Maurizio De Giovanni, presente negli studi de "Il Bello del Calcio" su Tele Vomero, ha ripercorso la stagione della squadra di Spalletti nel corso di un monologo durante la trasmissione. Queste le sue parole in diretta: “Napoli in passato era in ginocchio dopo il colera e il terremoto. Pensava di essere ultima, sempre. Poi venne, a 23 anni e mezzo, il miglior giocatore al mondo in una squadra e in una città che non aveva mai vinto niente. E’ come se il Palermo comprasse Mbappé alla stessa età. Attorno a lui a poco a poco si creò un grande gruppo che spiegò come si potesse vincere anche qui: si vinse una volta, lo si fece in Europa, arrivò una Coppa Italia senza pareggiare una partita e poi ci fu il secondo trionfo. Dopo sono iniziati 33 anni di lotte, 33 anni di delusione. Non è stato un intervallo, oggi parliamo come se ci fossimo addormentati e poi risvegliati. In realtà sono stati 33 anni di fallimenti, illusioni e disperazioni. E’ stato difficile, poi siamo risaliti tutti insieme. Eravamo 60mila con il Cittadella. Abbiamo sognato, siamo tornati in Europa e ci siamo rimasti 14 anni. Nessuno ci poteva credere. Questo sembrava un anno di transizione e di passaggio: in estate nessuno avrebbe pronosticato il trionfo del Napoli, poi è cominciata dalla prima giornata una storia incredibile. Abbiamo conosciuto ragazzi sconosciuti: un coreano che sostituiva Koulibaly e si è poi rivelato ben altra cosa, abbiamo visto un ragazzo georgiano dal nome impronunciabile ma che è diventato il migliore calciatore del campionato. E’ cambiato Osimhen, diventato ciò che è oggi. Abbiamo iniziato prima a mormorare, poi ad alzare la voce ed infine urlare fortissimo: abbiamo scoperto di avere una Ferrari e anche di più. Abbiamo visto un calcio che altrove non si vedeva e siamo diventati qualcosa di diverso da ciò che pensavamo. Dopo 33 abbiamo capito che potevamo vincere e mano mano abbiamo fatto talmente tanti punti da sentirci al sicuro, cosa mai successa. Abbiamo iniziato a pronunciare quella parola mai detta e capito che si poteva diventare campioni. Quando lo abbiamo capito siamo rimasti delusi dal mancato passaggio dei quarti Champions, che avrebbe potuto rendere la stagione ancor più indimenticabile. Noi siamo diventati campioni due mesi prima, quando più nessuno ci credeva di poter colmare l’abisso che si era creato. Siamo Campioni d’Italia e lo saremo per sempre, non lo saremo solo un anno. Questa città non è quella del passato, è già illuminata e il calcio è un’aggiunta. Ma ricordiamoci tutti, questa città era campione già prima”.
di Napoli Magazine
05/06/2023 - 22:25
Maurizio De Giovanni, presente negli studi de "Il Bello del Calcio" su Tele Vomero, ha ripercorso la stagione della squadra di Spalletti nel corso di un monologo durante la trasmissione. Queste le sue parole in diretta: “Napoli in passato era in ginocchio dopo il colera e il terremoto. Pensava di essere ultima, sempre. Poi venne, a 23 anni e mezzo, il miglior giocatore al mondo in una squadra e in una città che non aveva mai vinto niente. E’ come se il Palermo comprasse Mbappé alla stessa età. Attorno a lui a poco a poco si creò un grande gruppo che spiegò come si potesse vincere anche qui: si vinse una volta, lo si fece in Europa, arrivò una Coppa Italia senza pareggiare una partita e poi ci fu il secondo trionfo. Dopo sono iniziati 33 anni di lotte, 33 anni di delusione. Non è stato un intervallo, oggi parliamo come se ci fossimo addormentati e poi risvegliati. In realtà sono stati 33 anni di fallimenti, illusioni e disperazioni. E’ stato difficile, poi siamo risaliti tutti insieme. Eravamo 60mila con il Cittadella. Abbiamo sognato, siamo tornati in Europa e ci siamo rimasti 14 anni. Nessuno ci poteva credere. Questo sembrava un anno di transizione e di passaggio: in estate nessuno avrebbe pronosticato il trionfo del Napoli, poi è cominciata dalla prima giornata una storia incredibile. Abbiamo conosciuto ragazzi sconosciuti: un coreano che sostituiva Koulibaly e si è poi rivelato ben altra cosa, abbiamo visto un ragazzo georgiano dal nome impronunciabile ma che è diventato il migliore calciatore del campionato. E’ cambiato Osimhen, diventato ciò che è oggi. Abbiamo iniziato prima a mormorare, poi ad alzare la voce ed infine urlare fortissimo: abbiamo scoperto di avere una Ferrari e anche di più. Abbiamo visto un calcio che altrove non si vedeva e siamo diventati qualcosa di diverso da ciò che pensavamo. Dopo 33 abbiamo capito che potevamo vincere e mano mano abbiamo fatto talmente tanti punti da sentirci al sicuro, cosa mai successa. Abbiamo iniziato a pronunciare quella parola mai detta e capito che si poteva diventare campioni. Quando lo abbiamo capito siamo rimasti delusi dal mancato passaggio dei quarti Champions, che avrebbe potuto rendere la stagione ancor più indimenticabile. Noi siamo diventati campioni due mesi prima, quando più nessuno ci credeva di poter colmare l’abisso che si era creato. Siamo Campioni d’Italia e lo saremo per sempre, non lo saremo solo un anno. Questa città non è quella del passato, è già illuminata e il calcio è un’aggiunta. Ma ricordiamoci tutti, questa città era campione già prima”.