I combattimenti in Ucraina continuano a mietere vittime, anche italiane. La notizia della morte di Thomas D'Alba, che ha perso la vita circa un mese fa sul fronte di Sumy, allunga infatti la lista dei foreign fighter partiti dal nostro Paese per unirsi al conflitto scatenato da Mosca. D'Alba, che nel passato aveva prestato servizio nella Folgore, è il settimo connazionale morto combattendo sul fronte ucraino: "Era un uomo gentile e coraggioso, un italiano. E' caduto in battaglia, nel Donbass, difendendo l'Ucraina e l'Europa", ha scritto sui social Vladislav Maistrouk, creator digitale e attivista ucraino che lo conosceva e lo aveva incontrato di recente.
Originario di Legnano, 40 anni, si era congedato anni fa dai paracadutisti che oggi ricordano le sue parole: "Sono stato in molte missioni all'estero e a volte mi chiedevo se fossi dalla parte giusta. In Ucraina non ho mai avuto questo dubbio", aveva scritto tempo fa, riporta il sito CongedatiFolgore. Ma la sua grande passione era la musica e aveva abbandonato il casco amaranto proprio per dedicarsi a insegnarla. Era "un insegnante combattente", dicono di lui i docenti della Scuola di Musica Paganini di Legnano: "Ha lavorato con noi come insegnante di batteria per 10 anni - racconta il direttore Fabio Poretti -. A febbraio, scaduto il contratto, ci ha comunicato la sua decisione di partire per l'Ucraina. Non ci ha mai spiegato cosa l'abbia spinto, non è sceso nei dettagli su cosa andasse a fare. Di certo, e chiunque l'abbia conosciuto può garantirlo, non lo hanno spinto motivazioni economiche. Era un uomo giusto, non in vendita". In questi mesi - proseguono gli ex colleghi - "non aveva mai interrotto le comunicazioni con noi. Quando poteva mandava un messaggio. Riservato, ma era il suo modo per farci sapere che stava bene. Per spiegare che persona fosse Thomas: nei giorni di turno di riposo da soldato suonava per i bambini degli ospedali ucraini". D'Alba non era sposato, amava la musica quanto "odiava le ingiustizie".
Solo due mesi fa la notizia dell'uccisione in combattimento di altri due italiani impegnati in quella guerra: Antonio Omar Dridi, palermitano trentacinquenne, e Manuel Mameli, 25 anni di Cagliari. Dall'inizio dell'invasione russa in Ucraina la legge italiana, che punisce chi partecipa a conflitti armati all'estero, non ha impedito a qualche decina di connazionali di imbracciare le armi con l'una o l'altra parte. La prima vittima nell'aprile del 2022: a un mese dall'inizio della guerra resta ucciso Edy Ongaro, 46 anni, originario di Portogruaro (Venezia).
Con il nome da battaglia 'Bozambo', venne colpito da una bomba a mano nel Donbass. A settembre dello stesso anno è la volta di Benjamin Giorgio Galli, un 27enne originario di Varese, morto dopo essere rimasto ferito in battaglia combattendo contro i russi. Passa un mese e rimane ucciso nel Donetsk Elia Putzolu, 27 anni, nato a Roma e cresciuto in Toscana, dove era schierato con i filorussi.
Nel novembre del 2024 viene data la notizia della morte di Angelo Costanza, 42 anni, di Favara ma residente in Belgio, che si era arruolato nell'esercito ucraino: a tutt'oggi sulla sua sorte rimane il giallo perché secondo alcune fonti sarebbe stato catturato. Lo stesso mese muore Massimiliano Galletti, 59 anni, il soccorritore rimasto ferito settimane prima dalle schegge di un colpo di 'Rpg': non era un foreign fighter, ma svolgeva servizio volontario di assistenza ai combattenti al fronte in una località non distante da Kiev.
di Napoli Magazine
05/07/2025 - 20:11
I combattimenti in Ucraina continuano a mietere vittime, anche italiane. La notizia della morte di Thomas D'Alba, che ha perso la vita circa un mese fa sul fronte di Sumy, allunga infatti la lista dei foreign fighter partiti dal nostro Paese per unirsi al conflitto scatenato da Mosca. D'Alba, che nel passato aveva prestato servizio nella Folgore, è il settimo connazionale morto combattendo sul fronte ucraino: "Era un uomo gentile e coraggioso, un italiano. E' caduto in battaglia, nel Donbass, difendendo l'Ucraina e l'Europa", ha scritto sui social Vladislav Maistrouk, creator digitale e attivista ucraino che lo conosceva e lo aveva incontrato di recente.
Originario di Legnano, 40 anni, si era congedato anni fa dai paracadutisti che oggi ricordano le sue parole: "Sono stato in molte missioni all'estero e a volte mi chiedevo se fossi dalla parte giusta. In Ucraina non ho mai avuto questo dubbio", aveva scritto tempo fa, riporta il sito CongedatiFolgore. Ma la sua grande passione era la musica e aveva abbandonato il casco amaranto proprio per dedicarsi a insegnarla. Era "un insegnante combattente", dicono di lui i docenti della Scuola di Musica Paganini di Legnano: "Ha lavorato con noi come insegnante di batteria per 10 anni - racconta il direttore Fabio Poretti -. A febbraio, scaduto il contratto, ci ha comunicato la sua decisione di partire per l'Ucraina. Non ci ha mai spiegato cosa l'abbia spinto, non è sceso nei dettagli su cosa andasse a fare. Di certo, e chiunque l'abbia conosciuto può garantirlo, non lo hanno spinto motivazioni economiche. Era un uomo giusto, non in vendita". In questi mesi - proseguono gli ex colleghi - "non aveva mai interrotto le comunicazioni con noi. Quando poteva mandava un messaggio. Riservato, ma era il suo modo per farci sapere che stava bene. Per spiegare che persona fosse Thomas: nei giorni di turno di riposo da soldato suonava per i bambini degli ospedali ucraini". D'Alba non era sposato, amava la musica quanto "odiava le ingiustizie".
Solo due mesi fa la notizia dell'uccisione in combattimento di altri due italiani impegnati in quella guerra: Antonio Omar Dridi, palermitano trentacinquenne, e Manuel Mameli, 25 anni di Cagliari. Dall'inizio dell'invasione russa in Ucraina la legge italiana, che punisce chi partecipa a conflitti armati all'estero, non ha impedito a qualche decina di connazionali di imbracciare le armi con l'una o l'altra parte. La prima vittima nell'aprile del 2022: a un mese dall'inizio della guerra resta ucciso Edy Ongaro, 46 anni, originario di Portogruaro (Venezia).
Con il nome da battaglia 'Bozambo', venne colpito da una bomba a mano nel Donbass. A settembre dello stesso anno è la volta di Benjamin Giorgio Galli, un 27enne originario di Varese, morto dopo essere rimasto ferito in battaglia combattendo contro i russi. Passa un mese e rimane ucciso nel Donetsk Elia Putzolu, 27 anni, nato a Roma e cresciuto in Toscana, dove era schierato con i filorussi.
Nel novembre del 2024 viene data la notizia della morte di Angelo Costanza, 42 anni, di Favara ma residente in Belgio, che si era arruolato nell'esercito ucraino: a tutt'oggi sulla sua sorte rimane il giallo perché secondo alcune fonti sarebbe stato catturato. Lo stesso mese muore Massimiliano Galletti, 59 anni, il soccorritore rimasto ferito settimane prima dalle schegge di un colpo di 'Rpg': non era un foreign fighter, ma svolgeva servizio volontario di assistenza ai combattenti al fronte in una località non distante da Kiev.