Calcio
DALLINGA - L'intermediario De Marchi: "Il Bologna ha chiuso le porte e lui vuol restare, poi il mercato è imprevedibile"
20.12.2025 14:25 di Napoli Magazine
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A StileTv, nel corso della trasmissione “Salite sulla Giostra”, è intervenuto Marco De Marchi, ex calciatore del Bologna ed intermediario di Dallinga: “Il Bologna si è consacrato ad alti livelli. Il presidente Saputo disse che avrebbe riportato la squadra in alto, ed è stato di parola. Ci sono stati anche momenti difficili e di cambiamento, ma oggi, con Sartori, Di Vaio e gli allenatori che si sono succeduti, è arrivato a competere con i club più importanti in Italia. Oggi a Bologna si respira un entusiasmo mai visto. Il Napoli vinse uno scudetto contro il Bologna, ed ebbi la fortuna di comparire nel tabellino dei marcatori. Era una giornata particolare, c’era il dio del calcio in campo, che ho avuto il privilegio di ammirare da avversario negli anni della mia carriera, e lo ricordo molto volentieri. Quando ci giocavo contro, sembrava di essere in un flipper: loro avevano una tecnica elevata e un’intensità incredibile. Diego non era altissimo ma aveva una grande fisicità; quando pensavi di averlo fermato abbattendolo, lui si rialzava e ripartiva. Poi perdemmo anche la finale di Supercoppa, e io ero in panchina. Partimmo molto tardi in ritiro perché era l’anno dei mondiali, e arrivammo a quella partita con poca forma. Silenzi fece doppietta, e noi non vedemmo proprio la palla. Il Napoli era molto più avanti di condizione, e non facemmo una bella figura. Io avevo sia Dino che Roberto Baggio in squadra, il secondo era appena tornato dai mondiali insieme a Schillaci, e rientrarono quasi come se avessero vinto, perché fu il mondiale che li consacrò. Dallinga? È un giocatore che conosco da tantissimo tempo, da quando giocava nel Gronigen. In Serie B olandese fece 36 gol e fu poi acquistato dal Tolosa; nella Ligue 1 fece 37 gol in due stagioni. Era abituato a giocare da titolare e a trovare sempre una continuità fondamentale per lui. Oggi ha fatto un salto di qualità al Bologna, sia a livello nazionale che internazionale, e c’è anche una competizione interna che permette all’allenatore di utilizzare tutte le frecce dell’arco. Tutti gli attaccanti vogliono giocare e fare gol, e non è semplice per il mister. Il primo anno ha fatto fatica, quest’anno ha avuto più continuità e il gol contro il Napoli è l’emblema della sua qualità: tecnicamente è molto valido, riesce a farsi valere in area di rigore, gli manca forse quella continuità che dà a tutti la possibilità di crescere in maniera esponenziale. Se giochi in una squadra che affronta tante competizioni, però, il turnover è d’obbligo. Futuro? Il mondo del calcio è imprevedibile. Lui ha riscosso l’interesse da parte di tante squadre a livello europeo, ma con molta felicità il Bologna ha dichiarato di voler chiudere la porta perché conosce le qualità del ragazzo e non credo al momento che ci siano i presupposti per pensare il contrario. Le cose possono sempre cambiare, ma lui è felicissimo a Bologna e loro sono contenti di averlo. Gli attaccanti hanno caratteristiche diverse e per un allenatore è importante avere diverse opzioni da mettere in campo, vedi Immobile che è rientrato dall’infortunio e ieri è stato decisivo nel rigore. Peccato per l’infortunio di Bernardeschi, ma il reparto d’attacco è molto funzionale e variabile a seconda degli avversari. L’Inter è la squadra più attrezzata per vincere i titoli, mentre il Bologna è un avversario scomodo perché nel corso degli anni ha acquisito una mentalità importante, ed è stato bravo Italiano a non gettare via tutto ciò che era stato creato prima. Questa è l’intelligenza di un allenatore, lui ha conservato una base solida su cui costruire le proprie idee. Il Bologna ha un modo di giocare asfissiante, ed è difficile che perda la testa dopo un gol subito. Ha una tenuta fisica importante, e posso dire ai tifosi del Napoli che incontreranno un avversario scomodo da affrontare con la giusta attenzione. Vincere aiuta a vincere, e la mentalità vincente si costruisce attraverso le vittorie, perché aumenta l’autostima e le consapevolezze. Mi aspetto una bella partita perché il Bologna gioca a viso aperto, ma Conte studierà tutti i modi per portare a casa questo trofeo”.

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DALLINGA - L'intermediario De Marchi: "Il Bologna ha chiuso le porte e lui vuol restare, poi il mercato è imprevedibile"

di Napoli Magazine

20/12/2025 - 14:25

A StileTv, nel corso della trasmissione “Salite sulla Giostra”, è intervenuto Marco De Marchi, ex calciatore del Bologna ed intermediario di Dallinga: “Il Bologna si è consacrato ad alti livelli. Il presidente Saputo disse che avrebbe riportato la squadra in alto, ed è stato di parola. Ci sono stati anche momenti difficili e di cambiamento, ma oggi, con Sartori, Di Vaio e gli allenatori che si sono succeduti, è arrivato a competere con i club più importanti in Italia. Oggi a Bologna si respira un entusiasmo mai visto. Il Napoli vinse uno scudetto contro il Bologna, ed ebbi la fortuna di comparire nel tabellino dei marcatori. Era una giornata particolare, c’era il dio del calcio in campo, che ho avuto il privilegio di ammirare da avversario negli anni della mia carriera, e lo ricordo molto volentieri. Quando ci giocavo contro, sembrava di essere in un flipper: loro avevano una tecnica elevata e un’intensità incredibile. Diego non era altissimo ma aveva una grande fisicità; quando pensavi di averlo fermato abbattendolo, lui si rialzava e ripartiva. Poi perdemmo anche la finale di Supercoppa, e io ero in panchina. Partimmo molto tardi in ritiro perché era l’anno dei mondiali, e arrivammo a quella partita con poca forma. Silenzi fece doppietta, e noi non vedemmo proprio la palla. Il Napoli era molto più avanti di condizione, e non facemmo una bella figura. Io avevo sia Dino che Roberto Baggio in squadra, il secondo era appena tornato dai mondiali insieme a Schillaci, e rientrarono quasi come se avessero vinto, perché fu il mondiale che li consacrò. Dallinga? È un giocatore che conosco da tantissimo tempo, da quando giocava nel Gronigen. In Serie B olandese fece 36 gol e fu poi acquistato dal Tolosa; nella Ligue 1 fece 37 gol in due stagioni. Era abituato a giocare da titolare e a trovare sempre una continuità fondamentale per lui. Oggi ha fatto un salto di qualità al Bologna, sia a livello nazionale che internazionale, e c’è anche una competizione interna che permette all’allenatore di utilizzare tutte le frecce dell’arco. Tutti gli attaccanti vogliono giocare e fare gol, e non è semplice per il mister. Il primo anno ha fatto fatica, quest’anno ha avuto più continuità e il gol contro il Napoli è l’emblema della sua qualità: tecnicamente è molto valido, riesce a farsi valere in area di rigore, gli manca forse quella continuità che dà a tutti la possibilità di crescere in maniera esponenziale. Se giochi in una squadra che affronta tante competizioni, però, il turnover è d’obbligo. Futuro? Il mondo del calcio è imprevedibile. Lui ha riscosso l’interesse da parte di tante squadre a livello europeo, ma con molta felicità il Bologna ha dichiarato di voler chiudere la porta perché conosce le qualità del ragazzo e non credo al momento che ci siano i presupposti per pensare il contrario. Le cose possono sempre cambiare, ma lui è felicissimo a Bologna e loro sono contenti di averlo. Gli attaccanti hanno caratteristiche diverse e per un allenatore è importante avere diverse opzioni da mettere in campo, vedi Immobile che è rientrato dall’infortunio e ieri è stato decisivo nel rigore. Peccato per l’infortunio di Bernardeschi, ma il reparto d’attacco è molto funzionale e variabile a seconda degli avversari. L’Inter è la squadra più attrezzata per vincere i titoli, mentre il Bologna è un avversario scomodo perché nel corso degli anni ha acquisito una mentalità importante, ed è stato bravo Italiano a non gettare via tutto ciò che era stato creato prima. Questa è l’intelligenza di un allenatore, lui ha conservato una base solida su cui costruire le proprie idee. Il Bologna ha un modo di giocare asfissiante, ed è difficile che perda la testa dopo un gol subito. Ha una tenuta fisica importante, e posso dire ai tifosi del Napoli che incontreranno un avversario scomodo da affrontare con la giusta attenzione. Vincere aiuta a vincere, e la mentalità vincente si costruisce attraverso le vittorie, perché aumenta l’autostima e le consapevolezze. Mi aspetto una bella partita perché il Bologna gioca a viso aperto, ma Conte studierà tutti i modi per portare a casa questo trofeo”.