutto accadesse, io per inciso ho scritto un libro che si intitola “Il fantasma della povertà”. In questo libro spiego che i capitali americani sono andati alla ricerca di manodopera a basso costo nei paesi asiatici dove hanno spostato tutte le loro industrie mentre l’occidente ha importato la ricchezza e la povertà di molte persone. Nel giro di poco tempo tutte le imprese e le industrie americani sono scomparse poiché sono state trasferite in Cina. La globalizzazione era giusta ed inevitabile ma è avvenuta in tempi molto stretti. 30 anni sono un tempo minimo per un fenomeno così vasto. Umanamente molte persone sono uscite dalla povertà grazie al fenomeno della globalizzazione ma parallelamente si sono sviluppati fenomeni come l’inquinamento. Il fantasma della povertà improvvisamente si è risvegliato e negli Stati Uniti ha votato il Partito Repubblicano che ha determinato la politica della Casa Bianca. Non so che cosa abbia in mente il Presidente americano ma credo che lui voglia cercare di recuperare con la politica dei dazi quello che gli Stati Uniti hanno perso durante la globalizzazione in alcune parti dell’America. La borsa di Wall Street negli Stati Uniti equivale a quello che per noi è l’INPS, ovvero è la base su cui si regge la vita delle famiglie americane. Un suo tracollo finanziario può destare molta paure e preoccupazione sul mercato americano poiché la funzione del principale motore dell'economia americana non ha solo uno scopo economico, ma anche sociale. Quello che mi ha sorpreso è che il ritiro dei dazi non riguarda il mercato della Cina che rappresenta una parte importante dei rapporti politici degli Stati Uniti. Al Governo Cinese è bastato sottoscrivere gli aumenti del debito americano per buttare giù tutto il sistema finanziario americano. Alla Cina è stato sufficiente non comprare i titoli americani per creare il crollo di borsa e per destare panico e preoccupazione tra il popolo americano. Questa scelta di Trump è stata un po’ una contraddizione poiché i dazi alla Cina dovevano rimanere. Preoccupazione? Aspettiamo di vedere come si svolgeranno gli eventi. Qualora la politica dei dazi intrapresa dalla Casa Bianca dovesse generare dei problemi, non sorprenderei se l’Italia si rivolgesse ad altri mercati mondiali che in questo momento sono molto più daziati dei mercati europei. La mancanza che deriverà dalla introduzione dei dazi sull’esportazione sul mercato europeo potrebbe essere compensata con altri mercati. C’è a chi sono stati imposti dei dazi peggio dei nostri. La situazione, però, per ora è sospesa e abbiamo tutte le ragioni per seguire lo svolgimento degli eventi".