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LIBANO - Save the Children: l'incursione di terra delle forze israeliane nel sud del Paese avrà conseguenze mortali per i bambini
01.10.2024 14:49 di Napoli Magazine

I bambini nel sud del Libano sono in grave pericolo di vita, corrono il rischio di forti danni fisici e disagio emotivo a seguito dell'incursione di terra nel sud del Libano da parte delle forze israeliane. Lo afferma Save the Children, l’Organizzazione che da oltre 100 anni lotta per salvare le bambine e i bambini a rischio e garantire loro un futuro.

Ieri l’esercito israeliano ha iniziato la sua prima incursione di terra nel sud del Libano dal 2006, dopo una notte di violenti attacchi aerei sulla periferia meridionale di Beirut.

Secondo il Ministero della Sanità libanese, gli attacchi in tutto il Paese hanno ucciso almeno 95 persone e ne hanno ferite 172 nelle ultime 24 ore, oltre 50 persone sono state uccise negli attacchi di domenica da parte delle forze israeliane, per un totale di circa 1.900 persone uccise nell’ultima escalation di violenza. 

Save the Children chiede un cessate il fuoco immediato per prevenire ulteriori sofferenze, garantire un accesso umanitario sicuro e impedire che il conflitto si inasprisca ulteriormente in tutta la regione.

“I bambini e i loro genitori in tutto il Libano stanno guardando gli eventi delle ultime ore con puro orrore e ci dicono che sono assolutamente terrorizzati da ciò che potrebbe accadere dopo. La violenza non è aumentata solo nel sud, negli ultimi giorni ci sono stati ripetuti attacchi a Beirut, dimostrando che in Libano nessun posto è sicuro. I genitori stanno lottando per tenere i propri figli al sicuro, di fronte al loro peggior incubo, qualcosa che temono ormai da un anno. I bambini sopporteranno il peso di questo conflitto negli anni a venire, con conseguenze disastrose non solo per il loro benessere fisico ma anche per la loro salute mentale a lungo termine. Tutto questo deve finire adesso” ha dichiarato Jennifer Moorehead, Direttrice di Save the Children in Libano.

Intanto, circa 60.000 bambini, molti dei quali disidratati e stremati, sono fuggiti in Siria dal Libano nell'ultima settimana.

Secondo i dati delle Nazioni Unite, dall'intensificarsi delle ostilità, il 24 settembre, circa 100.000 persone, di cui il 60% siriane e il 40% libanesi, sono entrate in Siria dal Libano[1]. Si stima che le violenze abbiano costretto circa un milione di persone a sfollare, quasi un quinto della popolazione libanese. 

I valichi di frontiera sono molto affollati, soprattutto da bambini, donne e persone con disabilità in attesa di entrare in Siria e si pensa che molti altri potrebbero attraversare il confine utilizzando punti di accesso informali.

Gli attacchi hanno colpito anche il valico di Jdeidet Yabous, dove un edificio è stato distrutto. Allo stesso tempo, altri attacchi aerei sono stati segnalati nelle zone rurali di Damasco e Homs, aree che accolgono molte delle persone in fuga dal Libano.

Save the Children chiede di proteggere le aree civili densamente popolate, in conformità con gli obblighi di tutte le parti in conflitto ai sensi del diritto internazionale umanitario.

La Siria è già alle prese con la più grande crisi umanitaria mai registrata dopo 14 anni di conflitto. Più di 16 milioni di persone, il 45% delle quali bambini, hanno bisogno di una qualche forma di assistenza umanitaria, mentre i finanziamenti per gli aiuti sono diminuiti. Il Libano ospita circa 1,5 milioni di siriani fuggiti dal conflitto.

"I bambini stanno pagando il prezzo più alto di questa violenza, costretti a fuggire dalle loro case sotto la costante minaccia di attacchi e bombardamenti. Alcuni di loro sono stati costretti a camminare per ore temendo di essere bombardati, solo per raggiungere un confine ancora molto pericoloso. Questa situazione non può continuare. Le persone fuggono dal Libano ed entrano in un Paese in cui i servizi sono quasi collassati dopo 14 anni di conflitto. La Siria sta vivendo una crisi umanitaria a livelli record e viene trascinata nell’escalation regionale.  La Siria non è un campo di gioco per gli attacchi, i minori non possono sopportarne altri. Tutte le parti devono ridurre l'escalation. Ogni giorno di ritardo mette a rischio altre vite. I bambini non possono sopravvivere a questa violenza incessante" ha dichiarato Rasha Muhrez, Direttore della risposta umanitaria di Save the Children in Siria.

Save the Children dal 2012 opera in Siria, dove ha raggiunto oltre 8,3 milioni di persone, tra cui quasi quattro milioni di bambini. L’intervento dell’Organizzazione combina interventi di emergenza e salvavita con il ripristino dei servizi di base, tra cui quelli relativi all’istruzione, alla sicurezza alimentare, alla fornitura d’acqua, ai servizi igienico-sanitari e all’igiene.

Save the Children opera in Libano dal 1953. Dall'ottobre 2023, ha intensificato la sua risposta in Libano, sostenendo i bambini e le famiglie sfollate libanesi, siriane e palestinesi, e ora ha intensificato la risposta all'emergenza in 70 rifugi distribuiti su tutto il Paese. Dall’ottobre 2023 ha supportato 71.000 persone, tra cui 31.000 bambini, con sostegno economico, coperte, materassi e cuscini, pacchi alimentari, bottiglie d’acqua e kit contenenti articoli igienici essenziali.

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LIBANO - Save the Children: l'incursione di terra delle forze israeliane nel sud del Paese avrà conseguenze mortali per i bambini

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01/10/2024 - 14:49

I bambini nel sud del Libano sono in grave pericolo di vita, corrono il rischio di forti danni fisici e disagio emotivo a seguito dell'incursione di terra nel sud del Libano da parte delle forze israeliane. Lo afferma Save the Children, l’Organizzazione che da oltre 100 anni lotta per salvare le bambine e i bambini a rischio e garantire loro un futuro.

Ieri l’esercito israeliano ha iniziato la sua prima incursione di terra nel sud del Libano dal 2006, dopo una notte di violenti attacchi aerei sulla periferia meridionale di Beirut.

Secondo il Ministero della Sanità libanese, gli attacchi in tutto il Paese hanno ucciso almeno 95 persone e ne hanno ferite 172 nelle ultime 24 ore, oltre 50 persone sono state uccise negli attacchi di domenica da parte delle forze israeliane, per un totale di circa 1.900 persone uccise nell’ultima escalation di violenza. 

Save the Children chiede un cessate il fuoco immediato per prevenire ulteriori sofferenze, garantire un accesso umanitario sicuro e impedire che il conflitto si inasprisca ulteriormente in tutta la regione.

“I bambini e i loro genitori in tutto il Libano stanno guardando gli eventi delle ultime ore con puro orrore e ci dicono che sono assolutamente terrorizzati da ciò che potrebbe accadere dopo. La violenza non è aumentata solo nel sud, negli ultimi giorni ci sono stati ripetuti attacchi a Beirut, dimostrando che in Libano nessun posto è sicuro. I genitori stanno lottando per tenere i propri figli al sicuro, di fronte al loro peggior incubo, qualcosa che temono ormai da un anno. I bambini sopporteranno il peso di questo conflitto negli anni a venire, con conseguenze disastrose non solo per il loro benessere fisico ma anche per la loro salute mentale a lungo termine. Tutto questo deve finire adesso” ha dichiarato Jennifer Moorehead, Direttrice di Save the Children in Libano.

Intanto, circa 60.000 bambini, molti dei quali disidratati e stremati, sono fuggiti in Siria dal Libano nell'ultima settimana.

Secondo i dati delle Nazioni Unite, dall'intensificarsi delle ostilità, il 24 settembre, circa 100.000 persone, di cui il 60% siriane e il 40% libanesi, sono entrate in Siria dal Libano[1]. Si stima che le violenze abbiano costretto circa un milione di persone a sfollare, quasi un quinto della popolazione libanese. 

I valichi di frontiera sono molto affollati, soprattutto da bambini, donne e persone con disabilità in attesa di entrare in Siria e si pensa che molti altri potrebbero attraversare il confine utilizzando punti di accesso informali.

Gli attacchi hanno colpito anche il valico di Jdeidet Yabous, dove un edificio è stato distrutto. Allo stesso tempo, altri attacchi aerei sono stati segnalati nelle zone rurali di Damasco e Homs, aree che accolgono molte delle persone in fuga dal Libano.

Save the Children chiede di proteggere le aree civili densamente popolate, in conformità con gli obblighi di tutte le parti in conflitto ai sensi del diritto internazionale umanitario.

La Siria è già alle prese con la più grande crisi umanitaria mai registrata dopo 14 anni di conflitto. Più di 16 milioni di persone, il 45% delle quali bambini, hanno bisogno di una qualche forma di assistenza umanitaria, mentre i finanziamenti per gli aiuti sono diminuiti. Il Libano ospita circa 1,5 milioni di siriani fuggiti dal conflitto.

"I bambini stanno pagando il prezzo più alto di questa violenza, costretti a fuggire dalle loro case sotto la costante minaccia di attacchi e bombardamenti. Alcuni di loro sono stati costretti a camminare per ore temendo di essere bombardati, solo per raggiungere un confine ancora molto pericoloso. Questa situazione non può continuare. Le persone fuggono dal Libano ed entrano in un Paese in cui i servizi sono quasi collassati dopo 14 anni di conflitto. La Siria sta vivendo una crisi umanitaria a livelli record e viene trascinata nell’escalation regionale.  La Siria non è un campo di gioco per gli attacchi, i minori non possono sopportarne altri. Tutte le parti devono ridurre l'escalation. Ogni giorno di ritardo mette a rischio altre vite. I bambini non possono sopravvivere a questa violenza incessante" ha dichiarato Rasha Muhrez, Direttore della risposta umanitaria di Save the Children in Siria.

Save the Children dal 2012 opera in Siria, dove ha raggiunto oltre 8,3 milioni di persone, tra cui quasi quattro milioni di bambini. L’intervento dell’Organizzazione combina interventi di emergenza e salvavita con il ripristino dei servizi di base, tra cui quelli relativi all’istruzione, alla sicurezza alimentare, alla fornitura d’acqua, ai servizi igienico-sanitari e all’igiene.

Save the Children opera in Libano dal 1953. Dall'ottobre 2023, ha intensificato la sua risposta in Libano, sostenendo i bambini e le famiglie sfollate libanesi, siriane e palestinesi, e ora ha intensificato la risposta all'emergenza in 70 rifugi distribuiti su tutto il Paese. Dall’ottobre 2023 ha supportato 71.000 persone, tra cui 31.000 bambini, con sostegno economico, coperte, materassi e cuscini, pacchi alimentari, bottiglie d’acqua e kit contenenti articoli igienici essenziali.