La Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente, presieduta dall’on. Michela Vittoria Brambilla e difesa dall’avv. Roberta Provenzano, è stata ammessa dal gup come parte civile nel processo di Catanzaro, nato dall’operazione “Magna Grecia” che coinvolge 27 persone, tra i quali il Rettore “pro tempore” dell’Università e dirigenti dell’Azienda sanitaria provinciale, indagati a vario titolo per associazione per delinquere, corruzione, falso, truffa aggravata ai danni dello Stato, maltrattamento e uccisione di animali. Secondo l’accusa, nell’Università era stato posto in essere un collaudato sistema illecito mediante l’esecuzione “pilotata” di visite ispettive svolte dall’A.S.P. presso i laboratori scientifici dell’Ateneo, assicurando in tal modo l’espletamento delle onerose attività progettuali autorizzate dal Ministero della Salute. Tra l’altro, gli inquirenti contestano le modalità con cui erano svolte le attività sperimentali con animali vivi, in gran parte violando le basilari norme di igiene e benessere animale, e numerosi casi di uccisione illegale. Il dibattimento si aprirà il 28 gennaio. “Il processo – osserva l’on. Brambilla – farà chiarezza sulle responsabilità dei singoli, ma quello delineato dall’accusa è un quadro impressionante di diffusa illegalità, fra truffe, corruzione e favoritismi. Il tutto, letteralmente, sulla pelle degli animali cosiddetti “da laboratorio” che sono davvero gli ultimi degli ultimi”.
di Napoli Magazine
17/12/2025 - 19:11
La Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente, presieduta dall’on. Michela Vittoria Brambilla e difesa dall’avv. Roberta Provenzano, è stata ammessa dal gup come parte civile nel processo di Catanzaro, nato dall’operazione “Magna Grecia” che coinvolge 27 persone, tra i quali il Rettore “pro tempore” dell’Università e dirigenti dell’Azienda sanitaria provinciale, indagati a vario titolo per associazione per delinquere, corruzione, falso, truffa aggravata ai danni dello Stato, maltrattamento e uccisione di animali. Secondo l’accusa, nell’Università era stato posto in essere un collaudato sistema illecito mediante l’esecuzione “pilotata” di visite ispettive svolte dall’A.S.P. presso i laboratori scientifici dell’Ateneo, assicurando in tal modo l’espletamento delle onerose attività progettuali autorizzate dal Ministero della Salute. Tra l’altro, gli inquirenti contestano le modalità con cui erano svolte le attività sperimentali con animali vivi, in gran parte violando le basilari norme di igiene e benessere animale, e numerosi casi di uccisione illegale. Il dibattimento si aprirà il 28 gennaio. “Il processo – osserva l’on. Brambilla – farà chiarezza sulle responsabilità dei singoli, ma quello delineato dall’accusa è un quadro impressionante di diffusa illegalità, fra truffe, corruzione e favoritismi. Il tutto, letteralmente, sulla pelle degli animali cosiddetti “da laboratorio” che sono davvero gli ultimi degli ultimi”.