Il play del Napoli Basketball Stefano Saccoccia e l’esterno della Nutribullet Treviso Federico Miaschi si sono raccontati in esclusiva nel terzo appuntamento di “Speak&Roll”, in onda ogni venerdì dalle 20.30 alle 21.30 sulle frequenze (FM 100,5 MHZ, Canale 84 del digitale terrestre Campania) e piattaforme (Streaming video su crcnews app gratuita di #RadioCRC in live su YouTube) di Radio CRC.
Piene di spunti le interviste nel programma ideato da Stefano Prestisimone - storica firma de “Il Mattino” - e Davide Uccella, con le domande in studio e gli stimoli arrivati dai tifosi attraverso la linea WhatsApp di CRC, i social Facebook, Instagram e Telegram di Speak&Roll e dei partner “MemeNapoli” e “CanestroAzzurro”.
A seguire le principali dichiarazioni dei due ospiti, a poche ore dalla sfida di domani sera alle 19.00 tra i due fanalini di coda della Serie A, sul parquet del PalaVerde.
SACCOCCIA E LA FIDUCIA DELLA SOCIETA' - "Rispetto all'anno scorso ho più fiducia dal punto di vista sia societario sia manageriale dello staff, questa è un'ottima cosa sia per me sia per la mia crescita: il mio futuro è anche il motivo principale per cui sono rimasto a Napoli. Quando quest'estate ho parlato sia con sia con James (Laughlin, ndr) sia con il nuovo coach, subito mi hanno dato delle impressioni ottime per quanto riguarda questa stagione, sono sicuro che questo possano aiutarmi molto ad alzare il mio livello".
SACCOCCIA E L'ESPERIENZA IN PRIMA SQUADRA - "Quando ti ritrovi a stare in mezzo a gente che ha più talento e più esperienza di te devi avere delle piccole accortezze, però il mio stile di gioco non è cambiato. Sono sempre lo stesso ragazzo a cui piace avere la palla in mano ma devo adattarmi, questa è una cosa che già l'anno scorso ho iniziato ad imparare a fare, quest'anno sto cercando di affinarla il più possibile per poter rientrare nelle rotazioni del coach".
SACCOCCIA E L'AIUTO DI GENTILE E MITROU-LONG - "Allenarsi con due playmaker come sono Gentile e Mitrou-Long è un aiuto clamoroso. Gentile mi aiuta molto, devo dire, durante gli allenamenti, nei post allenamenti, quando faccio magari qualche errore. Stessa cosa Naz, che nonostante sia americano è molto propositivo, molto ben intento ad aiutarmi e questa è una cosa fantastica sia per me, ma anche per tutta la squadra".
SACCOCCIA E LA CRESCITA DEL GRUPPO - "Io e Kaspar (Treier, ndr) siamo i veterani (ride, ndr) essendo da due anni in questa squadra e in questo senso, soprattutto all'inizio, eravamo un po' i punti di riferimento. Adesso pian piano si stanno adattando tutti, è comunque una bella cosa essere il più giovane perché sei quello che deve dare più energia, sei quello che deve spingere un po' anche tutti gli altri. Penso che questa cosa mi stia riuscendo bene per adesso e spero di continuare così".
SACCOCCIA E LE "SACCOCCIATE" - "Mi fa ridere perché questo termine perché è stato usato tantissime volte dai miei amici, anche per prendermi un po' in giro, era un bel po' che non lo sentivo però sì, è stato un termine inventato per definire, diciamo, delle mie giocate. Sono delle mie iniziative individuali, diciamo, dove faccio canestro la maggior parte delle volte. E' passato il tempo ma sono sempre le stesse, non sono assolutamente cambiate. Spero di mostrarvene tante molto presto".
SACCOCCIA E IL SUO APPROCCIO IN CAMPO - "Avendo la statura che ho, non posso assolutamente permettermi di essere un giocatore moscio in campo, quindi devo essere sempre quello che appena entra, se ha qualche minuto deve dare il massimo, 100 per cento ogni secondo che calca il parquet quindi non ho paura, non ho mai avuto paura, questa qua è una cosa che mi riconosco da solo".
SACCOCCIA, L'ESEMPIO DI KEVIN PANGOS - "Parlo ovviamente delle stagioni scorse, questa è ancora un po' prematura. Direi sicuramente Kevin Pangos, per il suo utilizzo del pick and roll, perché è sempre stato un giocatore che ho guardato, quindi rincontrarlo a Napoli è stato molto bello e mi ha insegnato molto".
SACCOCCIA E LA PROSPETTIVA SCARTATA DELL'A2 - “Sicuramente quella di andare in A2 poteva essere un'opzione, però la cosa che più mi ha convinto a rimanere è stata appunto la chiacchierata che ho fatto con la dirigenza e con il coach quest'estate e penso di non aver fatto scelta più giusta, onestamente. Perché questa fiducia me la stanno mostrando giorno dopo giorno e il mio unico dovere è quello di ripagargliela, quindi sono sicuro di aver fatto la scelta giusta".
SACCOCCIA E L'OBIETTIVO NAZIONALE - "Io cercherò di dare sempre il massimo per ottenere la chiamata della nazionale maggiore. Treviso per esempio ha Torresani, un ragazzo che conosco molto bene avendo fatto le giovanili insieme inclusa quest'estate con l'under 20. Lui è sicuramente un ragazzo molto atletico e si merita assolutamente il percorso che sta facendo. Il mio obiettivo è quello di avvicinarmi il più possibile al giro azzurro, quindi devo spingermi al massimo e non pormi i limiti".
MIASCHI E LA NAPOLI DI OGGI - "Penso che la partita con Napoli sia già una sorta di uno scontro diretto, nonostante sia solo la terza di campionato. Penso che la discriminante maggiore sarà quella dell'aggressività e della voglia di vincere. Sembra un po' banale dirlo, perché dovrebbe essere un po' sempre così, però in questi tipi di partite dove si respira un po' l'area di scontro diretto, di obiettivi simili, penso che poi sia quello a determinare il risultato finale".
MIASCHI E L'INTERESSE DI NAPOLI - "Quando ero in A2 e Napoli altrettanto, c'era stato un anno in cui sono stato vicino, poi qualche interessamento anche in seguito, ma mai un'offerta vera e propria".
MIASCHI E LE TANTE NOVITA' DI TREVISO - "Io vedo le tante novità del nostro roster come un'opportunità. Ovviamente ci vorrà un po' più tempo delle squadre più consolidate a capire meglio le nostre gerarchie, la nostra chimica di squadra, ma ci conosceremo sempre meglio, quindi è un'opportunità di sicuro".
MIASCHI E GLI UP AND DOWN DI TREVISO - “Di sicuro l'aspetto primario che abbiamo riguardato è quello difensivo, che ovviamente sembra banale dirlo, ma quando poi subisci così tanti punti è la prima cosa sulla quale poi lavori in settimana. Abbiamo lavorato sull'aggressività, sulla voglia di vincere i duelli individuali. Poi ovviamente bisogna anche essere realisti; nel senso che abbiamo giocato contro due signore squadre, perché Brescia era la finalista dell'anno scorso, Tortona penso abbia tra i budget più alti del campionato. Se da un lato ci portiamo la delusione delle sconfitte, dall'altro ci portiamo anche la consapevolezza di potercela giocare con qualsiasi squadra in questo campionato".
MIASCHI E IL RUOLO IDEALE - "Diciamo che negli ultimi anni il livello di talento e fisicità tra A2 e A è diventato ancora più marcato, però penso che il ruolo di ala piccola sia quello che mi si addica un po' di più. Ovviamente all'evenienza, sia con coach Rossi sia con altri coach in passato, non ho problemi a giocare anche da guardia".
MIASCHI E L'INFORTUNIO DI WEBER - "Lui purtroppo è ancora fermo in questo momento, ovviamente sta lavorando tutti i giorni per tornare il prima possibile. Ci dispiace per lui innanzitutto, ma anche le molte caratteristiche delle quali in questo momento siamo un po' diciamo così carenti, soprattutto difensive. Di sicuro il suo rientro sarà un plus davvero importante per noi".
MIASCHI E IL FATTORE PALAVERDE - "E' un privilegio poter giocare in un impianto che ha fatto la storia, con un pubblico caloroso e giustamente esigente. Dobbiamo sfruttare questo aspetto, portare sempre più tifosi. Di sicuro sono un elemento aggiunto in tutte le piazze, ma a Treviso un pizzico in più".
MIASCHI E L'IDOLO TONUT - "Avendo fatto il settore giovanile alla Reyer Venezia un po' come italiano guardavo molto Stefano Tonut, se poi devo dire poi il mio giocatore preferito è sempre stato Belinelli".
MIASCHI E IL RAPPORTO CON COACH ROSSI - "Il rapporto con il coach è ottimo, tutta la squadra si trova bene con lui perché è molto molto grintoso, lo si vede anche al di fuori da dallo spogliatoio, quindi in ogni allenamento cerca di trasmetterci la sua voglia di competere, la sua voglia di eccellere, non di rimanere nella media o nella mediocrità. Questa è una cosa che ci ripete spesso e che ci sta trasmettendo. Secondo me questo suo atteggiamento e voglia di vincere alla lunga ripagherà un po' tutti".
MIASCHI E L'ULTIMO TIRO - "Non me lo prenderei in questa squadra. Per fortuna abbiamo Joe Ragland, la sua carriera parla per lui. Mi fido anche del mio tiro, ma mi fido innanzitutto di lui (ride, ndr.)".
di Napoli Magazine
18/10/2025 - 11:03
Il play del Napoli Basketball Stefano Saccoccia e l’esterno della Nutribullet Treviso Federico Miaschi si sono raccontati in esclusiva nel terzo appuntamento di “Speak&Roll”, in onda ogni venerdì dalle 20.30 alle 21.30 sulle frequenze (FM 100,5 MHZ, Canale 84 del digitale terrestre Campania) e piattaforme (Streaming video su crcnews app gratuita di #RadioCRC in live su YouTube) di Radio CRC.
Piene di spunti le interviste nel programma ideato da Stefano Prestisimone - storica firma de “Il Mattino” - e Davide Uccella, con le domande in studio e gli stimoli arrivati dai tifosi attraverso la linea WhatsApp di CRC, i social Facebook, Instagram e Telegram di Speak&Roll e dei partner “MemeNapoli” e “CanestroAzzurro”.
A seguire le principali dichiarazioni dei due ospiti, a poche ore dalla sfida di domani sera alle 19.00 tra i due fanalini di coda della Serie A, sul parquet del PalaVerde.
SACCOCCIA E LA FIDUCIA DELLA SOCIETA' - "Rispetto all'anno scorso ho più fiducia dal punto di vista sia societario sia manageriale dello staff, questa è un'ottima cosa sia per me sia per la mia crescita: il mio futuro è anche il motivo principale per cui sono rimasto a Napoli. Quando quest'estate ho parlato sia con sia con James (Laughlin, ndr) sia con il nuovo coach, subito mi hanno dato delle impressioni ottime per quanto riguarda questa stagione, sono sicuro che questo possano aiutarmi molto ad alzare il mio livello".
SACCOCCIA E L'ESPERIENZA IN PRIMA SQUADRA - "Quando ti ritrovi a stare in mezzo a gente che ha più talento e più esperienza di te devi avere delle piccole accortezze, però il mio stile di gioco non è cambiato. Sono sempre lo stesso ragazzo a cui piace avere la palla in mano ma devo adattarmi, questa è una cosa che già l'anno scorso ho iniziato ad imparare a fare, quest'anno sto cercando di affinarla il più possibile per poter rientrare nelle rotazioni del coach".
SACCOCCIA E L'AIUTO DI GENTILE E MITROU-LONG - "Allenarsi con due playmaker come sono Gentile e Mitrou-Long è un aiuto clamoroso. Gentile mi aiuta molto, devo dire, durante gli allenamenti, nei post allenamenti, quando faccio magari qualche errore. Stessa cosa Naz, che nonostante sia americano è molto propositivo, molto ben intento ad aiutarmi e questa è una cosa fantastica sia per me, ma anche per tutta la squadra".
SACCOCCIA E LA CRESCITA DEL GRUPPO - "Io e Kaspar (Treier, ndr) siamo i veterani (ride, ndr) essendo da due anni in questa squadra e in questo senso, soprattutto all'inizio, eravamo un po' i punti di riferimento. Adesso pian piano si stanno adattando tutti, è comunque una bella cosa essere il più giovane perché sei quello che deve dare più energia, sei quello che deve spingere un po' anche tutti gli altri. Penso che questa cosa mi stia riuscendo bene per adesso e spero di continuare così".
SACCOCCIA E LE "SACCOCCIATE" - "Mi fa ridere perché questo termine perché è stato usato tantissime volte dai miei amici, anche per prendermi un po' in giro, era un bel po' che non lo sentivo però sì, è stato un termine inventato per definire, diciamo, delle mie giocate. Sono delle mie iniziative individuali, diciamo, dove faccio canestro la maggior parte delle volte. E' passato il tempo ma sono sempre le stesse, non sono assolutamente cambiate. Spero di mostrarvene tante molto presto".
SACCOCCIA E IL SUO APPROCCIO IN CAMPO - "Avendo la statura che ho, non posso assolutamente permettermi di essere un giocatore moscio in campo, quindi devo essere sempre quello che appena entra, se ha qualche minuto deve dare il massimo, 100 per cento ogni secondo che calca il parquet quindi non ho paura, non ho mai avuto paura, questa qua è una cosa che mi riconosco da solo".
SACCOCCIA, L'ESEMPIO DI KEVIN PANGOS - "Parlo ovviamente delle stagioni scorse, questa è ancora un po' prematura. Direi sicuramente Kevin Pangos, per il suo utilizzo del pick and roll, perché è sempre stato un giocatore che ho guardato, quindi rincontrarlo a Napoli è stato molto bello e mi ha insegnato molto".
SACCOCCIA E LA PROSPETTIVA SCARTATA DELL'A2 - “Sicuramente quella di andare in A2 poteva essere un'opzione, però la cosa che più mi ha convinto a rimanere è stata appunto la chiacchierata che ho fatto con la dirigenza e con il coach quest'estate e penso di non aver fatto scelta più giusta, onestamente. Perché questa fiducia me la stanno mostrando giorno dopo giorno e il mio unico dovere è quello di ripagargliela, quindi sono sicuro di aver fatto la scelta giusta".
SACCOCCIA E L'OBIETTIVO NAZIONALE - "Io cercherò di dare sempre il massimo per ottenere la chiamata della nazionale maggiore. Treviso per esempio ha Torresani, un ragazzo che conosco molto bene avendo fatto le giovanili insieme inclusa quest'estate con l'under 20. Lui è sicuramente un ragazzo molto atletico e si merita assolutamente il percorso che sta facendo. Il mio obiettivo è quello di avvicinarmi il più possibile al giro azzurro, quindi devo spingermi al massimo e non pormi i limiti".
MIASCHI E LA NAPOLI DI OGGI - "Penso che la partita con Napoli sia già una sorta di uno scontro diretto, nonostante sia solo la terza di campionato. Penso che la discriminante maggiore sarà quella dell'aggressività e della voglia di vincere. Sembra un po' banale dirlo, perché dovrebbe essere un po' sempre così, però in questi tipi di partite dove si respira un po' l'area di scontro diretto, di obiettivi simili, penso che poi sia quello a determinare il risultato finale".
MIASCHI E L'INTERESSE DI NAPOLI - "Quando ero in A2 e Napoli altrettanto, c'era stato un anno in cui sono stato vicino, poi qualche interessamento anche in seguito, ma mai un'offerta vera e propria".
MIASCHI E LE TANTE NOVITA' DI TREVISO - "Io vedo le tante novità del nostro roster come un'opportunità. Ovviamente ci vorrà un po' più tempo delle squadre più consolidate a capire meglio le nostre gerarchie, la nostra chimica di squadra, ma ci conosceremo sempre meglio, quindi è un'opportunità di sicuro".
MIASCHI E GLI UP AND DOWN DI TREVISO - “Di sicuro l'aspetto primario che abbiamo riguardato è quello difensivo, che ovviamente sembra banale dirlo, ma quando poi subisci così tanti punti è la prima cosa sulla quale poi lavori in settimana. Abbiamo lavorato sull'aggressività, sulla voglia di vincere i duelli individuali. Poi ovviamente bisogna anche essere realisti; nel senso che abbiamo giocato contro due signore squadre, perché Brescia era la finalista dell'anno scorso, Tortona penso abbia tra i budget più alti del campionato. Se da un lato ci portiamo la delusione delle sconfitte, dall'altro ci portiamo anche la consapevolezza di potercela giocare con qualsiasi squadra in questo campionato".
MIASCHI E IL RUOLO IDEALE - "Diciamo che negli ultimi anni il livello di talento e fisicità tra A2 e A è diventato ancora più marcato, però penso che il ruolo di ala piccola sia quello che mi si addica un po' di più. Ovviamente all'evenienza, sia con coach Rossi sia con altri coach in passato, non ho problemi a giocare anche da guardia".
MIASCHI E L'INFORTUNIO DI WEBER - "Lui purtroppo è ancora fermo in questo momento, ovviamente sta lavorando tutti i giorni per tornare il prima possibile. Ci dispiace per lui innanzitutto, ma anche le molte caratteristiche delle quali in questo momento siamo un po' diciamo così carenti, soprattutto difensive. Di sicuro il suo rientro sarà un plus davvero importante per noi".
MIASCHI E IL FATTORE PALAVERDE - "E' un privilegio poter giocare in un impianto che ha fatto la storia, con un pubblico caloroso e giustamente esigente. Dobbiamo sfruttare questo aspetto, portare sempre più tifosi. Di sicuro sono un elemento aggiunto in tutte le piazze, ma a Treviso un pizzico in più".
MIASCHI E L'IDOLO TONUT - "Avendo fatto il settore giovanile alla Reyer Venezia un po' come italiano guardavo molto Stefano Tonut, se poi devo dire poi il mio giocatore preferito è sempre stato Belinelli".
MIASCHI E IL RAPPORTO CON COACH ROSSI - "Il rapporto con il coach è ottimo, tutta la squadra si trova bene con lui perché è molto molto grintoso, lo si vede anche al di fuori da dallo spogliatoio, quindi in ogni allenamento cerca di trasmetterci la sua voglia di competere, la sua voglia di eccellere, non di rimanere nella media o nella mediocrità. Questa è una cosa che ci ripete spesso e che ci sta trasmettendo. Secondo me questo suo atteggiamento e voglia di vincere alla lunga ripagherà un po' tutti".
MIASCHI E L'ULTIMO TIRO - "Non me lo prenderei in questa squadra. Per fortuna abbiamo Joe Ragland, la sua carriera parla per lui. Mi fido anche del mio tiro, ma mi fido innanzitutto di lui (ride, ndr.)".