Calcio
FIGC - Gravina: "Europei? Anche io potevo fare di meglio, Spalletti era pronto a dimettersi, mi ricandido alla presidenza"
29.11.2024 00:27 di Napoli Magazine

Gabriele Gravina, presidente della FIGC, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai taccuini del Corriere della Sera:

"Mi ricandido. Non è stata una decisione facile, ma molto ponderata. Certe forme di aggressione che ho ricevuto nelle ultime settimane, e che non hanno precedenti in un Paese civile come l’Italia, non mi hanno impedito di andare avanti. Si è fatto di tutto per indurmi a non candidarmi. Ma non mi conoscono. Ho la capacità e la serenità di andare a testa alta e la coscienza a posto. Non ho commesso nessun reato. Sono rispettoso delle leggi e sono pronto a sottomettermi al giudizio della giustizia italiana. Però è inaudito tutto quello che mi sta accadendo. La Procura di Perugia, il Gip e il Riesame di Roma certificano che sono stato vittima di attività di dossieraggio illecita portata avanti da personaggi che hanno malanimo verso di me. Nonostante questo, si è imbastito un processo mediatico che mi lascia molto perplesso". 

Il presidente Gravina, tra l'opzione di fare un passo indietro o avanti, ha scelto la seconda. Interrogato sul perché di questa decisione, ha spiegato: "Sono stato tentato più volte di chiudere il mio impegno in FIGC e l’avevo confidato ai responsabili delle componenti che mi hanno sempre sostenuto. Tuttavia, avevo un impegno morale con loro. Bisogna completare un percorso condiviso. È stata una scelta sofferta, non facile, ma responsabile".

Riguardo all'inchiesta penale aperta, un argomento che rende il momento della candidatura delicato, Gravina ha ammesso di averci riflettuto attentamente: "Il pm ha già fatto per due volte richiesta di sequestro dei beni, e per due volte è stata rigettata. Sul piano giudiziario ne sono uscito indenne, eppure sono stato infangato".

Quando gli viene ricordato che l’indagine è ancora in corso, con la possibilità di un rinvio a giudizio, il presidente si è mostrato fiducioso: "Ho piena fiducia nella giustizia e sono certo che questa colata di fango si esaurirà. Lo Statuto prevede che non ci si possa candidare solo in caso di una condanna definitiva superiore a un anno. Per ora non c’è neppure una conclusione dell’indagine. Sono una persona perbene, che ha dato molto al calcio e vuole continuare a farlo".

"Aver contribuito a dare stabilità al sistema devastato dalla pandemia attraverso la distribuzione di 162 milioni di euro alle componenti. Ciò è stato possibile grazie a una buona gestione federale. E poi, aver difeso l’autonomia della FIGC dalle ingerenze: il cambiamento dobbiamo governarlo noi",

Sul piano tecnico, ha ricordato con emozione l’Europeo del 2021: "La gioia più grande degli ultimi 18 anni. Ma non solo, sono fiero del lavoro fatto sulle Nazionali giovanili, che ci ha permesso di vincere il premio Burlaz della UEFA. La Spagna lo aveva vinto otto volte, noi mai. Siamo sulla strada giusta".

Ma cosa, invece, non rifarebbe? Gravina ha ammesso con sincerità: "Potevamo fare meglio in Germania, anche io. Nella preparazione si è generata un po’ di confusione e non siamo stati in grado di dare il giusto supporto a Spalletti. Poi c’è una macchia enorme: i Mondiali. Però i rigori non li tiro io…".

Lo shock dell’eliminazione e il ruolo di Spalletti
L’eliminazione dall’Europeo ha lasciato il segno, ma secondo Gravina ha anche contribuito a un cambiamento positivo. "Dopo la disfatta ci siamo presi una settimana di tempo per riflettere. Poi ci siamo rivisti anche con Buffon e abbiamo fatto autocritica, ognuno per le proprie competenze".

A proposito di Luciano Spalletti, Gravina ha sottolineato la serietà dell’allenatore: "Già la sera dell’eliminazione era pronto a rimettere il mandato. È una persona molto seria, lavora sette giorni su sette e lo apprezziamo sempre di più. La sua permanenza sulla panchina azzurra non è mai stata in discussione".

Ma cosa succederebbe se il finale dell’inchiesta non fosse a suo favore? Gravina non si è sottratto alla domanda: "Parliamo di una vicenda che, se dovesse andare avanti, porterebbe una sentenza tra anni, anche se spero di chiuderla prima. Il reato di auto-riciclaggio è completamente infondato. Rinunciare alla candidatura significherebbe fare il gioco di chi mi vuole male. Le componenti che mi supportano sono consapevoli dei rischi e mi hanno detto di andare avanti. Non ho nulla da temere e non accetto che qualcuno diffonda documenti falsi".

Il rapporto con la Serie A e le riforme
Cinque componenti della Federazione sono al suo fianco, ma manca ancora il supporto della Lega di Serie A. Gravina non sottovaluta questo punto: "La Serie A è importante. Nel mese che manca alla scadenza del deposito delle candidature, lavorerò con i presidenti rispettando le loro priorità. Non faccio una questione di numeri, altrimenti potrei dire che l’82% vota Gravina e il 18% non si sa. Voglio invece condividere il percorso con la Lega di A e con tutti gli altri".

Alla domanda su come la Lega di Serie A affronterà il tema della sua candidatura, Gravina ha risposto: "Più di qualcuno, anche figure influenti, ha espresso consenso nei miei confronti. Tuttavia, è giusto che si concentrino prima sulla scelta della loro governance. La Lega di A ha ottenuto, grazie al nostro intervento e non a una legge dello Stato, un’ampia autonomia. Credo che discuteranno della candidatura solo una volta risolte le loro questioni interne".

Sulle critiche ricevute per la riforma dello Statuto riguardante autonomia e rappresentanza, il presidente ha difeso il lavoro svolto: "Abbiamo raggiunto il miglior risultato possibile. Siamo andati oltre lo Statuto della Premier League, che prevede un diritto di veto: io l’ho tolto. La Lega aveva un peso minore, ora è leader tra quelle professionistiche. Lo hanno capito anche i presidenti che hanno deciso di non impugnare la riforma".

La possibile candidatura di Del Piero
Infine, sul nome di Alessandro Del Piero, emerso come possibile sfidante, Gravina si è mantenuto cauto:
 "Non entro nel merito. Alex è stato un grande campione, ha dato molto al calcio mondiale e alla maglia azzurra. Ho provato a coinvolgerlo in Federazione, ma i suoi impegni lo hanno sempre portato lontano. Però ci vuole qualcuno che ti candidi. E questo vale anche per lui".

Sulla Serie A: "Non sottovaluto l’importanza della serie A. Nel mese che manca alla scadenza del deposito della candidatura lavorerò con i presidenti rispettando le loro priorità. Non ne faccio una questione quantitativa, se la facessi dovrei dire che l’82 per cento vota Gravina e il 18 non si sa. Ma io voglio condividere il percorso con la Lega di A come con tutti gli altri".

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FIGC - Gravina: "Europei? Anche io potevo fare di meglio, Spalletti era pronto a dimettersi, mi ricandido alla presidenza"

di Napoli Magazine

29/11/2024 - 00:27

Gabriele Gravina, presidente della FIGC, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai taccuini del Corriere della Sera:

"Mi ricandido. Non è stata una decisione facile, ma molto ponderata. Certe forme di aggressione che ho ricevuto nelle ultime settimane, e che non hanno precedenti in un Paese civile come l’Italia, non mi hanno impedito di andare avanti. Si è fatto di tutto per indurmi a non candidarmi. Ma non mi conoscono. Ho la capacità e la serenità di andare a testa alta e la coscienza a posto. Non ho commesso nessun reato. Sono rispettoso delle leggi e sono pronto a sottomettermi al giudizio della giustizia italiana. Però è inaudito tutto quello che mi sta accadendo. La Procura di Perugia, il Gip e il Riesame di Roma certificano che sono stato vittima di attività di dossieraggio illecita portata avanti da personaggi che hanno malanimo verso di me. Nonostante questo, si è imbastito un processo mediatico che mi lascia molto perplesso". 

Il presidente Gravina, tra l'opzione di fare un passo indietro o avanti, ha scelto la seconda. Interrogato sul perché di questa decisione, ha spiegato: "Sono stato tentato più volte di chiudere il mio impegno in FIGC e l’avevo confidato ai responsabili delle componenti che mi hanno sempre sostenuto. Tuttavia, avevo un impegno morale con loro. Bisogna completare un percorso condiviso. È stata una scelta sofferta, non facile, ma responsabile".

Riguardo all'inchiesta penale aperta, un argomento che rende il momento della candidatura delicato, Gravina ha ammesso di averci riflettuto attentamente: "Il pm ha già fatto per due volte richiesta di sequestro dei beni, e per due volte è stata rigettata. Sul piano giudiziario ne sono uscito indenne, eppure sono stato infangato".

Quando gli viene ricordato che l’indagine è ancora in corso, con la possibilità di un rinvio a giudizio, il presidente si è mostrato fiducioso: "Ho piena fiducia nella giustizia e sono certo che questa colata di fango si esaurirà. Lo Statuto prevede che non ci si possa candidare solo in caso di una condanna definitiva superiore a un anno. Per ora non c’è neppure una conclusione dell’indagine. Sono una persona perbene, che ha dato molto al calcio e vuole continuare a farlo".

"Aver contribuito a dare stabilità al sistema devastato dalla pandemia attraverso la distribuzione di 162 milioni di euro alle componenti. Ciò è stato possibile grazie a una buona gestione federale. E poi, aver difeso l’autonomia della FIGC dalle ingerenze: il cambiamento dobbiamo governarlo noi",

Sul piano tecnico, ha ricordato con emozione l’Europeo del 2021: "La gioia più grande degli ultimi 18 anni. Ma non solo, sono fiero del lavoro fatto sulle Nazionali giovanili, che ci ha permesso di vincere il premio Burlaz della UEFA. La Spagna lo aveva vinto otto volte, noi mai. Siamo sulla strada giusta".

Ma cosa, invece, non rifarebbe? Gravina ha ammesso con sincerità: "Potevamo fare meglio in Germania, anche io. Nella preparazione si è generata un po’ di confusione e non siamo stati in grado di dare il giusto supporto a Spalletti. Poi c’è una macchia enorme: i Mondiali. Però i rigori non li tiro io…".

Lo shock dell’eliminazione e il ruolo di Spalletti
L’eliminazione dall’Europeo ha lasciato il segno, ma secondo Gravina ha anche contribuito a un cambiamento positivo. "Dopo la disfatta ci siamo presi una settimana di tempo per riflettere. Poi ci siamo rivisti anche con Buffon e abbiamo fatto autocritica, ognuno per le proprie competenze".

A proposito di Luciano Spalletti, Gravina ha sottolineato la serietà dell’allenatore: "Già la sera dell’eliminazione era pronto a rimettere il mandato. È una persona molto seria, lavora sette giorni su sette e lo apprezziamo sempre di più. La sua permanenza sulla panchina azzurra non è mai stata in discussione".

Ma cosa succederebbe se il finale dell’inchiesta non fosse a suo favore? Gravina non si è sottratto alla domanda: "Parliamo di una vicenda che, se dovesse andare avanti, porterebbe una sentenza tra anni, anche se spero di chiuderla prima. Il reato di auto-riciclaggio è completamente infondato. Rinunciare alla candidatura significherebbe fare il gioco di chi mi vuole male. Le componenti che mi supportano sono consapevoli dei rischi e mi hanno detto di andare avanti. Non ho nulla da temere e non accetto che qualcuno diffonda documenti falsi".

Il rapporto con la Serie A e le riforme
Cinque componenti della Federazione sono al suo fianco, ma manca ancora il supporto della Lega di Serie A. Gravina non sottovaluta questo punto: "La Serie A è importante. Nel mese che manca alla scadenza del deposito delle candidature, lavorerò con i presidenti rispettando le loro priorità. Non faccio una questione di numeri, altrimenti potrei dire che l’82% vota Gravina e il 18% non si sa. Voglio invece condividere il percorso con la Lega di A e con tutti gli altri".

Alla domanda su come la Lega di Serie A affronterà il tema della sua candidatura, Gravina ha risposto: "Più di qualcuno, anche figure influenti, ha espresso consenso nei miei confronti. Tuttavia, è giusto che si concentrino prima sulla scelta della loro governance. La Lega di A ha ottenuto, grazie al nostro intervento e non a una legge dello Stato, un’ampia autonomia. Credo che discuteranno della candidatura solo una volta risolte le loro questioni interne".

Sulle critiche ricevute per la riforma dello Statuto riguardante autonomia e rappresentanza, il presidente ha difeso il lavoro svolto: "Abbiamo raggiunto il miglior risultato possibile. Siamo andati oltre lo Statuto della Premier League, che prevede un diritto di veto: io l’ho tolto. La Lega aveva un peso minore, ora è leader tra quelle professionistiche. Lo hanno capito anche i presidenti che hanno deciso di non impugnare la riforma".

La possibile candidatura di Del Piero
Infine, sul nome di Alessandro Del Piero, emerso come possibile sfidante, Gravina si è mantenuto cauto:
 "Non entro nel merito. Alex è stato un grande campione, ha dato molto al calcio mondiale e alla maglia azzurra. Ho provato a coinvolgerlo in Federazione, ma i suoi impegni lo hanno sempre portato lontano. Però ci vuole qualcuno che ti candidi. E questo vale anche per lui".

Sulla Serie A: "Non sottovaluto l’importanza della serie A. Nel mese che manca alla scadenza del deposito della candidatura lavorerò con i presidenti rispettando le loro priorità. Non ne faccio una questione quantitativa, se la facessi dovrei dire che l’82 per cento vota Gravina e il 18 non si sa. Ma io voglio condividere il percorso con la Lega di A come con tutti gli altri".